Hai ragione. Anche io dico il dieci.
Perchè ha differemza dei precedessori il gioco mostra elementi di maggior realismo attraverso la storia, i personaggi, i temi trattati.
Final Fantasy X è uscito in Giappone il 19 Luglio (non mi ricordo l'anno), meritandosi un meritatissimo 39 su 40 da Famitsu, la più importante rivista di videogiochi della terra del sol levante. Ormai ha raggiunto l'incredibile cifra di 2 milioni e mezzo di copie vendute, superando GT3 e Onimusha.
Insomma, tutto fa pensare ad un capolavoro , ad un gioco che cambierà il nostro modo di pensare al divertimento elettronico, un gioco che ha segnato un'importante svolta nel campo dei giochi di ruolo.Quando vogliamo analizzare un titolo come FFX dobbiamo cercare di capire per quale tipo di utenza è stato pensato, questo ci aiuterà a comprendere che tipo di lavoro è stato fatto attorno a questo ultimo capitolo della saga di Final Fantasy.
Indubbiamente nel gioco sono presenti elementi di una profondità maggiore rispetto ai suoi immediati predecessori, fra i quali possiamo rilevarne alcuni principali che si possono collocare ognuno dentro ad un personaggio. Vediamoli.
Tidus è un ragazzo come potrebbe essere uno del nostro tempo: è un campione di Blitzball, un idolo per la gente della sua città, firma autografi ma dentro di sé avverte un peso enorme, il peso del Padre, Jecht, altro campione di Blitz indimenticato, con il quale ha un rapporto di odio-amore.
Amore perchè Jecht è suo padre, carne della sua carne, da lui ha sempre cercato l'affetto che un padre dovrebbe riservare al figlio, ma egli lo ha sempre trascurato, o meglio, lo ha amato a suo modo, spronandolo a reagire alle situazioni difficili, ad arrangiarsi di fronte alle difficoltà, ad essere "come lui" in poche parole e Tidus è cresciuto così, con l'ansia del confronto continuo con il padre, il voler essere alla sua altezza in un primo momento, per poi essere migliore in seguito e qui subentra l'odio, per fargli vedere che può essere meglio di lui senza il suo aiuto, cosa comprensibile ma che in fondo non è vera, nel senso che Tidus in realtà cercando di superare il padre in tutto rivela la sua intima volontà di "conquistarlo", apparendo ai suoi occhi talmente forte e bravo da meritare, finalmente, la sua attenzione, quella che non ha mai avuto. Nondimeno in seguito su Spira dovrà dimostrare nuovamente al gruppo di meritare anche lui il titolo di "Guardiano" di Yuna, di essere affidabile agli occhi di lei, magari conquistandone anche il cuore, cercando di rimanere più forte di ogni avversità, più forte del loro amore che non può sbocciare, più forte del fatto di non sapere se mai tornerà a casa, più forte anche dello scoprire addirittura di non esistere nemmeno in realtà, forse... Un fardello veramente pesante da portare, non c'è dubbio.
Yuna invece è la classica ragazza fragile ed indifesa, debole ma con un cuore grande così, che si deve portare sulle piccole spalle il peso della responsabilità. Una responsabilità immane, con gli occhi di tutto il suo popolo addosso, che vede in lei l'ultima speranza per liberarsi dal giogo millenario di Sin il carnefice. La persona più improbabile contro il mostro più crudele, tematica che spesso ricorre nella serie, cioè è sempre il più fragile a dover portare il peso maggiore. Nel caso di Yuna questo è tanto più vero quando scopriamo che lei, figlia dell'invocatore Braska, è una predestinata. La sua strada è già segnata e nulla può cambiare il corso degli eventi, nemmeno quando il raggiungimento dello scopo per il quale ella è cresciuta comporta il sacrificio massimo, anche in questo caso lei è pronta perchè sa che non è cresciuta per vivere la vita come una ragazza qualsiasi, ma è al mondo per svolgere un compito, il compito più importante e tremendo che si possa avere, morire per il proprio popolo ed essere ricordata per sempre come colei che salvò il pianeta dal male. Grande pena nel suo cuore quindi, cuore di ragazza, che non può permettersi distrazioni di alcun tipo che possano distoglierla dall'alta missione cui è chiamata, ma nonostante questo la scansione degli eventi combinata al carattere ed alla forza di volontà che crescono in lei durante il pellegrinaggio le permettono di rompere quei rigidi schemi per prendere la decisione più importante della sua vita, decisione che si rivelerà essenziale per riuscire definitivamente nell'impresa a modo suo, in poche parole salvando capra e cavoli, ma rinunciando comunque a qualcosa, a quell'amore che avrebbe potuto essere ma non è stato e come tutte le cose che non puoi gustare rimane sempre la sofferenza e il rimpianto di quello che "poteva" essere...
