Nonè il fegato ma la milza
All'inizio del mal di milza sembra ci sia uno spasmo proprio di questo organo.Un organo che ha la funzione di deposito dei globuli rossi del sangue. Dal momento che durante l'attività fisica i muscoli hanno bisogno di più ossigeno e che i globuli rossi hanno proprio la funzione di trasportarlo, una spremitura della milza si pensa abbia lo scopo di immettere nel sangue una quantità superiore di globuli rossi. E' appunto questa contrazione che da dolore acuto.
2006-11-06 03:47:19
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answer #1
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answered by Anonymous
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Non si sa ancora bene il motivo di quell’improvviso e fastidioso dolore al fianco che a volte capita di avvertire mentre si corre. Una spiegazione valida ed esauriente non esiste ancora, e molte ipotesi restano al momento senza fondamento scientifico.
Il dolore che si avverte al fianco sinistro è comunemente chiamato “mal di milza”, perché si concentra proprio a livello della milza. In questo caso quasi tutti sono concordi nel dire che è determinato da una forte contrazione della milza. La milza contiene infatti molti globuli rossi, che diventano necessari durante un’attività sportiva di tipo aerobico dove l’ossigeno gioca un ruolo di primo piano. Ecco quindi che questo organo potrebbe contrarsi maggiormente per mandare in circolo i globuli rossi e favorire così il trasporto di una maggiore quantità di ossigeno ai muscoli impegnati nell’attività sportiva.
Se il dolore viene invece avvertito al fianco destro, si parla di “mal di fegato”: le cause in questo caso restano piuttosto oscure. Sembra comunque che, a causa della forte sollecitazione dovuta all’attività sportiva, nel fegato si verifichi un accumulo di sangue, dovuto ad una minore efficienza nel pompaggio della parte destra del cuore rispetto a quella sinistra. La membrana che riveste il fegato non è estensibile e sarebbe fortemente sollecitata dall’aumento della pressione interna, provocando il fastidioso dolore.
Un altro tipo di dolore viene avvertito un po’ più in alto rispetto al fegato, proprio sotto il margine dell’ultima costola, e in questo caso la causa dipende dal diaframma, il muscolo che alza l’addome durante la respirazione addominale. Alcuni organi interni (fegato, stomaco, milza) sono attaccati con i loro legamenti proprio al diaframma. Ad ogni falcata, i sobbalzi causano lo stiramento dei legamenti, comportando piccoli spasmi con conseguente dolore. Uno specifico legamento del diaframma si inserisce proprio nel margine dell’ultima costola, ed è questo che determina la sgradevole fitta al fianco (per approfondimenti vedi TN14).
In ogni caso, se il dolore si verifica durante l’attività sportiva non bisogna allarmarsi: è un sintomo fisiologico che tende a diminuire man mano che l’organismo si adatta allo stimolo allenante.
Nel frattempo, sia per il male alla milza che al fegato, l’esperienza pratica ha dimostrato che il dolore può essere attenuato grazie a degli esercizi di respirazione. E’ sufficiente stendersi sul pavimento e respirare ampliando la parte addominale. Per controllare se l’esercizio è eseguito correttamente, basta mettere una mano sullo stomaco mentre si respira (meglio se attraverso la bocca), e verificare che la parte addominale si alzi e si abbassi.
