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Ogni volta che una cosa ci turba, che ci rende infelici, dovremmo dare la colpa a quella determinata cosa (in quanto causa del nostro malessere)? o a noi stessi (in quando il nostro giudizio su quella cosa è causa del malessere)?

2006-09-13 19:28:09 · 15 risposte · inviata da ................ 5 in Arte e cultura Filosofia

15 risposte

Esatto, fossimo impassibili, niente ci turberebbe. Fossimo una pietra, niente ci turberebbe. Fossimo un vegetale, pochissimo ci turberebbe. Fossimo un animale, un poco ci turberebbe. Siamo esseri umani, molto ci turba. Fossimo Dio, niente ci turberebbe. I nostri umori, il tempo, l'eta`, lo stato d'animo, e mille altre circostanze turbano la nostra pace o rallegrano il nostro spirito: felice chi sa destreggiarsi bene ! Sempre colpa o merito del nostro giudizio...ecco perche` bisogna "fare" giudizio, avere giudizio, mettere giudizio, e non mancare di giudizio se si desidera essere un uomo di giudizio. Meglio anche evitare giudizi affrettati, specialmente se non si ha l'eta` del giudizio, in genere prima dei denti del giudizio, ponderando tutto con giudizio e mai passare giudizi sommari. Ci saranno anche momenti in cui si deve sospendere il giudizio, prima di emettere un giudizio favorevole, senza dimenticare che forse ci sara` anche un giudizio definitivo ed universale, perche` molti giudizi, ora, sono provvisori.

2006-09-13 21:32:11 · answer #1 · answered by giulietta 7 · 2 0

Le cose possono essere buone o cattive di per sé, morali o immorali? Sì, certo, il relativismo...
Il Giudizio, ispirato ai Valori Assoluti, che sia il nostro giudizio o quello degli altri, significa condanna?
Hai messo un seme in terra, te ne restituisco due.

2006-09-14 12:41:11 · answer #2 · answered by Lino41 6 · 2 0

...mi arrabbio con me stessa quando mi turbo del pensiero negativo di altri su di me!

2006-09-14 17:45:12 · answer #3 · answered by not known 4 · 1 0

...forse più che dare la colpa a noi stessi dovremmo chiederci perchè siamo turbati così tanto da quel determinato evento, che cosa sentiamo di aver perso. Può aiutarci a ristabilire delle priorità e a ridimensionare i problemi e la sofferenza causata da delusione...
Certe volte però la ragione semplicemente non si accende. Stiamo troppo male per pensare davvero, per avere una qualche capacità di astrazione. E allora amen, rifugiamoci nella Nutella per un po' e aspettiamo tempi migliori. Passerà e torneremo a pensare ( e a sorridere).

2006-09-14 10:30:12 · answer #4 · answered by °La_Ire° 3 · 1 0

dipende da cosa? alle volte è la cosa in sè a farci star male, alle volte siamo noi a causarci il male, magari per cose da nulla, oppure tutte e due, nel senso: la cosa ci turba molto e noi la amplifichiamo a dismisura

2006-09-14 09:22:54 · answer #5 · answered by MORPHEUS ® 5 · 1 0

non c'è distinzione: la nostra idea della "cosa" ha comunque in sè anche il giudizio

