Transessuale
Il suo significato letterale della parola transessuale è quello di persona che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello in cui è nata. Questo rifiuto del sesso di nascita può svilupparsi già nei primi anni di vita, come durante l'adolescenza e, più raramente, in età adulta.
2006-08-24 01:57:39
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answer #1
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answered by GIRLplayer 3
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Qui troverai la risposta alla tua domanda.
http://it.wikipedia.org/wiki/Transessuale
Ciao!!!
2006-08-24 08:51:30
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answer #2
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answered by Lulisja 5
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potrebbe anche essere un individuo che ha mangiato troppi cibi transgenici....sai ultimamente si stà parlando molto della plastica
che quotidianamente ognuno di noi ingerisce con il cibo per svariati motivi,sembra che una delle prime funzioni ad esserne compromesse siano proprio quelle ripriduttive,la mia non è solo una risposta provocatoria,non ho la più pallida idea di quali possano essere le statistiche che potrebbero essere estrapolate dai dati riportati nelle risposte che hanno preceduto la mia ma ho una brutta sensazione in merito.
ciao
2006-08-24 09:17:03
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answer #3
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answered by zio paperino 7
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Una trans: uomo che diventa donna (m to f)
Un trans: donna che diventa uomo (f to m)
Trans significa proprio transizione, passaggio da uno "stato" ( e se ci pensi bene il genere è proprio uno stao) ad un altro. Non si tratta semolicemente di vestirsi da uomo/donna, truccarsi, prendere ormoni etc. Il o la trans nasce nel corpo sbagliato: una mente/anima da donna in un corpo da uomo e viceversa. il o la trans si guarda allo specchio e non riconosce il suo essere esteriore con la sua interiorità.
è un discorso lungo e complicato, cmq spero di aver risposto alla tua domanda!
2006-08-24 09:03:08
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answer #4
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answered by Serena 3
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un transessuale è una donna
una transessuale è un uomo
2006-08-24 08:57:22
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answer #5
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answered by Anonymous
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Con la parola transessuale si indica generalmente una persona che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello anagrafico e fisiologico.Questo senso di distonia e disforia nei confronti del proprio sesso di nascita può svilupparsi già nei primi anni di vita, durante l'adolescenza o, più raramente, in età adulta.La persona transessuale, per la scienza medica odierna, soffre di "Disturbo dell'Identità di Genere", patologia psichiatrica secondo il DSM IV edizione, ovvero il Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, redatto dall'Associazione Americana degli Psichiatri, ed anche secondo l'ICD 10 edizione a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in questo caso sotto il nome di "Disforia di Genere".Il termine "transessuale" viene coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma diventa di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966, che diventa ben presto testo di studio universitario, in quanto è il primo libro che indaga sulla transessualità con un approccio anche terapeutico.Nella cultura occidentale, in ogni caso, il transessualismo è stato catalogato fra le patologie psichiatriche, pur avendo avuto nel tempo, uno "slittamento" di inquadramento nosografico dalla perversione, alla psicopatologia, all'attuale "disturbo" dell'identità. Il paradosso dell'inquadramento nosografico del transessualismo è che si tratta dell'unica patologia classificata come psichiatrica a non essere curata psichiatricamente. Lo psichiatra infatti non "guarisce" la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio con il suo sesso di origine, bensì avviando la persona a cui è diagnosticato il "Disturbo dell'Identità di Genere" alle terapie endocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.Tale discrepanza è da inquadrarsi nel fatto che per molti decenni fra la fine dell'800 e i primi venti anni del '900 la persona transessuale veniva effettivamente sottoposta a tentativi di "guarigione", ovvero di scomparsa del "disturbo", sia attraverso la psicoterapia, sia attraverso la somministrazione di ormoni del proprio sesso genetico.Tali tentativi furono fallimentari e determinarono un numero elevatissimo di suicidi fra le persone transessuali che subivano tali trattamenti. Soltanto intorno al 1960 si iniziò a pensare che l'unica "guarigione" della persona transessuale si potesse ottenere adeguando il corpo alla psiche e non viceversa.Il movimento transessuale mondiale rifiuta l'inquadramento psichiatrico della propria condizione pur essendo consapevole del fatto che la propria condizione richiede l'intervento della medicina per trasformare la "disforia" in "euforia" o comunque in una stabilizzazione accettabile della qualità di vita.L'ezio(pato?)genesi del transessualismo è ufficialmente ignota e l'inquadramento psichiatrico sembra più uno stratagemma per far sì che le persone transessuali possano accedere