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Domani il quotidiano Liberazione pubblicherà i 250 nomi dei morti sul lavoro dall'inizio dell'anno a oggi in Italia. Praticamente uno al giorno, è una strage. Andrebbero ricordati tutti quei nomi, si lavora per vivere, non per morire, Anche qui siamo il fanalino di coda dell'Europa occidentale, perché? Non dovremmo vergognarci?

2006-12-09 06:56:33 · 7 risposte · inviata da etcetera 7 in Notizie ed eventi Attualità

7 risposte

La 626 sulla Sicurezza è un'ottima legge, fatta bene e che prevede anche la corretta informazione e formazione del personale, ma viene disattesa dagli imprenditori e anche da tanti operai che fanno finta di non dover mettere il casco o di non doversi autoproteggere adeguatamente.
E' una questione anche di coscienza civica individuale e non solo di regole che cadono dall'alto.
Una cosa però lo stato potrebbe fare e sono i controlli controlli, soprattutto in quei settori maggiormente a rischio che sono l'edilizia e affini e il settore agricolo dove i morti ci sono, eccome.
Qui però c'è un problema perché i corsi relativi alla formazione di Primo Soccorso, ad esempio, vengono tenuti anche presso le Asl che però dovrebbero fare i controlli. E chi controlla il controllore?
Tutto come la giri in Italia c'è sempre qualcosa che non va.

2006-12-09 07:12:37 · answer #1 · answered by marte 6 · 0 3

é vero e pensare che l' Italia è un paese molto osservato da punti di vista culturali e non è all' avanguardia sulla sicurezza del lavoro come altri paesi

2006-12-10 05:13:00 · answer #2 · answered by rossofuoco 5 · 0 0

si e' una vergogna e una grande tristezza!

2006-12-09 14:58:21 · answer #3 · answered by laura d 4 · 1 1

Immagino che tu sia animato dalle più buone intenzioni nella tua reprimenda.
E' certamente vero che, specialmente in alcuni settori come quello edile, gli imprenditori hanno grosse responsabilità, ma ti suggerirei di fare un giro per aziende di vario tipo e struttura e renderti conto che una grossissima parte dei lavoratori, anche se hanno a disposizione i mezzi di protezione previsti, se ne fregano altamente: gli occhiali restano appesi ai chiodi, i caschetti nelle baracche, le scarpe protettive non sono nemmeno prese in cosniderazione perchè brutte e pesanti, si fuma dove ci sono i divieti, si continua ad assumere alcool anche se non sarebbe permesso etc.etc.
Poi vai a vedere come lavorano in Germania, o in Svizzera o nei paesi del Nord Europa dove nessun lavoratore accetta di iniziare se non è fornito degli adeguati indumenti di protezione e rispetta le indicazioni e i divieti.
Ma noi siamo italiani !!!!!!

2006-12-10 12:57:08 · answer #4 · answered by Castigamatti 4 · 0 1

Non penso sia un problema solo italiano.
Ma quando, nella vita di questo mondo, la persona non si mette al primo posto, anche prima dei soldi e del lavoro, può succedere di tutto. E di tutto, purtroppo, leggiamo quotidianamente sulle cronache. Se non si invertono i valori non vinceremo nessuna battaglia.

2006-12-09 15:25:40 · answer #5 · answered by ominda 5 · 0 1

perché molto spesso si preferisce la manodopera in nero,e gli operai non sono preparati,mi raccontava un amico geometra,della fatica che deve fare per fare rispettare le norme di sicurezza agli extracomunitari,sono faciloni e non si rendono conto del pericolo,anche indossare ,da molto fastidio,ma è indispensabile,bisogna insistere e pretendere il rispetto della legge sulla sicurezza,sia dai datori di lavoro sia da gl i operai,ciao

2006-12-09 15:18:16 · answer #6 · answered by lilly 5 · 0 1

Ci sarebbe la famosa legge 626 ma come al solito delega ai datori di lavoro discrezionalita' su come applicarla. Un esempio: talvolta per le verifiche di sicurezza si rivolgono a strutture sanitarie private "filoaziendali" e, in caso di infortunio si cerca a priori di scaricare la responsabilita' sul dipendente.
Teoricamente dovrebbero essere le Usl competenti per legge ma come al solito qui in Italia si fanno leggi all' avanguardia senza avere i fondi e le strutture per applicarle.

2006-12-09 15:00:31 · answer #7 · answered by Anonymous · 0 1

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