Di solito, prima di iniziare un libro, poesia romanzo o saggio che sia, lo sfoglio e lo sbircio cursoriamente per tastarne l'appetibilità. Dopodiché, se mi attrae, mi tuffo nella lettura. E, nella maggior parte dei casi, lo divoro rapidamente. Ma, a volte, le delusioni sono in agguato e la stanchezza può anche sopravvenire. In questi casi, mi lascio sempre guidare da alcuni criteri: la 'fiducia' che ho nell'autore (ad es. per aver precedentemente letto suoi libri che sono risultati gratificanti), il mio personale interesse per l'argomento trattato nel libro in questione, il grado di 'pertinenza' e di 'aderenza' dello stile e della trattazione alla materia trattata, l'eventuale possibilità di reperire altri testi, possibilmente migliori, sugli stessi argomenti (ad es., nel caso della saggistica, magari con una bibliografia più estesa e più aggiornata, scritti con uno stile più fruibile e rigoroso al tempo stesso, e così via), infine il tasso di "classicità" del volume (ad es.: anche se all'inizio mi annoio un po', non posso esimermi, per ragioni schiettamente culturali e spirituali, dal leggere "La Gerusalemme Liberata" di Tasso o "Il Principe" di Machiavelli: certi piccoli sacrifici varrà pure la pena farli!). Bernardo di Chartres diceva che noi siamo molto 'alti' perché siamo "nani sulle spalle di giganti": e i giganti sono i Classici. I Classici, quindi, vanno letti. Anche a costo di qualche piccolo sacrificio: dopo che avremo letto un Classico, il nostro spirito e la nostra mente voleranno molto alti e la nostra sete di conoscenza crescerà irrefrenabilmente. Detto questo, io sono dell'avviso che la lettura sia essenzialmente Piacere. Piacere della ragione, dell'intelletto, del cuore, dei sensi. La lettura deve farci star bene e deve migliorarci al tempo stesso. Deve intrattenerci e sfidare la nostra intelligenza, deve intrigarci, deve colloquiare con noi. Dobbiamo 'ruminare' la Letteratura, come diceva anche Nietzsche, in riferimento alla sua filosofia. Dobbiamo leggere per vivere, non leggere per apparire eruditi (Flaubert). Leggere per godere dell'eterea febbre della conoscenza, per soddisfare l'inestinguibile e prometeica voglia di emancipazione spirituale che sin dal nostro 'arché' ci attanaglia e piacevolmente ci assilla, ardendoci dentro. Ovviamente dobbiamo leggere in modo intelligente, non dobbiamo perdere il nostro tempo con libracci futili e tediosi, con bestseller letterariamente del tutto inconsistenti, con instant-book del 'personaggio' di turno che, creato dal tubo catodico, vuole sfruttare la sua immagine fino all'osso, spremerla come un limone, magari facendosi scrivere quattro fesserie da un ghost-writer miseramente prezzolato. Ma questa, si badi bene, non è una regola: che grasse risate mi son fatto leggendo il gustosissimo libello di Ficarra & Picone, con la sceneggiatura dei loro migliori sketch! Ma perché? Perché lì vi è l'Intelligenza, lo humour dissacrante, la satira di costume corrosiva e graffiante. Scintillìo di Creatività. Ma rischio di scantonare, quindi, concludendo, dico: riconsegniamoci al gusto e al piacere del libro. In libertà. Godiamoci la brezza leggera delle parole lasciandoci guidare esclusivamente dalla nostra mente e dal nostro cuore. 'In libro libertas'.
"Ciò che leggete deve piacervi e divertirvi. Nessuno, e tanto meno i critici, hanno il diritto di imporvi questo o quell'autore: sfuggite alla noia e cercate il piacere" (da "Una vita da lettore" di Nick Hornby).
2006-12-17 10:40:34
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answer #1
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answered by The Investigator 2
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Mi è capitato di mettere da parte libri che non mi piacevano e di trovarli gradevoli quando li ho ripresi in un secondo tempo, una volta trovato il coraggio di andare oltre le prime tre o quattro pagine.
Questo mi è successo anche con libri che, obbligata a leggerli a scuola, trovavo orrendi, ma che letti per conto mio mi sono piaciuti moltissimo.
Però mi sono già capitati anche libri che ho iniziato a leggere un'infinita di volte, ma che non sono mai riuscita a finire.
2006-12-19 03:38:32
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answer #2
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answered by Goccia Di Luna 4
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Si, per testardaggine. E poi non lascio mai niente a metà !!;-)
2006-12-19 02:19:20
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answer #3
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answered by Nahla 7
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No, se non mi trascina è inutile che continui a leggerlo: non riuscirei mai ad arrivare alla fine perché continuo a distrarmi! A quel punto preferisco non perdere tempo, metterlo da parte (magari per riprenderlo in un momento più "proficuo") e iniziare qualche altro libro!
2006-12-17 06:32:18
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answer #4
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answered by Anonymous
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se dopo le prime pagine il libro non mi piace lo metto da parte, leggo altro e poi riprovo a leggerlo dopo un pò di tempo...
secondo me per ogni libro c'è il momento giusto per leggerlo...a meno che non sia proprio terrificante!!!
buona lettura
2006-12-17 05:03:54
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answer #5
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answered by Anonymous
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no, son limitato persino nel masochismo
2006-12-17 04:55:54
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answer #6
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answered by tantragupta 6
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eh si, è una sfida! e poi si scopre qualcosa di nuovo ad ogni pagina, chissà mai che a un certo punto svolti e diventi avvincente o interessante o semplicemente leggibile...bisogna provare!
2006-12-20 00:59:14
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answer #7
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answered by Anonymous
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Dipende.. Alle medie e al liceo sono stata obbligata a leggere dei libri pesantissimi (per me), e quindi ora se incontro prime pagine noiose leggo circa 1/3 di libro e poi se continua a non piacermi lascio perdere il libro. Solo se è unautore che particolarmente adoro mi faccio forza e leggo fino alla fine, o se mia madre l'ha letto e mi dice che vale ed è solo lento come partenza..
2006-12-19 06:17:54
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answer #8
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answered by Anonymous
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pure se mi piace non lo leggo fino alla fine...perciò pensa se non mi piacesse!!!! =)
2006-12-17 05:04:33
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answer #9
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answered by Karisha 3
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per forza devo sapere come va a finire
2006-12-17 05:04:22
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answer #10
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answered by Mister Sunshine 4
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Ci provo, ma poi mi annoio e lo metto via proponendomi di leggerlo in un altro momento.
2006-12-17 04:57:25
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answer #11
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answered by lella 6
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