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2006-10-26 06:42:20 · 4 risposte · inviata da fracart92 1 in Scuola ed educazione Università

4 risposte

Il Codice di Hammurabi è una fra le più antiche raccolte di leggi conosciute nella storia dell'umanità. Venne stilato durante il regno del re babilonese Hammurabi (o Hammü-Rabi), che regnò dal 1792 al 1750 avanti Cristo.

Questa raccolta di leggi fu scolpita su di una stele in pietra alta circa 2,40 m, e venne rinvenuta nel 1901 sulle montagne dell'antica Persia. Si ritiene però che fosse originariamente esposta nella capitale, e che sia stata trasportata sul luogo del ritrovamento come bottino di guerra da qualche esercito.

Secondo alcuni recenti studi, la stelle di Hammurabi presenta una forte influenza magnetica. Con le moderne apparecchiature è stato rilevato all'interno un materiale differente dalla pietra nere(diorite),che nel periodo babilonese era ritenuta molto pregiata, questo dimostrerebbe che l'attuale codice di cui siamo in possesso non è altro che una semplice copia del 1650 a. C.(sempre babilonese) della principale stele, che era stata costruita con puro oro zecchino ed esposta nella capitale per fare mostra dello sfarzo reale.Probabilmente la principale stele è stata saccheggiata durante le ripetute incursioni dei popoli stranieri come Assiri e Maya.

