Il paradiso non è altro che un’invenzione di due innamorati che non volendo piegarsi di fronte alla morte, convinsero se stessi e l’umanità intera, di rincontrarsi in un luogo che nessuno mai è riuscito a sognare.
Tutto sarebbe avvenuto senza che gli occhi avrebbero dato il tempo alla mente di perder coscienza.
Spinti dall’ultimo sospiro e guidati da un binario di speranza, si sarebbero risvegliati chissà dove, chissà quando, ma ancora insieme.
Cera una condizione necessaria però perché tutto avesse senso; dovevano fare quel viaggio nello stesso momento.
Decisero quando, dove, come. Decisero di dimostrarlo a tutti. Decisero di firmare la loro invenzione.
Consumarono un pasto frugale, si presero per mano e si avviarono verso il bosco. Giunti sulla riva di un fiume che il ghiaccio aveva trasformato in un nastro d’argento, si spogliarono e si unirono in un'unica forma.
Erano un tutt’uno. Un’unica anima legava quei corpi, un unico respiro scandiva il passare del tempo, le emozioni dell’ uno erano proprie dell’altro e il fermento dell’uno travolgeva anche l’altro. La neve che li baciava, invidiosa, prese la loro forma. Il freddo pungente li costringeva a stare ancora più vicini. La luna che li spiava tra le foglie degli alberi, ebbe un sussulto e timida si nascose dietro una nuvola. Scese un silenzio quasi sacro in quel tempio dell’amore.
Lui poteva scorgere nella penombra la linea morbida del suo seno. Si chinò e la baciò sul collo provocandole un brivido che scendendo le si sciolse nell’addome facendole sussurrare qualcosa che giunse incomprensibile a destinazione. Raggiunto il culmine del piacere, si abbandonarono ad un pianto di gioia.
Conoscevano gia quella sensazione ma ancora non vi si erano abituati. Si, conoscevano la vita, ma erano decisi ad affrontare la morte. Con uno sguardo capirono che era giunto il momento.
Presero un’ampolla, l’aprirono con devota attenzione, intrisero entrambi la punta dell’indice nel fluido mortale che vi era contenuto e, delicatamente se ne cosparsero le labbra. Con lo stesso amore di sempre si guardarono negli occhi illuminati di una strana luce che molti avrebbero definito follia, ma io non ho mai avuto l’ardire di giudicare. Si baciarono con passione, con una passione tale che dalle labbra di lui spillò un goccia di sangue.
Gli rimase il tempo per un ultimo sguardo; stavolta spento.
Le lacrime solcavano il loro viso, il binario di speranza divenne un labirinto disperato, il viso di lei si deturpò con una smorfia di orrido dolore. Lui cercò di rimanere cosciente per aiutarla a respirare. L’ultimo sospiro tanto atteso non arrivava. Gli occhi di lei si sbarrarono. Lui svuotò i polmoni con un grido lancinante e in quell’istante si fece largo tra i pensieri, un’orrenda verità:
Il paradiso non esiste.
2006-12-10
08:41:40
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freesins
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