Volevo sapere cosa ne pensate in generale sul Sacramento della Confessione davanti ad un ministro della Chiesa ed inoltre se ritenete che basti la semplice confessione, anche per i peccati più gravi, a farci ritornare candidi agli occhi di Dio.
2006-12-12
01:57:03
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21 risposte
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inviata da
Anonymous
in
Società e culture
➔ Religione e spiritualità
Per Teré:
per te é necessario il perdono del tuo parroco di fiducia, anche se poi ammetti che sarà a Dio infine a giudicarti. A cosa serve raccontare e farsi perdonare da un uomo investito di un potere di giudizio. É pur sempre un uomo non ti pare?
2006-12-12
21:56:58 ·
update #1
Per Cri e Zoauc.. entrambi avete compreso secondo il mio modesto pare che la confessione serve soltanto se fatta con vero pentimento e non importa che la esplichi un ministro della chiesa.
2006-12-12
21:59:45 ·
update #2
Per Panda nero
mi trovi pienamente d'accordo. Non é necessario u prete ma basta pentirsi davanti a Dio
State rispondendo come desideravo
É difficile sceglierrvi.
2006-12-12
22:01:50 ·
update #3
Per Marcellog
La tua ultima confessione é stata un disastro.
Posso capirti anche x me lo é stato molte volte,
mi sembrava una confessione inutile davanti ad un uomo, peccatore anche lui, ....
2006-12-12
22:03:59 ·
update #4
Mentre Ariel ha capito il messaggio perfettamente come altri
Per Nismo non sono d'accordo che Dio ci perdoni con la stessa misura i peccati gravi, come l'omicidio.
2006-12-12
22:07:44 ·
update #5
Per Marte
eccedi nel dare al Ministro di Dio che in fondo é un essere umano, una investitura troppo perfetta.
Non fidarti troppo. Consiglio di un'amica cattolica.
2006-12-12
22:14:36 ·
update #6
Per Kasper21
hai ampiamente risposto alla mia domanda.
La penso quasi come te, anche riguardo i peccati gravi ti sei espresso con chiarezza.
Quelli sono i peccati che soltanto Dio può assolvere.
2006-12-12
22:17:25 ·
update #7
x Callofduty- come sempre ti faccio ripensare e rispolverare libri, questa volta é stato bello leggere il tuo pensiero, anch'io ho avuto x sacerdote un amico con cui parlare ma non riuscivo egualmente a sentirmi pronta alla confessione. Eravamo amici e questo era tanto. Soltanto con Dio posso farlo e questo non mi porta a cambiare religione, soltanto a riflettere sull'importanza che ognuno vuole e riesce ad attribuire ad una persona che é pur sempre un peccatore. Perfetto é soltanto Dio.
2006-12-12
22:42:50 ·
update #8
Ciao, hai deciso di farmi tornare sui libri, ma in questo caso non c'è ne bisogno, parlo per esperienza personale e se qualcuno riderà , non m'importa. Io mi sono sempre, da quando ho potuto farlo, confessato e da quando ho potuto decidere io, molti anni fà, l'ho fatto regolarmente, certo che ho avuto momenti migliori e peggiori, ma questo non cambiava la mia visuale, confessarsi è ,oltre che un dovere per me , anche un piacere, sarà perchè ho fatto asilo ed elementari dalle suore, ma non credo sia questo il motivo, anzi il perchè lo capisci dopo, accumulando esperienze, dopo mi sento molto, ma molto sollevato, anzi contento e non di rado mi fermo a parlare con il sacerdote , anche di cose che non riguardano strettamente la confessione,magari anche di calcio o come stanno i miei, cose così, mi sento piu vicino a lui ed a quel che rappresenta e parlo liberaramente di varie cose, che magari sul luogo di lavoro od in casa si evita di fare per vergogna od altro. In breve , anche se non mi confesso spesso, quando lo faccio poi son più contento e saluto anche perfetti sconosciuti, cosa che di norma non faccio, anzi son piuttosto schivo. In quel momento mi sento candido, come tu dici, ma non credo che una semplice confessione sia sufficiente veramente. se hai, anzi ho fatto, scusa, qualcosa di riprorevole, io potrei raccontare qualsiasi cosa in quel momento, quasi, ho detto quasi, certo che tanto il Sacerdote mi assolverà,in fondo è umano anche lui Può darsi che il Sacerdote mi assolva, ma io lo farò, sarò in pace con la mia coscienza? Io, e parlo per me , ovvio, non lo credo, avrei dei rimorsi e non credo che potrò fare la comunione serenamente.Anzi. Certo Dio non usa il pallottoliere,( un giorno di parlerò del mio rapporto con Dio) ma sento che sto per fare una cosa per la quale non sarò perdonato. per quanto mi è stato insegnato, non ritorneremo candidi, perchè si deve sempre osservare un comportamento onesto, con te stesso e con Dio, la comunione è solo il mezzo di avvicinarsi a Lui in modo corretto, non è un modo di liberarsi l'anima una tantum, come spesso mi capita di vedere.E non giro con il cilicio, per penitenza. Ma è il mio modo , sono così, capisco anche le opinioni differenti. Mi son dilungato, ma era un argomento interessante. In conclusione ed a mio avviso la confessione non basta a farci ritornare candidi, più sereni sicuramente, e lo dobbiamo anche meritare con il nostro comportamento, poi giudicherà a tempo debito.Ciao.
