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si tratta di una ricerca di scuola. Ne avrei bisogno al più presto. Grazie!

2006-09-27 04:58:42 · 5 risposte · inviata da Anonymous in Matematica e scienze Biologia

5 risposte

Puoi vedere qui

Che cosa sono le cellule staminali?
Le cellule staminali sono cellule il cui destino non è ancora "deciso". Possono originare vari tipi di cellule diverse, attraverso un processo denominato "differenziamento".
Nelle fasi iniziali dello sviluppo umano, le cellule staminali, situate nell'embrione, sono diverse da tutti i tipi di cellule esistenti nell'organismo, ovvero da quelle cerebrali, ossee, cardiache, muscolari, epidermiche...
La possibilità di controllare lo spettacolare potere di queste cellule staminali embrionali, allo scopo di curare vari tipi di malattie, entusiasma gli studiosi. Per esempio, il morbo di Parkinson e l'Alzheimer sono il risultato di lesioni in gruppi determinati di cellule cerebrali. Con la realizzazione di un trapianto di cellule staminali derivate da un embrione alla parte del cervello colpita, gli scienziati sperano di sostituire la parte di tessuto cerebrale danneggiata.
In un futuro prossimo, la ricerca sulle cellule staminali potrà rivoluzionare il modo di curare tante altre "malattie mortali" come l'ictus, il diabete, le malattie cardiache e, addirittura, le paralisi.
Gli atteggiamenti verso l'uso di cellule staminali a fini di ricerca o di cure mediche variano da un paese all'altro. In Germania, per esempio, l'estrazione di cellule staminali da un embrione umano è considerata illegale.
In Gran Bretagna, invece, è perfettamente legale, ma le leggi in materia sono rigorose: gli scienziati britannici possono utilizzare embrioni umani a fini di ricerca fino a quattordici giorni dopo la fecondazione dell'ovulo. In questo momento, l'embrione è un insieme di cellule, grande più o meno come un quarto della testa di uno spillo (0,2 mm).
In molti paesi non esistono ancora leggi esplicite atte a disciplinare la ricerca sulle cellule staminali umane.
Essendo l'utilizzo di embrioni una questione di grande controversia in termini etici, gli scienziati di tutto il mondo cercano altre fonti di cellule staminali. Il tipo di cellule staminali che si trova nel midollo osseo degli adulti sembra essere una possibilità. Queste cellule staminali sono potenzialmente già capaci di differenziarsi in una gran varietà di globuli rossi nell'arco del ciclo vitale.
In futuro, gli scienziati sperano di manipolare queste cellule staminali adulte affinché, invece di produrre soltanto globuli rossi, possano dare origine a cellule cerebrali, epatiche, cardiache e nervose.
Nonostante tutto, è probabile che le cellule staminali embrionali rappresentino, nel frattempo, una prospettiva più immediata per nuovi trattamenti e cure.