Testo integrale

Prime 99
1. Qualora qualcuno accusi un altro, ponendo un bando su di lui, ma non possa provare l'accusa, allora quello che ha accusato sia messo a morte.
2. Qualora qualcuno abbia portato un'accusa contro un uomo, e l'accusato salti nel fiume, qualora egli affondi nel fiume l'accusatore prenda possesso della sua casa. Ma qualora il fiume provi che l'accusato non è colpevole, e qualora ne esca indenne, allora chi aveva portato l'accusa sia messo a morte, mentre chi era saltato nel fiume prenderà possesso della casa appartenuta all'accusatore.
3. Qualora qualcuno porti un'accusa di qualche crimine davanti agli anziani, e non provi ciò che ha denunciato, qualora si tratti di un crimine per cui è prevista la pena capitale, sia messo a morte.
4. Qualora egli convinca gli anziani ad imporre una multa in cereali o denaro, riceva la multa che l'azione produce.
5. Qualora un giudice esamini un caso, raggiunga una decisione, e presenti il suo giudizio per iscritto; qualora poi un appaia un errore nella sua decisione, e ciò dipenda da sua colpa, paghi allora dodici volte la multa da lui stabilita nel caso, e sia pubblicamente rimosso dal posto di giudice, né mai più vi sieda per rendere giustizia.
6. Qualora qualcuno derubi la proprietà di un tempio o della corte, sia messo a morte, e così chi riceva la refurtiva da lui sia messo a morte.
7. Qualora qualcuno compri dal figlio o dallo schiavo di un altro uomo, senza testimoni o un contratto, argento o oro, un bue o una pecora, un asino o qualunque cosa, o qualora egli ne prenda dominio, è considerato un ladro, e sia messo a morte.
8. Qualora qualcuno rubi bestiame o pecore, o un asino, o un maiale o una capra, qualora esso appartenga a un dio o alla corte, il ladro paghi trenta volte tanto; qualora appartengano a un uomo liberato del re paghi egli il decuplo; qualora il ladro non abbia nulla con cui pagare, sia messo a morte.
9. Qualora una persona perda un bene, e lo ritrovi in possesso di un altro: qualora il possessore dica "Un mercante me l'ha venduto, ho pagato un prezzo di fronte a testimoni", ed il proprietario della cosa dica, "Porterò testimoni che conoscono la mia proprietà", allora l'acquirente porti il mercante che gliel'ha venduto, ed i testimoni dell'acquisto, ed il proprietario porti i testimoni che possono identificare la sua proprietà. Il giudice esamini le loro testimonianze - tanto dei testimoni davanti ai quali fu pagato, quanto di coloro che identificano sulla parola il bene perduto. Il mercante allora si dimostra un ladro e sia messo a morte. Il proprietario del bene smarrito riceve la sua proprietà, e chi l'aveva comprato riceve il denaro pagato dal patrimonio del mercante.
10. Qualora l'acquirente non porti il mercante e i testimoni davanti ai quali ha comprato il bene, ma il proprietario porta testimoni che lo identificano, allora il compratore è un ladro e sia messo a morte ed il proprietario riceve il bene perduto.
11. Qualora il proprietario non porti testimoni per identificare il bene perduto, è un malfattore, ha calunniato e sia messo a morte.
12. Qualora i testimoni non siano subito reperibili, allora il giudice fissi un limite, allo spirare di sei mesi. Qualora i suoi testi non siano comparsi nei sei mesi, è un malfattore, e sopporti la multa del caso pendente.
14. Qualora qualcuno rubi il figlio minorenne di un altro, sia messo a morte.
15. Qualora qualcuno prenda uno schiavo della corte maschio o femmina, o uno schiavo maschio o femmina di un uomo liberato, fuori dalle porte della città, sia messo a morte.
16. Qualora qualcuno riceva in casa sua uno schiavo fuggitivo (maschio o femmina) della corte, o di un uomo liberato, e non lo porti fuori alla pubblica proclamazione del capo della casa, il padrone della casa sia messo a morte.
17. Qualora qualcuno trovi schiavi (maschi o femmine) fuggitivi in aperta campagna e li riporti al padrone, il padrone degli schiavi lo ricompensi con due shekels d'argento.
18. Qualora lo schiavo non fornisca il nome del padrone, il ritrovatore lo porti al palazzo; segua un ulteriore ricerca, e lo schiavo sia restituito al suo padrone.
19. Qualora egli tenga gli schiavi in casa sua, e siano presi là, sia messo a morte.
20. Qualora lo schiavo che egli abbia preso fugga da lui, allora giuri ai padroni dello schiavo, e sia libero da ogni biasimo.
21. Qualora qualcuno apra un buco in una casa (apra per rubare), sia messo a morte davanti a quel buco e sepolto.
22. Qualora qualcuno sia colto sul fatto di rubare, allora sia messo a morte.
23. Qualora il ladro non sia trovato, allora il derubato denunci sotto giuramento l'ammontare della sua perdita; allora la comunità, e ... sul cui terreno e territorio e nel cui dominio era [, ] lo indennizzino per la merce rubata.
24. Qualora siano rubate persone, allora la comunità e ...paghino una mina d'argento ai loro parenti.
25. Qualora il fuoco distrugga una casa e qualcuno che viene per porre l'occhio sulla proprietà del padrone della casa prenda la proprietà del padrone della casa, egli sia gettato esattamente in quel medesimo fuoco.
26. Se un capo o un uomo (soldato comune), cui è stato ordinato di andare sulla via maestra del re per la guerra non va, ma assolda un mercenario, se trattiene il compenso, allora questo capo o uomo sia messo a morte, e chi lo rappresentava prenda possesso della sua casa.
27. Qualora un capo o uomo sia preso nella sfortuna del re (catturato in battaglia) e qualora i suoi campi e il giardino siano dati ad un altro e questi ne prenda possesso, qualora egli ritorni e raggiunga il suo posto, il suo campo ed il giardino gli siano restituiti, egli ne ritornerà in possesso.
28. Qualora un capo o uomo sia preso nella sfortuna di un re, se suo figlio è in grado di entrare in possesso, allora il campo ed il giardino siano dati a lui, egli succederà nell'asse ereditario di suo padre.
29. Se suo figlio è ancora giovane, e non può prendere possesso, un terzo del campo e del giardino sia dato a sua madre, ed ella lo prenderà.
30. Se un capo o un uomo lascia la sua casa, giardino e campo e lo da in affitto, e qualcun altro prende possesso della sua casa, giardino e campo e lo usa per tre anni: se il primo proprietario ritorna e rivendica la sua casa, giardino e campo, non sia dato a lui, ma continui ad usarlo chi ne prese possesso e lo usò.
31. Qualora egli lo dia in affitto per un anno e poi ritorni, la casa, giardino e campo gli sia restituito, ed egli torni a dominarlo.
32. Qualora un capo o un uomo sia catturato nella "Strada del Re" (in guerra), e un mercante lo riscatti, e lo riporti al suo posto; qualora egli abbia i mezzi nella sua casa per pagare il riscatto, si riscatti lui stesso: qualora non abbia alcunché nella sua casa per riscattarsi, sia riscattato dal tempio della sia comunità; qualora non vi sia alcunché nel tempio con cui pagare, paghi la corte. Il suo campo, giardino, e casa non siano dati per l'acquisto della sua libertà.
33. Qualora un ... o un ... si registri come un ritirato dalla "Strada del Re", e mandi un mercenario o un sostituto, ma lo ritiri, allora il ... o ... sia messo a morte.
