il francescano accusato di violenza sessuale da una suora, non doveva essere rimesso in libertà perché può tornare a colpire. Lo sottolinea la Cassazione che, spiega come nei confronti del frate ci siano «gravi indizi» che denotano «proclività a commettere, senza eccessive remore, atti della stessa specie».
La terza sezione penale della Suprema Corte spiega le ragioni per le quali ha deciso di accogliere il ricorso della Procura del Tribunale di Catanzaro contro le ordinanze con le quali era stata revocata la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Padre Fedele.I magistrati avrebbero sbagliato a non riconoscere la «rilevanza ai fini indiziari» delle minacce con le quali Padre Fedele avrebbe «costretto la suora alla ritrattazione delle accuse, attuate anche tramite telefono e con sms». Inoltre sarebbe stato sottovalutato il «contenuto (compiacentemente morboso e sboccato su concrete esperienze sessuali) delle intercettazioni telefoniche che il frate effettuava con donne». Per la Cassazione, inoltre, bisogna anche tenere conto delle «plurime dichiarazioni di ragazze, accolte nella struttura (l'Oasi francescana diretta da Padre Fedele) e molestate sessualmente tramite condotte ingannevoli, violente e ricattatorie, descrittive di medesime tecniche di adescamento attuate dagli indagati». Cosa ne pensate?
2006-11-29
21:52:34
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7 risposte
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inviata da
abibbib
5
in
Società e culture
➔ Religione e spiritualità