Forse pochi sanno che esiste un'associazione ASUC( Associazione Uomini Casalinghi)
Riporto quanto segue:
Ecco perchè è nata l'Associazione Uomini Casalinghi!
Da diversi anni ormai la donna attraverso le battaglie e l'impegno che tutti conosciamo ha bene o male ottenuto gli stessi diritti dell'uomo in campo sociale. I diritti ! Ma i doveri? Si potrebbe affermare che gli uomini in ambito domestico abbiano gli stessi doveri che implicitamente sono richiesti alle donne? Adesso ci troviamo nella faticosa situazione dove l'impegno femminile in campo lavorativo non è affatto sostenuto dagli uomini in campo familiare.
Quando nasce un bambino si mette alla porta un fiocco celeste, se nasce una bambina un fiocco rosa. Crescendo però la donna inizia ad usare anche il celeste mentre per i maschi non avviene mai lo stesso. Nel senso che durante l'evoluzione dei due individui è sempre la donna che fa proprio anche il campo maschile ma non è mai il contrario perchè? Perchè deve essere considerato umiliante o disdicevole da parte dei maschi tutto ciò che è pertinenza femminile? La separazione dei sessi viene rigorosamente tenuta viva fino dall'infanzia,a partire dai giochi che sappiamo bene quale importanza rivestano nella formazione degli individui, alla diversa impostazione emotiva nei confronti degli eventi della vita dove la donna può piangere e l'uomo se è forte e valente no.
Quando si cresce e ci sposiamo la donna viene accompagata all'altare dal padre e simbolicamente consegnata ad un altro uomo e lì entra a far parte della famiglia di lui, con perdita del più prezioso requisito sociale, l'identità. Infatti in molti paesi del mondo alle donne all'atto del matrimonio viene cancellato il proprio cognome e sostituito con quello del marito.In Italia ci limitiamo a denotare questa situazione mantenendo il nome alla donna ma specificando "in"...Non è anche questo un profondo segnale di disparità visto che non è reciproco? E che dire poi del divieto imposto alla donna di trasmettere il proprio cognome ai figli? Anche volendo, non può farlo perchè la legge lo impedisce. Abbiamo allora davvero gli stessi diritti e gli stessi doveri? o piuttosto continuiamo il processo iniziato nell'infanzia percorrendo due rotaie parallele destinate ad incontrarsi solo in un punto all'infinito che non esiste perchè solo apparente?
Ancora oggi, nonostante tutti gli sforzi tesi al cambiamento, rimangono attivi i principi per cui se una donna non sa svolgere le attività domestiche non è considerata una donna completa mentre i maschi sono osannati appena mettono una pentola sul fuoco. Ma partecipare coscientemente ad un menage familiare è altro e deve assolutamente passare attraverso un cambio radicale di mentalità prima ancora che di fatto. Questo è lo scopo dell'Associazione: far sì che il lavoro domestico entri a far parte del pensiero maschile come un'evidenza quotidiana. Se iniziamo noi uomini a sentire questa attività come normale nella nostra vita lentamente le barriere di genere si andranno estinguendo fino ad arrivare in un futuro,spero molto prossimo,in cui ogni individuo al di là del proprio sesso sarà libero di svolgere l'attività che più gli aggrada senza subire il peso della discriminazione. Nessun uomo sarà mai felice di dichiarare che è un casalingo se a questa professione non si comincia ad attribuire una dignità sociale. E nessuna donna arriverà mai ad ottenere un elevato peso sociale se non le si consentirà di trasmettere il proprio nome ai figli che proprio lei ha generato.
Fiorenzo Bresciani
Associazione Uomini Casalinghi
Via Crociale, 104 - Crociale 55045 - Pietrasanta - Lucca
tel 333-9034252
Anche ciò che segue è una notizia interessante:
Argentina, uomini casalinghi per legge
Il mancato rispetto della norma ''potrà considerarsi come causa di divorzio'' Presentata alla Camera dei deputati una proposta che prevede la parità tra i coniugi nelle faccende domestiche
Buenos Aires, 19 nov. (Adnkronos) - Gli uomini dovranno aiutare le donne nelle faccende di casa, per legge. E' la norma che questa settimana verrà analizzata dalla Camera dei deputati argentina dopo il via libera di tutte le commissioni competenti e che sta aprendo un dibattito in Argentina sulla parità uomo-donna fra le mura domestiche.
La proposta di legge vuole modificare l'articolo 199 del codice civile argentino, nella parte riferita ai diritti e ai doveri dei coniugi, a cui verrebbe aggiunta la frase: ''I coniugi devono anche dividere le responsabilità domestiche e l'educazione dei figli''. Secondo la deputata del partito di governo Pan, Juliana Di Tullio, il mancato rispetto di questa nuova norma ''potrà considerarsi come causa di divorzio''.
Fonte: www.adnkronos.com
Personalmente non condivido l'identificazione della virilità con il lavoro, purtroppo molti uomini si "identificano" con il lavoro e accade che rivestano quasi completamente quest'unico ruolo con tutte le conseguenze che ne derivano. A conferma di ciò spesso sono gli uomini che quando vanno in pensione cominciano a soffrire di disturbi depressivi.
Ovviamente se non si hanno rendite e si vive di solo lavoro e l'uomo è un fannullone( non si occupa di niente in assoluto)non è giusto che sia mantenuto.
