L'Italia tra gli anni '60 e '70 decise di dotarsi del nucleare, avviando in tal modo la costruzione di centrali; qualche anno dopo, nel 1987, ha tenuto un referendum dopo l'incidente di Chernobyl e ha deciso di sospendere la costruzione di nuove centrali nucleari: la moratoria su questo punto, inizialmente valida dal 1987 al 1993 è stata prolungata a tempo indeterminato. Il risultato del referendum è stato successivamente interpretato come una volontà di chiudere le quattro centrali nucleari esistenti e di fermare gli investimenti in tal senso (non di vietare l'atomo e la ricerca). Questo processo terminò con la chiusura dell'ultima centrale nel 1990. La questione è molto delicata e controversa: l'Italia importa comunque notevoli quantità di energia elettrica prodotta da centrali nucleari dalla Francia e dalla Svizzera, e alcuni ritengono che il contenuto di 1 dei 4 referendum sia stato disatteso in quanto l'Enel sta collaborando con importanti aziende europee in fatto di nucleare; inoltre molti ritengono che il risultato del referendum fu dovuto esclusivamente all'impatto emozionale causato da Chernobyl (che portò a pensare al fatto che il nucleare non fosse sicuro) e non a una profonda riflessione sulle politiche energetiche.
Specie ultimamente si discute nuovamente del ritorno all'atomo, dipinto dai suoi sostenitori piú convinti come una facile soluzione ai problemi energetici dell'Italia, il Paese europeo dove l'elettricità costa di più (secondo loro proprio a causa della rinuncia al nucleare)
Nei primi anni del XXI secolo, il governo Berlusconi ha spinto fortemente per un ritorno al nucleare. Non potendo contraddire troppo esclicitamente i risultati dei referendum, cominciò col permettere alle aziende italiane di riacquistare le competenze tecniche perdute attraverso investimenti all'estero: grazie al decreto Marzano del 2003 l'Enel ha potuto acquistare il 66% della Slovenke Elektarne, massima produttrice di elettricità in Slovenia e seconda dell'Europa centro-orientale coi suoi 7000 MW di potenza, di cui 2600 da sei reattori nucleari Vver 400. L'Enel si è offerta di finanziare la costruzione in Slovacchia di due nuovi reattori rimasti allo stadio di progetto dal 1991 per mancanza di fondi.
Nel 2005 inoltre l'Enel ha sottoscritto un accordo con Edf per partecipare allo sviluppo del nucleare di terza generazione, l'EPR (European pressurized reactor): dovrebbe partecipare alle spese per il 12,5%, con un investimento preventivato in 375 milioni di euro per la costruzione di una nuova centrale da 2000 MW in Normandia, a Flamville; in cambio otterrebbe la possibilità di mandare propri dipendenti a condurre dei tirocini in loco, acquisendo così le competenze e le risorse umane necessarie per un eventuale ritorno al nucleare in patria.
Anche l'Ansaldo ha fatto tornare in attività una sua divisione, la Ansaldo Nucleare, che fa capo a Finmeccanica e con 150 dipendenti si occupa attualmente della costruzione del secondo reattore della centrale rumena di Cernavoda, che soddisfa il 10% dei consumi nazionali, ma non ha mai smesso le proprie collaborazioni in Armenia, Ucrai (compresa Cernobyl), Cina e Francia.
Inoltre, si dice che l'Italia potrebbe partecipare allo sviluppo del nucleare di quarta generazione, entrando a far parte del IV Generation Forum.
2006-11-06 06:01:30
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answer #1
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answered by Anonymous
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l'italia ha votato con un referendum e ha deciso di non averne.
2006-11-06 13:49:45
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answer #2
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answered by sylvia 4
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saresti disposto ad avere una centrale termonucleare di fronte casa tua?
io credo proprio di no, come chiunque
e poi c'è il problema dello smaltimento delle scorie, che impiegano migliaia di anni x perdere la loro radioattività!
Chi in Italia sarebbe disposto allo stoccaggio di questi veleni nel luogo in cui vive?
