Ciao, ti allego un documento ufficiale della Chiesa Cattolica che parla della sessualià e dopo uno che parla della castità, almeno avrai la possibilità di leggere perchè la Chiesa parla dell'amore e non semplicemente del rapporto sessuale, il quale è importante ed è dono di Dio ma è una parte dell'amarsi e pur essendo importantissima non è detto che sia la più importante.
ciao e buona vita
Qual è l’importanza umana della sessualità?
• Già sul piano umano, è molto importante la sessualità nella persona. Infatti:
- la sessualità si pone nella linea dell’essere della persona, è una sua conformazione strutturale, caratterizza il suo essere, e lo attualizza nella dimensione relazionale verso l’altro: essere con e per l’altro
- l’uomo e la donna sono per costituzione rivolti l’uno all’altro: l’alterità e l’originalità consentono la reciprocità e l’integrazione
- l’indole sessuata dell’essere umano e la facoltà umana di generare “sono meravigliosamente superiori a quanto avviene negli stadi inferiori della vita” (GS 51)
- «la sessualità esercita un’influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell’unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l’affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in modo più generale, l’attitudine a intrecciare rapporti di comunione con altri» (CCC, n. 2332)
- la persona umana, a giudizio degli scienziati del nostro tempo, è così profondamente influenzata, in ogni sua espressione, dalla sessualità, che questa deve essere considerata come uno dei fattori che danno alla vita di ciascuno i tratti principali che la distinguono. Dal sesso, infatti, la persona umana deriva le caratteristiche che, sul piano biologico, psicologico e spirituale la fanno uomo o donna, condizionando così grandemente l’iter del suo sviluppo verso la maturità e il suo inserimento nella società
- la sessualità, con le sue manifestazioni, si colloca all’incrocio tra biologico e psichico, tra natura e cultura, tra identità personale – la cui rilevanza antropologica è enorme - e le sue condizioni naturali e culturali
- nello stesso tempo, la persona trascende la sua sessualità; quindi, non può lasciarsi imprigionare da essa.
• La sessualità non è:
- un aspetto accidentale o secondario della personalità
- una costruzione culturale o sociale
- un elemento passeggero, transitorio.
• La sessualità si differenzia nell’uomo (mascolinità) e nella donna (femminilità):
- la differenza tra l’uomo e la donna è un elemento essenziale nella persona, un elemento costitutivo dell’identità personale. L’identità sessuale maschile o femminile, in quanto specificità ontologica dell’individuo, appartiene al carattere unico e irripetibile di una persona umana e la caratterizza nelle sue molteplici dimensioni
- le differenze sessuali tra uomo e donna, pur manifestandosi certamente con attributi fisici, di fatto trascendono il puramente fisico e toccano il mistero stesso della persona. Ogni persona è definita dalla propria identità sessuale. La persona è maschio o femmina dal suo concepimento e lo è in maniera irreversibile, in quanto il suo genotipo, cioè il complesso dei caratteri genetici di un individuo, si ritrova in tutte le cellule nucleate del suo corpo di uomo o di donna.
Come la Fede cristiana considera la sessualità?
• La Fede cristiana accoglie e completa tutti gli aspetti positivi che già sul piano umano caratterizzano sessualmente la persona.
• In particolare la Fede cristiana mette in stretta correlazione la sessualità con una certa concezione e attuazione dell’amore: “non quello della concupiscenza, che vede solo oggetti con cui soddisfare i propri appetiti, ma quello dell’amicizia e dell’oblatività, in grado di riconoscere e amare le persone per se stesse. E’ un amore capace di generosità, a somiglianza dell’amore di Dio; si vuol bene all’altro perché lo si riconosce degno di essere amato. È un amore che genera la comunione tra persone, poiché ciascuno considera il bene dell’altro come proprio. È un dono di sé fatto a colui che si ama, in cui si scopre, si attua la propria bontà nella comunione di persone e s’impara il valore di essere amato e di amare” (VS, n.9).
• Inoltre, nella visione cristiana, l’importanza della sessualità è ancor maggiormente motivata. Infatti:
- La differenza tra i sessi appartiene al modo specifico in cui esiste l’imago Dei: l’essere immagine di Dio si manifesta, sin dall’inizio della storia umana, nella caratterizzazione sessuale: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn 1,27)
- quando un uomo e una donna uniscono il loro corpo e il loro spirito in un atteggiamento di totale apertura e donazione di sé, formano una nuova immagine di Dio. La loro unione in una sola carne non risponde semplicemente a una necessità biologica, ma all’intenzione del Creatore che li conduce a condividere la felicità di essere fatti a sua immagine
- la specificità sessuale, nella persona umana, è rafforzata dall’Incarnazione del Verbo. Egli ha assunto la condizione umana nella sua totalità, assumendo un sesso, ma diventando uomo in entrambi i sensi del termine: come membro della comunità umana, e come essere di sesso maschile
- l’Incarnazione e la Risurrezione di Cristo estendono anche all’eternità l’identità sessuale originaria dell’imago Dei. Il Signore risorto rimane un uomo; la persona santificata e glorificata della Madre di Dio, adesso assunta corporalmente in cielo, continua ad essere una donna.