Wakka è il braccio destro di Tidus, l'amico fedele e generoso, scherzoso e bonaccione, il personaggio classico che Square affianca al protagonista di quasi ogni suo episodio, solitamente burbero e talvolta cocciuto anche di fronte all'evidenza, Wakka rientra perfettamente nei cànoni, anche quando viene chiamato a proteggere i compagni per i quali si fà in quattro senza pensarci su. Anche lui comunque soffre, soffre la scomparsa del fratello Chappu che per lui era tutto, ucciso dalla crudeltà gratuita di Sin, per questo motivo a lui non rimane che Yuna e la Compagnia con la quale parte in cerca di vendetta e in cerca di un significato più profondo delle cose, essendo la sua mente da troppo tempo impigrita nel considerare la religione come spiegazione indiscutibile di tutti gli eventi. La religione come rifugio per non porsi domande a cui è difficile rispondere. Durante il pellegrinaggio dovrà ricredersi, suo malgrado, toccando con mano come può essere squallidamente povera, dura e priva di fascino una verità che spesso viene mascherata con dorate bugie che cadono dall'alto, acqua da bere per i gonzi come lui, che venendo presi per il naso vanno avanti a capo chino ignari di come in realtà altri muovano le fila di tutto.
Questa tematica secondo me è molto forte e si adatta perfettamente alla nostra società contemporanea, dove pochi sono coloro che detengono tutto il potere, manovrando nell'ombra per i loro sporchi interessi, commettendo ogni malefatta per se stessi ma mascherandola in ogni modo dandoci da bere le loro verità, sparate dai loro organi di informazione a cui le nostre pigre menti simil-Wakka finiscono per credere senza pensare, ciecamente, sostenendone anche con forza la verità nelle discussioni come fosse un atto dovuto, una totale clonazione delle menti, anzi una Clownazione dei non-pensanti, una cosa gravissima nella quale stiamo piano piano affondando, con i nostri fili da marionetta tenuti ben saldi nelle mani dei nostri Seymour, Sin, eccetera. Una cosa sulla quale tutti noi dovremmo riflettere.
Auron è uno dei personaggi più intriganti della serie a mio avviso, tenebroso, misterioso, carismatico e autorevole, la sua parola viene ascoltata con rispetto e ha un peso che spesso può influenzare le azioni dei compagni, potrei azzardare a dire che forse è lui il vero leader che conduce per mano il gruppo, anche perchè lui sa benissimo dove li sta conducendo... avendo già vissuto quel pellegrinaggio in un altro tempo, da giovane, insieme a Braska e Jecht, vivendo un esperienza che lo avrebbe per sempre segnato dentro anche considerando il fatto che durante il suo cammino commise degli errori e non riuscì a fare ciò che si era prefissato, la sua venuta nel gruppo non è casuale ed è mirata al conseguimento di quegli obiettivi che non riuscì a centrare la prima volta, tutto il resto per lui non conta, i rapporti interpersonali che conduce all'interno del gruppo sono limitati al fare da guida per gli altri ed esaurito lo scopo della missione non farà altro che ritirarsi senza tanti giri di parole, comportamento che ha suscitato perplessità nei fans ma tutto sommato può avere senso se lo rapportiamo al personaggio ed alla sua storia. In lui troviamo un dolore profondo e privato, derivato dall'amarezza che si prova quando si scopre che molte delle cose in cui cedevi sono diverse in realtà e magari le persone che ti sono vicine soffrono o perdono la vita per questo. La rassegnazione dello scoprire l'inutilità di certe lotte portate avanti con convinzione. Altre tematiche secondo me attuali e molto serie.
