io porto con me l' esempio di mio padre che non era un cattolico praticante. Quando si ammalò di tumore cacciò via in malo modo il prete che era venuto a fargli visita e confortarlo, non voleva vedere nessuno e non aveva fede in niente. Ma qualche mese prima che morisse chiese a mia madre di insegnarle a pregare e poi si riconciliò con chi aveva litigato prima, man mano che il giorno della sua morte si avvicinava volle chiamare il prete per una confessione e poi passava le notti a farsi leggere la bibbia da mia mamma. Aveva fatto un cambiamento straordinario e tutti noi ci chiedevamo come era successo.... Scrivo col groppo alla gola perché quel periodo per tutti noi è stato terribile e quando la sofferenza è profonda ti rimane solo Dio e nessun altro....
Ma non per tutti è così perché ho saputo di gente che è morta imprecando....
2006-10-03 06:26:55
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answer #1
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answered by Luce 5
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Come lo sai?
Sei stato accanto a tanti moribondi da aver potuto constatare che sono tanti?
Io, per la mia esperienza di accompagnamento di tante decine di moribondi posso dirti che gli atei convinti, in buona fede e in armonia con la propria coscienza sono rimasti tali, mentre alla spiritualità si sono avvicinati tanti e tanti peccatori. Gente che faceva un bilancio della propria vita, e quale occasione migliore della resa dei conti per fare un bilancio?, appurando che qualcosa non era andato per il suo verso.
Di atei veri comunque ne arrivano pochi davvero, ma non perchè diventano credenti, ma perchè ce ne sono pochi anche da sani. Quelli che generalmente si dichiarano atei convinti sono spesso anticlericali, anti credenze che credono superstizioni, anti qualcosa che li fa sentire meglio che guardare dentro il cuore per leggervi davvero quello che c'è.
Quel cammino ultimo che tutti compiremo è davvero un percorso impervio dove giorno dopo giorno si fa un bilancio del male e del bene fatto ed è questo che avvicina, non tanto a Dio, quando al Mistero.
E' un percorso di grande ricchezza spirituale anche per alcuni atei che non sono privi di una intensissima vita interiore spesso assai più ricca di quella di tanti credenti che sono tali più per superstizione che per vera fede.
2006-10-03 06:26:04
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answer #2
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answered by marte 6
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perchè nella paura l'uomo ha una predisposizione naturale a credere in qualsiasi cosa lo possa far sentire più sicuro e protetto
2006-10-03 06:11:39
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answer #3
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answered by Anonymous
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Ha già dato la ridposta corretta Alex Nature: chi te l'ha detto? È semplicemente autoconsolatorio, a sostegno fors'anche di convinzioni non saldissime, affermare che MOLTI... sulla base di quali statistiche?
2006-10-03 06:27:00
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answer #4
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answered by Proteo 7
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e chi lo ha detto?
2006-10-03 06:17:09
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answer #5
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answered by Alex Nature 5
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Per la stessa ragione per cui esistono le religioni: paura del nulla della morte.
2006-10-04 07:14:42
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answer #6
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answered by squakkerun 5
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Dici? Ne sei sicuro?! Una rondine non ha mai fatto primavera!
Io sono ogni giorno sempre più convinto che non esiste nulla e mi sento sempre più libero e leggero...
Comunque, quando accadrà, te lo farò sapere...Ti verrò in sogno.
Non è una "minaccia", è una promessa.
:-)
2006-10-03 21:32:11
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answer #7
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answered by Mikè 3
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Hai delle statistiche che possono dimostrarcelo? O è solamente una supposizione ?
Ritengo questa domanda un'offesa all'ateismo.
La prossima volta poni diversamete la domanda.
Se vuoi un'aiutino avresti potuto scrivere così.
"Come mai in punto di morte, ALCUNI agnostici, miscredenti o cattolici non praticanti si avvicinano a Dio ?"
L'ateo è ateo fino alla morte: La convinzione che in punto di morte ci si possa redimere al massimo può essere associata ad un agnostico ma l'ateo è consapevole che dopo la morte ci sia il nulla eterno.
Non confondiamo agnostici, atei, razionalisti e cattolici non praticanti!
2006-10-03 07:40:35
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answer #8
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answered by Anonymous
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Perché è una speranza ed anche se nella vita non si è creduto non si poteva avere alcuna certezza. In quel momento si spera, più che mai, che Dio esista.
2006-10-03 08:49:29
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answer #9
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answered by Vendicatore_d'iniquità 3
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Perché sentono il bisogno di aggrapparsi ad un qualcosa che li fa sperare che alla fine la loro vita ha avuto un senso.....forse è dura anche per gli atei convivere con il pensiero che dopo la morte non c'è nulla.....
2006-10-03 06:28:38
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answer #10
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answered by RaMs 5
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