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4 risposte

negli anni 20...le prime rivolte e le prime cose clandestine!!! poi non so!!! armate segrete!!!

2006-08-30 02:45:14 · answer #1 · answered by ***bambola*** 3 · 0 0

leggi la risposta di Antonio t :)

2006-09-06 06:21:18 · answer #2 · answered by piglet 1 · 0 0

La Camorra nasce a Napoli nel XVI secolo durante la dominazione spagnola. A differenza delle altre organizzazioni criminali, diffuse soprattutto in campagna, la camorra nasce e si sviluppa in città, nei quartieri più popolosi. Nel 1820 la “Bella Società Riformata” (cioè confederata) si costituì ufficialmente, riunendosi nella chiesa di Santa Caterina a Formiello a Porta Capuana.

I governi borbonici non fecero mai nulla di concreto per fermare l'ondata criminosa della camorra. Nel 1825, salito al trono Francesco I, il Regno delle Due Sicilie impegnava completamente il sovrano nella difesa dalle sette politiche di ispirazione liberale che incrementavano continuamente nel numero (i Filadelfi, i Pellegrini Bianchi, gli Eremiti Fedeli). Addirittura molte operazioni di polizia avvenivano in concomitanza all'agire dei camorristi che prestavano un notevole aiuto nel mantenimento dell'ordine. Anche con Ferdinando II le cose non migliorarono.

Per accedere all’organizzazione era previsto un vero e proprio rito di iniziazione definito “zumpata” o dichiaramento che consisteva in una sorta di duello rusticano. Questo si spiega soprattutto con il fatto che i camorristi ebbero sempre l'ambizione di imitare i nobili. Impiegando il coltello piuttosto che la spada cercavano di dimostrare il loro "valore" in questa sorta di scontri. Le fasi preliminari della zumpata erano l'appicceco, il litigio, il ragionamento, tentativo di composizione della controversia, banchetto e poi duello. Se il combattimento all'arma bianca si poteva tenere in una qualsiasi zona affollata l’utilizzo di una pistola richiedeva, invece un luogo solitario. Raffaele Cutolo più tardi, nella sua opera di "ristrutturazione" della camorra organizzata introdurrà rituali molto simili a quelli che Buscetta dichiarerà per l'iniziazione del mafioso.

In origine il sodalizio si occupa principalmente della riscossione del pizzo dai numerosi biscazzieri che affollano le strade di Napoli. Ben presto, però, il fenomeno dilaga e le estorsioni iniziano a danneggiare la quasi totalità dei commercianti. Nonostante le violenze ed i crimini perpetrati, i camorristi godono della benevolenza del popolo al quale, in una situazione di totale disinteresse delle istituzioni per i problemi sociali, garantiscono un minimo di "giustizia".

2006-08-30 10:39:06 · answer #3 · answered by Samsara 5 · 0 2

Dalle Origini al 1945
La Camorra nasce a Napoli nel XVI secolo durante la dominazione spagnola. A differenza delle altre organizzazioni criminali, diffuse soprattutto in campagna, la camorra nasce e si sviluppa in città, nei quartieri più popolosi. Nel 1820 la “Bella Società Riformata” (cioè confederata) si costituì ufficialmente, riunendosi nella chiesa di Santa Caterina a Formiello a Porta Capuana.

I governi borbonici non fecero mai nulla di concreto per fermare l'ondata criminosa della camorra. Nel 1825, salito al trono Francesco I, il Regno delle Due Sicilie impegnava completamente il sovrano nella difesa dalle sette politiche di ispirazione liberale che incrementavano continuamente nel numero (i Filadelfi, i Pellegrini Bianchi, gli Eremiti Fedeli). Addirittura molte operazioni di polizia avvenivano in concomitanza all'agire dei camorristi che prestavano un notevole aiuto nel mantenimento dell'ordine. Anche con Ferdinando II le cose non migliorarono.

