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i dejà-vu sono forse momenti "già vissuti" o solo percezioni ingannevoli? Sono solo una sensazione che viene risvegliata da un "suggerimento" visivo o è qualcosa che si è relamente già visto/fatto/vissuto?

2006-10-15 09:48:00 · 5 risposte · inviata da *relax* 2 in Scienze sociali Psicologia

5 risposte

Secondo gli psichiatri sono delle manifestazioni di particolari stati d'ansia. Quando l'ansia supera un certo limite il pensare di essere già stati in un posto toglie ansia.

Nella parapsicologia si ritiene che siano ricordi di vite passate che affiorano alla memoria. Non avrei nulla da dire se non avessi avuto delle amiche che hanno avuto episodi di deja vu in piazze che non esistevano cinque anni fa.
Credo nella reincarnazione e nell'ipnosi retroattiva, ma nel fenomeno del deja vu credo che non si possa dare un'unica spiegazione. Quindi alcuni casi come gli episodi delle mie amiche sono casi di ansia, altri possono essere situazioni che riportano alla mente episodi di vite già vissute.

2006-10-15 10:02:15 · answer #1 · answered by ocima 7 · 0 0

questa risposta è tratta da:

http://www.vialattea.net/esperti/paranorm/dejavu.htm

l termine déjà-vu (letteralmente "già visto") venne introdotto dallo psicologo F. L. Arnauld nel 1896. Con tale espressione si indica il fenomeno per cui un soggetto ha la sensazione di aver già vissuto un certo evento, di essere già stato in un certo luogo, di aver già conosciuto una certa persona, ecc., pur essendo certo, a livello razionale, di non essersi mai trovato in una tale situazione. Contrariamente a quello che si può pensare, tali esperienze sono molto diffuse. Un sondaggio Gallup del 1991 ha mostrato che il 56% degli americani adulti ha provato tale esperienza.

Il coinvolgimento emotivo che accompagna queste esperienze ha condotto molti autori ad attribuire loro un significato trascendente o paranormale. Secondo alcuni il déjà-vu sarebbe una evidenza diretta della reincarnazione. In altre parole noi avremmo già vissuto in una vita precedente la stessa esperienza che stiamo vivendo in un dato momento. Secondo altri, verrebbe coinvolta addirittura la telepatia: il soggetto riceverebbe cioè informazioni telepatiche da parte di altri che avrebbero realmente vissuto quell'esperienza. Queste ipotesi sono assolutamente prive di ogni fondamento e rappresentano soltanto speculazioni fantasiose.

La psicoanalisi ha cercato di interpretare il fenomeno del déja-vu in termini di inconscio. In pratica durante tale esperienza riaffiorerebbero alla coscienza dei ricordi o pensieri repressi. Il soggetto avrebbe realmente vissuto l'esperienza in questione ma, anziché un ricordo cosciente, riaffiorerebbe soltanto una vaga sensazione di familiarità. Anche tale interpretazione non va al di là della semplice speculazione e sicuramente non è in grado di spiegare episodi di déjà-vu in cui si sa con assoluta certezza che il soggetto non ha mai vissuto l'esperienza in questione.