34. Qualora un ... o un ... leda la proprietà di un capitano, ferisca il capitano, o porti via dal capitano un dono offerto dal re, allora il ... o ... sia messo a morte.
35. Qualora qualcuno compri i bovini o le pecore che il re ha dato ai capi da lui, perde il suo denaro.
36. Il campo, il giardino, e la casa di un capo, di un uomo, o di uno soggetto a pagare una rendita, non può essere venduto.
37. Qualora qualcuno compri il campo, il giardino, e la casa di un capo, uomo, o di uno soggetto a pagare una rendita, la sua tavola di vendita sia rotta (dichiarata invalida) e perda il suo denaro.
38. Un capo, uomo, o uno soggetto a pagare una rendita non può assegnare la sua tenuta del campo, casa, e giardino a sua moglie o figlia, e nemmeno possa assegnarli per un debito.
39. Egli può, comunque, assegnare un campo, giardino, o casa che ha comprato, e tenerlo come proprietà, a sua moglie o figlia o darlo per debito.
40. Egli può vendere il campo, giardino, e casa ad un mercante (agente reale) o ad altro pubblico ufficiale, mantenendo il compratore l'usufrutto sul campo, casa e giardino.
41. Qualora qualcuno recinti il campo, giardino, e casa di un capo, uomo, o di uno soggetto a pagare una rendita, allestendo una palizzata; se il capo, uomo o il soggetto a pagare una rendita ritorna al campo, giardino, e casa, la palizzata che gli era stata data divenga sua.
42. Qualora qualcuno prenda in uso un campo per coltivarlo, e non ne ricavi alcun raccolto, si deve provare che egli non abbia lavorato sul campo, e dovrà consegnare cereali, quanti ne ha ottenuti il suo vicino, al proprietario del campo.
43. Qualora non coltivi il campo, ma lo lasci giacere incolto, darà cereali come il suo vicino al proprietario del campo, ed il campo che ha lasciato giacere incolto dovrà ararlo, seminarlo e renderlo al suo proprietario.
44. Qualora qualcuno prenda il dominio di un campo lasciato incolto per renderlo arabile, ma è pigro, e non lo rende arabile, seminerà il campo incolto nel quarto anno, lo erpicherà e coltiverà, e lo renderà al proprietario, e per ogni decina di gan (una misura d'area) dieci gur di cereali gli saranno pagati.
45. Qualora un uomo dia in affitto il suo campo per coltivazione contro una rendita stabilita, e riceva la rendita, ma il maltempo sopravvenga a distruggere il raccolto, il danno cade sul coltivatore del suolo.
46. Qualora non riceva una rendita fissa per il suo campo, ma lasci per tale titolo metà o la terza parte del raccolto, il cereale sul campo sia diviso proporzionalmente tra il coltivatore ed il proprietario.
47. Se il coltivatore, poiché non ha avuto successo nel primo anno, ha fatto coltivare il terreno da altri, il proprietario non può sollevare alcuna eccezione; il campo è stato coltivato ed egli riceve il raccolto secondo l'accordo.
48. Se qualcuno ha un debito per un prestito, e una tempesta danneggia i cereali, o il raccolto perisce, o i cereali non crescono per carenza di acqua; in quell'anno non ha bisogno di dare al creditore alcuna quantità di cereali, egli lava nell'acqua la tavola in cui è segnato il debito e non paga alcuna rendita per tale anno.
49. Qualora qualcuno prenda denaro da un mercante, e dia al mercante un campo coltivabile a frumento o a sesamo e gli ordini di piantare frumento o sesamo nel campo, e di eseguire il raccolto; qualora il coltivatore pianti frumento o sesamo nel campo, al raccolto il frumento o il sesamo apparterrà al proprietario del campo ed egli pagherà il frumento come rendita, per il denaro ricevuto dal mercante, ed egli dia ciò che serve alla sussistenza del coltivatore al mercante.
50. Qualora egli dia un campo da frumento coltivato a frumento, o un campo da sesamo coltivato a sesamo, il frumento nel campo appartenga al proprietario del campo, e restituisca il denaro al mercante come prestato.
51. Qualora non abbia denaro per rifondere, allora paghi in frumento o sesamo al posto del denaro come prestato per ciò che ha ricevuto dal mercante, secondo la tariffa reale.
52. Qualora il coltivatore non pianti frumento o sesamo nel campo, il contratto del debitore non è indebolito.
53. Qualora uno sia troppo pigro per tenere il suo argine in condizioni appropriate, e non lo tiene così; qualora dunque l'argine rompa e tutti i campi siano allagati, allora colui nel cui argine avvenne la rotta sia venduto per denaro, ed il denaro rimpiazzi il frumento di cui ha causato la perdita.
54. Qualora non possa rimpiazzare il frumento, allora egli e le sue proprietà siano divisi tra i coltivatori il cui frumento ha subito l'allagamento.
55. Qualora qualcuno apra i suoi solchi per irrigare il suo terreno, ma è malaccorto, e l'acqua allaghi il campo del suo vicino, allora paghi frumento per la sua perdita.
56. Qualora un uomo lasci entrare l'acqua, e l'acqua sommerga la piantagione del vicino, paghi dieci gur di frumento per ogni gan di terra.
57. Se un pastore, senza il permesso del proprietario del campo, ed all'insaputa del proprietario delle pecore, lascia le pecore in un campo a pascolare, allora il proprietario faccia il suo raccolto, ed il pastore, che ha fatto pascolare il gregge senza il permesso del proprietario del campo, paghi al proprietario venti gur di frumento per ogni dieci gan.
58. Qualora dopo che le greggi hanno lasciato il pascolo e sono state rinchiuse nel recinto comune alla porta della città, qualche pastore le lasci in un campo ed esse pascolano là, questo pastore prenda possesso del terreno in cui ha permesso che si pascolasse, ed al raccolto deve pagare sessanta gur di frumento per ogni dieci gan.
59. Qualora qualche uomo, all'insaputa del proprietario del giardino, tagli un albero in un giardino paghi mezza mina in denaro.
60. Qualora qualcuno affidi un terreno ad un giardiniere, perché sia adibito a giardino, qualora vi lavori, e ne abbia cura per quattro anni, il quinto anno il proprietario ed il giardiniere lo dividano, ed il proprietario abbia la sua parte.
61. Se il giardiniere non ha completato la messa a dimora del campo, lasciando una parte inutilizzata, questa sia assegnata a lui come sua.
62. Qualora non pianti il campo che gli fu affidato come giardino, qualora esso sia arabile (per frumento o sesamo) il giardiniere paghi al proprietario il prodotto del campo per gli anni che egli abbia lasciato incolto, a seconda del prodotto dei campi vicini, metta il campo in condizione arabile e lo restituisca al suo proprietario.
63. Qualora egli trasformi terra sprecata in campi arabili e la restituisca al suo proprietario, quest'ultimo gli paghi per un anno dieci gur per dieci gan.
64. Qualora qualcuno dia in uso il suo giardino ad un giardiniere per lavorare, il giardiniere paghi al suo proprietario due terzi del prodotto del giardino, per il tempo in cui ne ha il possesso, e tenga l'altro terzo.
65. Qualora il giardiniere non lavori il giardino ed il prodotto perisca, il giardiniere paghi in proporzione ai giardini vicini.
[Il testo relativo alle leggi dalla 66 alla 99 è perduto]