Per accedere all’organizzazione era previsto un vero e proprio rito di iniziazione definito “zumpata” o dichiaramento che consisteva in una sorta di duello rusticano. Questo si spiega soprattutto con il fatto che i camorristi ebbero sempre l'ambizione di imitare i nobili. Impiegando il coltello piuttosto che la spada cercavano di dimostrare il loro "valore" in questa sorta di scontri. Le fasi preliminari della zumpata erano l'appicceco, il litigio, il ragionamento, tentativo di composizione della controversia, banchetto e poi duello. Se il combattimento all'arma bianca si poteva tenere in una qualsiasi zona affollata l’utilizzo di una pistola richiedeva, invece un luogo solitario. Raffaele Cutolo più tardi, nella sua opera di "ristrutturazione" della camorra organizzata introdurrà rituali molto simili a quelli che Buscetta dichiarerà per l'iniziazione del mafioso.

In origine il sodalizio si occupa principalmente della riscossione del pizzo dai numerosi biscazzieri che affollano le strade di Napoli. Ben presto, però, il fenomeno dilaga e le estorsioni iniziano a danneggiare la quasi totalità dei commercianti. Nonostante le violenze ed i crimini perpetrati, i camorristi godono della benevolenza del popolo al quale, in una situazione di totale disinteresse delle istituzioni per i problemi sociali, garantiscono un minimo di "giustizia".

Tra le principali fonti di risorse economiche della Camorra si ricordano:

1) Il “Barattolo” che era la percentuale di circa il 20% sugli introiti dei biscazzieri;
2) lo “Sbruffo” era, invece, la tangente su tutte le altre attività (dai facchini ai venditori ecc.);
3) un particolare regime di tassazione per la prostituzione;
4) il gioco piccolo (una sorta di Lotto)

Nel 1860 il prefetto Liborio Romano ricevuto dal governo provvisorio unitario l'incarico di mantenere l'ordine pubblico, affida alla Camorra l'organizzazione della guardia cittadina, per allontanare dalla città il pericolo di rivolte popolari. Facendo questo Don Liborio riconobbe alla Camorra quella dignità e autorità istituzionale che ancora le mancava durante il regno borbonico. Solo nei primi del '900 lo Stato riuscirà a reagire allo strapotere della cosiddetta Bella Società Riformata, la quale tra i politici dell'Italia unita vanta solide amicizie.
Nel 1911, nel processo celebrato a Viterbo per l'omicidio dei coniugi Cuocolo, grazie alle confessioni del camorrista pentito Abbatemaggio, vengono inflitte severe pene ai maggiori esponenti dell'organizzazione. La sera del 25 maggio 1915, nelle Caverne delle Fontanelle, nel popolare rione Sanità, i camorristi, presieduti da Gaetano Del Giudice, decretano lo scioglimento della Bella Società Riformata; in realtà la setta era già stata debellata nel processo Cuocolo.
Nel periodo fascista si assiste ad una quiescenza del fenomeno camorristico; lo stesso Mussolini, forte dei risultati ottenuti dal prefetto Moro nella lotta alla mafia siciliana, concede la grazia a molti dei camorristi condannati a Viterbo, sicuro che nel nuovo assetto istituzionale non costituissero più un pericolo.