Lulu è una persona molto particolare e generosa, legatissima a Yuna come una sorella, dal carattere forte e a volte brusco, reso così "duro" dalla sua sofferenza personale, derivata dall'amore per Chappu fratello di Wakka, scomparso prematuramente per mano di Sin. Lei sa che non potrà più stare con lui e che le uniche persone a cui è rimasta legata sono Yuna e Wakka. Con quest'ultimo all'inizio sembra avere un legame speciale ma non è altro che il rapporto fra una donna e il fratello del proprio uomo morto, per forza di cose stretto e particolare. Il suo cuore è chiuso al mondo, ha deciso che non vorrà più soffrire per nessuno, tantomeno per Tidus ed è per questo che non si fida di lui e non gradisce che lui si aggreghi al gruppo, né gradisce che Wakka si affezioni a Tidus come "surrogato" del fratello. Ragazza già donna indurita dagli eventi, Lulu trova nel pellegrinaggio al fianco di Yuna la sua ragione di vita, l'unica cosa che possa avvicinarla anche solo mentalmente al suo Chappu. Come si può notare la sua vita è svuotata e se non fosse per il compito di Guardiana avrebbe ben poco senso visto la negatività con la quale ha reagito alle sfortune che ha vissuto. Rappresentata simbolicamente in nero, come la magia di cui padroneggia l'arte, Lulu ha anche lei un suo personalissimo modo di tenere le proprie sofferenze dentro di sé ed in questo possiamo avvicinarla ad Auron.
Kimhari è la creatura più strana del gruppo, mezzo uomo e mezzo animale, anche nel suo caso questo tipo di creatura ricorre in diversi episodi e in quanto non-umano non si esprime in modo corretto, anzi diciamo che sentire pronunciare da lui qalche frase è un mezzo evento, dato che ha un carattere molto chiuso e imperscrutabile dovuto alla sua appartenenza alla tribù dei Ronso. La sua gente vive isolata sulle montagne del Gagazet e come tali sono creature molto rozze e brusche, non certo inclini al dialogo, presumibilmente di intelligenza anche scarsa se è vero che i simili di Kimhari lo costringono di fatto ad andarsene dalla tribù perchè il caratteristico corno della loro specie risulta spezzato sul cranio del nostro eroe. Kimhari trova così la sua strada nell'accudire anch'egli Yuna, fin da piccola la segue e la protegge, generosissimo sarebbe pronto a morire per le persone che ama, Yuna in primis, ma anche Tidus conquista la sua fiducia grazie alla lealtà dimostrata in battaglia, dopo che all'inizio anche lui nutriva una istintiva avversione all' "intruso" Tidus. La sofferenza di Kimhari sta nel fatto che proprio la sua gente lo ha scacciato e non lo rispetta, pur essendo probabilmente lui il più valoroso di questa stirpe guerriera e per qusto ne soffre molto, ma arriva anche ad ignorare la sua gente quando ormai capisce che la sua vita è lontano da loro, anche perchè coinvolto in qualcosa di più grande come il pellegrinaggio. Solo alla fine riesce a riconquistare il rispetto dei suoi simili dopo una violenta battaglia contro i due leader della tribù, dimostrando quindi di essere anche lui un valoroso guerriero meritevole di considerazione, ma ormai il rapporto con la sua tribù è spezzato e il suo vivere rimane quindi ancorato al destino di Yuna, con il quale egli trova il significato della sua esistenza lontano dalle sue radici.