2006-09-14 03:42:44 · answer #6 · answered by ivdeiv 2 · 1 0

Mio caro TYR non sono le cose o i giudizi ma è la cultura della società in cui viviamo che ci porta ad avere opinioni, giudizi, e, come tu chiedi, malessere o benessere verso "le cose".
Questa cultura è la cultura di tipo antropologico, ovvero come si intendono "le cose"..per farla breve se vivi in una società di cannibali e ti pappi un persona di una tribù vicina neutrale ti sei sfamato con un cibo lecito e nutriente e sei elogiato socialmente...proviamo a farlo da noi e vediamo che succede...non sono le "cose" ma come la società in cui viviamo( come detto prima) ci ha insegnato a conepire quelle cose...il malessere di cui tu parli è malessere sociale quindi le ragioni vanno ricercate nei canoni in cui si sviluppa la società,....in tutte le società le emarginazioni sono conformi alla appartenenza ad elità o( inteso come possesso) di status concreti(gli status simbol), proprio perchè gli status spirituali non sono definiti(socialmente parlando) in maniera manifesta.
Come ti dicevo la nostra società si fonda sull'esteriorità e non sulle valenze spirituali, solo se ci estraniamo dall'elitè(okkio una elitè non è una classe sociale) allora ci poniamo "a lato" della società di massa in toto ma solo per formare un'altra elitè con valori diversi ma sempre una elitè quindi ci saranno sempre malesseri e disagi perchè la cultura sociale non è totalmente compatibile con le valenze degli individui che la compongono.

2006-09-14 03:08:43 · answer #7 · answered by fzx53 4 · 1 0

Entrambe ma, soprattutto la consapevolezza di avere o non avere fatto tutto il possibile per evitare che quella cosa accadesse e quindi temere il giudizio altrui per la nostra cattiva coscienza. Solo noi possiamo sapere se abbiamo davvero agito bene oppure no ed è questo che ci fa temere il giudizio altrui: la paura che venga palesata la nostra scelta opportunistica o sbagliata: Se si è consapevoli di avere fatto la cosa giusta si è anche in grado di sostenere il giudizio critico altrui. E' ovvio che poi è un circolo vizioso, l'azione inefficace e inadeguata crea insoddisfazione e questa fa temere che anche gli altri se ne accorgano e diano lo stesso giudizio che diamo noi e il malessere, il disagio aumenta e copre tutta la situazione.
Suonare.

2006-09-14 02:56:56 · answer #8 · answered by Anonymous · 1 0

Caro amico, non so perché ma la tua domanda mi ha fatto venire subito in mente Pirandello e la sua "maschera" ...... Ritengo sia una traslazione possibile ... in fin dei conti cose o persone .....
Come per le persone che non sono ciò che sono ma ciò che gli altri vogliono che siano, anche per le cose, credo, siamo molto fuorviati.
La tua sottoprecisazione, poi, mi conduce a pensieri un attimo più profondi ... Vediamo .. facciamo un esempio .. diciamo .. sconvolgente! Hanno tagliato la gola ad un povero disgraziato e ne hanno fatto un filmetto divulgativo! Visione e contemporaneo orrore! Malessere, senza dubbio! Subito un senso di rabbia misto a pietà. No, pensandoci bene, al di là delle tue ovvie conosceze filosofiche e spicologiche, é la cosa in se stessa che mi atterrisce .. il mio giudizio é solo una mera conseguenza.
Ovviamente il giudizio di ognuno di noi si basa sulla soggettività dell'individuo, dipende dalla sensibilità, dalla cultura, dalla riflessività, dalla capacità di formulare pensieri validi ... insomma dipende dalla possibilità di valutare il bello ed il brutto .....
Nel distratto mondo di oggi (siamo quasi tutti come la carta oleata) non é facile .....
Stretta la foglia ... larga la via .......

2006-09-14 02:53:09 · answer #9 · answered by Anonymous · 1 0

secondo me è come recepiamo l' evento che ci ferisce, sono i nostri pregiudizi il nostro modo di vedere le cose che ci da la percezione di disagio e quindi di sofferenza se noi potessimo percepire le cose come sono veramente nella loro essenza, e dare la giusta importanza certamente ne saremo meno feriti E' come dire se una persona ci offende, non sempre è colpa dell'altro sentirsi offeso, ma molto spesso è come elaboriamo quello che ci viene detto, che non rientra nelle cose che noi riteniamo gradite e soprattutto non gradite al nostro orgoglio

2006-09-14 02:49:33 · answer #10 · answered by Anonymous · 1 0

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