• Tale concezione umano-cristiana della sessualità impedisce che:
- le persone si usino come si usano le cose
- la sessualità venga considerata come una dimensione del tutto al di fuori delle norme morali, dove non ci sono in gioco valori o disvalori, ma solamente gusti personali sui quali a nessuno è lecito esprimere giudizi morali. La pretesa di porre la sessualità al di fuori e al di sopra di ogni ordine morale, in una sfera di diritti intangibili, è il frutto di una cultura radicale, di un individualismo estremo in cui i valori diventano il prodotto esclusivo di una erronea concezione della libertà del singolo.
Esiste una superiorità di un sesso rispetto all’altro?
• La Bibbia non dà alcun adito al concetto di una superiorità naturale del sesso maschile rispetto a quello femminile. Nonostante le loro differenze, i due sessi godono di una implicita eguaglianza, di pari dignità:
- «Creando l’uomo “maschio e femmina”, Dio dona la dignità personale in eguale modo all’uomo e alla donna, arricchendoli dei diritti inalienabili e delle responsabilità che sono proprie della persona umana» (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 22). Uomo e donna sono ugualmente creati a immagine di Dio;
- entrambi sono persone, dotate di intelligenza e volontà, capaci di orientare la propria vita con l’esercizio della libertà.
• Uguaglianza, sì, tra i sessi, ma nella distinzione, reciprocità e complementarità:
- ciascuno realizza in maniera peculiare la propria identità sessuale
- l’uomo e la donna hanno bisogno l’uno dell’altra per raggiungere una pienezza di vita.
• Occorre valorizzare l’originalità e la specificità sia dell’uomo che della donna nella famiglia, nella società, nella Chiesa.
• L’originaria amicizia e armonia tra uomo e donna è stata seriamente compromessa dal peccato, come pure la realizzazione della positività del corpo umano.
Qual è la positività del corpo umano?
• La Fede cristiana ha una concezione positiva del corpo, dovuta al fatto che il corpo:
- è dono di Dio creatore
- è stato assunto da Cristo nell’Incarnazione
- è il mezzo della Redenzione (corpo immolato e risorto del Cristo)
- è tempio dello Spirito Santo
- è chiamato a risorgere alla fine di questo mondo.
• La Fede cristiana afferma che l’essere umano:
- non ha anche una corporeità, ma è anche una corporeità
- è unità di anima e di corpo, quale spirito incarnato
- è chiamato all’amore come spirito incarnato, cioè anima e corpo nell’unità di persona.
L’amore umano abbraccia pure il corpo e il corpo esprime anche l’amore spirituale. La sessualità quindi non è qualcosa di puramente biologico, ma riguarda piuttosto il nucleo intimo della persona. L’uso della sessualità come donazione fisica ha la sua verità e raggiunge il suo pieno significato, quando è espressione della donazione personale dell’uomo e della donna fino alla morte.
• Nello stesso tempo il cristiano è consapevole che alle origini del mondo c’è stato il peccato originale, il quale ha ferito la positività del corpo. E pertanto da allora tale positività è per la persona, un progetto da realizzare, anche con fatica e rinunce. E tuttavia non è un progetto impossibile, in quanto Cristo è venuto per rendere possibile la realizzazione di tale progetto.
Qual è il progetto del corpo da realizzare?
La coscienza di essere creato da Dio a Sua immagine e somiglianza porta la persona alla consapevolezza di essere dono ricevuto da un Altro. Da un tale essere-dono deriva l’impegno, il progetto di dover-essere-dono con e per l’altro, attraverso il dominio e la donazione di sé. Si attua così la dimensione sponsale del corpo, cioè la capacità di esprimere l’amore: quell’amore appunto nel quale l’uomo-persona diventa dono e — mediante questo dono — attua il senso stesso del suo essere ed esistere.
Come la Chiesa Cattolica valuta la masturbazione?
• La Chiesa cattolica afferma che “la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato. La ragione principale è che qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale, al di fuori dei rapporti coniugali normali, contraddice essenzialmente la sua finalità” (CDF, Alcune questioni di etica sessuale, n. 9).
• Nella masturbazione, “il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della relazione sessuale richiesta dall’ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l’integro senso della mutua donazione e della procreazione umana.
• Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l’azione pastorale, si terrà conto dell’immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d’angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale” (CCC, n. 2352).
Qual è il criterio principale della moralità dell’atto sessuale?
E’ il rispetto della finalità di questo atto che garantisce la sua onestà morale.
Qual è la finalità dell’atto sessuale?
• L’atto sessuale ha due significati da realizzare: unitivo e procreativo.
• Con il significato unitivo, si evidenzia che nell’atto sessuale:
- sono coinvolte inscindibilmente entrambi le dimensioni personali: quella corporale e quella spirituale. Nel dono del corpo, l’uomo e la donna si riconoscono e si accolgono come donazione e accoglienza, come comunione integrale e definitiva
- l’uomo e la donna esprimono, in modo esclusivo, il dono reciproco e disinteressato di un certo tipo di amore: quello totale, fedele e indissolubile l’uno per l’altra. Poiché il rapporto sessuale coinvolge tutte le dimensioni della persona (fisiche, psichiche, affettive, spirituali…) coinvolge anche tutte queste caratteristiche dell’amore
• Nello stesso tempo, col significato procreativo, si esprime simultaneamente l’apertura al dono della vita: il figlio, accolto come persona, dono, promessa, compito (cfr. Cap. XIII).
• Tra i due significati dell’atto sessuale, esiste una connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l’uomo non può rompere di sua iniziativa. Infatti per sua intima struttura, l’atto sessuale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell’essere stesso dell’uomo e della donna.