http://www.bionetonline.org/Italiano/Content/sc_cont1.htm

e qui

Le cellule staminali
Le cellule staminali sono pluripotenti , mantengono cioè capacità proliferative durante tutta la vita dell'individuo, e si dividono asimmetricamente, con una delle due cellule figlie che rimane di tipo staminale e l'altra che inizia il processo differenziativo. Nei mammiferi, le cellule staminali pluripotenti sono presenti nella massa di cellule del nodo embrionale della blastocisti nelle fasi preimpianto, nell'embrione e nel feto durante lo sviluppo e si ritrovano persino nell'individuo adulto, anche se solo in alcuni precisi distretti dell'organismo.
Dall'embrione preimpianto allo stadio di blastocisti si possono isolare le cellule del nodo embrionale e coltivarle fino a ottenerne migliaia: le cosiddette cellule embrionali staminali (in sigla ES da Embryonic Stem cell), la cui caratteristica principale è l'elevata capacità di differenziarsi in qualsiasi altro tipo cellulare. Cellule ES di topo sono state differenziate in vitro in cellule epiteliali, muscolari, nervose o pancreatiche.
Di recente, un gruppo di ricercatori dell'Università di Bonn e del National Institute of Neurological Disorders and Stroke negli Stati Uniti è riuscito a differenziare cellule ES in cellule della glia che producono lo strato di mielina che riveste le fibre nervose. Trasferite nel cervello di topi carenti per la produzione di mielina, queste cellule hanno sintetizzato normalmente tale proteina.
Un altro gruppo di ricercatori della Washington University School of Medicine a St. Louis ha prodotto, sempre a partire da cellule ES, cellule nervose immature che, se trasferite nella spina dorsale danneggiata di ratti, ne ristabiliscono le normali funzioni.
Analoghi tentativi sulle scimmie e su alcuni pazienti (compiuti a Harvard dal neurobiologo Evans Snyder) fanno ritenere non lontana nel tempo la possibilità di riparare motoneuroni con la riacquisizione delle funzioni deambulatorie. Recentemente sono state isolate e coltivate cellule ES ottenute da blastocisti umane al quattordicesimo giorno di sviluppo. Le blastocisti provengono dalle cliniche dove si effettua la fecondazione in vitro e sono embrioni in eccesso che non sono stati trasferiti nell'utero della madre, ma che, con il consenso dei genitori, sono utilizzati per la ricerca. Uno studio successivo ha anche dimostrato le potenzialità delle cellule ES umane di differenziarsi, come quelle di topo, in altri tipi cellulari.
Nell'embrione postimpianto e poi nel feto sono ancora molte le cellule staminali presenti, anche se il loro isolamento è difficile. Tra le più studiate vi sono sicuramente le cellule germinali primordiali (PGC, da Primordial Germ Cell) che rappresentano lo stadio di differenziamento che precede la formazione delle gonadi. Le PGC fanno la loro comparsa, nell'embrione di topo e in quello umano, rispettivamente alla prima e terza settimana di sviluppo. Se isolate dall'embrione, queste cellule possono moltiplicarsi e produrre cellule pluripotenti dette EG (da Embryonic Germ cell) in grado, come le ES, di differenziarsi in quasi tutti i tipi cellulari presenti nell'adulto. La loro difficile reperibilità ne ostacola però l'impiego nel trattamento delle patologie.
Nell'individuo adulto si trovano cellule staminali in diversi distretti tissutali differenziati: nel midollo spinale, nell'epitelio seminifero della gonade maschile, nella retina, negli epiteli, nel cervello.
Se le cellule staminali di ciascuno di questi distretti vengono isolate e opportunamente coltivate, è possibile aumentarne il numero e differenziarle nel tipo cellulare specifico del distretto tissutale da cui derivano, o anche transdifferenziarle ottenendo così, per esempio, cellule del sangue a partire da cellule staminali del tessuto nervoso.
Pochi mesi fa, il gruppo diretto da Angelo Vescovi ha differenziato cellule muscolari a partire da cellule staminali neuronali. È chiaro che disporre di un reagente biologico quale le cellule staminali, da differenziare nei diversi tipi cellulari, apre nuovi scenari terapeutici: patologie ora poco trattabili, quali l'Alzheimer, il Parkinson, l'infarto, il diabete e molte altre, potrebbero essere affrontate con maggior successo grazie alla sostituzione dei tessuti danneggiati. Le cellule staminali adulte sono purtroppo di difficile reperibilità, poiché numericamente molto scarse; inoltre non possono essere coltivate a lungo poiché, dopo alcune divisioni cellulari, tendono a perdere le caratteristiche di pluripotenzialità. Le cellule staminàli embrionali, invece, possono essere mantenute in coltura per moltissimi cicli di divisione, addirittura per più di dieci anni, senza perdere di pluripótenzialità.
