La coscienza è un'astrazione,nel senso che rappresenta l'aspetto autocritico dell'animo umano.In questo senso,al di là di ogni dio o dottrina teologica,quando alla sera mi corico con la testa sul cuscino,è quella alla quale rispondo.Se in pace con lei,significa che lo sono con me stesso e nei confronti degli altri.
2006-09-24 02:06:16
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answer #1
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answered by lupogrigio 7
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Con il termine coscienza si intende uno stato soggettivo di consapevolezza sulle sensazioni psicologiche (pensieri, sentimenti, emozioni), e fisiche (tatto, udito, vista.) proprie di un essere umano e su tutto ciò che accade intorno ad esso. La soggettività della coscienza è data dal fatto che ogni persona ha una propria modalità di rapportarsi alle esperienze e tale modalità dipende in gran parte da un determinato stile culturale di appartenenza. Ma cosa determina questa consapevolezza? Quali sono i canali grazie ai quali un uomo è consapevole di se stesso e del mondo circostante?
In un individuo la consapevolezza di se stessi e dell'ambiente si struttura grazie ad un insieme di funzioni psico-fisiologiche come la percezione, la memoria, l'attenzione, l'immagazzinamento e l'elaborazione delle informazioni, tutte dipendenti l'una dall'altra e controllate dal cervello. Tutte le informazioni, sia esterne che interne, passano attraverso i nostri organi recettori (occhi, naso, recettori muscolari) e, dopo aver raggiunto il sistema nervoso, vengono da quest'ultimo elaborate.
La coscienza, quindi, è un processo che dipende esclusivamente dall'attività del nostro corpo.
In alcune culture non occidentali la coscienze è considerata come un'essenza metafisica, spirituale non ben definita distaccata dal corpo e dalle leggi della fisica e dotata di una propria autonomia. Essa è, in molti sistemi culturali, paragonata all'anima. Tuttavia l'accezione metafisica della coscienza è solo una astrazione filosofica che non ha alcun fondamento nella realtà e trae origine da diverse credenze religiose come un puro atto di fede.
Armando de Vicentis
leggendo le tue parole ho captato un bel pò di rabbia ,ma dici il vero ,e non ho osato risponderti non almeno con delle frasi mie.Scusami .....DONNA
2006-09-26 11:04:41
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answer #2
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answered by donna 3
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La coscienza è uno spirito interiore che ti fa riconoscere il bene
dal male. Attenzione a dire d'avere la coscienza pulita, perchè lo
disse anche colui che non l'aveva mai usata
2006-09-24 04:40:07
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answer #3
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answered by bertocco_2000 4
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Le sue parole mi fanno ricordare quelle dell'apostolo Paolo, quando, scrivendo ai cristiani di Roma, disse: Che diremo dunque? È la Legge peccato? Così non sia! Realmente io non avrei conosciuto il peccato se non fosse stato per la Legge; e, per esempio, non avrei conosciuto la concupiscenza se la Legge non avesse detto: “Non devi concupire”. 8 Ma il peccato, prendendo occasione dal comandamento, operò in me ogni sorta di concupiscenza, poiché senza la legge il peccato era morto. 9 Infatti, io fui una volta vivente senza la legge; ma quando arrivò il comandamento, il peccato venne di nuovo in vita, e io morii. 10 E il comandamento che era per la vita, questo trovai essere per la morte. 11 Poiché il peccato, prendendo occasione dal comandamento, mi sedusse e per mezzo d’esso mi uccise. 12 Così che, da parte sua, la Legge è santa, e il comandamento è santo e giusto e buono.
13 Ciò che è buono mi è dunque divenuto morte? Non sia mai! Ma il peccato sì, affinché si mostrasse come peccato, operante in me la morte per mezzo di ciò che è buono; affinché il peccato divenisse assai più peccaminoso per mezzo del comandamento. 14 Poiché sappiamo che la Legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto sotto il peccato. 15 Poiché ciò che opero non lo conosco. Poiché ciò che desidero, questo non pratico; ma ciò che odio è quel che faccio. 16 Comunque, se ciò che non desidero è quello che faccio, convengo che la Legge è eccellente. 17 Ma ora non sono più io a operarlo, ma il peccato che risiede in me. 18 Poiché so che in me, cioè nella mia carne, non dimora niente di buono; poiché in me è presente la capacità di desiderare, ma la capacità di operare ciò che è eccellente non è [presente]. 19 Poiché il bene che desidero non lo faccio, ma il male che non desidero è ciò che pratico. 20 Se, ora, ciò che non desidero è ciò che faccio, chi lo opera non sono più io, ma il peccato che dimora in me.
