C弾ra un tempo una matrigna・尿llora sar・cattiva?・ star・pensando qualcuno・o, questa favola 閻al contrario!
Lidia era rimasta vedova con la sua unica figlia e quella dell置omo che aveva sposato in seconde nozze. Le bambine si chiamavano rispettivamente Anna e Lea ed erano quasi coetanee; Lidia le amava entrambe e non c弾ra regalo fatto ad Anna che non venisse fatto anche a Lea, perch・tra le due non esisteva per lei disparit・alcuna. Dopotutto aveva cresciuto Lea fin da piccola e le voleva un bene grande pur non avendola partorita. Le bambine andavano d誕ccordo, tranne qualche piccolo litigio che, si sa, tra sorelle succede.
Quando per・diventarono adolescenti, Lea cominci・a provare per la sorellastra una sorta di invidia morbosa. Anna era di statura normale, ma snella e con lunghi capelli neri, invece Lea era piuttosto bassa e proprio non sopportava i suoi capelli rossi. Inoltre si era accorta che Anna era ammirata dagli uomini, mentre lei nessuno la degnava di un solo sguardo. Finalmente tra i tanti corteggiatori Anna ne scelse uno e si fidanz・ 鄭ccidenti a lei・ pens・la sorellastra, 賭uel giovane piace molto anche a me・ e qui si scaten・una gelosia indicibile, che per・Lea molto furbescamente riusciva a celare.
Un pomeriggio che il fidanzato di Anna era andato a trovarla, Lea disse alla matrigna che sarebbe uscita a fare una passeggiata; aveva bisogno di allontanarsi per risparmiarsi la rabbia di vederli insieme. Nel parco poco distante dalla loro abitazione, vide una vecchina che era caduta a terra e non riusciva a rialzarsi; prontamente Lea la soccorse e la vecchina si rivolse a lei dicendole:
- Oh che cara ragazza. Per ricambiare la gentilezza, cosa posso fare per te?
Lea ne approfitt・per sfogarsi e le confid・ci・che la tormentava. E la vecchina:
- Capiti bene, mia cara. Io sono una strega e mi chiamo Mand・ Sono vecchia come vedi, ma ancora qualche potere ce l檀o. Ecco qui questo grappolo d置va - e nel dire ci・ tir・fuori dalla tasca della gonna un grappolo d置va in cristallo ・io posso comandargli quello che voglio, staccandone un chicco per ogni ordine che d・ il quale poi per・ricresce sempre. Cosa vuoi che gli comandi?
La ragazza non ebbe esitazioni e disse:
- Voglio che il fidanzato di mia sorella muoia.
Ma la vecchia strega scandalizzata, le rispose:
- No cara, non posso chiedere questo. Io posso aiutare te; non chieder・mai il male per un essere umano. Potrei per esempio accontentarti se vuoi che un uomo ti corteggi.
Ma Lea aveva il cuore di ferro e la faccia di bronzo: non gli interessava essere corteggiata, ma voleva che l置omo che lei desiderava morisse piuttosto che vederlo nelle braccia della sorella. Le venne allora un段dea: invece di chiedere favori a quella vecchia 澱efana・che non voleva nemmeno fare ci・che lei desiderava, poteva impossessarsi dell弛ggetto magico e realizzare in tal modo ogni desiderio. Cos・le disse:
- Buona strega, va bene. Ma andiamo a sederci su quel muretto e potremo parlare con pi・calma. Lascia che ti aiuti; appoggiati a me e dammi il bastone, perch・finche ci sono io tu non ne hai bisogno.
Ahim・ La strega si fid・ ma Lea appena ebbe il bastone in mano le diede un colpo in testa e la poveretta cadde a terra. Poi le sottrasse il grappolo d置va e, curandosi di non essere stata vista da nessuno, scapp・via. Tornata a casa, strapp・un chicco dicendo: 天oglio che accada una disgrazia al fidanzato della mia sorellastra・ Non intese risposta, ma qualche giorno dopo qualcuno buss・alla porta della sua casa chiedendo di Anna, alla quale comunic・che il fidanzato purtroppo era morto cadendo da cavallo. Anna si disper・ consolata dalla madre e naturalmente dalla stessa Lea che, ottima attrice, finse un grande dolore.
Passarono alcuni mesi e Anna si deperiva ogni giorno di pi・ finch・Lidia decise di chiedere aiuto a una cugina che cercava qualche ragazza che tenesse compagnia alla sua unica figlia, quando lei si assentava per lavoro, essendo anch弾ssa rimasta vedova e dovendo mantenere s・stessa e la figliola. Lidia disse alla parente: - Forse rendersi utile far・bene ad Anna. Se star・ancora a casa non far・altro che pensare al suo amato, venuto a mancare cos・improvvisamente e tragicamente.
