Non e’ possible per le persone religiose applicare consistentemente e coerentemente i principii in cui credono. Essi credono di usare la ragione, ma in fatti la usano soltanto al difuori dei loro precetti religiosi. Per esempio la usano, come tutti, quando guidano l’automobile, quando studiano qualcosa, quando fanno una domanda d’impiego, quando scelgono una carriera, quando decidono se la persona che amano e’ una persona che li ama altrettanto. Tutte queste fra le migliaia di decisioni della vita non vengono fatte basandoci sul principio della fede, ma solo sul principio dell’uso della ragione.
Ma quando insistono che e’ Dio che li guida a fare le scelte della vita, mischiano fede e ragione e cercano di giustificare l’una con l’altra in un continuo ragionamento circolare. Fanno ragionamenti di questo genere: “Siccome voglio diventare un geometra, se sono credente, e’ senzaltro Dio che mi dice di sceglere questa professione.” Oppure, “Sento di amare questa persona. Dio me l’ha mandata.” La fede viene giustificata con questo tipo di razionalizzazioni che non hanno niente a che fare col ragionamento perche’ escludono dal loro pensiero “piccole” cose essenziali, come chiedersi se e’ proprio Dio che mi incita a diventare geometra o a sposare qualcuno o se e’ solo il mio desiderio personale. Uno si puo’convincere che tra fede e ragione non esiste conflitto, pero’ deve ignorare la definizione di ragione e quella di fede. Con la fede uno puo’ giustificare qualsiasi ragionamento. Come per esempio, uno puo’ ragionare cosi: “Ho un gran desiderio di credere di essere amato da Dio. Siccome quello che conta e’ soddisfare il desiderio di SENTIRSI amato, non ho bisogno di provare se Dio c’e’ o non c’e’. Finche’ mi sento amato, per me ragione e fede vanno daccordo.”
Se uno vuole vivere in modo produttivo e raggiungere il massimo del proprio potenziale, i principii religiosi non sono applicabili alla realta.’ Le persone che seguono una filosofia basata sulla fede sono sempre preoccupate dal problema del peccato, o da come raggiungere il nirvana, la perfezione. Il peccato non e’ altro che la violazione di cio’ che uno crede sia la giustizia, l’amore, la liberta’, l’onesta’. Ma tutti questi termini vanno definiti. E qual’e’ il metro di misure che li puo’ definire, la fede o la ragione? La fede e’ un’ emozione che ha diversi aspetti. Se mi SENTO sicuro di me stesse, l’espressione ho fede in me stesso e’ valida perche’ sia il sentimento di sicurezza che provo che la mia capacita’ di essere competente in qualche attivita’ sono cose misurabili oggettivamente dalla ragione. E con la ragiono posso prevedire il mio grado di competenza man mano che imparo qualcosa. Per esempio, il primo giorno che mi presento a fare un lavoro tutto nuovo, dove devo ricevere istruzioni ed imparare a farlo sempre piu’ efficientemente e velocemente, la fede in me stesso mi manca un po’. Come divento sempre piu’ esperto nel lavoro, la fede in me’ stesso cresce. Questo e’ un esempio dove la parola “fede” e’ usata razionalmente con valore obbiettivo, cioe’ vale per tutti gli uomini del passato, presente e futuro. Si noti che questo modo di concepire la parola fede puo’ essere applicato in migliaia di esperienze e produce risultati prevedibili in tutti i casi.
Ma la fede spirituale, la Fede con la lettera maiscola, non ha nessun significato pratico o reale. Parte da un’invenzione della mente (soggetivismo) e finisce con essere un trucco mentale e basta. Infatti questo modo di concepire l’emozione fede, se applicato alla realta’ consistentemente e coerentemente, ci porta a conflitti interiori e contraddizioni esistenziali il cui limite e’ la pazzia, non il coronamento del proprio potenziale.