Una via alternativa per ottenere cellule staminali è il loro isolamento dal cordone ombelicale. Va comunque ricordato che le limitazioni numerica e fisiologica si presentano anche in questo caso, sebbene in minor misura.
La possibilità di cambiare programma
Accanto a queste sorgenti fisiologiche di cellule staminali, negli ultimi tre anni se ne è aggiunta un'altra molto promettente, basata sulla possibilità di modificare il programma genetico delle cellule differenziate. Questa nuova possibilità si è sviluppata a partire dal 1997, quando sono stati pubblicati i risultati di alcune ricerche che dimostrano come il programma genetico di nuclei di cellule del tutto differenziate può essere completamente modificato. Questi esperimenti, ampiamente descritti in un nostro precedente articolo pubblicato su «Le Scienze» (n. 337, gennaio 2000), impiegano tecniche di trasferimento nucleare.
I ricercatori Willmut e Campbell, nella pecora, e successivamente Yanagimachi e collaboratori, nel topo, hanno stabilito con chiarezza che il nucleo di cellule somatiche del tutto differenziate può essere riprogrammato quando è trasferito nel citoplasma di una cellula uovo, dando così il via allo sviluppo embrionale e alla nascita di un nuovo individuo, esatta «copia genomica» del donatore della cellula somatica impiegata per il trasferimento nucleare. Resta da scoprire quali siano i meccanismi e le molecole coinvolte in questo processo di deprogrammazione e riprogrammazione del genoma della cellula somatica dopo il suo trasferimento nel citoplasma della cellula uovo. È però chiaro che durante la riprogrammazione la cromatina si decondensa, la struttura a nucleosomi si destabilizza e le proteine regolatrici si dissociano dalla fibra di DNA influendo così sull'espressione genica.
Come si attiva il genoma embrionale
Un aspetto importante che ci aiuta a definire i tempi in cui avvengono le modificazioni delle funzioni del genoma della cellula somatica, successivamente al suo trasferimento nel citoplasma della cellula uovo, riguarda le modalità di attivazione dei geni embrionali. In tutti i mammiferi le prime fasi dello sviluppo embrionale a partire dallo zigote avvengono grazie agli RNA messaggeri (mRNA) e alle proteine di origine materna presenti nel citoplasma dell'oocita. Mentre col procedere dello sviluppo embrionale questi elementi si esauriscono, inizia parallelamente la sintesi di mRNA da parte dell'embrione. L'attivazione del genoma embrionale avviene durante lo sviluppo preimpianto in momenti diversi nelle varie specie di mammifero. Nel topo si verifica a partire dall'embrione a due cellule, nell'uomo a partire da quattro cellule, nel coniglio e nella pecora da 16/32 cellule. Se l'embrione non esprime correttamente i geni embrionali entro questi tempi non potrà proseguire lo sviluppo. Ne consegue che, per la comprensione dei meccanismi e delle molecole coinvolti nel processo di dedifferenziazione e riprogrammazione del genoma dei nuclei somatici, gli studi devono essere effettuati nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale preimpianto, ossia nei momenti immediatamente successivi al trasferimento dei nuclei somatici negli oociti enucleati.
Tra i fattori coinvolti nelle fasi immediatamente successive al trasferimento del nucleo somatico nell'ooplasma, sono rilevanti il contenuto in DNA del genoma e il momento del ciclo cellulare in cui si trova il nucleo trasferito. Si è notato, per esempio, che il trasferimento di nuclei in fase non proliferativa del ciclo facilita lo sviluppo e aumenta il numero di blastocisti ottenibili. Vediamo ora i meccanismi molecolari che regolano l'espressione del genoma negli embrioni preimpianto di mammifero.
Le modificazioni epigenetiche
Sebbene nella maggior parte delle cellule il contenuto e le sequenze del DNA rimangano invariati col procedere dello sviluppo embrionale, il repertorio di geni espresso in un dato tipo cellulare e in un dato momento del ciclo cellulare è limitato e specifico. L'espressione del genoma embrionale viene regolata da una serie di meccanismi di tipo epigenetico quali la metilazione del DNA, l'organizzazione della cromatina e l'architettura nucleare. Questi meccanismi, attivi nella gametogenesi e nelle fasi dello sviluppo embrionale preimpianto, sono coinvolti nel modellare e modulare le funzioni del genoma. Cambiamenti in uno o più di questi regolatori epigenetici determinano modificazioni nell'espressione genica, ossia nelle proteine prodotte dai geni.
