Per conto mio, penso che probabilmente ognuno di noi vive la propria vita più da spettatore che da attore, "en retrait", come in una sala cinematografica. Noi qui, nel buio, anonimi quasi, dimentichi di noi stessi, assenti alla nostra stessa percezione, e gli altri là sullo schermo della vita. Non è possibile non vederli, non vederne i difetti.
Hai mai fatto la prova della telecamera? Impugnala e puntala contro di noi e osserva il nostro imbarazzo: non sopportiamo di essere ripresi perché diventeremmo allora degli attori ai nostri stessi impietosi occhi.
2006-09-26 03:58:00
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answer #1
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answered by Lino41 6
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Tecnica dello struzzo. Mettere la testa sotto la sabbia per non vedere i nostri difetti. Oppure per criticarli meno aspramente. Ovviamente non siamo cosi generosi con gli altri. Lo struzzo pero non sa, che il sedere resta comunque fuori dalla sabbia, e questo lo mette spesso in situazione incresciosa.
2006-09-26 09:47:08
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answer #2
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answered by Andrea Carlo 5
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Non posso darti una risposta universale; per quanto mi riguarda si sommano due meccanismi:
il primo è quello universale che porta a vedere meglio i difetti degli altri che non i nostri. Il nostro cervello giudica se stesso "normale" e quindi tende ad autoanalizzarsi meno di quanto faccia per ciò che vediamo. Se fossimo gli unici viventi della terra non realizzeremmo neppure il concetto di diversità, per capirla bisogna per forza guardare prima qualcun'altro, e quindi siamo protesi più verso l'esterno di noi stessi che non l'interno.
Il secondo motivo è che se faccio un'autocritica, individuando un difetto da correggere, significa che proprio quel difetto è una cosa che sento abbia importanza; di conseguenza vederlo nelle persone risalterà più di tanti altri.
2006-09-26 07:25:23
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answer #3
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answered by saltalacordasloty 4
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Prevalentemente agiamo "richiamandoci" a un passo del Vangelo: si guarda la pagliuzza nell' occhio dell'altro e non la trave che si ha nel proprio; questo, non certo per giustificarci.
2006-09-26 14:20:23
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answer #4
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answered by Anonymous
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La tua domanda mi ha portato a pensare ad uno specchio.
Mi spiego meglio, noi siamo consapevoli dei nostri difetti, ma quando li riscontriamo negli altri e li vediamo nella loro pienezza
è come se fossimo noi riflessi in uno specchio e l'immagine che vediamo non è gradevole.
Per giustificarci utilizziamo la solita ed inutile frase, inutile in quanto non ci aiuta in una crescita personale: sono fatto / a così non posso farci niente.
Purtroppo sono molte le volte che l'ho dovuta udire, trovo che sia una gran brutta giustificazione.
2006-09-26 10:27:48
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answer #5
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answered by alma_carla2000 4
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Ciao BLUE.......Nella misura in cui siamo tolleranti verso gli altri lo siamo anche con noi stesse.Il fatto di avere dei difetti e di esserne consapevoli dovrebbe portare ad accettare che gli altri abbiano anch'essi dei difetti.Non può,a mio parere,esserci giustificazione nell'indurirsi di fronte ad altri per i loro difetti,al più potremmo forse incontrare difetti diversi dai nostri e in quel preciso istante dovremmo ricordarci che anche noi abbiamo imperfezioni.Quando tu parli di consapevolezza è,si consapevolezza di noi, ma anche degl'altri ,cercare il punto in comune libera da giustificazioni e induce a correggerci dai nostri difetti.Man mano che impariamo a correggerci impariamo a trattare anche con gli altri e i loro difetti,non credi? Ciao.buona giornata.........Lu.
2006-09-26 08:12:21
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answer #6
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answered by Luisa A 3
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per giustificarci e consolarci xkè così vediamo che anche gli altri sono messi male e non solo noi
2006-09-26 08:09:14
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answer #7
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answered by *hooly* 6
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per giustificarsi ,il nulla!
ma credo che un uomo o donna che sia e' portato alla positivita, a diversi livelli ok, ma cmq alla positivita di se stessi, quindi lo stesso difetto viene enfatizzato se visto in chi hai di fronte e sminuito in se stessi.
2006-09-26 07:11:46
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answer #8
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answered by v3l3no69 3
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