• “Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l’atto coniugale conserva integralmente il senso del mutuo e vero amore ed il suo ordinamento all’altissima vocazione dell’uomo alla paternità” (Donum vitae, n.4).
Il tentativo di separare l’esercizio della sessualità dalla sua responsabile apertura alla vita, così come quello, simmetricamente antitetico, di sradicare la procreazione umana dal contesto sponsale tra l’uomo e la donna, costituiscono gravissime ferite alla verità dell’amore e alla dignità delle persone.
Perché la Fede cristiana riserva l’atto sessuale solo all’interno del sacramento del matrimonio?
• La Fede cristiana riserva l’atto sessuale solo all’interno del sacramento del matrimonio, perché solo nel matrimonio si possono realizzare pienamente e inscindibilmente i due significati dell’atto sessuale.
• Al di fuori del matrimonio, l’atto sessuale non realizza, o realizza solo parzialmente, la ricchezza e la bellezza di tali suoi significati.
• Lo splendore, la pienezza e l’esclusività dell’amore coniugale derivano dalle sue qualità fondamentali: umanità (sensibile e spirituale), libertà, oblatività, totalità, unità, status sociale ed ecclesiale, fedeltà, indissolubilità, fecondità, sacramentalità.
• A questo amore coniugale, e soltanto a questo, appartiene la donazione sessuale, che si realizza in modo veramente umano, solo se è parte integrante dell’amore con cui l’uomo e la donna si impegnano totalmente l’uno verso l’altra fino alla morte.
• Per realizzare tale obbiettivo, i coniugi possono contare sulla grazia divina che è propria e specifica del sacramento del matrimonio. Ma è necessario pure l’impegno personale di ciascuno dei coniugi. Per questo non sempre si realizza tale obbiettivo.
• Ma quando i due sposi rispettano e perseguono i due significati nel loro rapporto coniugale, essi:
- lodano e ringraziano Dio
- lo benedicono
- manifestano e incarnano l’amore disinteressato, fedele e indissolubile di Dio
- si santificano a vicenda
- fanno crescere nella santità la propria famiglia, la Chiesa e l’umanità.
Quale importanza ha l’astenersi dall’atto sessuale fuori del matrimonio, e talvolta anche nel matrimonio?
• È importante non tanto nel suo aspetto di rinuncia, di sacrificio, quanto di rispetto della propria sessualità, considerata e vissuta nelle dimensioni e nei valori umano-cristiani sopra descritti.
• L’astenersi dai rapporti sessuali (continenza), oltre che evitare il rischio di una procreazione indesiderata, può anche:
- essere autentico segno di attenzione, rispetto, amore autentico e pieno dell’altro
- offrire un servizio terapeutico, e cioè può offrire un valido aiuto a vivere con maggiore dedizione e intensità d’amore l’atto sessuale all’interno del sacramento del matrimonio. L’attesa può accrescere, purificare e perfezionare il desiderio della mutua donazione e sviluppare una onesta e casta gestualità affettiva coniugale
- svolgere una funzione propedeutica: essere buon allenamento per rispettare la fedeltà coniugale all’interno del matrimonio, sopratutto durante i periodi di assenza temporanea e/o prolungata del coniuge, o durante i momenti di indisposizione o malattia dell’uno o dell’altro
- favorire la conoscenza e la padronanza di sé, che conferiscono un più alto valore umano alla stessa persona. Esige sì un continuo sforzo, ma, grazie al suo benefico influsso, la persona può sviluppare integralmente la propria personalità, arricchendola di valori spirituali: essa apporta frutti di serenità e di pace; agevola la soluzione di altri problemi; favorisce l’attenzione verso l’altro, aiuta a bandire l’egoismo, nemico del vero amore, approfondisce il senso di responsabilità.
- “La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quell’unità, che abbiamo perduto disperdendoci nel molteplice” (Sant’Agostino, Confessiones, 10, 29, 40).
• Ma se è importante astenersi dall’atto sessuale per i suddetti motivi, è ancora più importante perché si vuol realizzare la virtù della castità.
Che cos’è la castità?
La castità:
• è l’affermazione gioiosa di chi sa vivere il dono di sé, libero da ogni schiavitù egoistica; rende armonica la personalità, la fa maturare e la riempie di pace interiore; rende capaci di rispettare gli altri, perché fa vedere in essi persone da venerare in quanto create a immagine di Dio e per la grazia figli di Dio, ricreate da Cristo che «vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce ammirabile» (1 Pt 2,9).
• è come la trasparenza e, ad un tempo, la custodia di un dono ricevuto, prezioso e ricco, quello dell’amore, in vista del dono di sé che si realizza nella vocazione specifica di ognuno. La castità è dunque quella energia spirituale che sa difendere l’amore dai pericoli dell’egoismo e dell’aggressività e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione.
• Non è solo virtù morale (formata dall’amore), ma parimenti è virtù connessa con i doni dello Spirito Santo, anzitutto con il dono del rispetto di ciò che viene da Dio (donum pietatis).
Perché è importante la castità?
