la rappresentazione di Gesù è certamente priva di fondamento storico : in pratica in quelle regioni ci sono capelli e occhi scuri .
Ho sempre pensato che il biondo e occhi azzurri venisse dal fatto che questi colori richiamano il cielo e la luminosità del sole, più vicini quindi al concetto di spiritualità che si ha di un'immagine divina.
2006-11-27 20:57:06
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answer #1
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answered by fara 7
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come piu' alto della media e' descritto in un paio di scritti apocrifi ma Gesu' viene rappresentato anche con i capelli scuri e gli occhi marroni.... sono particolari assolutamente insignificanti.
2006-11-28 04:52:59
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answer #2
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answered by Anonymous
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Anche la Modonna spesso ha qst caratteristiche... quindi tale madre tale figlio?
Bisognerebbe domnadarsi perchè la Madonna è bionda e con gli occhi azzurri....
2006-11-28 04:47:13
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answer #3
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answered by Rob71 7
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Le immagini che ci sono giunte, soprattutto da scuola bizantina, mostrano tutte le medesime sembianze.
Pare che siano veritiere e lo dimostra, per quanto non da considerarsi verità di fede, la disamina della Sindone dalla quale emerge un volto così come ce lo mostra l'iconografia bizantina.
Che il volto di Gesù potesse essere quello tradizionalmente dipinto è abbastanza attendibile data la razza ebrea dai caratteri particolari ancora oggi visibili e riconoscibili nell'ovale allungato del volto e nel naso camuso.
Già nel VII secolo circolavano monete con l'effigie di Cristo e se si paragonano tutte le immagini arrivate fino a noi si scoprirà come il volto sia sempre e solo quello, dal velo della Veronica (vera Icona) alla Sindone di Torino al lenzuolo di Oviedo eccetera.
La fantasia degli artisti rinascimentali ha poi schiarito i capelli e gli ha conferito gli occhi chiari che molto probabilmente non aveva, ma l'arte interpreta il gusto dell'epoca in cui si esprime quindi non fa testo.
L'immagine più attendibile di un Gesù Cristo uguale a ogni altra rappresentazione è probabilmente quella fornita dalla Sindone di Torino che mostra un volto di uomo severo, dall'ovale allungato tipico della sua razza e dall'arcata sopracigliare profonda.
Al di là del volto l'immagine sindonica mostra un uomo di altezza elevata per i suoi tempi (1,78) e di complessione atletica. Un bell'uomo si direbbe oggi.
2006-11-28 11:11:37
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answer #4
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answered by marte 6
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Credo che ha a che fare con l´ ignoranza nostra.
Anche se venisse dalla tribu´piu´ nera del Africa lo avrebbero dipinto biondo credo io.E avrebbero negato che fosse nero.Come fa una persona dal oriente( medio) a sembrare un scandinavo?
No, aveva la carnagione scura, ed anche gli occhi.Ma che importanza ha?
Per noi bigotti tanta credo purtroppo.
2006-11-28 05:00:39
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answer #5
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answered by wm 5
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non ci ho mai pensato a dire il vero..quando penso ad un uomo io non immagino mai un tipo biondo,con capelli lunghi e occhi azzurri.questi secondo me non sono caratteri che trasmettono l'idea di mascolinità,di forza fisica ecc..Gesù però non deve essere ricordato per la sua forza fisica ma per la sua forza spirituale,per la sua bontà,per la sua sensibilità...quindi occhi azzurri e capelli lunghi e biondi lo avvicinano di più alla figura del "gentil sesso"
2006-11-28 04:57:57
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answer #6
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answered by angel5 3
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Forse è solo un mezzo iconografico per far risaltare la Sua figura e far capire subito la Sua natura divina.
2006-11-28 04:55:57
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answer #7
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answered by Laura B 6
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In realtà Gesù (stando alle sue origini..) dovrebbe essere riccio, pelle color caffelatte se non più scura, occhi dal taglio mediorientale e scuri...
2006-11-28 04:55:01
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answer #8
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answered by Anonymous
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....qui potrebbe esserci una spiegazione
Iconografia di Gesù
L'iconografia di Gesù, cioè il modo di rappresentare la figura di Gesù nell'arte sacra, ha raggiunto una forma stabile e ben definita dopo i primi secoli del Cristianesimo.
La raffigurazione canonica di Gesù adulto lo mostra con i capelli lunghi e la barba, di solito castani, talvolta biondi. In genere indossa una veste lunga fino ai piedi (la "tunica senza cuciture" citata dal Vangelo di Giovanni); fanno eccezione le raffigurazioni del suo battesimo e dei diversi momenti della Passione (flagellazione, crocefissione, deposizione), in cui è spogliato, con solo uno straccio che gli copre i fianchi, e quelle della Resurrezione, in cui è di solito avvolto in un lenzuolo bianco drappeggiato in modo da lasciare visibile la piaga del costato. Propria di Gesù inoltre è l'aureola nella quale è inscritta una croce.
