Vedi qui:
http://www2.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/APPUNTI/TESTI/Feb_03/Cap3.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Zero
Spero che possa aiutarti.
Ciao!!!
2006-09-14 10:41:26
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answer #1
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answered by Lulisja 5
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vedi il sito di luljsia che è giusto lo ho appena visto
2006-09-18 08:02:30
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answer #2
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answered by giuseppe m 3
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dagli arabi
2006-09-16 05:48:04
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answer #3
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answered by Fuffi 1
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La storia ti è stata riportata nella risposta precedente.
Vorrei, semmai, riflettere sul "significato" dello zero, e che cosa rappresentò la sua introduzione.
Anticamente lo zero non era considerato un numero, era il nulla e non aveva modo di essere spiegato e rappresentato.
Per esempio: se da 5 tolgo 5 non resta nulla, il vuoto, il nulla, un qualcosa che non esiste.
Ma oggi sappiamo che da quella operazione si ottiene come risultato lo zero, cioè un NUMERO, una entità matematica tale e quale ad ogni altro numero, con le stesse prerogative e peculiarità, anzi con qualche dote in più.
Lo zero è un numero che non è positivo o negativo, non è pari nè dispari, fa da confine all'insieme dei numeri positivi con quelli negativi.
Anticamente, specie in periodo romano, dove la numerazione non era decimale posizionale, lo zero nemmeno compariva.
Per indicare il numero, per esempio centocinque i romani scrivevano CV cioè cento più cinque.
Noi usiamo la notazione 105 che sta per: 1 centinaio, nessuna (zero) decina e cinque unità.
Ecco che nella nostra numerazione lo zero è importante ed indispensabile per indicare che le decine non ci sono in quel numero.
Ciao.
2006-09-14 17:43:21
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answer #4
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answered by messalenia 3
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Attorno al 300 a.C., i Babilonesi iniziarono a usare un semplice sistema di numerazione in cui impiegavano due cunei pendenti per marcare uno spazio vuoto. Comunque, questo simbolo non aveva una vera funzione oltre a quella di segnaposto. Sembra infatti che l'origine del segno O sia da attribuire alla forma dell'impronta lasciata sulla sabbia da un ciottolo tondo (o gettone) dopo essere stato rimosso (e quindi mancanza del numero).
L'uso dello zero come numero in sé è un'introduzione relativamente recente della matematica, che si deve ai matematici indiani. Un primo studio dello zero, dovuto a Brahmagupta risale al 628.
Gli arabi appresero dagli indiani il sistema di numerazione posizionale decimale, e lo trasmisero agli europei durante il Medioevo (perciò ancora oggi in Occidente i numeri scritti con questo sistema sono detti "numeri arabi"). Essi chiamavano lo zero sifr (صفر): questo termine indicava un venticello caldo che spirava in particolari periodi dell'anno.
Fu in particolare Leonardo Fibonacci (Leonardo Pisano) a far conoscere la numerazione posizionale in Europa: nel suo Liber Abaci, pubblicato nel 1202, egli tradusse sifr in zephirus; da questo si ebbe zevero e quindi zero. Anche il termine "cifra" discende da questa stessa parola sifr. Tuttavia già intorno al 1000 Gerberto d'Aurillac (poi papa col nome di Silvestro II) utilizzava un abaco basato su un rudimentale sistema posizionale. Anche nel libro inglese The Crafte of Numbynge, intorno al 1300, viene spiegato chiaramente l'uso dello zero nella rappresentazione dei numeri.
Lo Zero era usato come numero anche nella Mesoamerica precolombiana. Venne usato dagli Olmechi e dalle civilizzazioni successive; vedi anche: Numerazione Maya.
Lo zero (0) è il numero che precede uno e gli altri interi positivi e segue i numeri negativi.
Zero significa anche: niente, nullo, vuoto. Ad esempio se hai zero fratelli, significa che non hai fratelli. Se la differenza tra il numero di oggetti in due insiemi è zero, significa che i due insiemi contengono lo stesso numero di oggetti. Zero va distinto da "assenza di valore". Si tratta di due concetti diversi. Ad esempio se la temperatura è zero, l'acqua ghiaccia, se manca il dato della temperatura, assenza del valore, nulla si può dire.
Il numerale o cifra zero si usa nei sistemi di numerazione posizionali, quelli cioè in cui il valore di una cifra dipende dalla sua posizione. La cifra zero è usata per saltare una posizione e dare il valore appropriato alle cifre che la precedono o la seguono. Ad esempio, per il numero "centodue", si scrivono un 2 nella posizione delle unità (prima posizione da destra) per indicare il due, e un 1 nella posizione delle centinaia (terza posizione) per indicare il cento: la posizione delle decine (seconda posizione) rimane vuota, quindi vi si scrive uno zero, ottenendo così 102.
2006-09-14 09:34:04
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answer #5
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answered by Anonymous
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