Perché essa consente di vivere:
• la propria dignità di persona in pienezza, coinvolgendo le qualità fisiche- psichiche- affettive, spirito e corpo, in un progetto globale di vita: due in uno, un cuor solo e un’anima sola, una comunione di vita e di amore
• la propria sessualità all’interno dell’amore, inteso come gioiosa e reciproca comunione di tutto ciò che si è e si ha, come donazione disinteressata, totale e definitiva di sé all’altro
• l’autodominio come virtù: “Il dominio di sé è un’opera di lungo respiro. Non lo si potrà mai ritenere acquisito una volta per tutte. Suppone un impegno da ricominciare ad ogni età della vita. Lo sforzo richiesto può essere maggiore in certi periodi, quelli, per esempio, in cui si forma la personalità, l’infanzia e l’adolescenza” (CCC, n. 2342)
• l’attesa come momento prezioso di crescita e di realizzazione del vero amore
• il rapporto col proprio corpo nel suo significato integrale, umano-cristiano
• l’amicizia pura e vera verso il prossimo come comunione spirituale.
Quali caratteristiche ha la castità?
• Essa va attuata sia nel matrimonio sia nella verginità
• “conosce leggi di crescita, la quale passa attraverso tappe segnate dall’imperfezione e assai spesso dal peccato. L’uomo virtuoso e casto si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita ”(CCC, n. 2343)
• richiede un’educazione graduale e integrale della volontà, dei sentimenti, delle emozioni
• “rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio. Indica al discepolo come seguire ed imitare Colui che ci ha scelti come suoi amici, si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della sua condizione divina. La castità è promessa di immortalità”. (CCC, nn. 2345- 2346)
• comporta:
- l’integrità della persona: la persona casta conserva l’integrità delle forze di vita e di amore che sono in lei, mediante anche “la virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità” (CCC, n. 2341)
- l’integralità del dono di sé: la persona casta integra la sessualità nella persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé, è una scuola del dono della persona.
• salvaguarda la sessualità dalle sue manipolazioni, la protegge dalla sua banalizzazione e la riscopre come mistero addirittura divino, incontro con l’altro, che è annuncio dell’incontro con Dio
• evita di:
- ridurre la persona a puro strumento, a possesso come se la persona fosse un oggetto
- cadere in interessi individualistici, egoistici
- produrre frutti amari di sfruttamento e violenza.
• La castità non è pertanto:
- rifiuto della sessualità
- disistima dei valori e delle esigenze della sessualità.
Tutti sono chiamati a vivere la castità?
• Ogni persona è chiamata alla castità, secondo il proprio stato di vita. Le esigenze di questa virtù s’impongono a tutti: ai giovani, alle coppie sposate, ai singoli, alle persone consacrate.
• Le modalità di esercizio della castità variano, certo, a seconda dello stato di vita; gli atti legati alla genitalità sono moralmente buoni solo all’interno del matrimonio, nel quale il loro esercizio resta comunque regolato da questa stessa virtù di castità.
• “La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi. Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza.
• I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l’un l’altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell’amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità” (CCC, nn. 2349 -2350).
• La tradizione cristiana ha sempre affermato il valore della verginità e del celibato, che promuovono rapporti di casta amicizia tra persone, e nel contempo sono segno della realizzazione escatologica di tutto l’amore creato nell’amore increato della Beata Trinità.
È facile vivere la castità?
La fedeltà alle esigenze di una vita casta può essere difficile e richiedere sacrifici. Ma difficile non vuol dire impossibile. La castità è frutto:
• della grazia di Dio : “Essa è anche un dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito. Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo a colui che è stato rigenerato dall’acqua del Battesimo” (CCC, n. 2345)
• dell’impegno personale: chi ricorre con fiducia alla preghiera e ai sacramenti può lottare vittoriosamente contro le tentazioni, e le vittorie che riporta sono fonte di gioia spirituale
• dello sforzo culturale, che tutta la società deve mettere in atto. È vero che, nella nostra civiltà erotizzata, molte sirene insinuano che resistere a pulsioni considerate irresistibili può provocare squilibri psichici. Ma ciò significa non vedere quanto la persona possa crescere assumendo coraggiosamente le sue responsabilità e dominando le proprie spinte istintive. Già la ragione filosofica lo intuisce; alla luce della Fede, poi, questa lotta della libertà prende una nuova dimensione.
Come educare alla castità?
• Educare alla castità comporta:
- un impegno educativo alla sessualità che parte dalla più tenera età, attraverso i genitori in un primo momento e gli educatori in seguito, sostenendo la crescita della persona con il dialogo personalizzato, l’esempio e la preghiera. L’informazione sessuale va sempre collocata nel contesto dell’educazione all’amore, e deve essere sempre positiva e prudente, chiara e delicata
- un’offerta di percorsi di educazione all’amore e all’affettività, rivolti ai genitori, ai formatori, ai figli. La Chiesa cattolica sostiene che l’educazione sessuale, diritto e dovere fondamentale dei genitori, deve attuarsi sempre sotto la loro guida sollecita, sia in casa sia nei centri educativi da essi scelti e controllati. In questo senso la Chiesa ribadisce la legge della sussidiarietà, che la scuola è tenuta ad osservare quando coopera all’educazione sessuale, collocandosi nello spirito stesso che anima i genitori
- il rispetto dei diritti della persona, in particolare quello di ricevere un’informazione ed un’educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana
- una corretta gestione della sessualità, riguardo all’affettività, all’amore, alla sessualità, per vedere come, in una prospettiva di Fede, questo ‘mondo di passioni’ possa essere conciliato e vissuto, in modo maturo, da uomini e donne
- un aiuto ai giovani in modo tale che giungano a darsi risposte, a scoprire le ragioni, i motivi e la gioia di poter assumere nella castità un determinato stile di vita
- una “educazione dei sensi” che non sia né un assenso scriteriato ad essi, né sinonimo di mortificazione o privazione, quanto piuttosto tentativo di far emergere il meglio dal proprio corpo, attraverso una certa disciplina, o controllo di sé: controllo critico, intellettivo, volitivo fatto dalla scala di valori della persona
- la purezza del pensiero, dell’intenzione e dello sguardo, mediante la disciplina dei sentimenti e dell’immaginazione, e mediante il rifiuto di ogni compiacenza nei pensieri impuri
- l’educazione anche a tutte le altre virtù umane e cristiane e, in modo particolare, all’amore cristiano che è caratterizzato dal rispetto, dall’altruismo e dal servizio e che in definitiva è chiamato carità
- il rifiuto dell’”esaltazione del corpo”, tipica della “morale laica”, con cui si trovano a fare i conti gli adolescenti e i giovani, sommersi da messaggi e immagini di un corpo giovane, bello, desiderabile, che non invecchia, pronto a godere nelle modalità più svariate, che può essere costantemente rinnovato in palestra, beauty center, interventi di chirurgia estetica
- una purificazione dell’ambiente sociale, liberandolo dal diffuso erotismo, dalla curiosità morbosa, dalla permissività dei costumi.
