Cos'è la vivisezione
Per vivisezione, o sperimentazione "in vivo", si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali. Non tutti gli esperimenti prevedono la dissezione dal vivo, ma sono ugualmente cruenti ed invasivi nei confronti degli animali, per questo, ed anche per ragioni giuridiche, il termine vivisezione è usato come sinonimo del più generico "sperimentazione animale".
Ogni anno, solo in Italia, più di 900.000 animali (G.U. n. 279 del 30-11-2001), circa 3.000 al giorno, vengono utilizzati sia nella ricerca di base che applicata. I test a cui vengono sottoposti sono spesso richiesti da leggi antiquate e forniscono risultati inapplicabili all'uomo e di conseguenza, oltre ad essere inutili, hanno di frequente frenato l'impiego di sostanze e tecniche valide, così come hanno causato molti danni, dai meno gravi e diffusi ai peggiori. Le stesse prove vengono ripetute successivamente, con altre forme e tempi, sul destinatario ultimo: l'uomo. Questo avviene dopo i risultati aleatori ottenuti su animali e frequentemente senza fornire alle persone che subiscono la sperimentazione una corretta ed approfondita informazione sui possibili rischi e benefici.
Quali animali vengono usati?
Gatti, cani, primati, cavalli, ratti, topi, mucche, maiali, pecore, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli, provenienti da allevamenti o, per alcune specie, da catture in natura. Ma non vi è una sola specie che possa essere modello sperimentale per un'altra. Ognuna è differente da un’altra per struttura fisica e biochimica; e poi gli animali “da laboratorio”, spesso selezionati o manipolati geneticamente, sono esseri viventi che nulla più hanno a che fare persino con i loro simili in libertà, così come le malattie che vengono indotte sperimentalmente nulla hanno a che fare con quelle che si manifestano naturalmente.
Ogni nuova sostanza chimica lascia dietro di sé decine di migliaia di animali torturati e uccisi nei laboratori, tra indicibili sofferenze. Qualcuno la chiama sperimentazione sugli animali, altri vivisezione. Chi la pratica sostiene che sia insostituibile per la ricerca, e che in fondo "il fine giustifica i mezzi". È proprio vero? Pare proprio di no: sempre più scienziati sostengono che ormai le prove si fanno meglio e più economicamente al computer. E per coloro ai quali importa poco degli animali, c'è una importante motivazione che invece riguarda tutti: ci sono amplissime prove del fatto che le differenze fisiologiche fra noi e gli animali possono causare gravi errori. Non ci credete? Ecco le ragioni di chi sostiene che sia una inutile barbarie della quale tutti dovremmo vergognarci, e contro la quale tutti dovremmo far qualcosa.
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L'antivivisezionismo etico
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Chi pratica la "vivisezione" preferisce usare il termine, più blando, di "sperimentazione animale", ma qualsiasi termine si usi, gli esperimenti sugli animali sono SEMPRE cruenti, la sofferenza e la violenza sono sempre presenti.
Da un punto di vista etico non può esserci alcuna giustificazione a questo massacro legalizzato. Chi sostiene la vivisezione, per porre in difficoltà l'avversario, che accusa di "sentimentalismo" nei confronti degli animali, non trova di meglio che far leva, lui stesso, sul sentimentalismo e sulle emozioni, ma di verso opposto, quelle dettate dall'egoismo, dal "morte tua, vita mia". Chiedono dunque: "Preferite salvare un topo o un bambino?" Ma è qui che sbagliano: perchè noi vogliamo salvare sia il topo che il bambino, perchè non bisogna mai mettersi nelle condizioni di dover scegliere tra due mali. Al di là delle considerazioni scientifiche, secondo cui con la vivisezione non si salva nè l'uno nè l'altro, ocorre capire che una scienza che faccia sua la massima "il fine giustifica i mezzi" è una scienza malata, che potrà cosi' giustificare qualsiasi atrocità, sia sugli animali non umani che sull'uomo, pur di trovare un fine abbastanza elevato per il quale abbassarsi a mezzi meschini.
Citiamo una frase, molto nota e molto vera, di un filosofo, Jeremy Bentham:
Il problema non è "possono ragionare?", nè "possono parlare?", ma "possono soffrire?"