Da 100 a 199
100. ... interesse per il denaro, tanto quanto ne ha ricevuto, gli sia pertanto data una nota, ed il giorno, quando stabilito, paghi al mercante.
101. Se non esistono usi commerciali nel posto in cui sia capitato, lasci egli al mercante l'intera somma ricevuta dal mediatore (agente) per darla al mercante.
102. Qualora un mercante affidi denaro ad un agente per qualche investimento, e l'agente patisca una perdita nel luogo in cui si reca, garantirà il capitale al mercante.
103. Qualora, durante il viaggio, un nemico gli sottragga tutto quel che aveva, il mediatore giuri in nome di Dio e sia liberato da ogni obbligazione.
104. Qualora un mercante dia ad un agente frumento, lana, olio, o qualunque altra merce da trasportare, l'agente dia una ricevuta per il valore, e compensi all'uopo il mercante. Quindi ottenga una ricevuta dal mercante per il denaro che gli dà.
105. Se l'agente è poco accurato, e non prende una ricevuta per il denaro che ha dato al mercante, non può considerare come proprio il denaro di cui non ha ricevuta.
106. Qualora l'agente accetti denaro dal mercante, ma abbia una lite con il mercante (negando la ricevuta), allora giuri il mercante dinanzi a Dio e a testimoni che ha dato tale denaro all'agente, e l'agente gli paghi tre volte la somma.
107. Qualora il mercante inganni l'agente, in ciò che quest'ultimo gli ha restituito tutto quel che gli era stato dato, ma il mercante nega la ricevuta di ciò che gli era stato restituito, allora questo agente accusi il mercante davanti a Dio e a giudici, e se ancora egli neghi di aver ricevuto ciò che l'agente gli aveva dato paghi sei volte la somma all'agente.
108. Se una taverniera tenutaria di una taverna non accetta frumento secondo il peso lordo in pagamento di bevande, ma prende denaro, ed il prezzo della bevanda è meno di quello del frumento, sia condannata e gettata nell'acqua.
109. Qualora cospiratori s'incontrino nella casa di una taverniera tenutaria di taverna, e questi cospiratori non sono catturati e consegnati alla corte, la taverniera tenutaria di taverna sia messa a morte.
110. Qualora una “sorella di un dio” apra una taverna, o entri in una taverna per bere, questa donna sia arsa viva.
111. Qualora una tenutaria di locanda serva sessanta ka di bevanda usakani a ... ella riceva cinquanta ka di frumento al raccolto.
112. Qualora qualcuno sia in viaggio ed affidi argento, oro, pietre preziose, o qualunque bene mobile ad un altro, e voglia riaverlo da lui; se quest'ultimo non riporti tutti i beni al posto stabilito, ma se ne appropri a suo uso, allora quest'uomo, che non portò i beni per la riconsegna, sia condannato e paghi il quintuplo di tutto ciò che gli era stato affidato.
113. Qualora qualcuno abbia in consegna frumento o denaro, ed egli prenda dal granaio o dalla cassa senza che il proprietario ne sia informato, allora chi prese senza che il proprietario ne fosse informato frumento dal granaio o denaro dalla cassa sia legalmente condannato, e ripaghi il frumento che ha preso. E perda qualunque provvigione gli fosse stata pagata o promessa.
114. Qualora un uomo non abbia alcun titolo su un altro per [avere] frumento e denaro, e tenti di richiederne con la forza, paghi un terzo di mina d'argento in ogni caso.
115. Qualora uno abbia un titolo su un altro per [avere] frumento e denaro e lo imprigioni; qualora il prigioniero muoia in prigione di morte naturale, il caso non proceda ulteriormente.
116. Qualora il prigioniero muoia in prigione per percosse o maltrattamento, il signore del prigioniero accusi il mercante davanti al giudice. Se era un uomo libero per condizione e per nascita, il figlio del mercante sia messo a morte; se era uno schiavo, pagherà un terzo di mina d'oro, e tutto ciò che il signore del prigioniero diede egli rifonderà.
117. Qualora chiunque manchi di adempiere un debito, e venda sé stesso, sua moglie, suo figlio, e la figlia per denaro o li ceda per lavoro forzato: lavoreranno per tre anni nella casa dell'uomo che li comprò, o del proprietario, e nel quarto anno siano rimessi in libertà.
118. Qualora egli ceda uno schiavo o schiava per lavoro forzato, ed il mercante li subaffitti, o li venda per denaro, non si può sollevare alcuna obiezione.
119. Qualora chiunque manchi di adempiere un debito, e venda la cameriera servente che gli ha partorito figli, per denaro, il denaro che ha pagato il mercante gli sia ripagato dal proprietario della schiava ed ella sia liberata.
120. Qualora qualcuno depositi frumento al sicuro nella casa di un'altra persona, ed avvenga un qualunque danno al frumento in deposito, o qualora il proprietario della casa apra il granaio e prenda del frumento, o qualora specialmente egli neghi che il frumento sia stato depositato nella sua casa: allora il proprietario del frumento reclamerà il frumento davanti a Dio (un giuramento), ed il proprietario della casa pagherà per tutto il grano che ha preso al suo proprietario.
