Il computer più potente del mondo
a cura dell'Istituto Italiano di Fisica Nucleare
APENext nasce dalla collaborazione tra INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), l'italiana Eurotech e prestigiosi enti di ricerca europei.
Exadron, divisione HPC (High Performance Computing, supercalcolo) di Eurotech S.p.A., e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) hanno annunciato oggi la produzione dei primi esemplari del supercomputer “APENext”.
Il progetto APENext, nato sotto l'egida dell'INFN, prevede la realizzazione di un supercalcolatore tra i più potenti al mondo. È attualmente in fase di allestimento una installazione da 12TFlops, che entra di diritto nella classifica delle prime macchine di calcolo al mondo. A differenza di altri supercalcolatori della stessa classe, che occupano centinaia e addirittura migliaia di metri quadrati di superficie, APENext ha dimensioni ridotte ed è alloggiato in alcuni “rack” modulari. Inoltre il suo consumo complessivo di energia (a parità di potenza di calcolo) è molto inferiore a quello degli altri progetti conosciuti. La sua affidabilità permette di eseguire elaborazioni complesse, che durano anche alcune settimane, senza interruzione.
“Sono meno di una decina, in tutto il mondo, i progetti di supercalcolatori con potenza analoga a quella del nostro APENext” commenta Giampietro Tecchiolli, direttore tecnico di Exadron e consigliere del gruppo Eurotech. “Ma la potenza di calcolo è solo uno dei parametri di cui si deve tenere conto. Dopotutto può sempre essere aumentata, entro certi limiti, mettendo sempre più macchine in parallelo. È fondamentale invece tenere conto della combinazione di quattro fattori: potenza di calcolo, consumo di energia, spazio occupato e costo del sistema. APENext è sicuramente al top mondiale, per l'ottimizzazione di questi parametri”.
Le macchine APENext prodotte da Exadron verranno installate in parecchi laboratori avanzati di ricerca in tutta Europa, che già usano la famiglia precedente di sistemi APE: Roma, Milano, Trento, Zeuthen (Berlino, Germania), Orsay (Parigi, Francia), Swansea (Gran Bretagna). Le prime installazioni avverranno in Italia e sono previste entro i primi sei mesi del 2005 e metteranno a disposizione dei nostri scienziati dei potenti supercomputer in grado di soddisfare le loro più complesse esigenze di calcolo.
“La collaborazione tra l’INFN ed Eurotech è stata fondamentale per la realizzazione del progetto” afferma Roberto Petronzio, presidente dell’INFN, “ed è un esempio di come la ricerca e l'industria italiana, quando collaborano attivamente, possano competere per vincere in Europa e nel mondo, favorendo la capacità di innovazione, con importanti ricadute industriali.”
Il progetto APENext ha radici saldamente italiane ed è il risultato di uno sviluppo e di una complessa opera di ottimizzazione e ingegnerizzazione che ha visto il coinvolgimento dell'INFN e di Eurotech. I ricercatori delle sedi di Roma, Ferrara, Pisa e Milano dell'INFN, con il supporto dell'istituto tedesco per la ricerca sulla fisica ad alta energia e le particelle elementari Desy (Berlino e Bielefeld) e dell'Università di Parigi, hanno definito i concetti architetturali di base e realizzato gli elementi circuitali principali che compongono il supercomputer APENext.
Sono stati sviluppati dei circuiti integrati ad hoc, per il calcolo parallelo, con soluzioni estremamente innovative definite e realizzate dai ricercatori INFN. La messa a punto, la concezione complessiva del sistema, i meccanismi di comunicazione tra i subassiemi e l'ingegnerizzazione di sistema sono il risultato di un'attività congiunta INFN-Exadron. A Eurotech è stata poi affidata anche la produzione industriale. Il lavoro a stretto contatto tra tecnici provenienti dall'industria e scienziati di enti pubblici e accademici, ha permesso di creare un circolo virtuoso di innovazione. Nell'ambito del progetto APENext, Eurotech ha sviluppato, per esempio, dei prodotti per la comunicazione ultrarapida tra macchine di calcolo, che potranno essere impiegati in molte altre applicazioni.
I supercalcolatori sono uno degli strumenti di base che servono agli scienziati per esplorare le discipline alla frontiera della scienza, con la maggior possibilità di impatto innovativo sull'industria. IL COMPUTER + VELOCE DEL MONDO ------------------------------------------------------------------------------ Capace di eseguire 35.000 miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo (35 Tflop/s), questo "mostro" - di cui ha parlato recentemente Punto Informatico - è ben cinque volte più veloce dell'Asci White-Pacific, il supercomputer di IBM che deteneva il precedente record presso il Lawrence Livermore National Laboratory americano.
Con una superficie occupata di circa 50 x 65 metri, il colossale computer "dagli occhi a mandorla" è costituito da 640 nodi, ognuno dei quali consiste in 8 CPU vettoriali per un totale di 5.120 processori (contro gli 8.192 dell'Asci White). Ogni nodo è dotato di 16 GB di memoria e le CPU sono state costruite con un processo produttivo a 0,15 micron.
L'Earth Simulator, installato presso l'istituto giapponese Yokohama per le Scienze Terrestri, verrà utilizzato per simulare le complessità della struttura e comportamento del pianeta Terra, fra cui i cambiamenti climatici, la tettonica e diversi fenomeni naturali a questi legati.
L'idea del progetto è nata nel 1997 ed ha richiesto cinque anni di sviluppo per essere messa in pratica sotto forma del più potente calcolatore al mondo.
Nel frattempo IBM sta lavorando ad un supercomputer che, una volta ultimato, dovrebbe essere in grado di operare alla vertiginosa velocità di 200 Tflop/s. Per ultimare il progetto, che Big Blue sta portando avanti in collaborazione con il Dipartimento per l'Energia americano, ci vorranno però ancora dai 3 ai 4 anni.
Capace di eseguire 35.000 miliardi di operazioni in virgola mobile al secondo (35 Tflop/s), questo "mostro" - di cui ha parlato recentemente Punto Informatico - è ben cinque volte più veloce dell'Asci White-Pacific, il supercomputer di IBM che deteneva il precedente record presso il Lawrence Livermore National Laboratory americano.
Con una superficie occupata di circa 50 x 65 metri, il colossale computer "dagli occhi a mandorla" è costituito da 640 nodi, ognuno dei quali consiste in 8 CPU vettoriali per un totale di 5.120 processori (contro gli 8.192 dell'Asci White). Ogni nodo è dotato di 16 GB di memoria e le CPU sono state costruite con un processo produttivo a 0,15 micron.
L'Earth Simulator, installato presso l'istituto giapponese Yokohama per le Scienze Terrestri, verrà utilizzato per simulare le complessità della struttura e comportamento del pianeta Terra, fra cui i cambiamenti climatici, la tettonica e diversi fenomeni naturali a questi legati.
L'idea del progetto è nata nel 1997 ed ha richiesto cinque anni di sviluppo per essere messa in pratica sotto forma del più potente calcolatore al mondo.
Nel frattempo IBM sta lavorando ad un supercomputer che, una volta ultimato, dovrebbe essere in grado di operare alla vertiginosa velocità di 200 Tflop/s . Per ultimare il progetto, che Big Blue sta portando avanti in collaborazione con il Dipartimento per l'Energia americano, ci vorranno però ancora dai 3 ai 4 anni.
2006-12-12 04:19:05
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answer #1
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answered by lupodelupis.V 7
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