La cugina non ebbe remore ad accettare; ma quando lo seppe Lea, cominci・a provare una grande rabbia: no, Anna era tristissima e nel dolore doveva rimanere. Cos・ preso il grappolo d置va che teneva nascosto nel cassetto del mobile che aveva in camera, lo implor・di far accadere qualcosa che impedisse ad Anna di allontanarsi da casa. E la ragazza si ammal・ Dovendo la cugina partire qualche giorno dopo, non pot・aspettare e dovette chiamare un誕ltra persona che tenesse compagnia alla figlia. Intanto Anna soffriva nel corpo e nell誕nimo; Lidia e quell段nfame della sorellastra le erano sempre accanto, ma nessun medico sapeva dire che cosa avesse. Un giorno per・Lidia decise di consultare uno specialista famoso e quegli le disse:
- Signora, io non so dirle cosa abbia sua figlia. Ma la trov・molto depressa e credo che uscire da questa casa e andare un po・in campagna non potrebbe che farle bene.
Lidia decise di ascoltare il suggerimento del medico, il quale per・ siccome la ragazza aveva la febbre alta, le disse:
- Prima per・le dar・qualcosa che le faccia passare la febbre. E le prescrisse uno sciroppo da prendere mattina e sera. Quando se ne fu andato, Lea che aveva assistito alla visita medica, disse a Lidia:
- Madre non uscire tu, fai compagnia ad Anna; andr・io in farmacia a comprare lo sciroppo.
Povere donne che nutrivano tanta fiducia in lei! Lidia gliene fu grata; ma naturalmente quel demonio di Lea non and・a comprare lo sciroppo che serviva, bens・uno che faceva passare il mal di denti. Torn・a casa e lei stessa volle darne un cucchiaio ad Anna, dicendole amorevolmente:
- Su sorellina, tra qualche giorno starai meglio e andrai a fare un po・di villeggiatura. L・respirerai aria pulita e ti sentirai meglio; io naturalmente verr・a trovarti.
E Anna:
- Grazie Lea, sei molto cara!
Per strani casi che talvolta non si spiegano, la febbre di Anna, nonostante lo sciroppo non avesse alcun effetto antipiretico, pass・ugualmente. Lea strinse i denti sputando bile, ma non lo diede a vedere; anzi fingendosi contenta, aiut・Lidia a preparare le valigie. Quando madre e figlia partirono per raggiungere la villa di campagna, Lea promise che la settimana successiva sarebbe andata a vedere come stava Anna e abbracciando forte quest置ltima, le disse affettuosamente:
- Ti porter・le arance del nostro giardino che a te piacciono. Quando starai bene le coglieremo di nuovo insieme.
Anna, spirito buono, ricambi・sinceramente l誕bbraccio e part・con la madre. Intanto Lea sapeva bene cosa fare: avrebbe staccato un chicco dal grappolo d置va e, tenendo in mano un誕rancia (la pi・grossa), avrebbe chiesto che l誕grume diventasse velenoso e quindi letale; poi, una volta andata a trovare Lidia ed Anna, lei stessa lo avrebbe dato da mangiare alla sorella, ma, per non destare sospetti, doveva chiedere che il veleno agisse lentamente in modo che l弛diosa Anna se ne andasse dopo qualche giorno, senza una spiegazione logica.
La sua mente malvagia attu・parte del piano: colse le arance, stacc・un chicco dal grappolo d置va e chiese che il frutto divenisse velenoso; l誕rancia divenne di un arancione pi・vivo e questo fu per Lea il segno che il suo desiderio era stato esaudito. Doveva solo aspettare qualche giorno e poi recarsi in campagna.
Ma intanto・he fine aveva fatto la strega? Questa si era ripresa quel giorno nel parco, ma il colpo in testa le aveva procurato un誕mnesia; fortunatamente per・un giorno, visto che le giornate erano belle, vi si rec・nuovamente per fare una passeggiata. Mentre camminava la sua mente venne come fulminata: ora s・che ricordava! E sapeva anche dove era finito il suo prezioso grappolo che non trovava pi・ Ma certo lei non sapeva il nome della ragazza che l誕veva colpita e derubata; quindi si inform・da gente che era l・anch弾ssa a godersi il giorno di sole:
- Conoscete una ragazza coi capelli rossi, cos・e cos煥.
Ed ebbe le informazioni che voleva. La strega possedeva nel suo giardino una vasca d誕cqua con dei pesci; bastava avvicinarsi e dire il nome della persona di cui si voleva sapere qualcosa e l誕cqua limpida mostrava tutto. Figuratevi come rimase la strega quando nello specchio d誕cqua vide tutto ci・che aveva combinato Lea. Ora bisognava rimediare, e la vecchia corse subito nel luogo in cui si trovavano Lidia e Lea. Quando Lidia ud・il racconto, dapprima non le credette:
- Vecchia megera - la insult・・come osi dire ci・della persona che ho cresciuto come fosse mia figlia?