La metilazione del DNA.
La regolazione dell'espressione di molti geni è dipendente dalla presenza/assenza di citosine metilate lungo la sequenza del DNA genico. La metilazione è associata a importanti eventi nello sviluppo embrionale quali l'inattivazione del cromosoma X nelle femmine di mammifero e il fenomeno dell'imprinting, un processo che consiste in una marcatura differenziale dei genomi paterno e materno durante la produzione dei gameti così che l'espressione di alcuni geni dipende dalla loro origine parentale. I gameti maschile e femminile hanno una differente organizzazione della cromatina. I geni costitutivi (quelli che si esprimono in tutti i tessuti) sono demetilati in entrambi i gameti e si mantengono tali durante tutte le fasi dello sviluppo preimpianto; al contrario, i geni tessuto-specifici sono fortemente metilati nello spermatozoo e meno metilati nell'oocita e vanno incontro a una generale demetilazione durante lo sviluppo preimpianto, per venire di nuovo metilati successivamente. Questo processo di demetilazione pare necessario per ristabilire uno stato di pluripotenzialità prima dell'inizio della determinazione e differenziazione cellulare che prende il via con la gastrulazione, subito dopo l'impianto, ed è contemporaneo a una estesa rimetilazione. La presenza di citosine metilate è in grado di modificare la conformazione della cromatina così da facilitare o impedire il legame con fattori o inibitori della trascrizione.
L'organizzazione della cromatina
Nel gamete maschile gli istoni vengono sostituiti dalle protammine (necessarie a garantire l'alta condensazione della cromatina nella testa dello spermatozoo) fino a quando lo spermatozoo penetra nella cellula uovo. A questo punto, e durante la decondensazione della cromatina e la formazione del pronucleo, le protammine sono a loro volta sostituite da proteine istoniche. Durante l'oogenesi, la cromatina si organizza secondo un'architettura ben precisa che identifica due tipi di oociti denominati SN (Surrounded Nucleolus) e NSN (Not Surrounded Nucleolus) per la presenza o assenza di un anello di cromatina attorno al nucleolo e per una cromatina fortemente condensata o dispersa nel nucleo. La differenza tra i due tipi di oociti non è solo morfologica, ma anche funzionale poiché è correlata a una diversa attività genica e alla possibilità di proseguire nello sviluppo embrionale dopo la fecondazione (solo il tipo SN lo completa). Dopo la fecondazione, l'organizzazione della cromatina dei gameti va incontro a importanti fenomeni di rimodellamento. Nell'embrione preimpianto la cromatina regola l'espressione genica, consentendo una prima ondata di attivazione di geni embrionali a partire dalla fase terminale del primo ciclo cellulare e una espressione genica qualitativamente e quantitativamente più consistente quando l'embrione è a due cellule.
L'architettura del genoma.
I cromosomi all'interno del nucleo occupano precise regioni che variano con il ciclo cellulare in un contesto dinamico che si ripete a ogni ciclo. Ciò è stato dimostrato utilizzando una tecnica di ibridazione in situ che permette di evidenziare un singolo cromosoma con sonde fluorescenti . Se un cromosoma o una sua porzione viene a essere spostato dal proprio dominio spaziale (per esempio in presenza di traslocazioni cromosomiche), allora anche l'espressione dei geni di quella porzione può cambiare.
Che cosa accade a un nucleo di una cellula somatica quando viene trasferito all'interno del citoplasma della cellula uovo?
Le caratteristiche particolari di metilazione, organizzazione della cromatina e architettura del genoma sono mantenute o variate?
Il confronto tra come si organizza il genoma di uno zigote ottenuto dalla normale fecondazione tra uno spermatozoo e un oocita e quello di uno zigote ottenuto in seguito al trasferimento nucleare permette di stabilire quali siano i requisiti di metilazione, organizzazione della cromatina e architettura nucleare necessari al corretto sviluppo dell'embrione e anche quali siano le modificazioni «tollerate» o «tollerabili». Sarà proprio la comprensione di questi «confini» entro cui il genoma si esprime correttamente a definire i possibili interventi sperimentali e terapeutici.