Sono frequenti nell'arte sacra anche le rappresentazioni di Gesù bambino; in particolare l'immagine chiamata "Gesù Bambino di Praga" lo ritrae vestito con abiti regali. Anche alcuni santi, in particolare San Giuseppe e Sant'Antonio di Padova, sono di solito raffigurati con Gesù bambino in braccio.
Tra i vari momenti della vita di Gesù, i più rappresentati sono la Crocefissione e la Resurrezione; tra le altre raffigurazioni particolari di Gesù va menzionata quella del "Sacro Cuore", dove il cuore di Gesù è visibile sul petto.
Un genere a parte è poi il presepe - ricostruzione scenografica della natività di Cristo - che a Napoli ha trovato fin dal Settecento la culla di una propria scuola.
Storia
Le più antiche raffigurazioni cristiane
Cristo barbuto, immagine del IV secolo dipinta nelle catacombe di CommodillaI Vangeli e gli altri scritti del Nuovo Testamento non descrivono l’aspetto fisico di Gesù. Dal II al IV secolo le testimonianze scritte lo descrivono in maniera contrastante. In particolare nel III secolo Gesù viene ritratto in ambienti gnostici e sincretisti assieme ad altri filosofi.
Le raffigurazioni pittoriche di Gesù e dei santi marcano un deciso distacco dalla religiosità ebraica che avversava profondamente qualunque riproduzione di esseri viventi.
Nei primi secoli del cristianesimo non si hanno rappresentazioni dirette di Gesù, ma piuttosto simboli o immagini allegoriche, come il pesce (il cui nome greco ichthys è l'acronimo delle parole: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore), il Pastore, il Basileus, il Maestro o lo stesso Orfeo derivato dalla tradizione classica.
Con la progressiva secolarizzazione del culto cristiano (nuova religione dell'impero) si diffondono rappresentazioni dirette di Gesù, raffigurato inizialmente come giovane imberbe; dal IV secolo appare il Gesù barbuto. Le due rappresentazioni coesistono fino al VI secolo (ad es. miniature dell'Evangeliario siriaco di Rãbulã, Firenze, Laurenziana; mosaici di S. Apollinare Nuovo a Ravenna).
Successivamente il Gesù imberbe scompare dall'oriente mentre appare ancora talvolta nell'arte carolingia e romanica. L'affermarsi dell'immagine barbuta venne influenzata dall'affermarsi di immagini ritenute autentiche, come il Mandylion di Edessa/Costantinopoli, che alcuni identificano con la Sindone, o come l'Acheropita di Roma documentata dall'VIII secolo.
Da allora in poi Gesù adulto viene costantemente raffigurato con i capelli lunghi e la barba (un'eccezione degna di nota è il Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina).
L'età bizantina
L'età bizantina vede la fissazione dell'iconografia cristiana, anche a seguito della disputa sull'iconoclastia che porta ad una rigida codificazione della pittura di icone e su parete. Nell'Alto Medioevo la tradizione bizantina avrà una fortissima autorità anche in Occidente.
La principale raffigurazione bizantina di Gesù è quella del "Cristo Pantocrator", cioè "sovrano dell'universo", che lo mostra in abiti regali e atteggiamento maestoso e severo.
La legittimità delle immagini sacre
Tra l'VIII e il IX secolo si sviluppa in Oriente la dottrina iconoclasta, i cui sostenitori affermano che non è lecito raffigurare Cristo. Tale posizione viene infine respinta come eretica: il II Concilio di Nicea (787) afferma che “si possono e si debbono esporre le immagini dipinte, a mosaico o simili, del nostro Signore e Dio”. Nel frattempo, però, molte immagini sacre sono state distrutte.
Il Rinascimento
Il bacio di Giuda, GiottoLa più forte rottura fra Oriente e Occidente avrà luogo nel rinascimento (per Giorgio Vasari il pittore che tradusse la pittura dal greco al latino fu Giotto). In quest'epoca la figura di Gesù si laicizza e diventa il prototipo dell'uomo perfetto. Tale visione avrà il suo massimo esponente in Michelangelo, che però si concentrò anche sulla rappresentazione di Cristo morto nelle pietà . Da notare che il mezzo espressivo prediletto era la scultura su marmo, cioè una forma d'arte non tradizionale per la figurazione cristiana, più legata alla pittura.
Le rappresentazioni di Gesù più diffuse nell'ambito della Riforma protestante hanno di solito un carattere didascalico, mentre prevalgono in ambito cattolico, dopo il concilio di Trento, le rappresentazioni classicheggianti e patetiche al tempo stesso. Grande fortuna avranno ad esempio le raffigurazioni di Guido Reni di Cristo coronato di spine. Del resto, l'iconografia della Crocifissione è, per mole della produzione e qualità , argomento che merita una trattazione separata.
_ç_
2006-11-28 04:54:48
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answer #9
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answered by edikante 5
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