Rikku è la più giovane del gruppo nonchè l'ultima arrivata e come quasi in ogni episodio della saga lei rispecchia la ragazzina allegra e spensierata, ma anche in questo caso è solo in apparenza, dato che lei pure ha la sua sofferenza personale nel cuore. Lei è originaria della tribù degli Albhed, una razza che utilizza la tecnologia e le macchine, cosa assolutamente proibita dalla religione che vige su Spira, quindi sono costretti a vivere lontani dalle altre popolazioni perchè guardati con disprezzo e sospettati di essere loro la causa delle scorribande di Sin, mosso dal Dio che non ama la tecnologia e quindi desideroso di punire i trasgressori delle regole. La realtà ovviamente è ben diversa ma nonostante questo loro sono dei reietti, costretti a vivere ritirati nel deserto e ad avere molti dei loro figli dispersi per il mondo alla diaspora, spesso mascherati per non fare vedere i loro caratteristici occhi a spirale che li identificherebbero con certezza agli occhi degli "altri". Rikku ovviamente soffre di questa emarginazione e cerca con ogni modo di riscattarsi, rendendosi utile nella battaglia contro Sin e cercando di riportare alla ragione gli scettici, vedi Wakka. Questa tematica di emarginazione razziale può essere ricondotta a qualsiasi epoca della nostra storia reale e può toccare da vicino ciascuno di noi, quindi è bene rifletterci sopra.
Dopo aver analizzato a grandi linee i personaggi, il loro stato d'animo e le loro motivazioni, notiamo che la pena e la sofferenza interiore sono temi presenti costantemente nelle vite di tutto il gruppo, dolori forse anche più grandi di loro stessi che non riescono ad andarsene, dai quali cercano di rifuggire tuffandosi in questa impresa pur essendo consci che forse potranno perdere anche di più. In loro ritroviamo parte del coraggio e dell'incoscienza che caratterizza da sempre le grandi imprese e i grandi cambiamenti che accadono nella vita di ognuno di noi, per questo motivo dobbiamo sentirci vicini a loro. Inoltre ritengo che molte delle tematiche di sofferenza che ho sommariamente elencato prima possano ricondursi solo apparentemente a Sin stesso, ma in realtà tutto è da ricondursi al Clero. Il Clero è predominante su Spira, la religione professata è rigida, le macchine e la tecnologia sono bandite in modo ferreo perchè il Dio non tollera il progresso teconologico ed il ricorso alle macchine dato che impigrisce l'uomo nel fisico e nella mente, un Dio crudele quindi che costantemente manda Sin come pseudo-emissario e i cui disastri sono da interpretare come punizione per i peccati commessi dal popolo. Tutto questo è una gigantesca e sporca montatura creata ad arte per mantenere la popolazione nell'ignoranza, guidandola e convogliandone i pensieri e le azioni in una direzione controllabile dal Clero, ricordiamoci infatti che un popolo ignorante può essere manipolato a piacere rispetto ad un altro popolo che invece è cosciente di quello che sta accadendo e che riceve informazioni non manipolate. Grazie a questo stratagemma subdolo il Clero può prosperare e così spartirsi il Potere. Sin è un'invenzione del Clero che sacrifica gli invocatori facendoli apparire come martiri per la libertà del popolo, invece sono tutti morti inutilmente dato che Sin si rigenera nel suo carnefice e così facendo il Clero ha ancora motivo di esistere e di richiamare a sé il popolo sotto la sua guida. Tutto questo è agghiacciante e perfettamente calzante con la nostra società dove forse cose del genere stanno già accadendo, magari non orchestrate dal "nostro" Clero ma comunque dai Potenti del mondo. Nel gioco tutti vivono e lottano credendo una cosa finchè la misera e squallida realtà appare sotto i loro occhi, tutto era inutile e orchestrato solo per una sete di potere, tutto per interessi personali ai quali persino Seymour si è piegato. Anche su di lui si potrebbero fare grandi riflessioni ma le rimandiamo al prossimo articolo, così come ancora tantissime riflessioni sarebbero da fare in merito a questi e ad altri aspetti del gioco, quello che però ora dobbiamo chiederci è COME Square abbia deciso di rappresentare queste tematiche.
