finalmente qualcuno che comincia a ragionare. La palestina è un falso problema, stamattina sui giornali si comincia a leggere di libanesi che si ribellano sia pur timidamente a hezbollah. Dicono che gli ebrei si erano ritirati e che si poteva normalizzare la cosa, ma hezbollah ha voluto far casino.
Quanto a quelli rossi, per cominciare sono tornato, sono Alessandro, finitela con lo stare schierati a oltranza su posizioni anti giudaiche, siamo nel 2006, cambia tutto, questi quattro beduini di hez-cazz-bollah devono andare fuori dai maroni, loro e chi li sorregge. A questo punto il Libano potrà risorgere.
SVEGLIA
2006-08-05 20:23:58
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answer #1
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answered by Anonymous
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Prima di tutto una domanda. Cosa c'entra un nome con i fatti storici? Mi viene da pensare che una strage puoi chiamarla statistica, ma i morti rimangono. Prima di tutto correzione linguistica, da un comune dizionario: "La Palestina (Latino Syria Palestina, Ebraico Palestina [פלשתינה] o Eretz Yisrael [ארץ־ישראל], Arabo Filastīn [فلسطين]), è una regione storica del Vicino Oriente che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Il suo status politico è oggi fortemente controverso." Il termine Palestina esiste anche in ebraico.
Forse dovresti informarti meglio sulla vicenda palestinese, visto che giustificare tutto in base ad un nome mi pare pò un debole argomento di discussione.
Partiamo da una precisazione: semmai si parla a vanvera di antisemitismo, infatti arabi e ebrei appartengono allo stesso ceppo razziale. Con semita (figlio si sem) si indicano le popolazioni che parlano o abbiano parlato una lingua appartenete al ceppo linguistico semita. Quindi ebrei, arabi e i popoli che parlano la lingua amarica e aramaica.
Semmai è l'antisemitismo a non esistere, risolvendosi in antigiudaismo.
Altro punto, il fatto che esista una risoluzione ONU poco significa, contrastando con il principio IMMANENTE a livello internazionale di libera determinazione dei popoli, nessun ente, organizzazione o stato estero può decidere chi e in che forma deve regnare su un territorio libero.
Visto che la questione è diventata politica, e fare politica oggi significa cambiare nome alle cose, tu pure così hai fatto, dicendo "non si chiama palestina, quindi la vicenda non esiste", cerchiamo invece di affrontare la questione in prospettiva storica.
Ma vediamo di ricostruirne le tappe.
Il popolo ebraico si stanziò nei territori palestinesi nel 3.000 a.C. circa, e si sovrappone ai popoli Cananei che già abitavano in quelle terre, creando la civiltà che tutti conosciamo.
Dopo l'occupazione romana e il fallimento della grande ribellione ebraica migliaia di ebrei vengono espulsi dal territorio, altri scelsero l'esilio volontario non accettando la dominazione straniera (inizio della Diaspora).
In seguito, caduto l'impero d'occidento, il Bizantino perde la regione per mano degli arabi, viene nuovamente colonizzata e conosce alterne fortune sotto le varie dinastie di Califfi.
Questo fino a tutto il periodo delle crociate, al termine delle quali, dopo un periodo di dominazione cristiana e una transizione di nuovo in mano di arabi, la Palestina viene annessa all'Impero Ottomano, che ne abbandona la gestione nelle mani dei Mamelucchi sconfitti, ormai ridotti allo stato di vassalli dell'Impero.
La situazione rimane pressoche invariata per secoli. Agli albori del XIX secolo la popolazione di stirpe ebraica è ormai scesa al di sotto delle 1000.000 persone.
Il XX secolo però è quello che introduce il vero cambiamento nelle sorti di questa terra dominata.
La fine della prima guerra mondiale vede la dissoluzione degli imperi, sia quelli centrali che l'Ottomano.
Dal trattato di pace nasce però la Società delle Nazioni, creazione dei vincitori, che niente è se non l'organizzazione internazionale precedente all'Onu, che avrebbe dovuto occuparsi del mantenimento della pace.
