Quando si è giovani e spensierati, ci si butta in tutte le avventure, a rotta di collo, come si suol dire, quando si è nel fiore degli anni, si vogliono fare tutte le esperienze, si vuole vedere tutto, si vuole toccare tutto, si vuole saggiare tutto.
Capita talvolta che qualcuno non possa, per un motivo qualsiasi, perchè è povero, perchè è malato, allora quel qualcuno guarda gli altri, dalla sua finestra sul mondo, e osserva, e chiede, anzi si chiede, quando succederà anche a me ?
La finestra è chiusa, il mondo è fuori, e quel bambino è dentro irrimediabilmente dentro, solo e triste, perchè vede cosa è il mondo, perchè sà cosa è il mondo, ma lui non lo ha, lui non è lì con gli altri ragazzi, lui non corre, non gioca, non rotola, non si infanga, non scherza, non vive.
Poi, col tempo, le cose si sanano, e quel bambino, ormai cresciuto si dice, forse è il mio momento, ho aspettato tanto, ci ho creduto tanto, lo ho voluto tanto, adesso mi spetta, il mondo è anche un po' mio, finalmente. E quindi assapora, assaggia, disvela lentamente il momento magico come un dolcissimo amante che spoglia la sua donna con fare leggero..... ma non era così.
Non era il suo momento, il suo momento non lo sarà mai, questo ha deciso il fato per lui, e lui.... che ha rimandato, ha atteso, ha immaginato tanto, si sente morire.
Non ci sarà mai un mondo anche per lui. E quindi si rinchiude in se stesso, prende a calci le sedie, strilla alla luna, si dispera.... e poi tace. Cade in un pozzo profondo. Silenzio!
Ma poi accade un miracolo, qualcuno lo sveglia, gli fa capire una verità sconosciuta, e adesso lo sa, lui lo sa, e quel bimbo ormai già maturo e dall'occhio velato si trova felice perchè ha infine capito. Il mondo non è solo quello lì fuori, ma può essere anche qui dentro.... l'importante è non rimanere mai soli !
AGGIUNTA:
Quando ho letto per la prima volta questa domanda, confesso che avevo deciso di non rispondere, perchè parlare di morte non mi piace, per questioni personali ho deciso di abolire questa parola dal mio vocabolario.
Poi, dopo un po' sono ritornato qui, e ho iniziato a scrivere senza nemmeno sapere dove sarei finito. E sinceramente non lo so nemmeno adesso. Si sono intrecciati tanti pensieri in me, con non riuscirei mai a riavvolgerli e definirli uno ad uno.
Ho scritto di una sensazione, sotto forma di favoletta anche un po' infantile, ma che mi dicesse qualcosa. Mi era più facile parlare di morte in quel modo leggero.
E' vero che la morte fa sempre paura, perchè non si sa cosa c'è dopo, cosa ci attende, ma è altrettanto vero che il male di oggi è il male di vivere. Oggi troviamo ragazzini che si suicidano per un brutto voto a scuola, troviamo giovani che sfidano la morte correndo a 200 all'ora sulle autostrade, ci si chiede perchè, ma nessuno ha una risposta certa.
Il male di vivere prende un po' tutti, deriva da tante cose, dall'isolamento, dalla malattia, dalla droga, dalla vita dissoluta, ma anche dalla vita troppo agiata senza problemi, dai soldi facili. Il male di vivere è ovunque, ma poi si scopre che proprio quelli che dovrebbero temere di più la vita, quelli che fanno i conti con la morte ogni giorno, proprio essi sono maggiormente attaccati alla vita. Forse perchè in quel momento riescono veramente ad apprezzarla. E così nei campi di concentramento tedeschi esseri ridotti a larve umane, poco più che morti viventi, avevano una gran voglia di tornare a vivere, di riacquistare quelle vita che tante torture non erano riuscita a strappare loro.
Allora come si spiega la differenza tra chi ha tutto e vuole morire per un brutto voto a scuola e chi non ha più niente, come gli ebrei rinchiusi a Dachau, ma nonostante ciò vuole vivere a tutti i costi ?