Facilmente comprendiamo che una tale profondità di messaggi richiede una narrazione complessa, ricca di particolari e sfumature che riescano a caratterizzare al massimo i personaggi e le loro reazioni in questi contesti, tuttavia credo che Square abbia mancato proprio in questo aspetto. Infatti, a fronte di una partenza convincente nella quale tutti questi aspetti stavano piano piano prendendo forma, "promettendo" molto al giocatore, via via che la storia andava avanti diventavano sempre più sporadici gli episodi di riflessione su queste tematiche e magari si è indugiato di più sugli aspetti sentimentali della vicenda, certi che magari questi sarebbero stati colti più facilmente dalla maggioranza degli utenti, lasciando però leggermente l'amaro in bocca agli appassionati che stavano già pregustando un intreccio convincente e ardito. Personalmente credo, in conclusione, che Square abbia impostato tutto il suo discorso su un approccio "user friendly" orientato cioè al minimo sforzo cerebrale per portare a termine l'avventura, credendo forse, erroneamente, che il prodotto sarebbe stato aquistato soprattutto da neo-utenti di console, da neo-utenti di PS2, da neo-utenti di GDR, sostanzialmente da neo-utenti in generale. Secondo Square, a mio parere, il neo-utente proprio in virtù del fatto che è "neo" non vuole impazzire a seguire una trama, non vuole annoiarsi a leggere dialoghi complessi, non vuole perdere tempo con colpi di scena che comportino pause o cambiamenti nello stato d'animo dei personaggi, quindi va bene creare delle situazioni che si evolvono ma una volta presentati quei personaggi ed una volta che l'utente li ha identificati questi non deve essere colto da shock nel vederli cambiare o mutare in nessun modo, tutto deve svolgersi dentro ai binari tracciati all'inizio, non ci devono essere sorprese, non ci si deve perdere girando su una mappa del mondo, non ci si deve smarrire dentro ai vicoli di una città da esplorare, non si deve quindi mai arrivare ad un punto in cui un utente possa dire "e adesso dove devo andare? cosa devo fare?". Questo, più che altro, credo sia stato il pensiero di Square e questo spiegherebbe la totale linearità dello svolgimento della storia, l'assenza di libertà di scelta e movimenti, l'assenza di reazioni da parte dei personaggi di fronte a tematiche importanti e mutamenti della realtà, realtà e storia che probabilmente erano state impostate in precedenza a tavolino, sicuramente con l'intento di creare un intreccio notevole che potesse reggere il confronto con il settimo episodio, volevano lasciare nuovamente il segno, ma in fase di produzione hanno deciso di addolcire tutto, di smussare gli angoli, di dare una bella imbevuta di bromuro al gioco, di modo che non potesse dare scossoni di qualsivoglia tipo. La scena finale è la ciliegina sulla torta, in quello che probabilmente avrebbe dovuto essere un finale triste che ci poteva benissimo stare, hanno invece voluto ricavare una speranza, per non deludere il giocatore e, perchè no, darsi loro stessi la possibilità di utilizzare il tutto come scusa per sfornare altri due titoli collegati allo stesso gioco e fare così un altro po' di vendite utilizzando sempre il motore grafico e il codice dello stesso gioco, due piccioni con una fava insomma: tutti contenti e soldi in tasca che non finiscono con l'uscita di FFX! Niente male, un colpo di genio, non fosse altro che questo addolcire e smussare in contrasto con la trama iniziale ha prodotto delle contraddizioni all'interno del gioco facilmente individuabili che portano il giocatore ad interrogarsi sul perchè di questi equivoci, se è una cosa voluta che nasconde chissà quali segreti oppure si tratta semplicemente di un errore di narrazione dovuto a esigenze interne. Come disse qualcuno, a parità di condizioni la spiegazione giusta è sempre quella più semplice. Chissà se è veramente così anche in questo caso?
Ritengo comunque che il prodotto sia valido e merita l'aquisto, contiene spunti interessanti e uno sviluppo buono, la realizzazione tecnica è di prim'ordine e la longevità del titolo è ottima se decidiamo di completarlo in tutte le sue sub-quest come è giusto, se invece da una Final Fantasy ci aspettiamo una profondità maggiore o simile a quella del settimo episodio, allora anche in questo caso dobbiamo rimandare le nostre aspettative al prossimo capitolo e gustarci quello che questo offre, anche perchè il segreto per godere pienamente dei capitoli della serie è forse quello di giocarli sempre senza tenere a mente gli altri episodi, prendiamoli singolarmente uno a uno e giochiamoli così come sono senza fare confronti, troveremo che così facendo forse avremo la possibilità di rivalutare molto alcuni episodi un po' bistrattati, forse anche questo ultimo!
2006-09-06 10:14:04
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answer #1
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answered by Om 4
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