La Società delle Nazioni affida un mandato alla Gran Bretagna per la gestione della zona, poichè questi ultimi con la Dichiarazione di Balfour erano tra gli ispiratori e promotori della costituzione di uno stato ebraico in palestina.
La seconda guerra mondiale con gli indiscutibili orrori di cui si fa latrice sprona gli ebrei al ritorno.
La Gran Bretagna tenta di porre un freno al flusso di rientro che comincia a riversarsi sulle coste palestinesi, fino a giungere nel 1939 a limitare l'immigrazione e la vendita di case e terreni agli ebrei, nonchè (comportamento che avrà tristi riflessi) a respingere le navi di ebrei in fuga dagli orrori della shoa. Nasce per questo una prima ribellione armata "israeliana", che non disdegna l'impiego di attentati dinamitardi.
La seconda guerra finisce, e con essa la breve vita della Società delle Nazioni.
Le attribuzioni di questa organizzazione passano all'ONU, che si sente investita (a mio modestissimo parere a torto) del dovere di risolvere la questione palestinese.
Con la fine della Seconda guerra mondiale finisce anche la breve vita della Società delle Nazioni, le attribuzioni dell'Organizzazione internazionale passano all'ONU, e con queste la responsabilità della questione palestinese.
Come da te sottolineato nel 1947 vi fu in effetti una risoluzione delle nazioni unite ma questa prevedeva una sorte diversa dall'attuale per la zona palestinese: ovvero la creazione di DUE distinti stati nazionali, uno Stato Ebraico e uno Stato Arabo di palestina.
La risoluzione ebbe il favore dgli ebrei, mentre gli arabi proposero la creazione di un solo stato federato, ma con due governi.
Tra il dicembre del '47 e la metà del '48 vi saranno feroci azioni di guerra civile DA AMBO LE PARTI, fino al 14 maggio 1948 data in cui la parte vincitrice dichiara la nascita dello Stato di Israele.
Particolare curioso è che nei confronti dei combattenti ebrei che lottarono durante la guerra civile noi italiani abbiamo un enorme debito di riconoscenza, essendo in gran parte provenienti dalla brigata ebraica, che addestrata e posta sotto la guida degli inglesi prese parte alla liberazione dell'Italia prima di tornare in palestina a combattere.
Il 15 maggio finisce il protettorato inglese, e mentre gli inglesi smobilitano gli eserciti di Siria, Egitto, Iraq e Transgiordania attaccano lo stato di Israele, che riesce a respingere la coalizione araba. La guerra ebbe un prezzo elevatissimo per il popolo palestinese: 700mila profughi arabi.
Israele si annette la Galilea e altri territori, dove tra l'altro la maggioranza della popolazione era araba. L'Egitto occupa invece la striscia di Gaza, la Transgiordani si annette la Cisgiordania e crea la Giordania.
Dopo questa prima guerra, il 5 luglio 1950 viene approvata in Israele la legge che porterà al vero e proprio esodo di ritorno e al raddoppio della popolazione di quello stato: quella denominata appunto Legge del Ritorno.
Si tratta principalmente di ebrei sefarditi provenienti dall'Europa e da profughi espulsi dagli stati arabi dopo la proclamazione della nascita dello stato di Israele.
Questi gli eventi principali che portarono alla nascita di uno stato e ALLA TRAGEDIA DI DUE POPOLI.
Ora se per te tutto questo è soltanto una bufala, e pensi di giustificarlo sull'origine (tra l'altro non totalmente esatta) di una parola, mi permetto di sostenere che forse dovresti rifletterci un pò sopra.
2006-08-05 13:42:49
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answer #2
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answered by blasco_01 3
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Ok, tutto vero.Ma la storia dell'umanità è fatta di conquiste, e in special modo in quella terra stretta fra il mediterraneo e il medio oriente. Gli stessi ebrei, una vota che raggiunsero la "Terra Promessa", l'hanno conquistata agli occupanti di allora, e cioè popolazioni di stirpe cananea. Ancora mi chiedo cosa sarebbe successo se Isrele fosse stata in Italia. Dopotutto la diaspora degli ebrei è del 70 d.C. I "palestinesi" erano da un po' che vi abitavano!
2006-08-05 12:54:27
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answer #3
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answered by Rob 2
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