2006-12-12 07:07:22
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answer #1
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answered by Golan Trevize 2
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Tutto ciò che vien fatto in buona fede è utile alla nostra crescita e sacro agli occhi di Dio. Temo, e vedo spesso, l'abuso, l'uso per fini ipocriti e perbenistici, a fronte di ben altre iniquità commesse. Nessuno di noi è candido agli occhi di Dio, noi tutti siamo umani, quindi fallibili ad ogni istante: è il rendercene conto e fare attenzione a non perseverare che ci rende meritevoli della Sua grazia.
2006-12-12 10:04:00
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answer #2
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answered by Ariel 6
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La confessione è una caratteristica della religione cattolica; non so se esiste una simile pratica in altre religioni ma non credo. Il sacramento del pentimento, noto come confessione, prevede non solo il rivelare le proprie mancanza ad un ministro della Chiesa ma di pentirsene personalmente. Tutto qui se vuoi seguire la Chiesa cattolica ti devi pentire e devi confessare i peccati altrimenti puoi non farlo. Molte persone si confessano con sacerdoti che conoscono altri preferiscono recarsi in santuari o comunque in luoghi lontani dalla propria abitazione quello che vale è sempre il pentimento davanti a Dio e ad una persona da Lui consacrata sulla terra.
2006-12-12 11:41:00
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answer #3
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answered by Giovanni G 3
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Dio (ammesso che esista) ci ama per quello che siamo, anche quando non siamo meritevoli del suo amore, la confessione è stata inventata dalla Chiesa per farci sentire in colpa e poterci comandare meglio
2006-12-12 10:00:15
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answer #4
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answered by Cri 5
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Se sei cattolica e pratichi devi confessarti, che ti piaccia o meno.
La confessione non serve a ritornare "candidi", ma a farsi perdonare. I peccati non si cancellano, restano nel tuo "curriculum", anche se perdonati sarà alla fine della vita che Dio li giudicherà con giustizia, ma credo, soprattutto con amore
2006-12-12 10:00:13
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answer #5
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answered by Cres sa 4
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Credo che questo sacramento , mi aiuti a liberarmi da un peso che ha creato del vuoto in me.
Bisogna ammettere che non tutti i sacerdoti rispecchiano la immagine che ho io di Gesù , perchè non tutti sono alla mia portata , personalmente non mi confesso con il primo sacerdote che capita , è un mio limite ma ho il mio Padre spirituale , con il quale faccio un cammino per arrivare alla fede vera.
A volte è meglio confessare anche le banalità perchè magari quello che per noi non sembra grave agli occhi di Gesù lo è e noi siamo bravissimi in quanto a giustificazioni.
2006-12-12 17:23:16
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answer #6
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answered by Anonymous
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La Penitenza o Confessione è un Sacramento che la Chiesa amministra a chi si pente di una colpa commessa e necessita di un perdono.
La si fa davanti ad un Sacerdote in privato, ma un tempo la Penitenza, che è il segno di fronte alla comunità che ci si è riconciliati con Gesù Cristo, la si faceva in pubblico.
