Ciao!
Nel momento in cui una persona si sposa in chiesa ACCETTA consapevolmente il sacramento del matrimonio cattolico. Nessuno è obbligato a sposarsi in chiesa!
Ricevere questo sacramento significa chiedere a Dio di unire due persone indissolubilmente, anche in caso di lite, di problemi futuri... Se poi nel tempo qualcosa va male, l'amore finisce, ci si separa, le due persone restano comunque legate da Dio. Se uno dei due decide di risposarsi o di avere un'altra relazione viene meno alla promessa fatta dvanti a Dio e tradisce il proprio marito/moglie. Ecco dove nasce il peccato mortale!
Per chi sostiene che ciò non è giusto e offende la chiesa dico che NESSUNO è obligato a sposarsi in chiesa, se non credente o se non ne accetta i principi. Molti si sposano in chiesa xke è tradizione, perchè "sta male" non farlo, cosa direbbero gli altri? Poi è una bella cornice.... anche per le foto!
O SI è CRISTIANI IN PIENO O NON LO SI è! NON SI PUO' FARE UNA RELIGIONE DI COMODO!
2006-09-28 05:02:52
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answer #5
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answered by Cassiopea 3
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qui si tratta di ragionamenti elementari
1) un vero cattolico ha la certezza che l'Eucarestia è il Corpo ed il Sangue di Cristo ed è fondamentale per la salvezza, chi la pensa diversamente di fatto non è cattolico
Matteo 26:26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo».
Matteo 26:27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti,
Matteo 26:28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.
Giovanni 6:53 Gesù disse: «In verità , in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
Giovanni 6:54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Giovanni 6:55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Giovanni 6:56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.
Giovanni 6:57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me.
Giovanni 6:58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
2) Non si può mangiare il Corpo di Cristo con la coscienza piena di peccati non perdonati, in particolare quelli mortali, è chiaramente sacrilegio che macchia ulteriormente la coscienza
Matteo 7:6 Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
comunicarsi senza essere stati assolti in Confessione significa non credere che L'Eucarestia sia il Corpo di Cristo, significa non
riconoscere valore al Sacramento del Perdono e in definitiva significa non essere veri cattolici
3) Matteo 5:31 Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio;
Matteo 5:32 ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
siccome il concubinato faceva parte della società ebraica antica e qua non c'è, questa unica eccezione di fatto non esiste e pertanto finchè un divorziato sta con un altra donna la situazione di peccato è continua e vale per entrambi, pertanto non ha senso chiedere perdono e dire di essere pentiti di una cosa che si intende continuare a fare, è una chiara contraddizione, questo presupposto non permette logicamente di essere perdonati
4) Gesù ha affidato agli apostoli ed ai suoi successori il compito di rimettere i peccati in Suo nome
Giovanni 20:22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
Giovanni 20:23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Matteo 16:18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
Matteo 16:19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
quindi chi non viene assolto in Confessione non sarà perdonato da Dio, è poi sottointeso che chi si confessa tacendo alcuni peccati, soprattutto quelli importanti e quelli che non possono essere perdonati oltre che a rendere automaticamente nulla la Confessione commette anche sacrilegio, questo è chiarissimo e chi non lo crede di fatto non è cattolico anche se si definisce tale
mettendo assieme con molta semplicità questi 4 punti fondamentali ed elementari, viene fuori la risposta alla domanda
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
La fedeltà dell'amore coniugale
1646 L'amore coniugale esige dagli sposi, per sua stessa natura, una fedeltà inviolabile. E' questa la conseguenza del dono di se stessi che gli sposi si fanno l'uno all'altro. L'amore vuole essere definitivo. Non può essere “fino a nuovo ordine”. “Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità ” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48].
1647 La motivazione più profonda si trova nella fedeltà di Dio alla sua alleanza, di Cristo alla sua Chiesa. Dal sacramento del Matrimonio gli sposi sono abilitati a rappresentare tale fedeltà e a darne testimonianza. Dal sacramento, l'indissolubilità del Matrimonio riceve un senso nuovo e più profondo.
1648 Può sembrare difficile, persino impossibile, legarsi per tutta la vita a un essere umano. E' perciò quanto mai necessario annunciare la buona novella che Dio ci ama di un amore definitivo e irrevocabile, che gli sposi sono partecipi di questo amore, che egli li conduce e li sostiene, e che attraverso la loro fedeltà possono essere i testimoni dell'amore fedele di Dio. I coniugi che, con la grazia di Dio, danno questa testimonianza, spesso in condizioni molto difficili, meritano la gratitudine e il sostegno della comunità ecclesiale [Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 20].
1649 Esistono tuttavia situazioni in cui la coabitazione matrimoniale diventa pra ticamente impossibile per le più varie ragioni. In tali casi la Chiesa ammette la separazione fisica degli sposi e la fine della coabitazione. I coniugi non cessano di essere marito e moglie davanti a Dio; non sono liberi di contrarre una nuova unione. In questa difficile situazione, la soluzione migliore sarebbe, se possibile, la riconciliazione. La comunità cristiana è chiamata ad aiutare queste persone a vivere cristianamente la loro situazione, nella fedeltà al vincolo del loro matrimonio che resta indissolubile [Cf ibid., 83; â Codice di Diritto Canonico, 1151-1155].
1650 Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e che contraggono civilmente una nuova unione. La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio”: â Mc 10,11-12 ), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio. Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione. Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali. La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza.
1651 Nei confronti dei cristiani che vivono in questa situazione e che spesso conservano la fede e desiderano educare cristianamente i loro figli, i sacerdoti e tutta la comunità devono dare prova di una attenta sollecitudine affinché essi non si considerino come separati dalla Chiesa, alla vita della quale possono e devono partecipare in quanto battezzati:
Siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità in favore della giustizia, a educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza, per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio [Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 84].
2006-09-27 08:32:14
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answer #7
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answered by GIGI 3
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