121. Qualora qualcuno depositi frumento nella casa di un altro gli pagherà il deposito nella misura di un gur per ogni cinque ka di frumento per anno.
122. Qualora qualcuno dia ad altri argento, oro, o qualsiasi altra cosa da tenere, mostrerà tutto a testimoni, prepari un contratto, e poi lo affidi perché venga custodito in modo sicuro.
123. Qualora lo affidi in custodia senza testimoni o contratto, e l'affidatario lo neghi, allora egli non ha alcun diritto.
124. Qualora uno consegni argento, oro, o qualsiasi altra cosa ad un altro perché sia conservato in modo sicuro, davanti ad un testimone, ma egli neghi, sarà portato davanti ad un giudice, e pagherà per intero tutto ciò che ha negato.
125. Qualora qualcuno piazzi la sua proprietà presso un altro perché sia conservato in modo sicuro, e là, tramite ladri o rapinatori, la sua proprietà e la proprietà dell'altro vadano perdute, il proprietario della casa, per la cui negligenza ebbe luogo la perdita, compenserà il proprietario per tutto ciò che gli era stato affidato. Ma il proprietario della casa cercherà di seguire e recuperare la sua proprietà, e di riprenderla dal ladro.
126. Qualora qualcuno che non ha perduto i suoi beni affermi che essi sono andati perduti, e faccia false richieste: qualora egli reclami i propri beni e il risarcimento davanti a Dio, anche se non li ha persi, sarà compensato per tutta la pretesa perdita. (ossia, il giuramento è tutto quel che occorre)
127. Qualora qualcuno “punti il dito” (calunni) su una sorella di un dio o la moglie di qualcuno, e non possa provarlo, questo uomo sia portato davanti ai giudici e la sua fronte sia segnata. (con il taglio della pelle, o forse dei capelli.)
128. Qualora un uomo prenda una donna in moglie, ma non abbia rapporti con lei, questa donna non gli è moglie.
129. Qualora la moglie di un uomo sia sorpresa (in flagranza) con un un altro uomo, siano entrambi legati e gettati in acqua, ma il marito può perdonare la moglie ed il re i suoi schiavi.
130. Qualora un uomo violenti la moglie (promessa o sposa-bambina) di un altro uomo, che non ha mai conosciuto un uomo, e vive ancora nella casa paterna, e dorma con lei e sia sorpreso, quest'uomo sia messo a morte, ma la moglie è innocente.
131. Qualora un uomo porti un'accusa contro la moglie di un altro, ma ella non è stata sorpresa con un altro uomo, deve fare un giuramento e poi può ritornare a casa.
132. Se il “dito è puntato” contro una moglie di un altro uomo, ma non è colta a dormire con l'altro uomo, ella salterà nel fiume per suo marito.
133. Se un uomo è preso prigioniero in guerra, e v'è sostentamento nella sua casa, ma sua moglie lasci casa e corte, e vada in un'altra casa: poiché sua moglie non tenne la propria corte, ed andò in un'altra casa, sarà condannata giudizialmente e gettata nell'acqua.
134. Qualora qualcuno sia catturato in guerra e non vi sia sostentamento nella sua casa, qualora allora sua moglie vada in un'altra casa questa donna sarà tenuta innocente.
135. Qualora un uomo sia preso prigioniero in guerra e non vi sia sostentamento in casa sua e sua moglie vada in un'altra casa e dia alla luce figli; e qualora in seguito suo marito ritorni e venga a casa: allora questa moglie tornerà da suo marito, ma i figli seguiranno loro padre.
136. Qualora qualcuno lasci la sua casa, fugga, ed allora sua moglie vada in un'altra casa, qualora poi egli ritorni, e voglia riprendersi sua moglie: poiché è fuggito dalla sua casa ed è corso via, la mogli di questo fuggiasco non tornerà da suo marito.
137. Se un uomo desidera separarsi da una donna che gli ha partorito dei figli, o da sua moglie che gli ha partorito dei figli: allora egli restituirà a quella moglie la sua dote, ed una parte dell'usufrutto del campo, giardino, e proprietà, in modo che possa prendersi cura dei figli. Quando ha fatto crescere i suoi figli, una porzione di tutto ciò che è dato ai figli, pari a quanto è dato ad uno di loro, sarà dato a lei. Ella può allora sposare l'uomo del suo cuore.
138. Se un uomo desidera separarsi da una donna che non gli ha partorito dei figli, le darà il valore del suo denaro d'acquisto e la dote che ella portò dalla casa di suo padre, e la lascerà andare.
139. Se non vi fu alcun prezzo di acquisto le darà una mina d'oro come dono di rilascio.
140. Qualora sia un uomo liberato le dia un terzo di mina d'oro.
141. Se la moglie di un uomo, che vive in casa sua, desidera lasciarlo, piomba nei debiti, cerca di rovinare la propria casa, trascura suo marito, ed è dichiarata colpevole in giudizio: qualora suo marito le offra il rilascio, ella può andare per la sua strada, ed egli non le dà alcunché come dono di rilascio. Se suo marito non desidera rilasciarla, e qualora egli prenda un'altra moglie, ella rimarrà come serva nella casa di suo marito.
142. Qualora un uomo litighi con la moglie, e dica: “Tu non sei adatta a me,” vanno presentate le ragioni della sua manchevolezza. Se ella è incolpevole, e non c'è alcun torto da parte sua, ma egli la lascia e la trascura, allora nessuna colpa si lega a questa donna, ella prenderà la sua dote e tornerà alla casa di suo padre.