21 Trovo dunque nel mio caso questa legge: che quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me. 22 Realmente mi diletto nella legge di Dio secondo l’uomo che sono interiormente, 23 ma vedo nelle mie membra un’altra legge che combatte contro la legge della mia mente e mi conduce prigioniero alla legge del peccato che è nelle mie membra. 24 Misero uomo che sono! Chi mi libererà dal corpo che subisce questa morte? 25 Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Così, dunque, con la [mia] mente io stesso sono schiavo della legge di Dio, ma con la [mia] carne della legge del peccato. (Romani 7: 1-25)
COS’È LA COSCIENZA
La coscienza è la capacità di osservare e giudicare se stessi, di rendere testimonianza a se stessi. L’apostolo Paolo spiega in questo modo l’operato della sua coscienza: “La mia coscienza rende testimonianza con me nello spirito santo”. — Romani 9:1. Questa parola traduce il greco synèidesis, da syn (con) ed èidesis (conoscenza), alla lettera con-conoscenza, o conoscenza di sé.
La coscienza è innata, essendo stata creata da Dio come parte dell’uomo. È una consapevolezza o percezione interiore del bene e del male che scusa o accusa l’individuo. Quindi la coscienza giudica. Può inoltre essere educata dai pensieri e dalle azioni, convinzioni e norme impresse nella mente con lo studio e l’esperienza. Sulla base di queste cose la coscienza valuta la condotta che si segue o si intende seguire. Poi avverte quando la condotta è in contrasto con le norme, a meno che non sia stata “cauterizzata”, resa insensibile dalla continua inosservanza dei suoi avvertimenti. La coscienza può essere una valvola di sicurezza morale, in quanto fa provare piacere o dolore per la propria condotta buona o cattiva.
Fin dall’inizio l’uomo ha avuto una coscienza. Adamo ed Eva lo rivelarono andando a nascondersi non appena infransero la legge di Dio. (Geremia 3:7) In Romani 2:14, 15 leggiamo: “Tutte le volte che quelli delle nazioni che non hanno legge fanno per natura le cose della legge, questi, benché non abbiano legge, sono legge a se stessi. Essi sono i medesimi che dimostrano come la sostanza della legge sia scritta nei loro cuori, mentre la loro coscienza rende testimonianza con loro e, nei loro propri pensieri, sono accusati oppure scusati”. Si può quindi notare che la coscienza non è scomparsa neanche fra i non cristiani. Questo perché tutto il genere umano discende da Adamo ed Eva, che avevano una coscienza innata. Molte leggi delle nazioni sono in armonia con una coscienza cristiana, eppure tali nazioni e legislatori possono non aver risentito affatto dell’influenza del cristianesimo. Le loro leggi sono conformi ai dettami della loro coscienza. Tutti hanno la facoltà della coscienza, e a questa fanno appello la condotta e la predicazione dei cristiani. — 2Corinti 4:2.
La coscienza dev’essere illuminata, altrimenti può ingannare. Se non è stata educata secondo le giuste norme, secondo la verità, non è una guida sicura. Sul suo sviluppo possono influire in senso negativo l’ambiente, i costumi, l’adorazione e le abitudini. Potrebbe giudicare giuste o sbagliate certe cose in base a tali norme o valori errati. Per esempio, in Giovanni 16:2 Gesù predisse che alcuni sarebbero arrivati al punto di uccidere i servitori di Dio, pensando di rendere un servizio a Lui. Saulo (diventato poi l’apostolo Paolo) era partito in effetti con intenti omicidi nei confronti dei discepoli di Cristo, credendo di servire con zelo Dio. (Atti 9:1; Galati 1:13-16) Gli ebrei furono indotti in grave errore e si trovarono a combattere contro Dio per mancanza di conoscenza della Sua Parola. (Romani 10:2, 3; Osea 4:1-3; Atti 5:39, 40) Solo una coscienza dovutamente educata dalla Parola di Dio può valutare con esattezza le cose e correggere veramente. (2Timoteo 3:16; Ebrei 4:12) Il cristiano deve avere norme stabili, giuste: le norme di Dio.