Ci sono delle ragioni storiche per questo e vanno ricercate nella Storia della Chiesa del periodo dei martiri.
Allora era il Vescovo ad assegnare la penitenza che veniva commisurata alla gravità dei peccati.
Soltanto dopo aver fatto tutta la penitenza si veniva assolti, sempre in pubblico e riaccolti nella comunità.
Poi vi furono dei cambiamenti e vennero "tariffate" le penitenze nel senso che ad ogni "peccato" furono previste pene adeguate.
Ciò che oggi importa della penitenza è il senso spirituale di quel gesto che è la riconciliazione del peccatore con la comunità e dal pubblico si è passati al privato, ma sempre in presenza di un ministro.
Molti dicono che essendo il prete peccatore non ha senso confessarsi, ma occorrerebbe andare oltre l'immagine dell'uomo peccatore che ci confessa, ma vedere in lui soltanto il ministro di Dio di fronte al quale si rivela la propria inadeguatezza e il proprio pentimento.
Vi è una relazione diretta tra Comunione e Confessione nel senso che chi si sentisse in colpa per aver commesso una grave mancanza (sempre con piena coscienza e deliberato consenso come è proprio del peccato mortale) dovrà confessarsi e se impossibilitato dovrà fare atto di contrizione prima di accostarsi al Sacramento e successivamente andarsi a confessare.
2006-12-12 11:07:03
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answer #7
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answered by marte 6
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guarda io non sono mai andato a confessarmi in vita mia e non mi è mai successo niente... poi mi pare che dio perdona tutti i peccati anche quelli più gravi quindi..... se non ci vuoi andare.. non ce andare.. non è un obbligo... però diciamo se ci vai è meglio
2006-12-12 10:06:26
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answer #8
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answered by il punker 2
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Diceva un passo dei Vangeli:
"A chi rimetterete i peccati sulla terra saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi"
Gesù istituì la confessione, anche se i riti sono cambiati.
La frase, ovviamente, è solo una "frase fatta", nel senso che non è vero che se uno non riesce a confessare i suoi eventuali peccati prima di morire, non si salvi!
Dato che lo stesso Gesù ammette in Paradiso uno dei due ladroni sulla croce con lui.
Se uno, in punto di morte, si pente di tutto cuore dei propri peccati e chiede perdono a Dio, andrà in Paradiso anche se non è riuscito prima ad andare a confessarsi.
Tuutavia, Gesù dà cmq importanza alla confessione, che va fatta regolarmente, ma non perchè è un imposizione o un modo della Chiesa per gu.zzare soldi (basta con queste frasi "tipo" che sono vecchie come il mondo! :) ), ma perchè è un dono di Dio, che ci ricorda sempre che la sua misericordia non ha limiti.
Quanto regolarmente, poi, ognuno ha il suo parametro.
Io personalmente sono molto assiduo, ma non perchè non credo in questo sacramento, ma perchè ne ho una concezione particolare per la quale non ci deve essere una scadenza fissa o una regolarità a ritmo incessante (del tipo, tutte le settimane!)...neanche concepisco, per le ragioni elencate prima, la "psicosi" da confessione, che porta secondo me all'abuso di essa e al toglimento di "dono" come suo attributo.
Di certo non credo che sia 1)un detersivo smacchiante da usare a piacimento o 2)una formula magica magica per non andare all'inferno:
1)perchè se ci confessiamo sapendo che poi torneremo APPOSTA a peccare per poi ripulirci per poi peccare ecc.ecc. è inutile, non serve a cancellare il male commesso e le sue conseguenze...che senso ha sporcarsi apposta tutte le volte per poi lavarsi tutte le volte consumando litri di acqua e schiuma sotto la doccia? Si, è bello sporcarsi di chili e chili di fango, tanto c'è il sapone...ma c'è anche l'assuefazione, e dopo si puzza, con la conseguenza di una immediata perdita di vita e stima sociale, dato che nessuno io per primo in circostanze "normali" saprei resistere a relazionarmi con uno che non si lava! Questo "paragone" può sintetizzare questa parte del mio concetto sulla confessione vista come "detersivo";
2) perchè Dio vuole salvare TUTTI, altrimenti non si sarebbe fatto uomo e non sarebbe morto in croce per noi oltre che farsi prendere in giro, e inutilmente, da Satana.