• Nella Risoluzione del Parlamento Europeo “sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (génésiques)” (approvata in data 3 luglio 2002) ci sono (unite ad affermazioni negative o discutibili) affermazioni positive, quali: la necessità di un’educazione sessuale da proporre in modo differenziato (art. 16), secondo l’età e la diversa struttura sessuale delle ragazze e dei ragazzi, e il carattere “olistico e positivo, prestando attenzione agli aspetti psico-sociali e biomedici e basandosi sul mutuo rispetto e sul senso reciproco di responsabilità” (art. 17).
• Occorre in particolare educare al pudore.
Perché è necessario il pudore?
• “La purezza esige il pudore. Esso è una parte integrante della temperanza. Il pudore preserva l’intimità della persona. Consiste nel rifiuto di svelare ciò che deve rimanere nascosto. È ordinato alla castità, di cui esprime la delicatezza. Regola gli sguardi e i gesti in conformità alla dignità delle persone e della loro unione.
• Il pudore custodisce il mistero delle persone e del loro amore. Suggerisce la pazienza e la moderazione nella relazione amorosa; richiede che siano rispettate le condizioni del dono e dell’impegno definitivo dell’uomo e della donna tra loro. Il pudore è modestia. Ispira la scelta dell’abbigliamento. Conserva il silenzio o il riserbo là dove traspare il rischio di una curiosità morbosa. Diventa discrezione.
• Esiste non soltanto un pudore dei sentimenti, ma anche del corpo. Insorge, per esempio, contro l’esposizione del corpo umano in funzione di una curiosità morbosa in certe pubblicità, o contro la sollecitazione di certi mass-media a spingersi troppo in là nella rivelazione di confidenze intime. Il pudore detta un modo di vivere che consente di resistere alle suggestioni della moda e alle pressioni delle ideologie dominanti.
• Le forme che il pudore assume variano da una cultura all’altra. Dovunque, tuttavia, esso appare come il presentimento di una dignità spirituale propria dell’uomo. Nasce con il risveglio della coscienza del soggetto. Insegnare il pudore ai fanciulli e agli adolescenti è risvegliare in essi il rispetto della persona umana” (CCC, nn. 2521-2554).
• Il pudore comporta il rispetto dell’intimità: se un bambino o un giovane vede che si rispetta la sua giusta intimità, allora saprà che ci si aspetta che anch’egli dimostri lo stesso atteggiamento nei confronti degli altri. In questo modo, egli impara a coltivare il proprio senso di responsabilità di fronte a Dio, sviluppando la sua vita interiore e il gusto della libertà personale, che lo rendono capace di amare meglio Dio e gli altri.
Il Primicerio della Basilica dei SS.Ambrogio e Carlo in Roma
Mons. Raffaello Martinelli
NB Per approfondire l’argomento, ecco alcuni documenti pontifici:
* CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (CCC), nn. 2331- 2400;
* CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE:
- Persona humana, 1975
- Alcune questioni di etica sessuale, 1976;
* COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Comunione e servizio, la persona umana creata a immagine di Dio, 2004, nn.32-39, 2004;
* PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Sessualità umana: verità e significato (VS), 1995.
Che cos’è il matrimonio?
È quella speciale comunione di vita e d’amore tra un uomo e una donna, in cui si attuano particolari proprietà e finalità.
Quali sono le priorità e finalità del matrimonio?
• Sono varie e complementari:
- la reciproca donazione personale, propria ed esclusiva del marito e della moglie
- l’etero-sessualità che porta alla complementarità interpersonale
- l’unità
- la fedeltà
- l’indissolubilità
- la fecondità
- l’educazione dei figli
- l’apertura e l’impegno verso la comunità cristiana e sociale.
• Tali proprietà e finalità sono rilevanti già sul piano umano, a maggior ragione lo sono nella vita cristiana, ove il matrimonio è sacramento.
Quale relazione si instaura tra l’uomo e la donna nel matrimonio?
L’uomo e la donna sono uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina. In tal modo si perfezionano a vicenda. La loro unione comprende anche la dimensione sessuale, dove corpo e spirito si uniscono, “così che non sono più due, ma una carne sola” (Mt 19,6), e nello stesso tempo collaborano con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite umane. L’unione matrimoniale, secondo l’originario disegno divino, è indissolubile: “Quello che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi” (Mt 19,6).
Dove si fonda tale concezione?
