PARADISO CANTO XXIII Divina commedia Dante Alighieri
Parafrasi:
«Apri li occhi e riguarda qual son io;
tu hai vedute cose, che possente
se' fatto a sostener lo riso mio».
"Riapri gli occhi e guardami in tutto il mio splendore: tu hai veduto tali cose, che (ora) sei dotato di forza sufficiente a sostenere la luce del mio sorriso."
46-8 qual son io: quale luce di letizia risplende in me. Da quando erano saliti nel cielo di Saturno, Beatrice non aveva più riso, perché Dante non avrebbe potuto reggere con la vista a tanto fulgore, ma ora egli ha veduto con i suoi occhi tali cose (il trionfo di Cristo) che la sua potenza visiva, pur rimanendone abbagliata, ha acquistato una capacità di resistenza estesa oltre i limiti naturali.
2006-09-30 22:45:02
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answer #1
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answered by elival64 6
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Dante "La Divina Commedia" canto XXIII
Parla Beatrrice:
"Apri gli occhi e guarda attentamente cosa io sono;
tu ha veduto cose tanto mirabili che il tuo sguardo
è diventato tanto potente da poter sostenere la vista del mio sorriso"
Beatrice nn aveva più sorriso ma poichè Dante aveva intravisto la Maestà Divina,adesso poteva sostenere la vista del sorriso di Beatrice e in esso ha come uno stordimento
2006-10-01 04:55:20
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answer #2
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answered by asherah_2005 3
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Lo stupore, l'ammirazione sconfinata del creato.
Per dirla con il Dante "psicologo" ... siamo in Paradiso .. siamo al cospetto delle cose meravigliose che sono nascoste dentro di noi ed alle quali giungiamo a gradi .... lentamente ... Quando, finalmente, "vediamo" ora e solo ora possiamo finalmente "capire" ..... e siamo fortificati ....
Dante fu un grandissimo anticipatore della lettura dell'"uomo" ante litteram ..... capì molto prima di altri cose misteriose del nostro interiore ... Ma non aveva, haimé, possibilità di esternare le sue scoperte ed i risultati dei suoi studi sull'animo umano ..... trovò un sistema insospettabile: scrisse la Commedia .....
2006-10-01 00:34:02
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answer #3
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answered by Anonymous
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