Tutto accadde molto tempo fà, quando il cedro, l'abete e il pino, ancora avevano aghi che ingiallivano e cadevano, anzichè restare sempreverdi tutto l'inverno.
Un giorno di quei tempi antichi, uno Slovatar, andò nel bosco per cacciare.
Egli camminò e camminò, ed andò più lontano di quanto qualsiasi cacciatore avrebbe potuto pensare di andare.
Vide uno stagno, così vasto, che nessun animale avrebbe potuto attraversarlo, nessun uccello avrebbe potuto sorvolarlo da parte a parte.
E lo Slovatar disse tra sè e sè: " Se i nostri animali non possono attraversare questo stagno e se i nostri uccelli non possono volarvi attraverso, che tipo di animali e di uccelli vivranno dall'altra parte?"
E più ci pensava, e più s'incuriosiva.
"Devo capire- si disse- qualsiasi cosa accada devo arrivare là"
E così prese una bella rincorsa e saltò dall'altra parte. Si guardò attorno: la stessa terra, la stessa erba, gli stessi alberi.
"Che sciocco!- disse- non v'era alcun bisogno di saltare".
All'improvviso la sua bocca si spalancò per la meraviglia. In una piccola radura c'erano sette conogli tutti bardati... se ne stavano lì, quieti, in attesa.
Poi sette uomini uscirono da sette tane; erano uguali agli altri uomini, soltanto più piccini...quando i conigli appiattivano le loro orecchie, essi ,diventavano più grandi di loro, e quando le orecchie dei conigli erano alzate, gli uomini apparivano più piccoli.
Erano uomini eterni, che si bagnavano in acque viventi e non morivano mai.
Ed uno di loro, il più vecchio, con i capelli bianchi ed una lunga lunga barba bianca, pregò lo Slavatar di aiutarli ad uccidere una bestia che li stava uccidendo.
Il cacciatore la trovò, e la uccise.
Per riconoscenza, gli omini decisero di donare la vita eterna anche a lui che, li aveva salvati.
Egli, felice, tornò nella sua valle e raccontò tutto alla sua gente.
Così gli Slavatar iniziarono ad aspettare i piccoli uomini immortali.
Attesero un giorno, due giorni, tre giorni, molti giorni. Ma gli ospiti attesi non arrivarono, e gli Slavatar, si dimenticarono di loro e della loro promessa.
Venne l'inverno.
Era tutto gelato. Una lastra di ghiaccio ricopriva lo stanco stagno.
Un giorno le donne del villaggio, andarono a cercare legna, quando ad un tratto, videro i conigli, sulla cui sella sedeva un piccolo omino, avanzare velocemente contro di loro... le donne iniziarono a ridere guardando quei buffi omini e loro, orgogliosi, si offesero per quell'accoglienza.
Quello davanti , con la chioma e dalla lunga barba bianca, gridò, e tutti versarono il contenuto dei loro vasi a terra. Poi i conigli si girarono e saltellarono via, veloci più del vento.
E fù così che gli Slavatar non ebbero mai l'acqua vivente, essa,andò al pino, al cedro e all'abete.
E' per questo che sono sempre così fresci e verdi, sono eterni.
I loro aghi, non muoiono mai.
si non è il massimo lo sò...ma ma me piace!!! in fondo qualcosa insegna!!! la raccontava mio nonno, in parole molto molto più semplici... ma ne rimanevo comunque rapita ...
e poi apprezza...mi stanno fumando le mani!!!
kiss begl'occhioni!!! ahahahah
2006-10-14 02:11:33
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answer #1
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answered by sasha_enka 4
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non sono un' oratrice brava quanto te----ma con poche parole spero comprenderai- ai tempi della guerra mia nonna raccontava che tutto doveva essere oscurato e i camini spenti--per non attirare il nemico----" siamo in trentino, seconda guerra mondiale"--allora si andava nella stalla e le mucche davano il calore corporeo---gli amici, un mazzo di carte e una bottiglia di vino---ti facevano pensare di essere in paradiso!
2006-10-14 09:09:35
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answer #2
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answered by keinze 7
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