Questa concezione del matrimonio:
• è stata voluta da Dio creatore, che, all’inizio del mondo, ha creato l’uomo “maschio e femmina” (Gn 1,27);
• è evidenziata dalla retta ragione;
• è riconosciuta come tale da tutte le grandi religioni;
• è elevata da Cristo alla dignità di sacramento.
Quale rapporto c’è tra matrimonio e famiglia?
La famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Pertanto un uomo e una donna, uniti in matrimonio, costituiscono insieme ai loro figli una famiglia. Ognuno di loro è persona uguale in dignità agli altri, pur avendo ciascuno proprie e complementari responsabilità.
Qual è il ruolo della famiglia?
• A livello sociale, essa è:
- un’istituzione naturale insostituibile
- la cellula fondamentale e centrale della società, elemento fondamentale del bene comune di ogni società, vero pilastro portante per l’avvenire dell’umanità
- il primo ed essenziale livello dell’articolazione sociale
- la sorgente e la risorsa primaria della società e della solidarietà
- la fondamentale esperienza di comunione e responsabilità umana e sociale
- l’ambiente di promozione sociale della persona
- la portatrice di valore storici, sociali ed economici.
• A livello della persona, la famiglia è:
- l’ambiente della comunione di vita e d’amore della persona
- il luogo naturale della trasmissione e continuità della vita, di crescita e tutela della persona
- la titolare di diritti originari, significativamente riconosciuti, in genere, anche a livello civile
- la scuola delle virtù umane e cristiane
- la comunità di Fede, speranza e carità
- il luogo del primo annuncio e della crescita-testimonianza della Fede cristiana
- la Chiesa domestica, santuario della vita e della crescita cristiana della persona.
Che cosa significa che il matrimonio è sacramento?
Significa che il matrimonio, il quale affonda le sue radici nel Cuore di Dio creatore, è segno efficace dell’alleanza di Cristo e della Chiesa (cfr. Ef 5,32). Il matrimonio cristiano cioè manifesta ed incarna l’amore sponsale di Cristo per la Chiesa: “Voi mariti amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa” (Ef 5,25), dando la propria vita per essa. Questo significato cristiano non sminuisce, ma conferma e rafforza il valore umano del matrimonio.
Perché l’amore coniugale è indissolubile?
I motivi dell’indissolubilità dell’amore coniugale sono:
• la natura stessa dell’amore coniugale che è totale e fedele
• il progetto originario di Dio
• il bene dei figli
• l’essere ‘segno sacramentale’ dell’amore indissolubile di Cristo per la Chiesa.
Qual è il significato dell’atto sessuale coniugale?
Esso ha un duplice significato: unitivo (la complementare donazione d’amore, totale e definitiva, del marito e della moglie) e procreativo (l’apertura alla procreazione di una nuova vita).
è morale impedire la procreazione?
• Qualsiasi rapporto sessuale coniugale deve rimanere aperto, di per se stesso, alla trasmissione della vita.
• Perciò è intrinsecamente disonesta ogni azione che, in previsione o nel compimento o nello sviluppo delle conseguenze naturali del rapporto coniugale, si proponga, come scopo o come mezzo, di rendere impossibile la procreazione.
• La contraccezione:
- si oppone gravemente alla castità matrimoniale
- è contraria al bene della trasmissione della vita (aspetto procreativo del matrimonio) e alla donazione reciproca dei coniugi (aspetto unitivo del matrimonio)
- ferisce il vero amore e nega il ruolo sovrano di Dio nella trasmissione della vita umana.
Come possono gli sposi attuare moralmente la regolazione delle nascite?
Con la continenza periodica e il ricorso ai periodi infecondi della donna. La testimonianza delle coppie che da anni vivono in armonia con il disegno del Creatore e lecitamente utilizzano, quando ve ne sia la ragione proporzionatamente seria, i metodi giustamente detti “naturali”, conferma che gli sposi possono vivere integralmente, di comune accordo e con piena donazione le esigenze della castità e della vita coniugale.
Perché i divorziati risposati non possono accedere alla S. Comunione?
• Essi non possono accedere alla S. Comunione, in quanto lo impedisce la loro stessa oggettiva situazione di divorziati risposati, essendo gravemente contraria all’insegnamento di Cristo. Non si tratta di nessuna discriminazione, ma soltanto di fedeltà assoluta alla volontà di Cristo che ci ha ridato e nuovamente affidato l’indissolubilità del matrimonio come dono del Creatore.
• Per i divorziati risposati, l’accesso alla S. Comunione eucaristica è aperto unicamente dall’assoluzione sacramentale, che può essere data solo a quelli che, pentiti di aver violato l’insegnamento di Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi - quali, ad esempio, l’educazione dei figli - non possono soddisfare l’obbligo della separazione, assumano l’impegno di vivere in piena continenza, come fratello e sorella, astenendosi dagli atti sessuali coniugali. In tal caso essi possono accedere alla S. Comunione eucaristica, fermo restando tuttavia l’obbligo di evitare lo scandalo (ad esempio ricevendo la S. Comunione in una Chiesa, ove non sono conosciuti).
È facile per gli sposi vivere le esigenze della vita coniugale e familiare?
• Facile non è, ma neppure impossibile. Dio non chiede cose impossibili.
• Soprattutto a chi glielo chiede, Egli dona la grazia dello Spirito Santo che, liberando gli sposi dalla durezza del cuore, li rende capaci di realizzare compiutamente, seppure gradualmente, le proprietà e le finalità della vita coniugale e familiare.
