Il motto di Hahne: «Riportare Dio nella politica!», un invito di scottante attualità con una forte carica dirompente. Il moderatore televisivo e autore di best seller Peter Hahne ritiene infatti che il dramma dell'attacco terroristico alle torri gemelle di New York abbia provocato un solco profondo nella storia del mondo e nello spirito del nostro tempo. Non c'è dubbio che l'11 settembre ha sancito la fine della società del divertimento e l'inizio di una nuova ricerca di valori. Ma quali sono oggi i valori portanti che vale davvero la pena di difendere? Peter Hahne ci offre un'appassionante analisi del contemporaneo e, al tempo stesso, ci incita al ritorno a quei valori immutabili che ci consentiranno di rinnovare la nostra società malata. Se non ricorriamo alle nostre origini non ci sarà un futuro. Solo una società fatta di speranze fondate ha una chance di sopravvivenza. A tal fine ci servono modelli ed esempi molto più che non prescrizioni, e valori che non siano semplicemente tali ma siano condivisi.
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Il fondamento della critica alla religione é: è l’uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l’uomo. Infatti, la religione è la coscienza di sè e il sentimento di sè dell’uomo che non ha ancora conquistato o ha già di nuovo perduto se stesso. Ma l’uomo non è un'entità astratta posta fuori del mondo. L’uomo è il mondo dell’uomo, lo Stato, la società. Questo Stato, questa società producono la religione, una coscienza capovolta del mondo, poiché essi sono un mondo capovolto. La religione è la teoria generale di questo mondo, il suo compendio enciclopedico, la sua logica in forma popolare, il suo punto d’onore spiritualistico, il suo entusiasmo, la sua sanzione morale, il suo solenne completamento, il suo universale fondamento di consolazione e di giustificazione. Essa è la realizzazione fantastica dell’essenza umana, poiché l’essenza umana non possiede una realtà vera. La lotta contro la religione è dunque, mediatamente, la lotta contro quel mondo, del quale la religione è l’aroma spirituale. La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale. L’esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l’esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni. La critica della religione, dunque, è, in germe, la critica della valle di lacrime, di cui la religione è l'aureola. La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l'uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi. La critica della religione disinganna l'uomo affinché egli pensi, operi, dia forma alla sua realtà come un uomo disincantato e giunto alla ragione, affinché egli si muova intorno a se stesso e, perciò, intorno al suo sole reale. La religione è soltanto il sole illusorio che si muove intorno all'uomo, fino a che questi non si muove intorno a se stesso. E' dunque compito della storia, una volta scomparso l'al di la della verità, quello di ristabilire la verità dell'al di qua. E innanzi tutto è compito della filosofia, la quale sta al servizio della storia, una volta smascherata la figura sacra dell'autoestraneazione umana, smascherare l'autoestraneazione nelle sue figure profane. La critica del cielo si trasforma così nella critica della terra, la critica della religione nella critica del diritto, la critica della teologia nella critica della politica. La critica della religione approda alla teoria che l'uomo è per l'uomo l'essere supremo. (Karl Marx)-----Ho ritenuto di risponderti con Marx perchè lucidamente affronta tematiche attuali con molto anticipo e già da una risposta a tesi che non sono altro che una riproposizione di quelle di sempre,dietro la maschera di avvenimenti dell'oggi.Ciao
2006-09-30 06:21:14
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answer #1
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answered by lupogrigio 7
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Sembra un'analisi molto superficiale. Questi valori del divertimento non sono stati inculcati, ma sono diretti discendenti dei valori del Cristianesimo. Inoltre per quanto riguarda il confronto con le altre civiltà, devi mettere in conto che noi abbiamo i soldi, loro hanno solo la fede. Il danaro corrompe, più che valori del divertimento direi schiavi di mammona. Non mi sembra una gran scoperta.
Inoltre si dovrebbe controllare cosa intende quest'uomo fantasioso con "valori del cristianesimo", dato che ce ne son di tutti i tipi e colori. Se permette, è una cosa che dovrebbe stabilire il papa, e non il primo crucco che passa ( il papa?!).
Dunque concludo dicendo che quel libro è carta straccia. I valori dell'occidente stanno permeando con la loro mancanza di fede all'interno di tutte le nazioni del mondo; arabi in giacca e cravatta, Bollywood, cinesi che giocano nell' NBA. Il declino sarà per coloro che non sapranno introiettare i valori distruttivi della globalizzazione: tutte queste culture moriranno sotto l'effetto di una coprente e livellante epidermide a-culturale. Non i doveri hanno fatto grande l'occidente, ma solo le guerre.
Il signor Hahne è un cretino da record. E un integralista.
2006-09-30 15:12:52
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answer #2
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answered by diogene_cinico 3
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Tutti i nodi arrivano al pettine ...
ma se hai i capelli sani ...
non si rompono ...
Se la Festa è finita ... basta organizzarne un' altra .
E crederci , con coscienza ...
Ma lo scrittore sarà mica Mu"SS"ulmano ?
2006-09-30 13:16:35
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answer #3
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answered by n1Alex 3
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mi sembra che il cristianesimo non centra nulla. Anche gli antichi romani, divenuti dopo secoli di supremazia una molle civiltà, si infiacchirono talmente da essere sconfitti da popolazioni fresche, provenienti da luoghi inospitali, capaci di quello spirito di sacrificio ormai perso dai "civili".
D'altra parte coloro che premono ai nostri confini di benessere e supremazia politico/economico/militare sono popoli che non hanno mai conosciuto il cristianesimo ed hanno religioni che neppure assomigliano alla nostra (molto più simile alla musulmana che alle orientali)
2006-09-30 11:57:08
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answer #4
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answered by ilsobrio 2
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In nome e x conto del cristianesimo abbiamo fatto di tutto e di +,
Sicuramente ci sono dei valori come la solidarietà, l'onore, e molti altri che vengono sistematicamente disattesi da tutti, non parliamo poi del rispetto per gli anziani, i sofferenti, i deboli.
Appunto i valori fondamentali non hanno + valore.. ma non credo che basti essere un buon cristiano per avere questi doni.
C'è in mezo anche l'educazione che diamo ai nostri figli, se loro hanno dei genitori che gli fanno vedere come trovare la strada meno difficile per raggiungere uno scopo, c'è forse da meravigliarsi se adottano loro stessi questa strada?
2006-09-30 11:49:54
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answer #5
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answered by Alberto D 5
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ha ragione, è una riflessione corretta. però in questo occidente io ancora un pò di fiducia ce l'ho....
2006-09-30 11:47:09
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answer #6
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answered by goodgirl 4
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L'europa ha i mezzi e la cultura necessari a passare anche questo periodo storico.No,non credo proprio in una caduta dell'occidente,confido molto di più nella sua rinascita
2006-09-30 11:45:46
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answer #7
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answered by bikaner 7
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Tutto si distrugge e tutto si rigenera...
2006-09-30 11:42:37
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answer #8
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answered by claudia c 5
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