English Deutsch Français Italiano Español Português 繁體中文 Bahasa Indonesia Tiếng Việt ภาษาไทย
Tutte le categorie

Sei una persona tranquilla, che ricerca la normalità (che oggi a mio avviso è un lusso) cerchi di realizzarti e poi ad un certo momento ti trovi solo o magari esci con della gente che va nei locali non per parlare con le persone con cui esce ma per aspettare che dalla porta enntri qualcuno che conosce per "appezzarsi"...mah

2006-12-07 19:49:36 · 6 risposte · inviata da anto.panto 1 in Scienze sociali Sociologia

6 risposte

Benvenuto nel club dei normali. Quello che dici è bello anche se è quasi paradossale definirlo così, perché dimostri, che alla fine, tutto quello che si fa non ha senso se lo si fa solo per noi stessi che, in fondo siamo una collettività di persone che vive insieme e non può non relazionare. Il problema nasce dalle regole relazionali. Nei valori della attuale cultura dominate altamente competitivi ed esasperatamente egoisti e individualisti, le persone sono prima concorrenti e quindi avversari e poi possibili o probabili alleati momentanei o a tempo indefinito a seconda della concilibilità con il proprio interesse. Questo può funzionare nel mercato, nelle dinamiche d'impresa ma non nei rapporti quotidiani tra persone dove il libero e gratuito scambio è indispensabile al benessere e ai momenti di felicità. Ma per vivere e scambiarsi liberamente bisogna fidarsi, non difendersi e non competere negativamente ma positivamente e cioè competere a farsi il bene reciprocamente non singolarmente ma, questa modalità espressiva, oggi, non è possibile in questa società con queste regole dominanti per cui ogni abbandono è pericoloso perchè sei più velnerabile e quindi più debole e quando sei più debole c'è sempre qualcuno pronto ad approfittarne per prenderti quello che hai senza chiederti il permesso. Tuttavia è la nostra sfida e dobbiamo farcela ad ogni costo a far vincere l'amore, la fiducia, la condivisione, l'uguaglianza, il libero scambio, ne va della nostra felicità o di quelli che verranno dopo di noi. Non possiamo lasciargli questa m-erda di sistema.

2006-12-07 20:55:01 · answer #1 · answered by Anonymous · 0 0

perche c`é troppa ingratitudine, io ne so qualcosa.

2006-12-08 05:57:15 · answer #2 · answered by ribelle12003 4 · 0 0

credo di aver capito... mi ci sento anch'io così. rinunciare un po' a se' stessi per compiacere od aiutare gli altri, per scoprire alla fine che con queste persone non si hanno tante cose in comune, addirittura una visione diversa della vita. e già poi arriva il punto in cui ci si chiede perchè lo si abbia fatto o perchè lo si stia ancora facendo e mi spiace non so aiutarti perchè anche io sono ferma in questa fase misto delusione e solitudine...

2006-12-08 04:21:44 · answer #3 · answered by harvest moon 4 · 0 0

Io passo da sempre i miei compiti corretti, ma dagli altri ricevo quasi sempre patacche, inutilizzabili.
Dovrei dire che la vita è questa. Io la preferirei diversa, per certi aspetti. Però si impara anche così.

2006-12-08 04:18:43 · answer #4 · answered by Navigatore_a_vista 3 · 0 0

Mazzo normalita' tranquillita' locali..... ma sai che non ho ben capito cosa vuoi esprimere? Pensavo che ti riferissi a quei genitori che si fanno il mazzo peri figli e poi quando sono anziani vengono abbandonati negli istituti!

2006-12-08 04:11:43 · answer #5 · answered by Grilla Parlante 6 · 0 0

Si fa del bene nella speranza di essere ricambiati, ma non sempre si indovina il momento giusto.

2006-12-08 04:02:06 · answer #6 · answered by Smemo 2 · 0 0

fedest.com, questions and answers