143. Se ella non è innocente, ma lascia il marito, e rovina la sua casa, trascurando suo marito, questa donna sarà gettata nell'acqua.
144. Qualora un uomo prenda moglie e questa donna dia al marito una cameriera-servente, ed ella gli partorisca dei figli, ma quest'uomo vuole prendere un'altra moglie, ciò non gli sarà permesso; egli non prenderà una seconda moglie.
145. Qualora un uomo prenda moglie, ed ella non gli partorisca figli, ed egli intenda prendere un'altra moglie: qualora prenda questa seconda moglie, e la porti a casa, a questa seconda moglie non sarà concessa l'uguaglianza con sua moglie.
146. Qualora un uomo prenda una moglie ed ella dia a quest'uomo una cameriera servente come moglie ed ella gli partorisca figli, ed allora questa cameriera assuma l'uguaglianza con la moglie: poiché gli ha partorito figli il suo padrone non potrà venderla per denaro, ma può tenerla come schiava, riconoscendola tra le cameriere serventi.
147. Qualora non gli abbia partorito figli, allora la sua padrona può venderla per denaro.
148. Qualora un uomo prenda una moglie, ed ella sia colta da una malattia, se allora egli desideri di prendere una seconda moglie non ripudierà sua moglie, che è stata attaccata dalla malattia, ma egli la terrà nella casa che ha costruito e la sosterrà finché vive.
149. Se questa donna non vuole rimanere nella casa di suo marito, allora egli la compenserà per la dote che portò con sé dalla casa di suo padre, e può andare.
150. Qualora un uomo dia a sua moglie un campo, un giardino, e una casa ed un documento in tal senso, se poi dopo la morte di suo marito i figli non avanzino pretese, allora la madre può devolvere tutto al figlio che preferisce, e non occorre lasciare alcunché ai suoi fratelli.
151. Se una donna che viveva nella casa di un uomo ha fatto un accordo con suo marito, nel senso che nessun creditore può arrestarla, ed ha un documento nel senso: se quell'uomo, prima di sposare quella donna, aveva un debito, il creditore non può detenere la donna per ciò. Ma se la donna, prima di essere entrata nella casa dell'uomo, aveva un debito, il creditore non può detenere la donna per ciò. Ma se la donna, prima di essere entrata nella casa dell'uomo, aveva contratto un debito, il suo creditore non può arrestare suo marito per quella ragione.
152. Se dopo che la donna è entrata nella casa dell'uomo, entrambi hanno contratto un debito, entrambi devono pagare il mercante.
153. Se la moglie di un uomo a causa di un altro uomo ha ucciso i loro compagni (suo marito e la moglie dell'altro uomo), entrambi siano impalati.
154. Qualora un uomo sia colpevole di incesto con la figlia, sarà condotto via dal luogo (esiliato)
155. Qualora un uomo fidanzi una ragazza a suo figlio, e suo figlio abbia rapporti con lei, ma egli (il padre) successivamente la disonori, e sia sorpreso, allora sarà legato e gettato nell'acqua (annegato).
156. Qualora un uomo fidanzi una ragazza a suo figlio, ma suo figlio non l'ha conosciuta, e se allora egli la disonori, le pagherà una mina d'oro, e la compenserà per tutto ciò che ella ha portato fuori della casa di suo padre. Ella può sposare l'uomo del suo cuore.
157. Qualora qualcuno sia colpevole d'incesto con sua madre dopo suo padre, entrambi siano bruciati.
158. Qualora qualcuno sia sorpreso dopo suo padre con la sua moglie principale, che gli ha partorito figli, sarà allontanato dalla casa di suo padre.
159 Qualora qualcuno, che ha portato proprietà personali nella casa di suo futuro suocero, e ha pagato il denaro d'acquisto per l'acquisto, cerca un'altra donna, e dice a suo futuro suocero: “Io non voglio tua figlia,” il padre della ragazza può tenere tutto quello che egli ha portato.
160. Qualora un uomo porti proprietà personali nella casa di suo futuro suocero e paga il “prezzo d'acquisto” (per sua moglie): se allora il padre della ragazza dica: “Non ti darò mia figlia,” egli gli restituirà tutto quello che egli ha portato con sé.
161. Qualora un uomo porti sue proprietà personali nella casa del suo futuro suocero e paghi il “prezzo d'acquisto”, se allora il suo amico lo diffami, e il suo futuro suocero dica al giovane marito: “Non sposerai mia figlia,” allora egli gli restituirà per intero tutto ciò che aveva portato con sé.
162. Qualora un uomo sposi una donna, ed ella gli partorisca figli; se poi questa donna muoia, suo padre non ha alcun diritto sulla sua dote; questa appartiene ai figli di lei.
163. Qualora un uomo sposi una donna ed ella non gli partorisca figli; se poi questa donna muoia, se il “prezzo d'acquisto” che egli aveva pagato al futuro suocero gli è restituito, suo marito non avrà alcun diritto sulla dote di questa donna; esso appartiene alla casa di suo padre.
164. Qualora il suocero non gli restituisca l'ammontare del “prezzo d'acquisto” egli può sottrarre l'ammontare del “prezzo d'acquisto” dalla dote, e poi pagare il resto alla casa del padre.
