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2006-11-15 04:33:27 · 6 risposte · inviata da nicolasgue 1 in Giochi e passatempi Giochi e passatempi - Altro

6 risposte

uno dei primi a cimentarsi nei rebus e stato Leonardo da Vinci. in uno dei Più celebri rappresento un amo da pesca con una serie di note consecutive inframmezzate dal gruppo di lettere ZZA. ne risulta una gustosa frase "l' amore mi fa sol-la-zza-re"

2006-11-15 08:10:33 · answer #1 · answered by cheguevara 2 · 0 0

un tizio che vedeva la vita come una enorme domanda fatta di domande verticali e risposte orizontali.....

2006-11-15 04:41:39 · answer #2 · answered by Anonymous · 1 0

Perbacco!!! Volevo rispondere: "gli antichi egizi". Poi ho letto la risposta di asics che non sarà molto sintetica ma pare molto esaustiva. Quindi taccio...

2006-11-15 04:54:11 · answer #3 · answered by Riccardo A 1 · 0 0

se lo trovo lo ammazzo

2006-11-15 04:42:01 · answer #4 · answered by MichelaD 3 · 0 0

Lo stesso nome "rebus"... è di per se un rebus! All'etimologia corrente di derivazione latina "con le cose" si affiancano altre ipotesi, a partire da libelli satirici secenteschi diffusi in Francia e denominati "De rebus quae geruntur" oppure da altri etimi francesi e tedeschi come "rébous/rebours" o "rib/hr iba".

Ma un viaggio nella storia del rebus porta a frontiere assai più lontane dell'Europa. Ad esempio gli antichi Egizi facevano rebus? No, quando per rappresentare il mare disegnavano il mare (questa è pittografia, non rebus!), sì quando invece il Re Narmer si firmava con un disegno costituito da un pesce (nar) e da uno scalpello (mer). Questo accadeva nel 3000 a.C. ma qualche millennio dopo la tradizione rebussistica non si era certo persa: Cicerone, Cesare, gli architetti Sauro e Batraco rappresentano ulteriori esempi.


Leonardo da Vinci: IN fel(i)ce, setaccio, perla more = Infelice se taccio per l'amore.

Il Medioevo ci tramanda molte realizzazioni rebussistiche negli stemmi: gli Alibrandi, i Canossa e tante altre casate adoperavano il rebus per trasmettere quello che oggi chiameremmo il loro "logo". Ma bisogna arrivare alla fine del Medioevo per incontrare un grande rebussista: Leonardo da Vinci. Un colle ("col") e dei pifferi ("piferi") è quanto basta a Leonardo per rappresentare dei "colpi feri". Numerose anche le "cifre figurate" (così chiamava i rebus) con le note musicali che a tuttoggi restano largamente usate nei rebus, soprattutto nelle pubblicazioni enigmistiche in edicola (esiste infatti oggi un'altra enigmistica cosiddetta "classica" che non si avvale del canale della vendita in edicola, ma è solo per abbonati) .

E dopo Leonardo da Vinci? Fino al XVIII secolo furono gli artisti (Colonna, Baiardo, Palatino, Della Porta, Carracci, della Bella, Mitelli) a dilettarsi di rebus, spesso costituiti da frasi lunghissime con una decisa prevalenza di lettere rispetto alle immagini e molti contorcimenti interpretativi (e questo avveniva non solo in Italia ma anche in altri paesi, con le varianti locali: ad esempio in Inghilterra fiorivano i rebus fonetici tali cioè da sfruttare le caratteristiche di pronuncia dell'inglese).
Doveva giungere il secolo XIX per imboccare una strada di modernità: naturalmente una modernità che visto con i nostri occhi di oggi appare ancora primitiva (tutto è relativo), ma già connotata da indizi inequivocabili di rinnovamento: la scelta degli pseudonimi degli autori, lo stabilire alcuni criteri di base nell'illustrazione e nella tecnica così da consentire un'equa competizione con lo "spiegatore" (così si chiamava allora il solutore), il fiorire di riviste enigmistiche specializzate assieme alla pubblicazione di giochi su giornali e almanacchi di ogni genere.

E dopo il tempo dei Nini, Redenti, Galeazzi e degli autori dallo pseudonimo di Dalsani, Fra Paletta, Dedalo si passa al XX secolo e ai giorni nostri : un anteguerra caratterizzato dall'affermarsi di autori come Zaleuco, Ezechiello e Pisel, Artù/Nembrod e Favolino, nonchè dallo sbarco in Italia dei cruciverba destinati a fare da traino alla diffusione dell'enigmistica popolare in Italia, e un dopoguerra che ha avuto come indiscusso protagonista Briga, autentico padre del rebus contemporaneo sia nella teorizzazione dei punti cardine della tecnica rebussistica (senza per questo frenarne lo spirito artistico), sia nell'ideazione di nuove varietà di rebus come il rebus stereoscopico.

Il rebus continua la sua marcia (purtroppo senza più Briga -scomparso a fine 2001- a tenerlo per mano): centomila rebus sono stati catalogati e questo rende sempre più difficile trovare l'invenzione geniale e la novità senza ricadere nel già fatto, eppure nuove "chiavi" continuano ad essere trovate dagli appassionati, composte dagli autori e risolte dai solutori

2006-11-15 04:39:03 · answer #5 · answered by mara 4 · 0 0

Bel rebus !!!

2006-11-15 04:37:00 · answer #6 · answered by Gio I 2 · 0 0

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