Cambiare le parole non cambia la sostanza perchè i non udenti non torneranno a sentire e saranno sembre sordi, cosi i non vedenti non riacquisteranno la vista e saranno sempre ciechi.
L'ipocrisia di questo atteggiamento è vergognosa e a me personalmente non piace, come non piace a molti "diversamente abili" che usano la testa anche se non le braccia o le gambe.
Conosco bene la comunità dei sordi, che continuano a ritenersi sordi, e preferirebbero che li si chiamasse così, ma che non li si discriminasse nel lavoro.
2006-12-15 20:01:49
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answer #1
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answered by marte 6
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Il disabile soffre perchè vede che nessuno fa nulla per migliorare la sua situazione. Si parla tanto di "abbattimento delle barriere architettoniche" ma se si osserva la situazione anche nelle grandi città, lo scenario è desolante.
Fate qualcosa di più utile che cambiare la denominazione di una categoria che chiede tutt'altro che un nome nuovo.
2006-12-16 03:44:24
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answer #2
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answered by bolgiagreca 4
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Il diversamente abile o disabile o portatore di handicap, non vuole essere biasimato, è parte integrante della società civile, la "no...rmalità, non esiste. Tu "no....rmale", sei diverso da me che sono "diversamente abile", poniamola così.
2006-12-16 07:09:08
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answer #3
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answered by Anonymous
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Buonismo terminologico e retorico....poi nei fatti tutto è diverso.
2006-12-16 05:43:14
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answer #4
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answered by Anonymous
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No,ancora adesso il termine disabile é assai diffuso nel mondo del sociale e lo giudico un termine neutro,senza particolari connotazioni di sorta.Dis-abile : colui cui é compromessa un'abilità.Un termine veritiero,breve,facile all'uso,idoneo e funzionale.Il "diversamente abili" invece, non é una naturale evoluzione della lingua italiana,ma non é neanche un'ipocrita autoassoluzione per la carenza di interventi strutturali o di rimozione d'ostacoli. E' un termine volutamente inserito,propagandato,per sottolineare un'aspetto importantissimo della vita disabile:la diversa abilità evidenzia come pur risultando compromesse o assenti talune abilità,altre rimangano inalterate e quindi perfettamente funzionanti ed attive.
E' un vocabolo che punta il riflettore sulle capacità e potenzialità residue,a volte vastissime,sul recupero,sulla stimolazione,
sull'esercizio,sull'azione.
Tuttavia,é vero, si é avvertita l'esigenza da più parti, di ricorrere ad una terminologia idonea per definire la persona disabile,il cui ingresso a pieno titolo all'interno della società,é purtroppo un evento piuttosto recente nel nostro, ed in altri paesi.
Un tempo la si definiva "handicappato",che di per sè non era neanche un vocabolo infelice,dato che la parola handicap,pare volesse significare "colui che ha il cappello in mano" e quindi colui che versa nella condizione di chiedere aiuto.Infelice ed inopportuno invece l'uso improprio che se ne faceva e che denotava tutta la nostra paura,ignoranza, immaturità ed impreparazione nell'accogliere il disabile.Vorrei solo aggiungere, che il faticoso,ma indefesso ed inarrestabile cammino di conquista del disabile prevede obiettivi ben più ampi della rimozione di barriere architettoniche,solo tappa di un percorso ad ostacoli non sempre fisici o materiali.
Ciao!
2006-12-16 04:36:54
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answer #5
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answered by Anonymous
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hai già detto tu quale è il reale senso di questo mondo che si autoassolve con ipocrite maschere.. un mio amico che nn ci vede, dice ridendo: "io non sono ipovedente o non vedente... io sono cieco!!!!!" e non gli bastano i semaforini che fanno drin drin drin... xchè poi inciampa nei gradini inutili...
2006-12-16 04:10:47
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answer #6
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answered by laura 5
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L'evoluzione terminologica va vista da tempi ancora più remoti, quando un diversamente abile veniva deriso, umiliato, disumanizzato dalle parole: il down era chiamato con il termine atroce di "mongoloide", chi aveva dei problemi di deambulazione era uno "storpio", chi invece soffriva di problemi psicologici era semplicemente da rinchiudere. Il diversamente abile non doveva fare parte della comunità dei vivi. Chiamarlo così oggi, significa fare un passo avanti per accogliere uno che non ha mai smesso di essere umano.
2006-12-16 04:05:34
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answer #7
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answered by Lino41 6
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..."...Diversamente abili....? ..."...
Secondo me un altra definizione eufemistica a buon mercato, il solito "perbenismo" da due soldi, "partorito" da vere menti handicappate(!) di persone "politically correct", che suppongo non faccia ne caldo, ne freddo ai nostri concittadini ex "handicappati", ex "portatori di handicap", ex "disabili"! Anzi, credo dia solo fastidio! Per quanto riguarda l' "autotassazione ipocrita", non credo che le "menti disabili" ( in quanto tali) siano capaci di tali performance di coscienza...
2006-12-16 04:03:25
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answer #8
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answered by ! 6
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Ipocrisia assoluta che governa sovrana. Se fossi disabile mi offenderi a tale descrizione contorta e disinformante.
2006-12-16 04:03:22
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answer #9
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answered by paolapoggi50 6
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diciamo che col mio ragazzo litighiamo sempre su questo termine ...lui dice che il termine diversamente abili è sbagliato e tende a far sorridere invece di far comprendere la gravità della sitazione........io non sono daccordo nella categoria diversamente abili rientrano tutte le persone che hanno una invalidità grave e non tutti sono paraplegici..inoltre chi ha stabilito che il nostro modo di essere abili sia quello giusto???? perchè dire disabili???non è vero molti si muovono tranquillamente anche se magari non hanno un braccio o una gamba....non è vero che sono dis-abili (=non abili) sono abili ma in modo diverso quindi sono diversamente abili.
Che poi chi si dovrebbe interessare a loro per tutelarli...possa quasi essere considerato un diversamente abile perchè in realtà per tutelarli fa poco e niete eh bhe non gli auguro mai di trovarsi nella situazione abientale/sociale in cui è costretto a vivere un diversamente abile.....
2006-12-16 03:49:42
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answer #10
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answered by L@dy BeTTa 2
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