Io non ho la risposta, ma una riflessione l'ho fatta. Credo che la differenza stia in chi ci sta intorno. Perchè chi non vuole più vivere probabilmente non ha più nessuno con chi condividere le proprie idee, le proprie esperienze, i propri problemi. Chi vuole vivere invece ha questa fortuna, ha qualcuno vicino col quale condividere se stesso.
Conosco personalmente persone che, pur essendo bloccate su una sedia a rotelle, incapaci del tutto di fare qualcosa, totalmente dipendenti da altri, vogliono vivere, perchè sanno che la loro vita, pur in tutte le loro limitazioni, può essere importante per i loro cari, per coloro che gli sono vicini. Uno sguardo, una parola, un semplice gesto, può alleviare la pena più grande, un dolore atroce può essere cancellato in un istante se si condivide con qualcuno che ti vuol bene.
Quindi non siamo affrettati a dire che una persona è inutile, dannosa, un peso per i parenti, solo perchè non è in grado di far loro un colazione, di preparare un pranzo. Vi è molto di più oltre a questo.
E tu, carissima Lunaurora, come fai a dire di essere un peso per tua madre ? Te lo ha detto lei, forse ? Come fai a pensare che tua madre piange per sè ?
No, tua madre piange per te. Lei non piange perchè ha perduto la sua felicità, perchè non può uscire con gli amici, no, lei piange per te, perchè vorrebbe darti la sua vita, se potesse, perchè vorrebbe fare l'impossibile per alleviare il tuo dolore e la tua sofferenza.
Quando la vedi piangere non devi pensare che per lei sei un peso, non devi credere che sia più semplice andartene, così da lasciare a lei la sua vita, perchè non è vero, la sua vita sei tu, Lunaurora, sei tu che devi consolarla, dicendole che apprezzi tutto quello che fa per te, sei tu che devi mostrarti forte, e dirle di non piangere perchè tu non ti abbatterai e continuerai a combattere contro tutte le avversità, insieme a lei.
Noi non siamo soli al mondo, ci sono tanti legami che ci uniscono ad altri, e questi altri, amici, parenti, vivono anche attraverso di noi, soffrono con noi, gioiscono con noi, piangono con noi. Dobbiamo sempre tener conto di ciò, non dobbiamo mai dimenticarci che siamo parte anche di altri, e se ci lasciassimo morire faremmo loro un torto, perchè morendo noi muore anche una parte di chi ci vuol bene.
Questo sarebbe egoismo, strappare un pezzo di vita a chi ci è vicino, a chi ci conforta, ci parla, ci consola, ci vuol bene. La vita è un cammino da fare insieme, con chi ci vuol bene, non possiamo pensare di lasciarli indietro, perchè questo sarebbe egoismo, dobbiamo noi, anche nella nostra sofferenza, stringere la mano che essi ci tendono, perchè è solo quello che essi vogliono, starci accanto, soffrire, gioire, amare con noi.
Non è importante fare grandi cose nella vita, quanto è importante fare delle cose con chi ci vuol bene. Mettere da parte chi ci vuol bene, un amico, una madre, è un atto di egoismo.
Se tua madre piange è per te Lunaurora, perchè vorrebbe darti la sua vita ma non può, se tua madre si dispera è per te Lunaurora, è perchè vorrebbe alleviare il tuo dolore ma non può, se tua madre è distrutta è per te Lunaurora, perchè ti vuol bene, perchè ti ama, perchè vorrebbe fare tanto per te, ma non sa cosa fare. E' per questo che si dispera, perchè si chiede se ha fatto abbastanza per te, perchè si domanda se può fare qualcos'altro per te, se è stata all'altezza.
Adesso spetta a te farle capire che tu apprezzi fino in fondo quello che fa per te, spetta a te dirle che tu lo sai bene che lei ha fatto di tutto, anche l'impossibile per te. Spetta a te farle capire che tu e lei siete una persona sola, che combatterete insieme questa battaglia, perchè così si vincono certe battaglia, insieme.