In futuro sarà forse possibile prelevare da un adulto una cellula somatica e coltivarla in modo da farla tornare indifferenziata, per poi ottenere un tipo cellulare nuovo ritrasferibile nel corpo dell'individuo in grande quantità, oppure coltivabile fino alla produzione di nuovi tessuti o addirittura organi. 0 ancora, si potranno indurre cellule quiescenti a riacquistare funzioni utili in un organismo differenziato o modificare i meccanismi della progressione neoplastica fino alla completa reversione del tumore e alla riprogrammazione delle normali attività cellulari. La più promettente applicazione in ambito biomedico di queste tecniche è certamente quella della produzione di popolazioni cellulari o di veri e propri tessuti da trapianto. Per le diverse patologie si può prevedere di differenziare in vitro i tipi cellulari necessari per la terapia da attuare. Questa via, sebbene non ancora del tutto praticabile, offre sicuramente una prospettiva per milioni di pazienti affetti da patologie degenerative o croniche. Le cellule staminali embrionali e quelle embrionali pluripotenti sono in grado, in specifiche condizioni di coltura, di generare nuovi tipi cellulari differenziati.
L'impiego terapeutico di questi tipi cellulari è però ostacolato da almeno due grandi difficoltà.
La prima è costituita dalla difficile reperibilità di cellule staminali nell'adulto e dal fatto che quindi possono essere isolate solo da embrioni, con conseguenti problemi di natura etica.
La seconda è legata a eventuali incompatibilità immunologiche nei confronti di questi nuovi tessuti. Questo secondo problema può essere risolto impiegando cellule staminali del paziente da curare, quando si riescano a ottenere, oppure utilizzando le sue stesse cellule del cordone ombelicale congelate alla nascita.
Una strategia completamente diversa è quella di associare le tecniche del trasferimento nucleare con le metodiche impiegate per il differenziamento delle cellule staminali.
Poiché questa strategia richiede l'uso di oociti, solleva problemi di natura etica legati sia all'impiego e alla donazione di gameti sia alla salute della donatrice. L'impiego di cellule uovo di altre specie è risultato incoraggiante; Tanja Dominko ha dimostrato che il citoplasma dell'oocita di bovino è in grado di determinare la proliferazione cellulare del nucleo di cellule somatiche di ratto, maiale, ariete e scimmia sino alla formazione della cavità del blastocele. In questa prospettiva è quindi prioritario il proseguimento della ricerca in modelli animali. Lo scopo di queste ricerche è quello di giungere a riprogrammare in vitro i nuclei delle cellule somatiche in assenza del gamete femminile impiegando citoplasti artificiali. Questa strategia di ricerca è fortemente auspicata nel rapporto della Commissione di studio sull'uso delle cellule staminali per finalità terapeutiche, presieduta dal Nobel Renato Dulbecco, di recente istituita dal ministro della Sanità Umberto Veronesi. La Commissione, recepiti i più recenti avanzamenti delle conoscenze scientifiche nel settore della biologia delle cellule staminali e dopo aver valutato le proposte del Rapporto Donaldson del Governo inglese (www.doh.gov.uk), ha sottolineato il fatto che il sostegno alla ricerca sul differenziamento cellulare al fine di ottenere cellule e tessuti è centrale per lo sviluppo delle politiche sanitarie basate sulla medicina rigenerativa.
Si pensi che solo negli Stati Uniti circa 60 milioni di persone presentano patologie del sistema cardio­vascolare (9,5 milioni in Italia), più di 15 sono affette da diabete (2,1), 10 da osteoporosi (2,2), più di 4 dalla malattia di Alzheimer (0,5) e circa 2 dal Parkinson (0,04). La ricerca sulle vie di produzione delle cellule staminali e in particolare sul loro impiego per la sostituzione di cellule o tessuti danneggiati o non funzionanti consentirà forse di superare il tradizionale trapianto da cadavere. Si pensi alla ricostruzione del midollo spinale danneggiato da traumi fisici o del tessuto cardiaco dopo infarto, alle malattie infiammatorie di natura sistemica o a quelle muscolo-scheletriche (displasia ossea, malattie progressive delle giunture, osteogenesi imperfetta, miopatie primitive) e ancora alle malattie degenerative della retina, della cornea e dell'apparato uditivo, i cui tessuti siano danneggiati per cause genetiche o traumatiche, e infine alle malattie degenerative del sistema nervoso (Alzheimer, Parkinson, malattia di Huntington, sclerosi laterale amiotrofica). Fattore cruciale per il successo di tutte queste terapie è la quantità di cellule necessarie: il materiale di 5-6 aborti fornisce un numero di cellule staminali utili al recupero funzionale di un solo paziente parkinsoniano. Questi numeri dicono chiaramente che sono necessarie altre fonti di cellule staminali; la messa a punto di citoplasti artificiali è una via promettente per raggiungere tale obiettivo.