Se invece si vuole alleviare la fitta mentre si corre, è sufficiente modificare la cadenza e l’ampiezza della respirazione in relazione alla falcata. Dopo i primi istanti di corsa la respirazione tende infatti a sincronizzarsi con la frequenza dei passi, soprattutto nel momento in cui il piede prende contatto con il terreno. In modo automatico si tende ad inspirare ed espirare quando la stessa gamba tocca terra. Ogni podista rispetta questo schema a cui è collegata automaticamente la propria respirazione: ognuno è sincronizzato sempre con l’azione della stessa gamba. Durante la corsa a ritmo lento il rapporto della respirazione è di 1 a 2 (ogni 2 passi), mentre nella corsa veloce il rapporto è di 1 a 4. Questa simmetria di respirazione può causare un sovraccarico sempre sulle stesse strutture. Modificando l’azione respiratoria in sincronia con l’altra gamba i fastidi solitamente scompaiono. Un altro modo, più rapido e pratico e basato sempre sulla modifica della respirazione, è quello che prevede un aumento dell’aria inspirata, che dovrebbe poi venire espirata in modo forzato. Una riduzione della frequenza dei respiri limita le “trazioni” del diaframma sul legamento che lo tiene unito alla costola.
oppure.....
Il dolore al fianco (o "al fegato") può avere diverse cause. In genere si evidenzia quando l'impegno dell'atleta è abbastanza intenso.
Il dolore al fianco ha come cause più comuni:
1) L'assunzione di carboidrati prima dello sforzo. In soggetti predisposti, anche due-tre ore prima della corsa l'assunzione di carboidrati, a causa del lavoro epatico che comporta, provoca mal di fegato.
2) L'uso immotivato di integratori come aminoacidi ramificati e/o creatina prima di prove che richiedono un impegno breve (fino all'ora) e quasi-massimale. Anche in questo caso il tentativo di metabolizzare le sostanze mentre si sta correndo porta alla dolorabilità epatica.
3) La compressione o la mobilità della cistifellea (spasmi funzionali) che la corsa esalta. In caso, a parte verificare con un'ecografia che non ci siano calcoli biliari, più di tanto non si può fare, se non un generico rinforzo dei muscoli addominali per mantenere le oscillazioni della parte interessata più contenute mentre si corre.
4) L'assunzione di bevande alcoliche e/o di farmaci che affaticano il fegato che, sollecitato dalla corsa, diventa particolarmente dolorabile. Nei foglietti illustrativi di quasi tutti i farmaci esistono le classiche controindicazioni epatiche e renali, per cui è spesso ottimistico attribuire il mal di fegato al farmaco. Basta comunque fare una controprova correndo alla stessa intensità senza assumere il farmaco eventualmente incriminato e vedere se il mal di fegato ricompare.
5) Una leggera duodenite. Il duodeno è il tratto iniziale dell'intestino tenue che si estende dal piloro con una parte dilatata (bulbo duodenale). Secerne la secretina che neutralizza l'acidità del chimo, è lungo 30 cm, ha un decorso ad ansa, circonda la testa del pancreas e culmina con una ripiegatura detta ansa digiuno-duodenale. Nel duodeno si versano la bile, tramite il dotto coledoco, e il succo pancreatico per mezzo del dotto di Wirsung. Un carattere che lo differenzia dal resto dell'intestino è la sua fissità . La prima parte del duodeno corrisponde all'ilo del fegato e un'infiammazione del duodeno può essere scambiata per un dolore al fegato. Spesso l'origine della duodenite è lo stress, altre volte è associata a forme di gastrite (da considerare la responsabilità dell'Helicobacter pylori, oggi rilevabile con un semplice test). In alcuni casi la corsa stessa può produrre l'irritazione del duodeno. A differenza delle altre cause, se il responsabile è il duodeno, anche dopo lo sforzo si avverte un leggero fastidio nella zona interessata. Se si sospetta che il dolore al fianco dipenda da una duodenite, è opportuno accertarne la causa (negli sportivi anche gli antinfiammatori sono responsabili di forme leggere che si accentuano con lo sforzo); se si escludono tutte le cause extrasportive, anche in questo caso un miglioramento della muscolatura del tronco può mitigare il problema.
6) Nei principianti un mancato equilibrio nell'azione fra i muscoli e i legamenti che tengono in sede il fegato e il diaframma, equilibrio disturbato anche da una respirazione affannosa che il soggetto non gestisce ancora bene.
2006-11-06 11:49:35
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answer #3
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answered by dada93 2
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