No Lunaurora, lei non piange perchè vorrebbe una vita diversa senza di te, lei piange perchè vorrebbe una vita diversa insieme a te, ma sa che non può dartela, per questo piange.
Allora, la prossima volta che vedrai tua madre piangere, dille che le vuoi bene come non hai mai voluto bene a nessuno al mondo. Lei capirà !
La vita non vale la pena di viverla se non ci sono altri al nostro fianco, ma gli altri ci sono sempre, basta guardarsi intorno.
AGGIUNTA:
Carissima amica mia, forse non sono stato chiaro nelle mie parole, perchè quando si parla di morte mi ritraggo istintivamente, ma il mio pensiero è sostanzialemente questo.
Se tu sai, come non dubito, che tua madre piange per te, perchè vorrebbe darti una vita diversa, sai anche che lei vorrebbe un vita diversa con te, forse lei talvolta piange perchè si sente in colpa, come fanno tutte le madri, per non averti potuto dare la vita che lei deisderava per te, lei talvolta, forse, piange perchè si chiede se non ha sbagliato lei qualcosa, se forse avrebbe potuto, avrebbe dovuto fare di più per darti una vita diversa, piange perchè si chiede se è stata all'altezza come madre, come fanno sempre tutte le madri.
E tu ti chiedi se sarebbe giusto andartene, lasciando a lei una sua vita senza di te. Ma che vita sarebbe per lei senza la sua adorata figlia, che vita sarebbe per una madre senza il figlio al quale lei, come madre, avrebbe dato la sua stessa vita ed ogni giorno dà. Ogni giorno una madre dà per il proprio figlio un pezzo della sua vita, ma non perchè deve, ma perchè lo vuole.
Lei si chiede se è stata all'altezza come madre, come i tuoi amici si chiedono se possono fare di più, ma nessuno ha queste risposte, nessuno ci dirà mai hai fatto il possibile. E sai perchè, perchè finchè c'è vita c'è sempre qualche altra cosa da fare, noi (e rubo le parole a Lino41), siamo solo un tentativo su questa terra, fallito o riuscito non lo sapremo mai fino al giorno ultimo della nostra vita, ma il nostro dovere è tentare, andare avanti mettendoci alla prova giorno per giorno. Ogni nuovo giorno c'è una prova in più da afrrontare, non è necessario che la superiamo, ma è fondamentale che ci proviamo, solo così saremo veramente vivi.
E tu dici, forse sono egoista, forse dovrei rinunciare, ma in quel momento sì che saresti egoista, rinunciando, troppo facile lasciare le sofferenze a tua madre sola, troppo facile dire "io lascio". E' solo una gisutificazione quella di dire lo faccio per lei, per mia madre, perchè un giorno possa soffrire di meno. Ma come potrebbe soffrire di meno, dovrebbe dimenticarti ? E come può una madre dimenticare un figlio, la sua stessa vita !
No, tua madre non potrebbe mai lenire il suo dolore senza di te, tua madre non potrebbe mai dimenticarti, non potrebbe mai rifarsi una vita senza di te, lei sa tutto questo ed anche tu lo sai nel tuo cuore. La tua pacatezza nel dire queste cose mi dice che tu in fondo al tuo cuore sai bene qual'è la verità, ci stai riflettendo su, ci pensi, ma sai qual'è la verità.
Il compito di una madre è di combattere insieme ai figli, qualunque sia la battaglia, sia essa semplice o difficile da affrontare, una madre è sempre al fianco dei figli, ed è contenta di esserci, perchè li ama.
Se un figlio rinuncia alla battaglia lasciandosi andare, questa diventa la più grande sconfitta per la madre, significa dirle che lei ha fallito, come madre, nel suo compito.
Una madre c'è per sempre, qualunque sia il suo destino, di gioia o di dolore, lei vuole stare al fianco dei figli, ma se il figlio si lascia andare, significa una sconfitta per la madre.
Forse non riesco ad essere chiaro, perchè è un argomento che veramente mi turba molto, allora te lo dirò con parole di una madre che ha perso il figlio, ucciso per strada. E' lui, quel figlio che non era nemmeno una persona buona, il suo destino non se l'era scelto, non si era lasciato andare, semplicemnte gli era capitato.
