“Da quella stessa galleria partiva una piccola galleria di ricerca. Il suo ingresso era talmente stretto che non si poteva piazzare il binario per far poi passare il vagoncino. Dovevo utilizzare il paiolo e portare il materiale fino al vagoncino e questo al pozzo d’estrazione. Mentre stavo riempiendo il paiolo, una ventata spense la mia lampada. Istintivamente mi buttai all’indietro. Avevo sempre con me un accendino. Accesi la lampada e vedo due grossi blocchi in mezzo alla galleria. Due o tre quintali di minerale staccati dal tetto. Il perforatore che lavorava vicino accorse e s’esclamò: “Hai avuto molta fortuna Ferdinando. Ci è mancato poco che tu morissi!” Cessato l’allarme e la paura, spaccai i blocchi e ripulii la galleria. Solo due ore più tardi, alla fine del nostro turno di lavoro, risalimmo in superficie.
Nessuno avrebbe mai creduto che a 700 metri sotto il livello del mare ci fosse un simile inferno, eppure ci ho lavorato dentro. Ti sembrerà una cosa strana Lino, io quei posti li ho odiati, li ho odiati come è impossibile odiare. Sono passati più di quaranta anni, ma ora che te ne parlo, provo un senso di nostalgia, per le persone e per il posto. Una volta che entri in miniera non ne esci mai più. Com’è possibile? ”
2006-12-11
07:51:14
·
11 risposte
·
inviata da
Lino41
6
in
Società e culture
➔ Società e culture - Altro