Perchè, possiamo aggiungere, se anche un essere umano fosse sottoposto a quelle torture, non è certo il suo saper parlare o il suo saper risolvere equazioni differenziali, nè il suo quoziente di intelligenza a farlo soffrire di più, o di meno. Einstein o un cerebroleso soffrirebbero allo stesso modo. E allo stesso modo soffrono gli animali, e chi è colpevole di queste sofferenze commette un orrendo crimine, in qualsiasi modo voglia giustificarsi, davanti agli altri o di fronte alla sua coscienza, sia che lo faccia credendo di "far del bene all'umanità" sia che lo faccia (come molto spesso avviene) solo per motivi di carriera e di prestigio.
L'antivivisezionismo scientifico
Ogni specie animale è biologicamente, fisiologicamente, geneticamente, anatomicamente molto diversa dalle altre e le estrapolazioni dei dati tra una specie e l'altra sono impossibili.
Quindi, al di là dell'aspetto etico, va considerato il fatto che gli esperimenti sugli animali sono considerati antiscientifici da un numero sempre crescente di medici, che non accettano più la validità della vivisezione come dogma assoluto, ma che iniziano a porsi delle domande, e a rispondere opponendosi alla vivisezione.
Gli esperimenti sugli animali non portano ad alcuna reale conoscenza sull'effetto della sostanza da provare, perchè animali di specie diverse, o addirittura diverse razze o ceppi di animali della stessa specie, risponderanno in modo diverso ad un dato stimolo, come ad esempio alla somministrazione di un farmaco.
Alcuni esempi, tra le decine e decine tra cui scegliere: la stricnina lascia indifferenti la cavia, il pollo, le scimmie, fino a dosi sufficienti a mandare invece in convulsioni un'intera famiglia umana; l'insulina provoca malformazioni nelle galline, nei conigli e nei topi: invece mai nulla di simile è stato osservato nell'uomo.
E, inoltre, se il risultato ottenuto su un topo è diverso da quello ottenuto su un gatto, a chi somiglierà di più l'uomo, al topo o al gatto? La risposta è che non lo si può sapere a priori. Solo DOPO aver fatto l'esperimento sull'uomo si scoprirà, volta per volta, a quale specie e razza assomiglia di più per QUELLA particolare sostanza.
Risulta quindi chiaro che la sperimentazione sull'animale è dannosa per l'uomo, per due ragioni:
* porta a sperimentare direttamente sull'essere umano sostanze che non hanno subito alcun vaglio preventivo (perchè il risultato della sperimentazione sugli animali non è in alcun modo predittivo per l'uomo)
* fa correre il rischio di scartare sostanze che invece per l'uomo potrebbero essere di grande aiuto solo perchè su una particolare specie sono risultate tossiche.
"Le ricerche psicologiche sugli animali non servono per la comprensione della psicologia umana"
(riflessioni di uno scienziato pentito)
"Io ho scoperto che la sperimentazione animale offre solo l'illusione del controllo. Semplificando e segmentando la vita di un organismo, creiamo dati spuri che, combinati alle differenze tra specie, invalidano gli sforzi per estrapolare i risultati agli uomini."
"Le mie ricerche avevano solo dimostrato un fenomeno già ben noto... esse erano completamente irrilevanti perchè le condizioni nelle quali gli animali venivano studiati non rispecchiavano la condizione umana sulla quale io pensavo di estrapolare i risultati."
"Penso che la psicologia sia un importante campo di studio ma bisogna sperimentare con la propria vita."
Dr. Roger E. Ulrich
Psicologo comportamentista statunitense
Ex-vivisettore pentito
Le "perle" dei vivisettori
"La sola cosa di cui mi preoccupo è se le scimmie mostreranno una caratteristica che io possa pubblicare. Non ho mai nessun affetto verso di loro. Gli animali non mi piacciono affatto. Disprezzo i gatti. Odio i cani. Come possono piacervi le scimmie?"
Prof. H. Harlow, uno dei più noti vivisettori di primati non umani nel campo della ricerca psichiatrica in un'intervista apparsa nell'edizione del 27 ottobre 1974 del Pittsburgh Press Roto. Citato anche da H. Ruesch in Slaughter of the Innocent, 1983, pag. 52.