Quella madre mi disse: "Seppellire un figlio è una cosa terribile, contro natura!".
Oggi quella madre, dopo parecchi anni, non piange più il figlio, questo è vero, ma dentro è morta anche lei, per sempre.
2006-11-27 07:50:44
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answer #1
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answered by Anonymous
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Io dico che la morte fa parte della vita. Lo so , a voi sembrerò cinica e fredda, dicendo queste parole, ma non sono nè l'una nè l'altra cosa, sono semplicemente ua persona che accetta la vita, con tutte le sue mille e più sfaccettature, e una di queste, la più temuta, la più odiata, la più rinnegata da tutti noi è la MORTE.
Ma ... la morte fa parte della vita, e quindi di noi. Certo non ci è dato di sapere nè come e nè quando essa arriverà, ma sappiamo per certo che arriverà
Quindi, l'unica cosa che credo dobbiamo fare tutti è VIVERE ( sì come dice Irene, appieno, gioendo e anche soffrendo) , finchè il buon Dio non ci chiamerà a Sè.
La vita è un dono prezioso, noi non sempre ne siamo consapevoli.
A volte diciamo (tutti, compresa me, l'ho fatto, credetemi) voglio morire.
E lo diciamo con convinzione.
Ma poi... non si sa il perchè o il percome, .... siamo ancora qui.
ANzi, credo che sappiao il perchè--- perchè non è ancora la nostra ORA.
QUell'ora cmq arriverà, volenti o nolenti. E solo allora capiremo il motivo di questo passaggio, che per alcui di noi è stato doloroso, triste, per altri più piacevole e gioioso... su questo mondo.
Ma fino ad allora........ amici miei... cerchiamo di godere di questi attimi preziosi di vita, anche se siamo malati (lo so che non è facile, io ero molto malata, e ora grazie a Dio sono guarita) e soprattutto cerchiamo di capire chi ci sta intorno, a volte anche solo un nostro sorriso, anche se pensiamo che sia poca cosa, aiuta un altro a risollevarsi da terra.
Scusatemi se vi ho tediato con le mie parole, e soprattutto scusami tu , cara e dolce Irene, ma mi sgorgavano dal profondo...
Un abbraccio e un sorriso ( purtroppo virtuale, ma sentito ) a tutti voi . Giuli
Aggiunta :
Irene, ma come puoi solo pensare di essere la colpa delle sofferenze altrui ?
Allora adesso ti giro la domanda :
Ha colpa un bimbo malato di cancro ( casi che tu stessa conosci benissimo) se i suoi genitori piangono e si disperano?
Ha colpa un anziano col morbo di Parkinson se i suoi figli piangono per lui ?
Ebbene, quei bimbi tu stessa li curavi e ne hai fatto ragione di vita.
Quell'anziano era il nostro amato Papa Karol Woytyla, e Lui disse : Attraverso la sofferenza amo gli altri , non pensate alla sofferenza come a un castigo di Dio per voi o i vostri familiari, ma come una prova che si mette sul cammino verso la conoscenza profonda di noi stessi e di Dio.
Ora dico : chi siamo noi per dire se lacolpa dellasofferenza che involontariamente crediamo di dare agli altri è nostra, quando essa è solo il volere di Dio ?
Cara Irene, io ti posso capire benissimo, so quanto tu sei confusa, stanca, sfiduciata, amaregiata, e con tutti i diritti del mondo aggiungo. Ma non scordarti mai che proprio questa maledetta malattia ti ha fatto essere la meravigliosa Irene che sei, e la tua mamma forse non sarebbe ora così forte e grata di averti ancora, nonostante tutto accanto a sè, e... scusami la presunzione, di averci fatto conoscere fra tutti noi....
Un enorme bacio e un abbraccio da sorella ;-)
P.S. e se ti ripesco a scrivere della morte ti faccio un cazziatone eh??? ;- ) smackkkkkkkkkkkkkk
2006-11-28 05:51:19
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answer #5
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answered by ♥♥farfy12♥♥ 5
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