Buona coscienza. -- È importante accostarsi a Geova con coscienza pura. (Ebrei 10:22) Il cristiano deve sforzarsi di continuo per avere un’onesta coscienza in tutte le cose. (Ebrei 13:18) Paolo affermò: “Mi esercito continuamente per avere la consapevolezza di non aver commesso nessuna offesa contro Dio e contro gli uomini”. (Atti 24:16) Con queste parole intendeva dire che dirigeva e correggeva di continuo il corso della sua vita secondo la Parola di Dio e gli insegnamenti di Cristo, perché sapeva che, in ultima analisi, sarebbe stato Dio il suo giudice finale e non la sua coscienza. (1Corinti 4:4) Seguendo una coscienza educata secondo la Bibbia si può essere perseguitati, ma Pietro dà questo confortante consiglio: “Se qualcuno, per coscienza verso Dio, sopporta cose dolorose e soffre ingiustamente, questa è cosa gradita”. (1Pietro 2:19) Il cristiano deve ‘mantenere una buona coscienza’ di fronte all’opposizione. — 1Pietro 3:16.
La Legge con i suoi sacrifici animali non poteva rendere nessuno perfetto riguardo alla sua coscienza così che potesse considerarsi senza colpa. Ma grazie all’applicazione del riscatto di Cristo, la coscienza di coloro che hanno fede può essere purificata. (Ebrei 9:9, 14) Pietro spiega che per ottenere la salvezza bisogna avere una coscienza buona, pura e retta. — 1Pietro 3:21.
Rispetto per la coscienza altrui. -- Dato che per fare valutazioni giuste la coscienza dev’essere educata secondo la Parola di Dio in modo completo e accurato, una coscienza non educata può essere debole, cioè può essere facilmente e pericolosamente messa a tacere. Oppure uno può offendersi per le azioni o le parole di altri, anche se in realtà questi non hanno fatto nulla di male. Paolo fece degli esempi in merito al mangiare, al bere e all’osservanza di certi giorni più di altri. (Romani 14:1-23; 1Corinti 8:1-13) Al cristiano che ha conoscenza e possiede una coscienza educata è comandato di rispettare chi ha una coscienza debole e di tenerne conto, non usando tutta la libertà che ha, non insistendo su tutti i suoi “diritti” personali e non facendo sempre quello che vuole. (Romani 15:1) Chi ferisce la coscienza debole di un altro cristiano ‘pecca contro Cristo’. (1Corinti 8:12) D’altronde Paolo fa capire che mentre non voleva far nulla che potesse offendere un fratello debole, inducendo così il fratello a giudicarlo, anche il debole doveva tener conto del proprio fratello, sforzandosi di raggiungere la maturità grazie all’acquisto di maggiore conoscenza ed educando la propria coscienza onde non si offendesse facilmente e non gli facesse vedere gli altri sotto una luce sbagliata. — 1Corinti 10:29, 30; Romani 14:10.
Cattiva coscienza. -- Si può abusare della coscienza al punto che non è più pura e sensibile. Quando ciò avviene la coscienza non è più in grado di avvertire del pericolo e non costituisce più una guida sicura. (Tito 1:15) In tal caso la condotta dell’uomo è guidata dal timore di essere scoperto e punito anziché da una buona coscienza. (Romani 13:5) Parlando di una coscienza segnata come da un ferro rovente, Paolo la paragona a carne cauterizzata, coperta di cicatrici e priva di terminazioni nervose e perciò senza il senso del tatto. (1Timoteo 4:2) Chi ha una coscienza del genere non può distinguere il bene dal male. Non può apprezzare la libertà che Dio gli concede e, ribellandosi, diventa schiavo di una cattiva coscienza. È facile contaminare la propria coscienza. Il cristiano dovrebbe prefiggersi di far sue le parole di Atti 23:1: “Fratelli, fino a questo giorno mi sono comportato dinanzi a Dio con perfetta buona coscienza”.