165. Qualora un uomo dia al figlio che preferisce un campo, giardino, e casa, ed un documento in tal senso: se poi suo padre muoia, ed i fratelli dividano il patrimonio, allora gli daranno prima il dono di suo padre, e lo accetterà; ed essi dividano il resto della proprietà.
166. Qualora un uomo prenda mogli per suo figlio, ma non prenda moglie per suo figlio minore, e se poi muoia; nel caso che i figli dividano il patrimonio, metteranno da parte oltre alla sua quota il “prezzo d'acquisto” per il figlio minore che non aveva preso ancora moglie, e gli assicureranno una moglie.
167. Qualora un uomo sposi una donna ed ella gli partorisca figli: se questa moglie muoia ed allora ne prenda un'altra che gli partorisca figli: nel caso che il padre muoia, i figli non devono dividere il patrimonio secondo le madri, essi divideranno le doti delle loro madri solo in questo modo; dividano il patrimonio paterno in parti uguali fra loro.
168. Qualora un uomo voglia mettere suo figlio fuori di casa, e dichiari davanti al giudice: “Voglio mettere fuori mio figlio,” allora il giudice esaminerà le sue ragioni. Qualora il figlio non sia colpevole di alcuna grande mancanza, per la quale può essere messo fuori a buon diritto, il padre non lo metterà fuori.
169. Qualora sia colpevole di una grande mancanza, per la quale potrebbe a buon diritto privarlo dello status di figlio, il padre lo perdonerà per la prima volta; ma nel caso che sia colpevole di una grande mancanza per la seconda volta il padre priverà suo figlio di tutto lo status filiale.
170. Qualora la moglie partorisca figli ad un uomo, o la sua cameriera servente abbia partorito figli, ed il padre finché ancora vivente dice ai figli che la cameriera servente ha partorito: “Figli miei,” ed egli li calcoli come i figli di sua moglie; se poi il padre muoia, allora i figli della moglie e della cameriera servente divideranno la proprietà paterna in comune. Sta al figlio della moglie dividere e scegliere.
171. Se, tuttavia, il padre finché ancora vivente non disse ai figli della cameriera servente: “Figli miei,” e poi muore il padre, allora i figli della cameriera servente non divideranno con i figli della moglie, ma la libertà della cameriera e dei suoi figli sarà concessa. I figli della moglie non avranno diritto a rendere schiavi i figli della cameriera; la moglie prenderà la sua dote (da suo padre), ed il dono che suo marito le diede e le devolse (separato dalla dote, o dal prezzo di acquisto pagato a suo padre), e vivrà nella casa di suo marito: finché vive la userà, non potrà essere venduta per denaro. Tutto ciò che lascia apparterrà ai suoi figli.
172. Se suo marito non le diede alcun dono, sarà compensata per il suo dono, e riceverà una quota dal patrimonio di suo marito, uguale a quella di un figlio. Se i suoi figli la vessano, per cacciarla di casa, il giudice esaminerà la questione, e se i figli sono in colpa la donna non lascerà la casa di suo marito. Se la donna desideri lasciare la casa, deve lasciare ai suoi figli il dono che le diede il marito, ma può prendere la dote della casa di suo padre. Poi può sposare l'uomo del suo cuore.
173. Qualora questa donna partorisca figli al suo secondo marito, nel posto in cui andò, i suoi figli di primo e secondo letto divideranno tra loro la dote.
174. Qualora non partorisca figli al suo secondo marito, i figli del primo marito avranno la dote.
175. Qualora uno schiavo di Stato o un uomo liberato sposino la figlia di un uomo libero, e nascano figli, il padrone dello schiavo non avrà diritto a rendere schiavi i figli del libero.
176. Qualora, invece, uno schiavo di Stato o un uomo liberato sposi la figlia di un uomo, e poiché egli la sposa ella porti una dote dalla casa di suo padre, se poi entrambi ne godano e fondino una famiglia, ed accumulino ricchezze, se poi lo schiavo muoia, allora colei che nacque libera può prendere la dote, e tutto ciò che ha guadagnato assieme al marito; li dividerà in due parti, metà ne prenda il padrone per lo schiavo, e l'altra la prenda la donna nata libera per i suoi figli.
177. Se una vedova, i cui figli non sono ancora cresciuti, desidera entrare in un'altra casa (risposarsi), non vi entrerà senza che lo sappia un giudice. Allora la casa del suo primo marito sarà affidata al secondo marito ed alla donna stessa come amministratori. E sia eseguito un resoconto in proposito. Ella terrà la casa in ordine, seguirà la crescita dei figli, e non venderà le dotazioni della casa. Chi acquista le dotazioni dei figli di una vedova perderà il suo denaro, e i beni ritorneranno ai loro proprietari.
178. Se una “donna devota” o una prostituta alla quale il padre ha dato una dote ed un documento in tal senso, ma in questo documento non è dichiarato che ella ne può disporre come le piace, e non ha esplicitamente dichiarato che ella ha il diritto di alienare; se poi suo padre muoia, allora i fratelli di lei terranno il suo campo e giardino, e le daranno frumento, olio, e latte in ragione della sua quota, e la soddisfaranno. Se i suoi fratelli non le danno frumento, olio e latte in ragione della sua quota, allora il suo campo e giardino la sosterranno. Ella avrà l'usufrutto del campo e del giardino e di tutto ciò che il padre le diede per quanto vive, ma non può venderlo o assegnarlo ad altri. La sua posizione di eredità appartiene ai suoi fratelli.