Dopo essere caduti nel trabocchetto mentale di accettare una fede che ha per oggetto il non esistente, uno si e’ messo sulla strada del fallimento intellettuale. La fede spirituale, in fatti, ci chiede di raggiungere uno stato d’essere che trascende la realta’ di questa vita. Incapaci di vivere come “anime” pure e senza corpo, ci dobbiamo per forza immaginare che tale stato di perfezione sia possibile soltanto se il nostro corpo fisico non esistesse, cioe’dopo la morte. Se riusciamo a “vivere” dopo morti, senza corpo fisico, ci convinciamo che come “spiriti” saremo perfetti – e’ il raggiungimento del Paradiso.
Questo tipo di filosofia is radica nell’alternativa falsa che il peccato e’ un necessario corollario del mondo fisico e che la purezza e’ possibile solo in un mondo “spirituale.” Siamo stati convinti, e abbiamo accettato, il principio che avere un corpo fisico significa necessariamente violare la perfezione o la purezza. Ma la dicotomia tra corpo e mente e’ un mito. La separazione dell’individuo in due entita’che si combattono puo’ soltanto produrre ansieta’ continua e un gran desiderio di liberarcene, di cercare la pace sicura, la bellezza, l’amore, la liberta’ dalle costrizioni del fisico e fuggire in un mondo immaginario.
La dicotomia mente-corpo e’ la premessa erronea fondamentale di tutte le filosofie basate sulla fede spirituale. Poiche’ nessuna quantita’ di desiderio, speranza, preghiere, credenza in forze sopranaturali, in Dio o dei ci puo’ far vivere come puri spiriti sulla terra, siamo destinati a violare i principii irrazionali religiosi. Pochi si chiedono se la separazione tra corpo e anima (leggete: coscienza o mente) esiste veramente. Pochi hanno la pazienza di andare a fondo e scoprire la verita’ di cio’ che gli e’ stato insegnato. In fatti, ognuno di noi e’ un individuo, una unita’ fatta di mente (coscienza) perfettamente integrata col corpo fisico.
Se uno potesse, anche per un solo minuto, abbandonare l’idea irrazionale che un corpo intelligente, infuso di volonta’ potesse effettivamente esistere separato dalla propria coscienza, oppure che una coscienza potesse essere senziente e pensante ed esistere separatamente da un corpo fisico, l’enigma si risolverebbe e ogni cosa andrebbe al suo posto logico senza contraddizioni.
E’ impossibile trovare corpi che si muovono e si cibano senza coscienza di qualche tipo! I corpi degli animali o delle persone svuotati della coscienza sono cadaveri. Ugualmente, si tratta d’immaginazione (l’intelletto e’ capace di crearsi qualsiasi trucco mentale): il pensare che l’anima (leggete: coscienza) di un cadavere si possa effettivamente trovare spaziando in qualche altra dimensione in possesso di tutte le emozioni intatte del defunto, tutte le sensazioni ancora in funzione, tutte le memorie, il libero arbitrio, la conoscenza accumulata durante la vita, la capacita’ di godere la beatitudine o di soffrire torture immaginabili dell’inferno, e la lista degli attributi della coscienza potrtebbe continuare a longo, ma tutto rimane come la persona era in vita, pero’ senza corpo! La coscienza puo’esistere senza il sistema nervoso, senza un corpo biologicamente funzionante? Uno puo’ credere di tutto, ma uno sano di mente non puo’ basare decisioni importanti sull’immaginazione.
Le religioni sono filosofie basate sulla fede, cioe’ filosofies che insegnano l’errore logico che quello che uno SENTE internamente e’ indipendente dal mondo fisico e dal proprio cervello. In tale nozione a uno viene insegnato che quando si prova una sensazione di amore per Dio, questa sensazione viene effettivamente da Dio, non dalla nostra mente. Per questo motivo quando sentiamo dire Gesu ti Ama! Allah e’ Grande! Dio e’ Dovunque! le persone chef anno queste dichiarazioni dicono di sentirsi incontatto profondo con l’al di la’ ed dicono che la loro e’ una sensazione causata dalla loro forte fede. Purtroppo, tali dichiarazioni sono tutte prive di significato perche’ esse non hanno nessun contatto con la realta’ sensoriale. Per superare questo dilemma, i precetti religiosi insistono a dirci che per SENTIRE o RICEVERE queste sensazioni uno deve avere una fede molto forte.
