dalla tradizione celtica che i “nani” o elfi sono gli “elementali” della terra(i “guardiani” delle forze terrestri: custodiscono e lavorano l’oro e le pietre preziose, questi in particolare sono “buoni” anche se disordinati e poco amanti della pulizia... )Dotto e’ saggio, Gongolo sa gioire, Eolo sa soffiare, Brontolo sa brontolare, Mammolo profumare, Pisolo riposare e Cucciolo sa far tenerezza.
Queste sono tutte qualita’ che la “Principessa ha sviluppato” nel corso della sua vita e che ora la proteggono nel momento del pericolo. La casetta aldila’ delle “sette cascate”, e’ il “luogo” della protezione e della “prova” e li’ Biancaneve sarebbe al sicuro se, obbedendo alle raccomandazioni di Dotto non aprisse la porta a nessuno. I sei elementi che compongono la pozione magica si contrappongono, insieme alla mela stregata, settimo elemento, alle sette qualita’ positive dei Nani: la polvere di mummia e’ la negativita’ di Dotto; il nero della notte la negativita’ di Brontolo, la risata di strega quella di Gongolo, l’urlo di terrore quella di Pisolo, il turbine di vento quella di Eolo, lo schianto di folgore quella di Cucciolo e infine la mela avvelenata, quella di Mammolo...
per completezza ti inserisco l'interpretazione cabalistica della fiaba(è di F. vascellari)
Questa favola puo’ essere interpretato come viaggio iniziatico, processo di individuazione o percorso di sviluppo interiore o spirituale. La partenza e’ una situazione di “perduta felicita’ o Paradiso perduto”(qui in particolare “manca” il Re Padre, la Regina e’ una matrigna potente e cattiva, con al suo servizio un “servo-specchio-mago” che conosce tutto cio’ che accade nel “reame” e la Principessa, la protagonista della storia, e’ vestita di stracci e costretta a lavorare come sguattera).
quali componenti della personalita’ possano esssere rappresentati da tali personaggi: se il “reame” o Regno, corisponde alla stessa personalita’ nel mondo fisico, lo specchio-mago che “sa tutto del reame” non puo’ che essere la mente, che interrogata risponde allle domande della Regina, sua padrona o psiche al nero, volta agli interessi egoistici e materialistici: ambizione, invidia, gelosia, odio, desiderio di potere, avidita’ ecc., la Regina ed il suo specchio-mago non possono che rappresentare i mondi di Yetzirah e Briah capovolti, le qelipoth, bucce o scorie che imprigionano la Divina Shekinah (la Principessa) e ostacolano la sua unione con Principe, nella sephirah Daath o Coscienza. La Principessa rappresenta dunque l’elemento acqueo o lunare che deve incontrare il suo complementare elemento igneo o solare, cioe’ il Principe e in tal senso la Principessa risulta essere Yesod, il centro della ricerca e della risalita dell’Albero cabalistico e il Principe, Tiphereth, il centro dell’Amore e della Realizzazione. Il “pozzo dei desideri” e’ la possibilita’ che ha la Luna di specchiarsi nel suo elemento, la Terra-Acqua, e cosi’ conoscersi e conoscere la necessita’ di completarsi nel Sole, nell’Aria- Fuoco. Biancaneve, che significa “acqua cristallizzata purissima e luminosa”, essendo costretta a lavorare come sguattera nel castello paterno, trova il suo riscatto nell’umile lavoro di purificazione (lavare le scale del palazzo); e’ questa umilta’ che le permette di “vedere” nel pozzo dei desideri l’Amore che le e’ destinato. A questo punto scatta la lotta tra il Bene e il male, tra le Sephiroth e le qelipoth: e’ il momento della Verita’, della lotta per la sopravvivenza della “Regina nera” che comanda di uccidere la Bianca-Principessa, ma il cacciatore-carnefice-servo viene invece commosso dalla bellezza innocente della sua vittima e tradisce la Regina. In realta’ egli e’ un “servo”, una forza a servizio del piano fisico, un cacciatore, cioe’ colui che procura il cibo per l’organismo e “serve” chi lo comanda o lo influenza piu’ da vicino, prima la Regina, Yesod nero, poi la Principessa, Yesod bianco. Anche gli “amici del bosco”, che si oppongono ai “nemici del bosco” ( quelli che hanno terrorizzato Biancaneve durante la notte della disperazione) sono energie del piano fisico a favore dell’Albero bianco e infatti sono loro, uccelletti, cerbiatti, scoiattoli ecc. (tutti “cibo” per il piano astrale e mentale) che conducono la Principessa alla casetta dei sette nani.
Appena i nani si sono allontanati la strega arriva e con l’inganno induce Biancaneve ad aprire la porta che avrebbe dovuto restare chiusa. Quando la vigilanza viene meno il male ha il sopravvento e rischia di uccidere il Bene che e’ in noi e l’Anima (la Principessa) si addormenta e par morta, ma se c’e stato l’incontro con lo Spirito (il Principe), Questo Stesso verra’ a cercare la sua Principessa e il bacio d’Amore risvegliera’ l’Amata, e allora, finalmente, morta la strega, si celebreranno le Regali Nozze, per sempre.
2006-10-25 10:19:21
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answer #1
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answered by Anonymous
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forse perchè l'autore pensava fosse il numero giusto di personaggi da affiancare alla protagonista, di modo che fossero tra loro molto diversi. o forse semplicemente non voleva essere banale...di solito si usa il 3: i porcellini, qui quo qua, i moschettieri. sette era un numero diverso, no?
2006-10-25 14:03:50
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answer #9
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answered by sismagirl 5
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