2006-11-06 13:53:37
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answer #3
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answered by Anonymous
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C'è stato un referendum qualche anno fa e si è deciso per il no
2006-11-06 13:48:40
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answer #4
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answered by patricia 5
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sarebbe più conveniente, ma più pericoloso...comunque esistono ancora delle centrali nucleari in italia, semplicemente stanno cercando di chiudere da anni...a proposito degli altri paesi:noi abbiamo fatto la nostra scelta, loro fanno la loro...
2006-11-06 13:57:59
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answer #5
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answered by Lelyon_LP 2
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Se si dovessero costruire centrali nucleari in Italia sarebbero di proprietà dello stato.
Visto come funzionano le ferrovie, l'Alitalia, le poste, e molti altri servizi pubblici ti sentiresti tranquillo ?
2006-11-06 16:59:15
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answer #6
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answered by Skiena 5
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Perché buona parte degli italiani le vorrebbero, però vicino a casa degli altri!
Il problema, se succedesse un incidente in Francia o Svizzera, non sarebbe che l'intero Nord Italia verrebbe coinvolto nel disastro per via della mancanza di energia elettrica, ma, probabilmente a causa delle radiazioni, dato che difficilmente queste non oltrepasserebbero i confini. E non solo il nord sarebbe coinvolto!
Ma il problema esiste, sia che acquistiamo o no dall'estero, sia che costruiamo noi le centrali nucleari. Per cui vedo come cosa più logica provare ad affrancarci da queste dipendenze, produrre da noi, controllando anche in prima persona la nostra salvaguardia da rischi del genere.
2006-11-06 14:08:55
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answer #7
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answered by Anonymous
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L'Italia aveva le centrali ma gli italiani, spaventati da Chernobyl, hanno preferito rinunciarvi.
Personalmente, la ritengo una scelta scriteriata, ma, considerato che in Italia, abbiamo problemi persino a smaltire i rifiuti solidi urbani, sarebbe praticamente impossibile gestire nuove centrali nucleari.
2006-11-06 14:00:18
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answer #8
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answered by sirbone72 2
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Per lo stesso motivo che non abbiamo gli inceneritori, mi sembra di aver letto da qualche parte che solo la regione Lombardia ce l'ha e le altre regioni la pagano per usufruirle.
2006-11-07 03:41:04
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answer #9
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answered by laura f 5
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Che strano! Per sostenere la validità di avere centrali nucleari usi l'argomento meno adatto che è quello degli incidenti.
Le Centrali nucleari sono bombe indirette sul territorio, un attentato o un missile la trasformerebbe in una bomba atomica con tutte le conseguenze, quindi, strategicamente, non è una buona idea averle in casa. Se un incidente provocherebbe conseguenze anche in Italia penso proprio che avercele in casa aumenterebbe i danni di quelle conseguenze non credi?
Il fabbisogno energetico indiustriale può essere ottenuto sganciando dall'Enel l'energia domestica rendendo autosufficienti le abitazioni attraverso il fotovoltaico e l'eolico ottennedo i classici due piccioni con una fava: l'autosufficienza energetica e la produzione energetica da " vendere " all'Enel, per cui oltre a essere consumatori di energia saremmo anche produttori senza scorie ne inquinamenti.
2006-11-07 03:30:45
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answer #10
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answered by Anonymous
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non capisco perchè hai tanti pollici versi......la domanda è interessante. te lo hanno già detto,nn mi ripeto. aggiungo solo che eravamo in pieno trauma post chernobyl il no stravinse. e anche io votai no. oggi nn lo farei. dobbiamo pure uscire dal giogo del petrolio, no? lo so, nessuno le vorrebbe vicino casa. ma questo accade anche per le antenne dei telefonini. tutti vogliamo ricevere sempre e ovunque bene, poi se montano un ripetitore nel ns. quartiere scatta la sommossa popolare.
2006-11-06 16:46:14
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answer #11
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answered by toscanaccio 3
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