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Dal 1945 ad oggi
È nel secondo dopoguerra che la camorra inizia ad assumere le caratteristiche riscontrabili attualmente. Il soggiorno obbligato a Napoli, imposto dal governo degli U.S.A. al boss di Cosa nostra americana Lucky Luciano, contribuì al superamento della dimensione locale del fenomeno ed all'inserimento dei camorristi campani nei grandi traffici illeciti internazionali. Tuttavia, in questa fase, la camorra non ha la struttura verticistica che la caratterizzava nei secoli precedenti, ma si presenta come una pluralità di famiglie più o meno legate tra loro.
Negli anni '70, dal carcere di Poggioreale nel quale è rinchiuso per omicidio, Raffaele Cutolo (detto O' Professore) inizia a realizzare il suo progetto: riorganizzare la camorra come organizzazione gerarchica; nasce così la N.C.O. (Nuova Camorra Organizzata). Lo strapotere raggiunto dalla NCO inizia a preoccupare le vecchie famiglie che si riuniscono sotto il nome di Nuova Famiglia (NF), per portare guerra alla camorra cutoliana. La guerra tra le due organizzazioni criminali è spietata e si conclude nei primi anni ottanta con la sconfitta della NCO. Le vittime sono molte centinaia, tra esse anche molti innocenti. Ben presto anche la NF smette di esistere, per il venir meno della ragione che aveva spinto le famiglie all'alleanza.
Nel 1992 ci prova il boss Alfieri a dare alla malavita organizzata campana una struttura verticistica creando la Nuova Mafia Campana (NMC), anch'essa scomparsa dopo poco tempo.

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Operazione "Partenope"
L'operazione "Partenope" nella quale vennero impiegati 500 soldati dell'esercito italiano iniziò il 18 febbraio 1994 e fu interrotta il 15 dicembre 1995.Ripresa il 14 luglio 1997 cessò definitivamente il 30 giugno 1998. L'operazione ebbe risvolti positivi ma, essendo di minor portata rispetto ad altre missioni simili (missioni dei "Vespri Siciliani", "Riace", "Salento"), non riuscì a debellare il fenomeno camorristico, avendo comunque ottimi risultati nel ridurre la microcriminalità nella città partenopea.

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Situazione attuale
Omicidi Prov. di Napoli ANNO MORTI
1980 134
1981 193
1982 264
1983 204
1984 155
1985 155
1986 107
1987 127
1988 168
1989 228
1990 222
1991 223
1992 160
1993 120
1994 115
1995 148
1996 147
1997 130
1998 132
1999 91
2000 118
2001 80
2002 63
2003 83
2004 139
2005 90
2006 37 [1]
La camorra è attualmente considerata una delle maggiori piaghe del meridione d'Italia, al tempo stesso causa ed effetto di gran parte dei problemi socio-economici della Campania. Il suo potere, dovuto anche ad appoggi di tipo politico, le consente il controllo delle più rilevanti attività economiche locali, in particolare modo nella provincia di Napoli. Oggi la Camorra conta migliaia di affiliati divisi in oltre 200 famiglie attive in tutta la Campania. Sono segnalati insediamenti della Camorra anche all'estero, come in Olanda, Spagna, Portogallo, Romania, Francia e Santo Domingo.

I gruppi si dimostrano molto attivi sia nelle attività economiche (infiltrazione negli appalti pubblici, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio di denaro sporco, usura e traffico di droga) sia sul fronte delle alleanze e dei conflitti. Quando infatti un clan vede messo in discussione il proprio potere su una determinata zona da parte di un altro clan, diventano molto frequenti omicidi e agguati di stampo intimidatorio. Grande risalto ha avuto negli anni 2004 e 2005 la cosiddetta faida di Scampia, una guerra scoppiata all'interno del clan Di Lauro quando alcuni affiliati furono messi da parte dai figli del boss Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo o' milionario. Ma questa faida non è l'unica contesa tra clan sul territorio napoletano.

Numerose sono le frizioni e gli scontri tra le decine di gruppi che si contendono le aree di maggiore interesse. A cavallo tra il 2005 e il 2006 ha destato scalpore nella cittadinanza e tra le forze dell'ordine la cosiddetta faida della Sanità, una guerra di camorra scoppiata tra lo storico clan Misso del rione Sanità ed alcuni scissionisti capeggiati dal boss Salvatore Torino, vicino ai clan di Secondigliano; una quindicina di morti e diversi feriti nel giro di due mesi.