alle mutue, ai Sistemi Sanitari Nazionali dei loro paesi, in attesa che ne venga chiarita la vera eziogenesi.Recenti studi, inoltre, sembrano dimostrare sia una predisposizione genetica al transessualismo predisposizione genetica sia la presenza nelle persone transessuali di un dimorfismo sessuale del cervello opposto al sesso biologico in cui sono nate Dimorfismo sessuale del cervello.Contrariamente a quanto spesso si pensa la realtà transessuale investe entrambe le direzioni di transizione: esistono quindi transessuali maschi transizionanti femmina e transessuali femmine transizionanti maschio. Internazionalmente si usa l'acronimo "FtM" per indicare i trans da femmina a maschio e "MtF" ad indicare le trans da maschio a femmina.Sebbene la percentuale di transessuali MtF sia storicamente più elevata rispetto agli FtM è altrettanto vero che negli ultimi anni questa percentuale sta andando nella direzione della parificazione. L'apparente "inesistenza" dei trans "FtM" è dovuta sostanzialmente alla maggiore "indistinguibilità" che essi raggiungono con gli uomini genetici.Le persone transessuali, in occidente, pur essendo considerate "malate", subiscono sovente forti discriminazioni in ambito lavorativo e sociale, anche per l'inadeguatezza delle attuali leggi nazionali sul cosiddetto "cambiamento di sesso", ma soprattutto per uno stigma sociale che prende il nome di "transfobia".La transfobia, apparentemente può sembrare una traduzione equivalente dell'omofobia. In realtà i due fenomeni hanno origini diverse, espressioni diverse anche se condividono il destino della discriminazione. Un tentativo di distinguere i fenomeni "transfobia" e "omofobia" è stato fatto da Mirella Izzo, presidente di Crisalide AzioneTrans onlus nell'articolo "Transfobia e Omofobia: differenze e similitudini.
Lo stigma sociale della persona transessuale è in genere molto più elevato rispetto a quello riservato alle persone omosessuali. Inoltre è altrettanto più elevato per le trans da maschio a femmina rispetto ai transessuali da femmina a maschio. Le motivazioni che possono essere trovate per questo dato di fatto sono molteplici e controverse:
l'omosessualità è visibile solo all'interno delle scelte sessuali di una persona mentre la transessualità comporta una netta trasformazione del proprio corpo e pertanto provoca la necessità di una totale inversione di valutazione della persona;
la transessualità da maschio a femmina è più stigmatizzata di quella da femmina a maschio perché viviamo in una società prevalentemente maschilista nella quale rinunciare alla "virilità" costituisce una ferita più percepibile della rinuncia alla femminilità.In ogni caso lo stigma sociale verso le transessuali mtf è tale da rendere difficile l'inserimento lavorativo delle stesse. Se a questo si aggiunge che spesso le famiglie ripudiano il figlio transessuale e i costi della transizione, diventa evidente una spinta della stessa società affinché la transessuale si dedichi alla prostituzione per sopravvivere.La prostituzione transessuale è un fenomeno recente che peraltro mette in discussione anche la classificazione degli orientamenti sessuali.A peggiorare la condizione delle persone transessuali è una sorta di circolo vizioso nel quale la società, attraverso lo stigma, spinge la transessuale alla prostituzione, la quale poi viene dalla stessa società identificata come il lavoro unico e possibile delle transessuali, con ciò rendendo l'immagine della persona transessuale equivalente alla prostituzione, all'oggetto sessuale, alla trasgressione.Questo circolo vizioso alla fine determina il peggioramento dell'immagine globale che si ha della transessualità e quindi della transessuale in cerca di lavoro.
2006-08-24 08:55:40
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answer #6
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answered by Pufi 4
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il significato vero lo sanno in 14324 in italia.
in europa lo conoscono in 126549.
nel mondo sono a conoscenza di questo termine in 2356424.
ma perchè ti interessa sapere quanti sanno cosa vuol dire transessuale?
2006-08-24 08:46:50
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answer #7
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answered by Anonymous
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sesso in transizione...quindi indica uno stato di passaggio
2006-08-24 08:46:25
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answer #8
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answered by Ginger MILANO 3
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Penso le cose stiano così:
a parte i travestiti, che rimangono uomini e ogni tanto (in privato) si festono da donna e magari si sentono un pochino donne,
il trans è divisibile in 2 categorie:
quello che rimane con gli "attributi" maschili, ma con cure di ormoni o il seno rifatto...
e quelli che si cambiamo anche gli attributi, e a seguire anche il nome, da maschile a femminile. In questo caso parlerei di vero e proprio cambio della personalità, cioè erano maschietti fuori, ma donne dentro.
Per concludere, non porrei distinzione tra "un" e "una"....
Se l'argomente è di tuop interesse profondo, visita qualche sito dedicato allaquestione, che può anche essere delicata sotto il profilo psicologico.
2006-08-24 08:52:05
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answer #9
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answered by abbelloooo 2
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