Ma la strega insisteva e non voleva andarsene. Era una strega buona e voleva aiutare le due sprovvedute donne. Quando Lidia minacci・di metterla alla porta, a lei venne un段dea:
- Sentite signora ・le disse ・il giorno in cui aspettate la vostra figliastra io verr・qui e mi nasconder・dietro la tenda della camera di vostra figlia. Lea, come vi ho spiegato gi・ le sta portando delle arance di cui una avvelenata; naturalmente le porger・quella. Vostra figlia non deve far altro che sbucciarla e invitare Lea a dividerla con lei; ovviamente la meschina rifiuter・ ma Anna dovr・insistere molto dicendo che se non la potr・dividere con la sorella, non metter・in bocca un solo spicchio di quel frutto. Sono sicura che mai e poi mai Lea assagger・l誕grume; a questo punto io uscir・da dietro la tenda e la smascherer・ Facciamo questa prova: ・per il vostro bene e per quello della vostra adorata figliola. E poi anche io voglio vendetta per ci・che quella disgraziata mi ha fatto.
Mand・era stata convincente e madre e figlia accettarono, non senza dubbi.
La sera stessa Lea mand・un biglietto indirizzato a Lidia in cui diceva che sarebbe andata a trovarle la mattina dopo; questa avvert・subito la strega.
Il piano di Lea era chiaro: eliminare definitivamente quella smorfiosa di Anna; in tal modo niente pi・invidia che non la faceva riposare la notte, e in pi・alla morte di Lidia tutti i beni del padre sarebbero spettati a lei. Ma non sapeva che un altro piano, altrettanto ben predisposto l誕vrebbe incastrata.
Infatti quando fu in camera di Anna, dopo averle chiesto fingendosi mortificata come stava, le disse che le aveva portato delle arance e dalla cesta ne tir・fuori una, porgendola alla sorella. Anna, come convenuto con la madre e Mand・la supplic・di consumarla insieme a lei, ma Lea rifiut・adducendo varie scuse; disse che si sentiva sazia, che aveva bruciori di stomaco, che voleva che il frutto lo mangiasse tutto quanto l誕mata sorella・ questo punto, da dietro la tenda venne fuori Mand・e Lea quando la vide, dovette aggrapparsi alla spalliera del letto per non svenire. La strega inferocita disse:
- Quel giorno nel parco venni derubata del mio magico grappolo di cristallo; quante ne hai combinate servendosi di esso, vipera! Ho visto tutto nella mia vasca d誕cqua che riflette tutto ci・che ha fatto e fa una persona di cui si sa il nome. Meno male che ho fatto in tempo ad avvertire Lidia ed Anna: povera anima! Volevi ammazzarla, essere spregevole!
Lea cerc・di negare, dicendo che Mand・era una strega e come tale cattiva e poi era vecchia e quindi arteriosclerotica. Lidia, cercando di mantenere il controllo, disse alla figliastra:
- Dunque non hai problemi a mangiare l誕rancia. Fallo e dimostrerai la tua innocenza.
Negli occhi di Lea si vide il terrore: era in trappola. Proprio non sapeva che dire o che fare. Questo bast・a madre e figlia per capire che Mand・aveva ragione. Allora Lea, senza neanche scomporsi, confess・ l段nvidia e la gelosia per la sorellastra che considerava pi・bella di lei, l誕vevano indotta ad agire cos・ Quale dolore e meraviglia per madre e figlia! Mentre Anna per lo stupore era ammutolita, Lidia si riprese poco dopo e disse:
- Ingrata! Ti ho cresciuta come se fossi stata nel mio ventre e tua sorella ti ha voluto bene come me. Come hai potuto arrivare a tanto?
Le uscivano di bocca le parole, mentre la testa le rimbombava tutta. Dopodich・Anna scoppi・in lacrime, dicendo:
- Madre, mandala via, non la voglio pi・vedere・er favore・er favore!
E Lidia, rivolgendosi alla strega, con voce severa le disse:
- Strega buona, tu sia benedetta per averci aperto gli occhi! Ora, ti prego, porta con te questo essere schifoso; che essa non compaia pi・davanti a me o a mia figlia. Fanne tu quello che vuoi e noi cercheremo di fare come se non fosse mai esistita. Lea non mostr・alcun segno di pentimento, mentre la strega si pronunciava:
- Verr・a casa mia e mi far・da serva, obbedendo perennemente ai miei comandi. E, presa la ragazza per un braccio, la condusse con s・ mentre Lidia ed Anna si abbracciavano.
2006-09-08 05:01:44
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answer #7
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answered by tacotaberu 2
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