Chi crede in Dio e vuole impegnarsi per fare il bene in ogni contesto della vita, è già salvo, a meno che non decide improvvisamente di passare dalla parte del male.
E' vero, il peccto è un pò com passare al male, ma un conto è l'errore che il pecato significa e comporta, e nessun cristiano può definirsi una persona a posto...tutti facciamo errori, ma aspiriamo al bene, un conto è il votarsi totalmente al male...allora la faccenda è diversa.
Capita di litigare con gli altri talvolta, ma non è che uno "gode" a farlo...questo per far capire il concetto...
Concludo...a parte il discorso sulla confessione, utile o meno alla salvezza e perdono da parte di Dio...il discorso è serio...è anche vero che per la salvezza basta il pentimento sincero di fronte a Dio o adirittura, per gli atei, batsa che abbiamo vissuto una vita "da cristiani"...ma non è il punto della confessione!! Non è un lasciapassare magico! Ma se una persona si definisce cristiano...deve cercare di capire che è un sacramento istituito da Gesù un suo Dono.
Mica Gesù si è inventato dei riti per renderli poi fcoltativi...come l'eucarestia, anche la confessione è un modo per far "memoriale" di ciò che fece Gesù...perchè così ci chiede di fare noi OGGI e SEMPRE...
Riflettiamoci, non si valutano i riti cristiani soltanto per la comodità o validità salvitica (il lasciapassare!) o meno, ma per il valore che Gesù gli ha dato...è con i suoi sacramenti, TUTTI, che tutti noi cristiani lo ricordiamo e lo annunciamo al mondo...
"Fate questo in memoria di Me!"
Allora il discorso dell'"utilità", della "validità" passa in secondo piano. Ma questo vale anche per la Messa, in quanto si celebra l'Eucarestia... un cristiano non può rinunciare all'Eucarestia, in quanto è suo preciso dovere e anche grazia riceverla.
Se il problema è solo di tempistica, allora occorre un agenda...!
Se la domenica vai al mare, cerchi di ritagliarti altri momenti durante la settimana...ma non perchè ti è imposto, ma perchè ti è donato da Dio.
Questo è il discorso. Ho un dono? Gesù può farmi dei doni scomodi? Se rispondo SI, penso che dovrei rifettere un attimo, fermarmi e pensarci bene su cosa vuol dire essere cristiano...
Questa è la mia opinione. Liberissimi di criticare in alcuni o in tutti i punti ciò che ho scritto nonchè di domandare di più.
Ciao!
2006-12-12 14:33:33
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answer #9
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answered by Anonymous
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ho risposto ad una domanda simile, nel senso che trattava della confessione... ma visto che scriverei più o meno le stesse cose.. sorry faccio un copia incolla della risposta
"quando questa è falsa si. Il sacramento della Riconciliazione è ben altro. Il peccato è bel altro che la versione riduttiva (e comoda) luterana come ci è stata presentata qui.
Il peccato è una privazione di bene. Il male non esiste per se stesso, ma è un bene che per una scelta umana viene depravato. Ora questo depravare il bene è una scelta libera dell'uomo e in questa scelta si allontana volutamente da Dio, in quanto egli è bene e amore perfetto. Nel momento in cui l'uomo decide e comprende cosa ha fatto, si pente e pentirsi significa ricercare Dio, la comunione con lui. Questo significa nell'ottica cristiana che quest'uomo deve non solo pentirsi del male fatto, ma riparare a questo male, qui il concetto di penitenza che non deve essere solo recitare una preghiera: se ho rubato devo restituire o compensare chi ha subito da me il danno!
quindi abbiamo una dinamica di: presa di coscienza del male, penimento dinanzia a Dio (che mi perdona se sono sincero e vero) riparazione del male, quindi una riconcializione con il "creato" e con Dio.
Quando la "confessione" non è questo, mi dispiace per chi lo fa, ma si sta prendendo in giro da solo, la confessione è invalida spiritualmente e quindi non ha senso nè farla nè dichiararsi cattolico e in generale cristiano. "
2006-12-12 11:50:27
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answer #10
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answered by lospo è un represso 2
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