http://www.pacifici-net.it/biologia/Biotecnologie/le_cellule_staminali.htm

Ma anche qui

http://www.adoces.it/index.htm

e qui

http://www.sanraffaele.org/Home/Ricerca/Dipartimenti-Istituti_e_Programmi_di_Ricerca/Istituto_di_Ricerca_per_le_Cellule_Staminali_(SCRI)/index.html

2006-09-28 03:48:18 · answer #1 · answered by ocima 7 · 0 0

Ho trovato per caso un metodo che aiuta i malati di diabete http://GuarireDiabete.teres.info/?hT2Z Ovviamente non va a sostituire una cura medica appropriata ma può portare grossi benefici.
Il diabete, tranne casi particolari, è una malattia cronica che va curata per tutta la vita. La cura è essenziale non solo per eliminare i disturbi legati all’iperglicemia, spesso assenti, ma per minimizzare il rischio di complicanze croniche.

2017-01-30 12:35:09 · answer #2 · answered by walker 4 · 0 0

Il diabete è una malattia molto scomoda che neccessita assolutamente di cure mediche. Se hai il diabete devi assolutamente parlare con un medico e farti seguire da lui.
Inoltre puoi seguire delle cure naturali che possono portare grandi benefici e rendono questa malattia molto meno scomoda, ma comunque non possono sostituire un medico.
Ti suggerisco questa cura in particolare che so, per esperienza personale, essere molto valida

http://curadiabete.toptips.org

Spero ti sia stato utile e mi raccomando, non sottovalutare questa malattia.

2014-11-18 06:35:15 · answer #3 · answered by Anonymous · 0 0

Il diabete è una malattia molto seria che non deve essere sottovalutata... Ti raccomando di seguire questo metodo naturale che aiuta molto http://curanaturale-diabete.guardaqua.info
Questo metodo è in grado di cambiare radicalmente la qualità della vita!

2014-11-11 11:37:31 · answer #4 · answered by Anonymous · 0 0

Se hai bisogno di una ricerca sulle staminali vai nella biblioteca a te più vicina e controlla la rivista Scientific american versione italiana nel periodo della procreazione assistita.
E' un universo di informazioni, molto tecniche ma abbastanza semplici se sei in ambito scientifico.
Vedrai che non rimarrai affatto deluso.
Ad ogni modo se hai un insegnante che ti ha dato questo tema ritieniti fortunato perchè è un argomento davvero portante e comprende ogni ambito della società.

2006-09-27 05:38:36 · answer #5 · answered by Daniele 2 · 0 0

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