Più plausibili appaiono invece altri tentativi di interpretazione. Alcuni psicologi spiegano il déjà-vu come un errore della memoria, tecnicamente chiamato paramnesia. In pratica la nostra memoria fallirebbe nel credere di ricordare un certo episodio, in realtà mai avvenuto. Ad esempio, si può credere di essere già stati in un certo luogo, quando invece lo abbiamo visto semplicemente in fotografia. Altri autori (ad esempio lo psicologo francese Pierre Janet) sostengono che il déjà-vu più che un errore di memoria sia un errore percettivo. In altre parole noi percepiremmo erroneamente la realtà riscontrando illusoriamente una somiglianza con qualcosa che abbiamo già vissuto. Secondo un'altra interpretazione, il déjà-vu deriverebbe da una sorta di conflitto a livello di informazioni cerebrali. È stato ipotizzato che, in certi casi, il cervello può essere consapevole di una sensazione ricevuta prima che si sviluppi la consapevolezza della percezione stessa. In tal modo si creerebbe la strana sensazione della preconoscenza di una certa esperienza. Per alcuni questa asincronia nell'elaborazione dei segnali sensoriali deriverebbe da un'azione indipendente dei due emisferi cerebrali. In sostanza un emisfero avrebbe la sensazione di déjà-vu semplicemente perché l'evento è stato memorizzato alcuni istanti prima dall'altro emisfero. Un'ulteriore teoria interpreta il déjà-vu in termini di emozione dissociativa. Secondo questa ipotesi gli stimoli provenienti da una certa situazione potrebbero attivare delle emozioni che si erano verificate in passato e da questo deriverebbe la sensazione di familiarità (ad esempio, i ricordi prodotti in Marcel Proust dall'odore della celebre "maddeleine" possono rientrare nell'ambito delle emozioni dissociative). Contributi all'interpretazione del déjà-vu sono stati dati anche dalla neuofisiologia. È stata infatti notata una certa frequenza del verificarsi del déjà-vu negli istanti che precedono gli attacchi in soggetti epilettici. Il neurologo Wilder Penfield, negli anni Cinquanta, dimostrò che era possibile indurre episodi di déjà-vu stimolando elettricamente il cervello di pazienti epilettici. Anche i pazienti schizofrenici vivono frequentemente episodi di déjà-vu. Secondo tali studi quindi il déja-vu viene interpretato in termini di disordine neurologico. Va tuttavia osservato che il fenomeno è piuttosto frequente anche in soggetti perfettamente sani.

2006-10-15 16:52:50 · answer #2 · answered by Debred 2 · 1 0

sono imperfezioni di matrix

2006-10-15 17:08:49 · answer #3 · answered by Davide D 4 · 0 0

l déjà vu (in Francese /deʒavy/ "già visto"), chiamato anche paramnesia è la sensazione di aver vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando.

Il termine fu creato da un ricercatore psichico francese, Emile Boirac (1851–1917), nel suo libro L'Avenir des sciences psychiques (Il futuro delle scienze psichiche), espansione di un saggio che scrisse quando ancora era studente all'Università di Chicago. L'esperienza del déjà vu è di solito accompagnata da un forte senso di familiarità, ed anche un senso di "soprannaturalità", "stranezza" o "misteriosità". L'esperienza "precedente" è perlopiù attribuita ad un sogno, anche se in alcuni casi c'è una ferma sensazione che l'esperienza è "genuinamente accaduta" nel passato.

Il déjà vu sembra essere molto comune; in studi formali il 70% o più della popolazione ha riportato di avere avuto un déjà vu almeno una volta. Riferimenti all'esperienza del déjà vu si trovano anche nella letteratura del passato, ad indicare che non è un fenomeno nuovo. Comunque, in un ambiente di laboratorio, è estremamente difficile evocare un déjà vu, rendendolo una materia con pochi studi empirici.

2006-10-15 16:54:43 · answer #4 · answered by Perchè? 3 · 0 0

Il déjà vu (in Francese /deʒavy/ "già visto"), chiamato anche paramnesia è la sensazione di aver vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando.

Il termine fu creato da un ricercatore psichico francese, Emile Boirac (1851–1917), nel suo libro L'Avenir des sciences psychiques (Il futuro delle scienze psichiche), espansione di un saggio che scrisse quando ancora era studente all'Università di Chicago. L'esperienza del déjà vu è di solito accompagnata da un forte senso di familiarità, ed anche un senso di "soprannaturalità", "stranezza" o "misteriosità". L'esperienza "precedente" è perlopiù attribuita ad un sogno, anche se in alcuni casi c'è una ferma sensazione che l'esperienza è "genuinamente accaduta" nel passato.

http://it.wikipedia.org/wiki/D%C3%A9j%C3%A0_vu

2006-10-15 16:53:31 · answer #5 · answered by irina 5 · 0 0

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