Sylvia Plath
IO SONO VERTICALE
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
2006-10-23 07:20:24
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answer #1
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answered by Darkshines 2
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Ho due testi che mi fanno emozionare:
Il 1°:
Un bambino che stava per nascere a questo mondo domandò a Dio: Mi dicono che sto per essere inviato sulla terra...
Come io potrò vivere se sono così piccolo e indifeso?
E Dio rispose: tra la moltitudine degli angeli, io ne ho scelto uno speciale per te.
Sta aspettandoti e si prenderà cura di te.
Ma dimmi: qui in cielo io non faccio null'altro che cantare e sorridere e ciò è sufficiente per essere felice.
Sarò felice la? Il tuo angelo canterà e sorriderà per te...
Ogni giorno. in ogni istante, tu sentirai l'amore del tuo angelo e sarai felice.
Come potrò capire quando mi parleranno, se io nemmeno conosco la lingua degli uomini?
Con tanta pazienza e amore il tuo angelo ti insegnerà a parlare.
Che cosa potrò fare quando avrò il desiderio di parlarti?
Il tuo angelo ti insegnerà a mettere le mani giunte e a pregare.
Ho sentito dire che sulla terra ci sono degli angeli cattivi.
Chi mi proteggerà?
Il tuo angelo ti difenderà anche con il rischio della propria vita.
Ma io sarò sempre triste perchè non potrò più vederti.
Il tuo angelo sempre ti parlerà di me, ti insegnerà il modo di venire a me, e io sarò sempre dentro di te.
In quel momento il cielo si fece molto silenzioso, e le voci della terra si potevano sentire.
Il bambino avvicinandosi a Dio, chiese sottovoce - Oh Dio io sono pronto per partire, ma dimmi per favore il nome del mio angelo.
E dio rispose: Chiamerai il tuo angelo, Mamma!
Il 2°:
Un giorno la Follia decise coinvolgere i suoi amici a giocare a "Nascondino".
"Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità.
"Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà
il prossimo a contare".
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
"1,2,3. - la Follia cominciò a contare.
La fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso.
La follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove.
"... E CENTO ! - gridò la Follia - "Ora comincerò a cercare".
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto resistere all'impulso di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva decidersi da quale lato sarebbe stato meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano nuovamente riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l'Amore?".
Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo.
Cercò in cima a una montagna, nei fiumi e sotto le rocce, ma non trovò l'Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un roseto, raccolse un bastone e cominciò a cercare tra i rami.
D'un tratto sentì un grido. Era l'Amore che urlava perché una spina gli aveva ferito un occhio.
La Follia non sapeva più cosa fare.
Cercò di scusarsi fino ad implorare l'Amore per avere il suo perdono.
Arrivò a promettergli di seguirlo per sempre.
L'Amore accettò le scuse e la proposta della Follia.
Da quel giorno l'Amore è cieco ed è sempre accompagnato dalla Follia
2006-10-22 10:11:59
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answer #2
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answered by luky 2
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VERRA' LA MORTE E AVRA' I TUOI OCCHI
Cesare Pavese
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
2006-10-22 12:59:47
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answer #3
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answered by Aurorasogna^ 6
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O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo nel pianto
Che mi sorgea sul ciglio delle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è ne cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occore
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passae cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Che mito Leopardi..........
2006-10-22 10:06:46
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answer #4
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answered by Indifferente88 5
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svegliarmi al mattino e trovare nel cuore un nome
il tuo nome
aprire le imposte con gesto improvviso
e trovarmi nel sole
l aria scampana a festa
guizzano scintille di colori
la musica del mondo echeggia di un nome
il tuo nome
(credo sia di adele facio)
2006-10-22 10:34:08
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answer #5
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answered by Anonymous
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ogni giorno vive il cielo
nei miei occhi,ma non è
quasi mai Dio.
Ogni giorno io sono io,
ma quanto pochi i giorni
in cui son io!
Ogni giorno tu mi parli,
ma come odo di rado
la tua voce! (Juan Ramòn Jimènez,da eternità pietra e cielo
2006-10-22 10:22:38
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answer #6
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answered by lilly 5
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a silvia di leopardi più che altro perchè mi sono venuti i brividi ala fine..
2006-10-22 10:11:46
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answer #7
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answered by boo 5
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Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese
dorate, calde, e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa fila di candele spente
le più vicine danno fumo ancora
fredde, disfatte, e storte
Non le voglio vedere!
m'accora il loro aspetto
la memoria m'accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare!
ch'io non scorga in un brivido
come s'allunga presto la tenebrosa riga
come crescono presto le mie candele spente.
2006-10-22 10:10:59
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answer #8
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answered by antogdm 3
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Fernando Pessoa
Il violinista pazzo
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Non fluì dalla strada del nord
né dalla via del sud
la sua musica selvaggia per la prima volta
nel villaggio quel giorno.
Egli apparve all' improvviso nel sentiero,
tutti uscirono ad ascoltarlo,
all' improvviso se ne andò, e invano
sperarono di rivederlo.
La sua strana musica infuse
in ogni cuore un desiderio di libertà.
Non era una melodia,
e neppure una non melodia.
In un luogo molto lontano,
in un luogo assai remoto,
costretti a vivere, essi
sentirono una risposta a questo suono.
Risposta a quel desiderio
che ognuno ha nel proprio seno,
il senso perduto che appartiene
alla ricerca dimenticata.
La sposa felice capì
d' essere malmaritata,
L' appassionato e contento amante
si stancò di amare ancora,
la fanciulla e il ragazzo furono felici
d' aver solo sognato,
i cuori solitari che erano tristi
si sentirono meno soli in qualche luogo.
In ogni anima sbocciava il fiore
che al tatto lascia polvere senza terra,
la prima ora dell' anima gemella,
quella parte che ci completa,
l' ombra che viene a benedire
dalle inespresse profondità lambite
la luminosa inquietudine
migliore del riposo.
Così come venne andò via.
Lo sentirono come un mezzo-essere.
Poi, dolcemente, si confuse
con il silenzio e il ricordo.
Il sonno lasciò di nuovo il loro riso,
morì la loro estatica speranza,
e poco dopo dimenticarono
che era passato.
Tuttavia, quando la tristezza di vivere,
poiché la vita non è voluta,
ritorna nell' ora dei sogni,
col senso della sua freddezza,
improvvisamente ciascuno ricorda -
risplendente come la luna nuova
dove il sogno-vita diventa cenere -
la melodia del violinista pazzo.
Ciao
2006-10-22 10:09:35
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answer #9
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answered by lupogrigio 7
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ecco la poesia che mi ha più emozionato e che ho scritto io personalmente:
Pioggia d'autunno scende leggera sul prato immacolato fragile rugiada posa silenziosa sui sottili fili d'erba intorno solo silenzio di cristallo spezzato dal pianto. e mille soli placheranno questa tempesta mille arcobaleni appariranno all'orizzonte ma dentro me sarà un piovere continuo il cuore congelato sta morendo piano piano le mani fredde e biancastre imprecano per un sorriso mentre intorno tutto si stà riscaldando il resto del mondo sembra indifferente al soffrir di due cuori ormai divisi e sembra un film visto mille volte questa storia piena di dolore e di tragedia e con i pezzi di un eterno amore tra le mani guardo in su verso il cielo grigio di novembre e chiedo agli angeli lassù di potermi sollevare e portarmi dall'unico essere con cui potrei rivivere e tu chissà cosa chiederai a quegli angeli lassù chissà se chiederai di quell'amore che ormai ti ha spezzato il cuore....
2006-10-22 10:07:19
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answer #10
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answered by Anonymous
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