Il Libano ottenne l'indipendenza nel 1943, ma solo nel 1946 le truppe francesi abbandonarono il paese.
La storia libanese successiva all'indipendenza è stata caratterizzata dall'alternanza di periodi di stabilità politica e di disordini, ai quali si è sovrapposta la prosperità economica, determinata dall'importanza che Beirut riveste nel Medioriente quale centro finanziario e commerciale.
Dopo il conflitto arabo-israeliano del 1948, in Libano giunsero più di 100.000 profughi palestinesi in fuga dopo l'autoproclamazione dello Stato di Israele. Altri profughi si aggiunsero dopo la guerra del 1967 fra Arabi e Israeliani e dopo il Settembre nero. Nel 1975 i Palestinesi in Libano ammontavano a circa 300.000. Fu anche a causa della presenza di un numero così ingente di profughi che la guerra civile scoppiò nell'aprile del 1975, lasciando il paese senza un effettivo governo centrale.
A fronteggiarsi furono da un lato le milizie composte soprattutto da cristiani maroniti (non sempre amichevoli nei confronti dei loro correligionari libanesi, come il sanguinoso assedio al campo-profughi beirutino di Tell el-Za'tar aveva dimostrato), delle quali la principale era quella legata al partito falangista (Katā'eb), guidata da Beshir Gemayel, figlio del suo storico fondatore; dall'altro una coalizione di Palestinesi, sunniti e Drusi. Nel 1976 la guerra stava volgendo a sfavore dei cristiani maroniti e dei loro alleati (le milizie di Sulaymān Frānjiyye e di Camille Sham‘ūn, già presidenti della Repubblica libanese) e questo indusse la Lega Araba, dopo uno storico accordo di Riyād, ad autorizzare l'intervento di una Forza Araba di Dissuasione (FAD) - nominalmente composta da vari Stati arabi ma di fatto presto egemonizzata dalla Siria - che riuscì a riportare con la forza la pace nel Libano, colpendo senza troppe esitazioni i combattenti musulmani palestinesi e i loro alleati.
Nel 1978, molti maroniti si convinsero del fatto che, in realtà, i Siriani avevano intenzione di occupare e controllare il paese, realizzando il loro antico sogno della "Grande Siria" e la loro occupazione di fatto si espresse in modo esplicito (ma sanzionato dagli Stati arabi) a partire dal settembre di quell'anno.
Le forze siriane sono rimaste in Libano, condizionandone pesantemente la vita politica, fino all'aprile del 2005, quando si sono ritirate in seguito alle manifestazioni di piazza seguite all'assassinio del Primo Ministro libanese Rafīq al-Harīrī.
Il 12 luglio 2006 il Libano ha iniziato a subire i bombardamenti dell'aviazione di Israele, a seguito del rapimento da parte del gruppo radicale sciita Hezbollah di due soldati israeliani. I bombardamenti israeliani hanno colpito obiettivi legati a Hezbollah ma anche infrastrutture civili, come l'aeroporto di Beirut, i porti e le principali vie di collegamento terrestre con la Siria, i quartieri della periferia meridionale di Beirut e diversi villaggi nel Libano meridionale, provocando centinaia di vittime civili. Israele ha posto come condizione della cessazione delle ostilità il dispiegamento dell'esercito regolare libanese lungo il confine meridionale e il disarmo di Hezbollah, che ha risposto all'offensiva israeliana con lanci di ordigni sul nord di Israele.
Il 26 luglio 2006 si riunisce a Roma un vertice internazionale che cerca di mediare tra le parti affinché si giunga ad una tregua e all'apertura di corridoi umanitari in soccorso alle popolazioni civili libanesi.
Si parla di più di 800 mila persone sfollate, gli aiuti sono impellenti, e una tregua sembra davvero irragiungibile. il vertice di Roma si è infatti posto, come primo traguardo propio l'apertura di corridoi umanitari, affinché le tonnellate di aiuti giunti al confine possano arrivare agli sfollati. Gravi anche le condizioni igenico sanitarie, a causa del caldo e del continuo arrivo di immigrati.
2006-07-30 00:22:13
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answer #1
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answered by qwerty 5
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chi, sono le stesse persone che 60 anni fa hanno subito atrocità immani ma pare che quanto subito non li abbia aiutati a privarsi del loro istinto indirizzato verso il desiderio di annullamento totale nè quello di pace verso il prossimo.
pare che, con tutta la persecuzione millenaria e con i problemi che questo popolo ha causato in quella striscia di terra dal dopoguerra ad oggi con i bombardamenti ed i morti di poche ore fa in barba alla richiesta di un corridoio umanitario proposto dall'onu, cerchino di darci ad intendere che la soluzione finale sia stata un qualcosa di ampiamente desiderato e meritato, e che forse qualche personaggio passato alla storia non abbia compiuto il proprio dovere fino in fondo.
in ultimo, chi ha determinato la fine del nazi-fascismo ha innescato una serie di conflitti per il mondo che di sanguinario hanno ben poco da invidiare a certe figure che in molti detestano.
ora quelle persone che sventolano sempre la bandiera della pace, vorrei vederle libere dalll'ipocrisia e sentire cosa realmente ne pensano prima di giudicare la mia opinione.
2006-07-30 07:38:39
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answer #3
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answered by ₪djanma₪ [a man in the maze] 7
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Giochi di potere e soldi e poi spesso queste guerre servono per distogliere l'attenzione da qualcos'altro.
2006-07-30 07:30:22
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answer #4
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answered by Anonymous
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ormai non mi interesso più di queste cose, intanti i potenti fanno quello che vogliono senza interpelare nessuno
2006-07-30 07:28:17
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answer #5
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answered by Lilith § 6
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