La Costituzione italiana è un compromesso tra le culture dominanti all'epoca in cui venne scritta: quella cattolica, quella socialista e quella comunista. Per questo è, troppo spesso, contraddittoria ed infarcita di princìpii astratti.
Nel caso specifico dell'articolo 21, oltre alla direi banale (ma giustissima, per carità) enunciazione per cui "ognuno è libero di esprimere il proprio parere, anche in forma scritta", vi sono due commi in assoluto contrasto tra loro.
Uno è quello che recita che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure; e l'altra è quella secondo cui è vietata ogni pubblicazione che vada contro il buon costume.
E' chiaro che tale norma annulla completamente la precedente: la dicitura "contro il buon costume" può comprendere qualsiasi cosa ed è ad assoluta discrezione del legislatore di turno (cioè della maggioranza che governa il Parlamento). Insomma, la Costituzione da una parte ci dice "siete liberi di scrivere quello che volete", ma dall'altra ci intima di scrivere solo quello che vuole il potere politico!
Per finire, direi che anche la norma che dice "la stampa non è soggetta ad autorizzazioni" è completamente inapplicata.
Provate a pubblicare un qualunque stampato senza l'iscrizione al Tribunale e senza le dovute autorizzazioni e poi ne riparliamo!
2006-12-30 01:43:31
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answer #1
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answered by Nicola R 1
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Nicola R:
1) il concetto di "buon costume" non è elaborato dalla maggioranza parlamentare ma dal sentire comune interpretato dal giudice.
2) l'autorizzazione non va confusa con la registrazione, che ha tutt'altro scopo e tutt'altro oggetto: l'autorizzazione è un atto discrezionale e riguarda i contenuti di ogni singola pubblicazione, la registrazione è un atto dovuto e riguarda le testate ai fini dell'assunzione di responsabilità da parte dell'editore e del direttore.
2006-12-30 10:57:59
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answer #2
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answered by Francesco C 3
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in italia nn c'è libertà d stampa...ma agli italiani nn importa...*__*
Guarda le classifike mondiali...l'italia s trova verso il 32 posto...o giù d li...
2006-12-30 09:43:46
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answer #3
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answered by =Kiky= 3
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Buone le osservazioni di Nicola R.
Occorre però tenere presente che (sono dei "però", non dei "ma"):
- se si vuole una costituzione formale, rigida e vincolante, le disposizioni sui diritti fondamentali non possono essere mai precise: altrimenti si rischia o che si debba ogni volta procedere con la revisione della costituzione o che di fatto venga disapplicata; in entrambi i casi ne verrebbe svilito il suo ruolo di legge delle leggi
- ogni diritto, anche costituzionalmente garantito, deve essere bilanciato con gli altri diritti: la libertà di stampa o di parola non mi permette di scivere/dire urbi et orbi che Tizio è un grandissimo cornuto, anche se è fatto di comune dominio.
- la registrazione riguarda essenzialmente le pubblicazioni periodiche e viene fatta per ogni testata; forse Nicola ne sa la riguardo più di me, ma non mi sembra sisuna censura preventiva
- l'art.21 non è lettera morta, perché ha fatto da guida all'opera della giustizia ordinaria e della Corte Costituzionale nell'operare in concreto il suddetto contemperamento tra diritti (e anche nell'interpretazione della legge sulle pubblicazioni periodiche cit. da Nicola)
2006-12-30 10:53:34
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answer #4
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answered by ? 7
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Penso che in Italia sia questa libertà sia completamente morta sotto il governo Berlusconi.
Questo articolo lo conosco a memoria, dato che studio Comunicazione. L'unico commento che posso fare è che un paese senza questa libertà e un paese più che arretrato, e tutt'altro che democratico. Spero vivamente che le cose cambiano, perchè la libertà di stampa è fondamentale, in quanto fortemente legata alla libertà di pensiero.
2006-12-30 09:38:19
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answer #5
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answered by thegrouch85 4
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