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Capita spesso che qualcuno che si trova sul punto di porre fine alla propria esistenza viene salvato da un' altra persona, brava e coraggiosa. Ma siamo poi così sicuri che ridare la vita a chi voleva disfarsene e è sempre una cosa giusta ? E se in questo modo si finisse solo per aggiungere sofferenza a tanta altra sofferenza già patita ?
Non intendo mettere in dubbio la quasi " obbligatorietà " di un gesto salvifico a favore di chi in quel momento sta per farla finita, ma puo' bastare questo intervento a salvare veramente la vita a chi ha perso ogni speranza nel futuro ?
Ma l' interrogativo che maggiormente mi inquieta è :
fino a che punto le relazioni esistenti tipo l' affetto dei propri cari, i doveri nei loro confronti o verso la propria comunità, possono costutire una condanna alla vita , spesso più crudele di una condanna a morte ?
Sia chiaro , io sono per la vita, ma recentemente mi sono imbattutto in una situazione che mi ha indetto a queste riflessioni.

2006-11-20 05:10:32 · 4 risposte · inviata da Anonymous in Relazioni e famiglia Relazioni e Famiglia- Altro

4 risposte

ho riflettuto e devo dirti che in un certo senso hai ragione...la persona che salva una vita dovrebbe continuare il suo compito stando vicino e sostenendo la persona che voleva morire, é come se fosse un po responsabile, di aver impedito la morte liberatoria, ma ö istintivo salvare una vita lo farei Anch'io e pensa che ognuno di noi ha la sua condanna a vita, negli ultimi mesi ho pensato Anch'io un sacco di volte che era meglio finirla, ma devi reagire devi trovare qualcosa che valga la pena di lottare, altrimenti si va solo a fondo. un caro saluto.ciao.

2006-11-20 05:22:58 · answer #1 · answered by Anonymous · 0 0

Si vergogni e taccia l. a. chiesa, finché ha potuto ha ucciso addirittura le ostetriche e oggi vuol salvare le cellule embrionali? Attenta gente questi sn nati in line with farci dannare!

2016-12-17 13:13:34 · answer #2 · answered by Anonymous · 0 0

In effetti a volta il suicidio non è tanto frutto solo di una situazione psicologica alienata quanto una scelta salvifica e liberatoria da una vita divenuta insopportabile.In questo filone di pensiero,con argomentazioni diverse ma nell'essenza non dissimili,si inserisce anche l'eutanasia.

Ciao

2006-11-20 08:29:45 · answer #3 · answered by lupogrigio 7 · 0 0

Sai una cosa? Non saprei proprio cosa risponderti, la tua riflessione è quasi giusta.
In effetti voglio mettermi nei panni del suicida: Chi diavolo sei tu per entrare nella mia "morte" e decidere al posto mio che il mio gesto è sbagliato, come ti permetti a intrometterti sulla mia decisione?
Certo è che se mi trovassi davanti una situazione così io sarei la prima ad intervenire per impedire questa sciocchezza ma, chi sarei io per decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato? Voglio dire, se il Signore ci ha dato il libero arbitrio chi siamo noi per toglierlo ad un nostro simile?

2006-11-20 05:18:24 · answer #4 · answered by stefy_cuba 2 · 0 0

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