Questo e’ un altro modo per dire che a noi non interessa niente di sapere la verita’ se Dio e’ veramente Ovunque, se Allah esiste ed e’ veramente Grande, se e’ vero che Gesu e’ ancora vivo come fantasma nell’al di la’ e se la sua vera preoccupazone e’ tuttora quella di salvare il mondo dal male, e se egli si vuole prendere cura di noi in particolare – queste, apparentemente non sono domante interessanti da investigare, basta la forza della fede per decidere quali vanno accettate e quali vanno rigettate. Cosi, una volta che abbiamo spazzato sotto il tappeto queste domande un po’ strane ed imbarazzanti, possiamo pacevolmente credere che quello che SENTIAMO (ognuno nella propria religione, ovviamente) e’ assolutamente intoccabile, vero, giusto e sacro.
Dunque, da questo punto in poi uno potrebbe assumere che un aiuto vero e pratico ci venga veramente e che la responsabilita’ delle decisioni difficili che dobbiamo prendere nella nostra vita potrebbe essere un po’ alleviata da Gesu (o da Allah, Vishnu, o uno dei 2500 dei che sono stati inventati nel corso dell’umanita’). Tutto quello che uno dovrebbe fare sarebbe di provocare in noi un PROFONDISSIMO e sincero atto di fede, no? Mi dara’ la certezza di attrarre l’attenzione di quel’entita’ superiore, d’ispirarmi a fare scelte giuste, oneste, e corrette per la mia vita? Non preghiamo di essere liberati dal male, di essere protetti, o di proteggere i nostri figli, la nostra Patria dal fare or ricevere il male? E alla fine, qual’e’ il risultato pratico che possiamo costatare semplicemente osservando il mondo in torno a noi? Ti trovi, come nel giro dell’oca , al punto dipartenza! Invece di una spiegazione logica per questa truffa mentale che si chiama fede, ti viene detto che TU sei responsabile delle tue decisioni, TU ai il libero arbitrio e dunque sei TU che devi usare la tua mente, la tua ragione, la tua coscienza e guidare il yuo corpo fisico a fare il buono ed evitare il male! Tutto questo si sapeva gia’ all’inizio, senza dover inventare tutto un ciclo vizioso di indottrinamento, credenze, riti, confusioni mentali e perdite di tempo.
Tutta questa convoluta dottrina religiosa che sottolinea continuamente la necessita’ di armarsi di una FEDE eccezionalmente FORTE non metterebbe radici cosi profonde e cosi distruttive per la logica umana se non venisse inculcata nelle menti ancora tenere e in via di sviluppo dei bambini. Secondo me, insegnare idee basate sulla fede e non sulla ragione e’ un crimine. Quello che veramente funziona nella vita per essere giusti e per fare del bene e’ la nostra facolta’ di ragionare. Poiche’ non ci sono garanzie che le premesse o i pricipii che ci insegnano sono razionali, noi siamo responsabili di esaminarli sotto il microscopio della logica prima di accettarli. I principii della vita che accettiamo sono la bozza che determina la nostra abilita’ di fare scelte e prendere decisioni, sono le line guida della mente che dira’ al corpo fisico come comportarsi. Dunque, e’ importante fare attenzione alle idee che riceviamo, e distinguere quelle razionali da quelle irrazionali perche’ esse SONO la nostra coscienza, e la nostra coscienza e’ inseparabile dalle nostre azione ed esperienze sul piano fisico. il contenuto della mia coscienza e’ tutto cio’ che ho accumulato durante la vita fino a questo momento. Non c’e’ niente nella mia coscienza di quello che succedera’ fra due mila anni. ci sono solo proiezioni del passato e del presente nel futuro: il potere d’immaginare. per questo motivo, non sentire mai un devoto Cristiano che parla divisioni, non di Gesu, ma di Vishnu che parla nei suoi sogni, o che risponde alle sue preghiere. Per la stessa ragione, dopo aver fatto un lungo digiuno ed aver pregato intensamente, sarebbe veramente miracoloso se un monaco Buddista parlasse di visioni di Maria Vergine, o di san gennaro, invece del Buddha!
2006-12-14 00:01:40
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answer #3
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answered by DrEvol 7
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