179. Qualora una “sorella di un dio,” o una prostituta, riceva un dono da suo padre, ed un documento in cui è stato esplicitamente dichiarato che ella può disporne come le piace, e le dia completa disponibilità in proposito: se suo padre muoia, allora, ella può lasciare la sua proprietà a chiunque le piace. I suoi fratelli non possono sollevare alcuna obiezione.
180. Qualora un padre dia un regalo a sua figlia – sia da maritare sia prostituta (non maritabile) – e poi muoia, allora le tocca ricevere la quota di un figlio dal patrimonio paterno, e goderne dell'usufrutto finché vive. Il suo patrimonio appartiene ai suoi fratelli.
181. Qualora un padre voti a Dio una serva del tempio o una vergine del tempio e non le dia alcun regalo: se poi il padre muoia, ella riceverà un terzo della quota di un figlio dall'eredità della casa di suo padre, e ne godrà dell'usufrutto finché vive. Il suo patrimonio appartiene ai suoi fratelli.
182. Qualora un padre voti sua figlia come moglie di Mardi di Babilonia (come nel 181), e non le dia alcun regalo, neppure un documento; se poi suo padre muoia, allora riceverà dai suoi fratelli un terzo della quota di un figlio dall'eredità della casa di suo padre, ma Marduk può lasciare il suo patrimonio a chi più le piace.
183. Qualora un uomo dia alla figlia [che gli è nata]da una concubina una dote, ed un marito, ed un documento; se poi suo padre muoia, ella non riceverà alcuna quota dal patrimonio paterno.
184. Qualora un uomo non dia alla figlia [che gli è nata] da una concubina una dote, né un marito; se poi suo padre muoia, suo fratello le darà una dote commisurata all'agiatezza del padre e le assicurerà un marito.
185. Qualora un uomo adotti un bambino attribuendogli il nome di figlio, e lo allevi, questo figlio cresciuto non può essere richiesto in restituzione.
186. Qualora un uomo adotti un figlio, e se dopo che l'ha preso costui offenda i suoi genitori adottivi, allora questo figlio adottato tornerà alla casa di suo padre.
187. Il figlio di una cortigiana in servizio al palazzo, o di una prostituta, non può essere chiesto in restituzione.
188. Se un artigiano ha preso per farlo crescere con sé un ragazzo e gli insegna il proprio mestiere, egli non può essere chiesto in restituzione.
189. Se non gli hai insegnato il proprio lavoro, questo figlio adottato può tornare alla casa di suo padre.
190. Se un uomo non mantiene un bambino che ha adottato come figlio e fatto crescere come gli altri suoi bambini, allora suo figlio adottivo può ritornare alla casa di suo padre.
191. Qualora un uomo, che aveva adottato un figlio e lo aveva fatto crescere, fondato una famiglia, e ha avuto figli, voglia ripudiare suo figlio, allora questo figlio adottato non andrà semplicemente per la sua strada. Suo padre adottivo gli darà dei propri beni un terzo della quota di un figlio, e poi potrà andare. Egli non gli darà del campo, giardino e casa.
192. Qualora un figlio di una cortigiana o di una prostituta dica a suo padre o madre adottivi: "Tu non sei mio padre, o mia madre", gli sia tagliata la lingua.
193. Qualora il figlio di una cortigiana o di una prostituta desideri la casa di suo padre, ed abbandoni la casa dei suoi genitori adottivi, allora gli sia cavato un occhio.
194. Qualora un uomo dia suo figlio ad una nutrice ed il figlio muoia nelle sue braccia, ma la nutrice all'insaputa del padre e della madre allatti un altro bambino, allora l'accuseranno di aver allattato un altro bambino senza che il padre e la madre lo sapessero e le saranno tagliate le mammelle.
195. Qualora un figlio colpisca suo padre, gli siano troncate le mani.
196. Qualora un uomo cavi un occhio ad un altro, gli sia cavato un occhio.
197. Qualora un uomo rompa un osso ad un altro, gli sia rotto un osso.
198. Qualora cavi l'occhio di un uomo liberato, o rompa l'osso di un uomo liberato, pagherà una mina d'oro.
199. Qualora cavi l'occhio dello schiavo di un uomo, o rompa l'osso dello schiavo di un uomo, pagherà metà del valore di esso


nn te le scrivo tutte: sn + di 300!!!!
ciao

2006-10-26 06:51:35 · answer #1 · answered by Jul's mind 6 · 2 0

So che è il primo codice di leggi scritte della storia stilato durante il regno del sovrano Hammurabi ed è custodito al Louvre di Parigi.

2006-10-27 00:57:52 · answer #2 · answered by Pink Panther 3 · 0 0

sono le prime leggi scritte della storia

2006-10-26 06:50:17 · answer #3 · answered by andrea f 2 · 0 0

so della legge del tagline occhio per occhio e dente per dente!!
so che è tra i primi codici scritti di grande importanza (scrittura cuneiforme mi pare)
so che era molto rigido...

2006-10-26 06:49:26 · answer #4 · answered by electra 3 · 0 0

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