2006-11-23 04:14:01
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answer #1
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answered by sun 7
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Hai perfettamente ragione. Se le donne hanno giustamente conquistato il diritto di fare lavori per tradizione maschili (come il soldato, il poliziotto, il carabiniere, ma anche l'ingegnere, il meccanico, il camionista o il manager) senza per questo che sia considerata sminuita la loro femminilità, non vedo perché gli uomini non debbano poter svolgere lavori tradizionalmente femminili (come quello della casalinga che equivale al manager di una piccola impresa familiare) senza che questo comporti il vedere sminuita la loro mascolinità. Se poi un maschio ha la fortuna di trovare una donna ricca che lo mantenga volentieri, non vedo cosa ci sia di male. Certo, le tradizioni culturali sono dure a morire.
2006-11-23 03:43:00
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answer #2
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answered by etcetera 7
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io lavoro meno della mia compagna (non per scelta) e abbiamo due bambini, per cui mi occupo molto della casa e di seguire i figli.
non ci vedo niente di strano e, in questo modo, mi sembra di avere un ruolo paritario, potendo rispondere entrambi allo stesso modo alle varie necessità che si prensentano.
non credo ci siano tante situazioni simili in giro.
2006-11-23 03:40:15
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answer #3
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answered by DannyFour 2
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per me no. sono sincera e dico che su questo tema un po' mi contraddico...nelsenso che non faccio molta differenza tra uomo e donna in generale e seguendo questo ragionamento dovrei dire che per ma e' la stessa cosa;invece non e' cosi',ci ho pensato prima di risponderti e un uomo che non lavora non mi piace,non e' un giudizio,ma una sensazione personale e l'uomo cosi' non mi piace,mi sa di nullo....almeno la mia visione di uomo rispecchia un uomo ambizioso anche sul lavoro. ma non mi piace neanche la donna che fa la mantenuta,intendiamoci....anche la donna,a meno che sia impossibilitata a lavorare per i figli o per altro,penso che debba lavorare,ma proprio per una questione personale di indipendenza.
non amo chi non lavora e non mi piace chi si adagia.
specifico che il mio "non mi piace chi...." e' LOGICAMENTE rivolto a chi potrebbe ma non ha voglia di lavorare,non a chi non puo' per cause maggiori....lo specifico,non si sa mai che qualcuno non capisca.....
2006-11-23 03:36:32
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answer #4
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answered by Anonymous
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Se le femministe volessero davvero la parità, sarebbero sicuramente d'accordo che un uomo resti a badare alla casa mentre la donna lavora. Che problema c'è?
Onestamente, non me ne voglia nessuno e nessuno male interpreti l'opinione, se c'è una persona che sa badare meglio a figli e casa, in media, tra uomo e donna, è la donna, che ha generalmente più cura di quello che fa. Proprio per questo motivo però ci sono lavori che vedo molto meglio come "femminili".
Per cui è necessario che la donna svolga alcuni ruoli nella società che le spettano di diritto e che spesso in passato erano svolti meno bene e meno efficientemente dai maschi.
In buona sostanza, chi resta a casa lavora magari anche più di chi va in ufficio e sta magari ore dietro una scrivania a non fare nulla (e in Italia di gente così ce n'è!).
2006-11-23 03:29:03
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answer #5
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answered by Anonymous
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assolutamente si,in generale.
Se andiamo nel dettaglio,è chiaro che in una famiglia è l'uomo a mettersi in prima linea per lavorare,ma la donna gli sta a fianco.
Lo stesso dovrebbe essere per i lavori domestici.
A me è capitato per 5 mesi di essere la sola a lavorare,perchè a mio marito era scaduto il contratto, e non ho mai pensato di "mantenerlo" facendo questo. Col matrimono si forma una famiglia e si condivide tutto,quindi i soldi che entrano in famiglia sono di entrambi,indifferentemente da chi li guadagna.
Nesso tra virilità e lavoro?ma per favore non siamo più nell'800!!!
Che ignoranza che esiste ancora al mondo!!!!
2006-11-23 03:23:17
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answer #6
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answered by Rory VG 5
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io sì sarei disposta , se dovessi lavorare solo io. è ovvio che non faccio beneficienza ad uno sfaticato. deve essere un fatto di necessità. l'uomo casalingo non so immaginarmelo.
2006-11-23 03:19:55
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answer #7
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answered by Mari 4
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una donna che non lavora è una casalinga.
un uomo che non lavora è un lazzarone.
2006-11-23 03:18:35
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answer #8
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answered by Anonymous
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No, s====zi sono quelli che li considerano in quel modo! Ho due figli e da sempre gli ho insegnato a fare di tutto in casa e ti assicuro che è molto più difficile insegnare che farselo da sola, e ti assicuro che non si sentono meno uomini in line with questo anzi se aiutano dopo hanno più pace in line with stare con l. a. loro donna!
2016-12-17 15:01:08
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answer #9
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answered by ? 4
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Un uomo che non lavora è uguale a una donna che non lavora.
Questo è possibile solo quando queste due persone prese in considerazione non convivono insieme, altrimenti (nella maggior parte dei casi) la donna diventa la "schiavetta" di casa: pulisce, lava e accontenta i bisogni altrui... o no?
2006-11-23 03:28:08
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answer #10
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answered by Mozzi 3
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