• Nel cammino verso la santità, il cristiano sperimenta sia l’umana debolezza, sia la benevolenza e la misericordia del Signore. Perciò la chiave di volta dell’esercizio delle virtù cristiane, e perciò anche della castità coniugale, poggia sulla Fede che ci rende consapevoli della misericordia di Dio e sul pentimento che accoglie umilmente il perdono divino.
• È indispensabile pertanto il frequente e perseverante ricorso alla preghiera, all’Eucaristia e al sacramento della Riconciliazione.
• Il ‘carico’, proprio degli sposi, non è dolce e leggero in quanto piccolo o insignificante, ma diventa leggero perché il Signore, e insieme con lui tutta la Chiesa, lo condivide.
Il matrimonio e la famiglia possono essere equiparate ad altro tipo di convivenza?
Assolutamente no. Attesa la natura del matrimonio e della famiglia, bisogna evitare di fare una equiparazione fra famiglia legittima e unioni di fatto, tra famiglia e forme di convivenza non matrimoniali, sia eterosessuali sia omosessuali. Una simile omologazione non trova oltretutto alcun fondamento in un buon ordinamento costituzionale civile.
Quali sono i compiti della società e dello stato nei confronti della famiglia?
• La Società e lo Stato hanno il diritto e il dovere di:
- riconoscere i diritti della famiglia e adottare ogni misura idonea a favorire l’adempimento dei compiti che le competono;
- garantire l’esercizio più ampio dei diritti e dei doveri familiari, anche promuovendo le responsabilità genitoriali;
- favorire la pari dignità delle persone e il superamento degli ostacoli che ne impediscono l’effettiva realizzazione;
- tutelare l’infanzia e i diritti dei minori e degli anziani, con adeguate misure di sostegno alle giovani coppie, ai nuclei familiari socialmente svantaggiati, a quelli numerosi;
- sostenere la famiglia nell’adempimento della sua funzione sociale ed economica;
- orientare a tal fine le politiche sociali, economiche e finanziarie e di organizzazione dei servizi;
- rispettare il principio di ‘sussidiarietà’, per cui lo Stato non deve sostituirsi alla famiglia nell’adempimento del suo ruolo e delle sue funzioni, ma semmai in caso di necessità deve aiutarla e sostenerla;
- dare adeguata informazione circa l’accesso alle procedure di adozione.
• Lo Stato deve, anche con adeguata legislazione, affermare, tutelare e promuovere il matrimonio e la famiglia, riservando loro il posto fondamentale, unico ed esclusivo che spetta loro nella società e non equiparandoli a nessun altro tipo di unione o convivenza.
Il Primicerio della Basilica dei SS.Ambrogio e Carlo in Roma
Mons. Raffaello Martinelli
NB Per approfondire l’argomento, ecco alcuni documenti pontifici:
* CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, nn. 1601-1666; 2331-2400;
* CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes, n.47- 50;
* PAOLO VI, Humanae vitae, 1968;
* GIOVANNI PAOLO II:
- Familiaris consortio, 1982
- Mulieris dignitatem, 1988;
* CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE:
- Donum vitae, 1988
- Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, 2004.
Blog: http://angolalixeira.spaces.msn.com
2006-09-29 01:54:50
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answer #1
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answered by Anonymous
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angie, amore è una parolona, che può avere mille significati, gli americani usano il verbo love per qualsiasi cosa
ma il vero amore è una cosa sublime, eterna e incondizionata, quante coppie ho sentito dire "noi lo facciamo perchè tanto ci amiamo" e poi dopo due mesi si lasciavano odiandosi come delle bestie, veramente tante te lo garantisco, quello era vero amore? NOOOOOOOOOOO
i sentimenti come molte altre cose si dimostrano con i fatti e non con le parole, perchè a parlare sono tutti capaci mentre a fare i fatti sono pochi e non hanno nemmeno bisogno di parlare perchè i fatti parlano da soli
il vero amore è eterno perchè è una cosa che non riguarda l'esteriorità ma l'interiorità, e non parlo del carattere ma di una cosa ancora più profonda, il cuore
innanzitutto la voglia di sesso è una cosa istintiva, fa parte dell'uomo, per questo molte persone lo fanno senza minimamente amarsi, l'esempio estremo (ma non per questo raro) può essere il sesso con una prostituta o tra attori di film hard, in questi casi nessuno dei due ama l'altro minimamente eppure sembra che lo facciano con molta passione
prima ho detto che una cosa sono le parole e una cosa sono i fatti, due persone che stanno assieme, dicono di amarsi e fanno sesso in nessun modo dimostrano con i fatti di amarsi, al contrario se due persone stanno assieme, supponiamo entrambi cattolici, se pur stando assieme si astengono dal sesso di fatto dimostrano che almeno non stanno assieme solo per poter fare sesso e divertirsi come alla fine molti ragazzi fanno, l'astinenza prolungata ed in particolare fino al matrimonio può essere un ottimo indizio che ci sia amore vero