Per quanto rigurda l'area a nord della città (quella da sempre maggiormente oppressa dai gruppi criminali), tra i quartieri di Secondigliano, Scampia, Piscinola, Miano e Chiaiano, resta sempre forte l'influenza del cartello camorristico detto Alleanza di Secondigliano, composto dalle famiglie Licciardi, Contini, Prestieri, Bocchetti, Bosti, Mallardo, Lo Russo e con gli stessi Di Lauro quali garanti esterni (molto spesso, infatti, gli uomini di Ciruzzo o' milionario, si sono interposti tra le liti sorte fra le varie famiglie del cartello, evitando possibili guerre).

Per le zone centrali della città (centro storico, Forcella) resta ben salda l'alleanza tra i clan Misso, Sarno e Mazzarella, che controllano praticamente tutta l'area ad est di Napoli, dal centro fino al quartiere periferico di Ponticelli, facilitati anche dalla debacle del clan Giuliano di Forcella, i cui maggiori esponenti (i fratelli Luigi, Salvatore e Raffaele Giuliano) sono diventati collaboratori di giustizia. Nell'altra zona "calda" del centro di Napoli, le zone del quartiere Montecalvario, dette anche "Quartieri Spagnoli", dopo le faide di inizio anni '90 tra i clan Mariano (detti i "picuozzi") e Di Biasi (detti i "faiano"), e tra lo stesso clan Mariano e un gruppo interno di scissionisti capeggiato dai boss Salvatore Cardillo (detto "Beckenbauer") e Antonio Ranieri (detto "Polifemo", poi ammazzato), la situazione sembra essere tornata in un clima di relativa normalità, grazie anche al fatto che molti boss storici di quei vicoli sono stati arrestati o ammazzati.

La zona occidentale della città non è da meno per quanto riguarda numero di clan e influenza sul territorio. Tra le aree più "calde" si trovano il Rione Traiano, Pianura, Bagnoli e lo stesso quartiere Vomero, per anni definito quartiere-bene della città e considerato immune alle azioni dei clan, oggi preda di almeno quattro clan in guerra tra loro e di orde di bande composte da ragazzini provenienti da altre zone della città, che si ritrovano di sera e di notte per compiere rapine e violenze di ogni genere (fenomeno delle baby-gang). Da citare, il cartello denominato Nuova Camorra Flegrea, che imperversa a Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano e Soccavo, ma cha ha subito un duro colpo dopo il blitz del dicembre 2005, quando vi furono decine di arresti grazie alle rivelazioni del pentito Bruno Rossi detto "il corvo di Bagnoli". A Pianura vi è stata in passato una violenta faida tra i clan Lago e Contino-Marfella, che ha portato a numerosi omicidi, tra i quali quello di Paolo Castaldi e Luigi Sequino, due ragazzi poco più che ventenni uccisi per errore da un gruppo di fuoco del clan Marfella, perché stazionavano sotto la casa di Rosario Marra, genero del capoclan Pietro Lago ed erano, quindi, "sospetti".

Nella provincia, numerosi sono i comuni in mano ai gruppi camorristici, non solo per quanto riguarda i campi "classici" nei quali opera un clan mafioso (estorsioni, usura, traffico di droga), ma anche per quanto riguarda le amministrazioni comunali e le decisioni politiche (si vedano i numerosi comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche). Una delle zone più soggette al potere camorristico è il comprensorio vesuviano, zona che raccoglie paesi quali Torre del Greco, Torre Annunziata, Somma Vesuviana, San Giuseppe Vesuviano.

Nelle altre province della regione, l'unica città che eguaglia Napoli per influenza della camorra sul territorio è sicuramente Caserta, in mano al gruppo dei Casalesi, un cartello criminale di portata internazionale (come riferito dalle ultime relazioni di DIA e DDA di Caserta e Napoli) gestito dalle famiglie Schiavone e Bidognetti e dalle altre famiglie alleate che fungono da referenti per le varie province.

2006-08-30 09:58:16 · answer #4 · answered by antonio t 3 · 0 2

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