"Dovete sapere che migliaia e migliaia di primati non umani sono utilizzati ogni anno in ogni area della ricerca biomedica... e non credo proprio che vorremo una regolamentazione che imponga il divieto di uso dei primati negli xenotrapianti per ragioni etiche."
Dr. H. Auchincloss, parlando a una conferenza del N.I.H. sugli Xenotrapianti il 21 gennaio 1998 a Bethesda, citato in MRMC Report del marzo 1998.
"In Italia, tra l'altro, vi sono pochi centri che effettuano sperimentazione animale. Quest'ultima, quindi, deve essere incentivata."
Prof. S. Garattini durante la seduta della Commissione Affari Sociali del 4 dicembre 1990.
"In quali campi si può diminuire la sperimentazione animale? Francamente non ne conosco."
Prof. S. Garattini, ibidem.
"Abbiamo approvato un protocollo di sperimentazione della xenoperfusione [cioè il passaggio di sangue umano nel sistema circolatorio di un animale per essere poi reintrodotto nel corpo umano] presso il mio ente [il Centro Medico dell'Università del Nebraska] e, francamente, non sapevamo cosa stessimo facendo."
Dr. E. Prentice, parlando a una conferenza del N.I.H. sugli Xenotrapianti il 22 gennaio 1998 a Bethesda, citato in MRMC Report del marzo 1998.
a vivisezione è inutile
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Ammetto che quando penso alla vivisezione animale mi vergogno della specie umana e mi sento solidale con l’agente Smith di Matrix quando dice che gli uomini non sono mammiferi, ma virus.
Io vorrei abolire la vivisezione animale per legge.
L’obiezione che viene fatta è: “la vivisezione è utile, meglio loro di noi”.
Vorrei vedere se qualcuno vivisezionasse il vostro gatto o il vostro cane come reagireste a queste parole.
Comunque, la vivisezione è inutile e non lo dice un comico, ma la rivista Nature, uno dei punti di riferimento della scienza mondiale, che ha pubblicato il 10/11/2005 un articolo con le dichiarazioni di alcuni scienziati:
” - I test di tossicità che abbiamo utilizzato per decenni sono semplicemente cattiva scienza. Oggi abbiamo l’opportunità di incominciare da zero e di sviluppare dei test basati su prove evidenti, che forniscono una reale opportunità per la tossicologia di diventare infine una scienza rispettabile.
- E’ stata riconosciuta la cattiva qualità della maggior parte dei test su animali, che non sono mai stati sottoposti ai rigori della validazione oggi imposta ai metodi alternativi in vitro. La maggior parte dei test su animali sovrastimano o sottostimano la tossicità, o semplicemente non sono in grado di fornire dati precisi sulla tossicità riferita all’uomo (il 75% dei test su animali vengono fatti per prove di tossicologia, ndr)
- I test di tossicologia embrionale fatti su animali non sono affidabili per la previsione nell’uomo: quando scopriamo che il cortisone è tossico per gli embrioni di tutte le specie testate, eccetto quella umana, cosa dobbiamo fare?”
E’ in discussione a Bruxelles la proposta REACH per la valutazione e regolamentazione delle sostanze chimiche immesse nell'ambiente, che sono causa, è stato stabilito, di circa un milione di morti premature nella UE (cancro, malattie degenerative come Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla).
Ho deciso di sostenere il Comitato Scientifico Equivita (già Comitato Scientifico Antivivisezionista), che chiede di inserire nella bozza REACH il divieto di usare sperimentazione animale per valutare la tossicità delle sostanze.
La sperimentazione su animali consente alle industrie di ottenere qualsiasi risposta desiderino (cambiando la specie animale usata) e di evitare la responsabilità civile sostenendo che il modello animale non consente "la certezza della prova".
Esistono metodi di indagine predittivi per l'uomo come la tossicogenomica, già inserita nel testo di REACH come scelta possibile. La tossicogenomica studia la reazione del genoma della cellula umana con risultati 100 volte più veloci e più economici.
Chiudo questo lungo post con una frase di Albert Einstein:
“Vivisezione. Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni”.
2006-08-30 09:05:01
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answer #1
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answered by xx_caramella22_xx 5
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