tu sei donna e sai meglio di me come ragionano le donne ma io sono uomo e so meglio di te come ragionano gli uomini, e so con certezza che la maggior parte dei ragazzi se stanno con una ragazza e dopo un po' di tempo non riescono a concludere niente dopo un po' la pazienza finisce e appena ne trovano un'altra più facile non ci pensano due volte a fare cambio, la maggior parte, non tutti è chiaro; però distinguere quelli stanno con una ragazza soprattutto per sesso e varianti dai ragazzi a posto è una cosa molto difficile, il mio ex migliore amico era un fenomeno a fregare le ragazze, loro in poco tempo perdevano la testa per lui e si illudevano clamorosamente, per poi prendere mazzate sui denti paurose, in senso figurato ovviamente, loro già facevano progetti per il futuro e lui stava con loro unicamente sperando dopo un po' di tempo di potere far sesso, questo lo sapevo io che ero il suo migliore amico, tutti gli altri, anche le amiche non se ne rendevano conto, qualche volta che ho voluto per correttezza chiarire alle ragazze stesse come veramente stavano i fatti non volevano crederci e credevano che fossi io a volerle fregare e il mio amico fosse la vittima
venendo al dunque, se c'è amore tra due persone, amore vero dico, non c'è nessun motivo per non sposarsi, l'età non conta, una volta si sposavano a 14 anni e tutt'ora nei paesi dell'est le ragazze di 20 anni single sono già considerate zitelle, insomma se due persone si amano veramente e decidono di stare assieme tutta la vita possono sposarsi anche se non hanno la casa e se sono giovani, chi non vuole sentire parlare di matrimonio o fa finta di volerlo continuando a rimandare il discorso nasconde una insicurezza di essere in grado di amare e convivere per tutta la vita una persona e di fatto non ama veramente
vuoi mettere alla prova la tua relazione? beh prova a non "concederti intimamente" al tuo ragazzo, nemmeno come petting e baci appassionati, tienilo un po' a digiuno, un po' di tempo, non è una cosa impossibile da fare (spero tu non sia così dipendente da non riuscire a rinunciare temporaneamente), osserva le reazioni del tuo ragazzo, se ti ama certamente non avrà nulla da dire, e poi prova a mentirgli (che poi dovrebbe essere la regola e non una menzogna di prova), digli che non vuoi più farlo fino al matrimonio, dillo con sicurezza e senza cedere, se ti ama rispetterà questa (nobile) scelta, questa è una prova necessaria ma non sufficiente, cioè anche acconsentisse non vuol dire automaticamente che ti ama di amore vero ma se comincia a brontolare, vuole farti cambiare idea allora per me di sicuro quello non è amore, è solo uno stare assieme per secondi fini
secondo l'insegnamento della Chiesa, fare l'amore più che un diritto è un dovere, nel senso che dice chiaramente che fare l'amore fa parte della vita coniugale ed è meglio non rinunciarvi, anche il piacere non viene in alcun modo condannato perchè fa parte dell'atto stesso, questo dimostra che la Chiesa non è per nulla sessuofoba, questa è una pura invenzione degli anticlericali che a forza di essere ripetuta entra nella testa della gente come se fosse la verità, in realtà è una cosa falsa, basta leggere il catechismo ed è sotto gli occhi di tutti (di tutti quelli che vogliono vedere perchè la maggior parte fanno finta di non vedere), inoltre occorre specificare che una coppia che non riesce ad avere figli non deve per questo astenersi quindi smentisce chi dice che la Chiesa voglia che sia faccia l'amore all'unico scopo di fare dei figli
vorrei anche dire che se al giorno d'oggi le famiglie sono sempre più disastrate non è sicuramente colpa della Chiesa che pare sia rimasta l'unica istituzione che ancora le dà importanza, la gente ha voluto il divorzio, l'aborto, i contraccettivi? si si tutte belle cose all'apparenza ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti
cosa ci guadagni ad prestare ascolto a ciò che la Chiesa ti raccomanda su questo argomento?
beh molte cose molto importanti, prima di tutto eviti quasi del tutto relazioni che finiscono tragicamente, inutili e dannose, come sempre più spesso succede, molto più facilmente puoi trovare un uomo che ti ama e ti sia fedele per sempre, eviti matrimoni e convivenze fallimentari, perchè se una coppia si affida a Dio non solo sposandosi in Chiesa ma con il giusto comportamento prima e dopo il matrimonio nulla al mondo può separare marito e moglie, conservi la tua dignità di donna ed eviti che i tuoi ipotetici ex ragazzi sbandierano a mezzo mondo le tue prestazioni intime, puoi crearti una famiglia stupenda e amorevole, di quelle che vengono invidiate dalle altre che intanto vanno in rovina, ci guadagni la grazia di Dio, scusa se è poco, non so se ti rendi conto che la grazia di Dio vale più di qualunque cosa, se sei credente dovresti rendertene conto
ricordati quando tu parli di Chiesa ci sono anche io, che non abito in Vaticano e sono un semplice fedele e niente di più, Gesù ha invitato coloro che vogliono seguirlo ad amare gli altri, ed io pur non conoscendoti posso con coscienza dire che ti voglio bene di cuore, e non ho nessun interesse a mettere il naso nei tuoi affari con regole inutili, io ho a cuore la tua vita e vorrei che tu fossi veramente felice, e la vera felicità la puoi avere solo seguendo gli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa perchè solo Dio può appagare veramente la sete di felicità che una persona ha, non farti ingannare dalla felicità effimera e facile da raggiungere che viene sbandierata dalla tv e dalla società modernista, le cose veramente belle si conquistano con sudore e sacrifici, ma una volta ottenute si è contenti di aver faticato, lascia ogni cosa a suo tempo, se sei veramente credente non aver paura di andare controcorrente e certamente non te ne pentirai mai
ciao
2006-09-28 09:59:09
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answer #8
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answered by Anonymous
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