La saluto cordialmente
2006-09-24 02:58:15
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answer #4
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answered by Anonymous
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la coscienza è quella cosa che mi sta mangiando viva in questi giorni perchè ho un esame difficile molto a breve all'uni e invece di studiare sto qui a rispondere su answer!!
2006-09-24 02:03:24
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answer #5
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answered by mariella p 4
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La coscienza, come intuibile dalla parola stessa, e` quella che conosce la verita`, piaccia o non piaccia. A comandare, a dettare, a dire, molte volte non e` la coscienza della realta`e verita`, ma le nostre personali scelte, influenzate da miriadi di sensazioni. Quando le scelte combaciono con quello che la coscienza conosce, solo allora si dice che l'uomo e coscienzioso. Ma la coscienza non e` innata: va educata. Non va educata a fare sempre le stesse scelte, ma va educata a fare scelte conformi alla realta` e verita` delle cose.
Quello che hai descritto e` appunto una coscienza cosciente solo di un aspetto ( egoistico ) della realta`. Quanto debba essere rispettato anche l'altro aspetto (altruistico) della realta`, sta appunto alla coscienza cosciente del buon senso della verita` e realta`, con accettabili sfumature comportamentali in ogni persona. Mica si puo` comandare alla coscienza degli altri. Ogni educazione forma coscienze alquanto diverse. Noi possiamo solo fare opera di persuasione nel bene. Ma c'e` anche chi le opere di persuasione le fa nel male. Dobbiamo fidarci dell'autocritica personale e sperare.
2006-09-25 04:33:09
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answer #6
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answered by giulietta 7
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Grazie per quello che hai detto...Per me, però, è difficile da digerire e capire. Scusa.
Se vuoi la mia risposta sappi che penso che la coscienza ci viene data da Dio quando nasciamo. Essa fa parte dell'anima. Se la usiamo bene, ci permette di fare le scelte giuste. Secondo il mio credo, sono quelle cristiane; cioè secondo gli insegnamenti di Gesù. Queste scelte possono essere fatte da chiunque. Anche dai non cristiani. Conosco gente che di Cristo ha sentito solo parlare...Eppure si comportano meglio di tanti cristiani. Gesù è presente ovunque e vicino a tutti noi. Egli è il redentore di tutti.
Ciao.
2006-09-24 11:06:57
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answer #7
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answered by Anonymous
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Sapienza 17,11
11Per natura l'uomo cattivo è pieno di
timori
e da se stesso si fa testimone della propria
condanna;
quando è oppresso dalla coscienza vede
pericoli dappertutto.
Siracide 37,13
13Infine segui quel che la tua coscienza ti
dice,
perché non ti tradisce mai
Siracide 14,2
2Felice chi ha la coscienza tranquilla
e non ha perduto la speranza
La coscienza è la lampada che guida l'uomo a non commettere errori
Ciao da Zoro grezie per i 2 punti
2006-09-24 01:44:11
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answer #8
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answered by Ciao 2008 5
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la coscienza è ciò che ci impedisce di essere dei bruti, delle bestie
2006-09-24 01:40:38
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answer #9
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answered by sensui 3
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Che cos'è l. a. coscienza? Vedi... si può essere immorali o amorali a secondo che tu abbia dei valori di riferimento come criteri validi su cui modellare le tue azioni oppure no. Quindi quando commetti qualcosa di cui percepisci contraddizione con i tuoi intenti sei immorale. Quando qualsiasi azione va sempre bene pur di ottenere il risultato sei amorale. Ma diffido da chiunque si ritenga giusto e coscienzioso: significa che è il più grande ipocrita della terra perché non è ne immorale ne amorale ma assolutamente malvagio in quanto asserve tutto il mondo all'adulazione di se stesso. Dio è sempre malvagio poiché priva chiunque della propria libertà! :)
2016-12-15 13:22:34
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answer #10
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answered by edme 3
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