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2006-07-17 01:50:02 · 35 risposte · inviata da debby_capo 2 in Scienze sociali Psicologia

35 risposte

la violenza sessuale su donne e bambini.. oltre a questo direi il tradimento, mentre l'omicidio addirittura in certi casi lo approvo,per esempoi boss mafiosi gli stessi stupratori..tutti da uccidere altro che processi e pentimento una pallottola e fattura del colpo alla famiglia!

2006-07-17 01:59:11 · answer #1 · answered by loma 4 · 0 0

nn potrei mai perdonarti l' onta di non scegliere la mia risposta come la migliore (benkè nn lo sia!!!)

2006-07-17 03:10:08 · answer #2 · answered by Anonymous · 0 0

x me il peccato che nn perdonerrei mai è il tradimento di tutti i tipi e le forme che può essere, credo che le persone che ti tradiscano una volta lo faranno ancora e sicuramente nn meritano più il tuo amore , magari nn gli avevano dato l'importanza che avevi dato tu, credo che nn ci meritino più a me è già successo di nn xdonare e sicuramente nn me ne pentirò mai meglio avere poche persone intorno ma sincere. ciao baci

2006-07-17 03:06:52 · answer #3 · answered by mm_jadore 5 · 0 0

IL TRADIMENTO :SOPRATTUTTO DOPO IL MATRIMONIO

2006-07-17 02:11:25 · answer #4 · answered by MARY 2 · 0 0

...il tradimento....

2006-07-17 02:10:27 · answer #5 · answered by lady 4 · 0 0

la malvagità, in ogni forma(pettegolezzo, violenza-fisica e/o psicologica-...)

2006-07-17 02:01:03 · answer #6 · answered by Anonymous · 0 0

La pedofilia

2006-07-17 01:59:31 · answer #7 · answered by Brava 3 · 0 0

Lo stupro.......
Una ricerca ISTAT pubblicata alla fine del 2004 attesta che ogni giorno in Italia sette donne in media subiscono una violenza sessuale. I dati si riferiscono ovviamente ai casi che vengono denunciati alle autorità; alcuni studi stabiliscono che questi rappresentano soltanto l’8% degli episodi effettivi di violenza sessuale. Il restante 92% delle vittime, dunque, decide per motivi diversi (vergogna o “copertura” del molestatore, soprattutto se all’interno del contesto familiare) di non denunciare la violenza subita alla polizia o ai carabinieri.
Nel corso dell’estate 2005, una serie di episodi conosciuti che si sono susseguiti in pochi giorni hanno dato l’impressione che il fenomeno degli stupri sia in crescita. Tale impressione potrebbe avere origine solo da una maggiore attenzione che i media stanno riservando al fenomeno, ma potrebbe anche essere il segnale di un malessere sociale crescente che si trasforma in violenza ed aggressività.
Dalla lettura dei dati riportati nella citata ricerca dell’ISTAT si scopre che solo nell’8,6% dei casi la violenza sessuale viene praticata in un luogo pubblico. Più spesso gli stupri avvengono nella propria abitazione (31,2%), in automobile (25,4%) o nella casa dell’aggressore (10%). Da tali dati si evince che nella stragrande maggioranza dei casi l’aggressore è una persona ben conosciuta dalla vittima, che può essere il marito o convivente (20,2% dei casi), un amico (23,8%), il fidanzato (17,4%), un conoscente (12,3%); solo il 3,5% dei violentatori non ha mai visto la sua vittima prima dello stupro. Secondo alcuni analisti, tali dati confuterebbero la tesi per la quale l’aumento degli stupri è da collegare alla crescente presenza extracomunitaria nel nostro Paese.

In un articolo pubblicato alla fine di giugno 2005 sul sito oltrenews.it (“Stupri. Fenomeno realmente in crescita e non mediatico”), la Dott.ssa Maria Cristina Butti dell’Associazione di Ricerca di Psicologia Analitica intravede nella crescita dei fenomeno degli stupri “un malessere che si coglie dal punto di vista del singolo e che si riflette anche a livello collettivo come la manifestazione di un disagio, di un bisogno di potere che nasconde un’impotenza sempre maggiore che sta diventando sia psicologica sia fisica”.

Perché agisce lo stupratore

Le motivazioni psicologiche che sono alla base delle azioni degli stupratori possono essere diverse, pur conducendo tutte a manifestazioni di violenza che possono avere esiti drammatici.
Uno stupratore può agire:

per rabbia
Nell’atto dello stupro, l’agente manifesta e scarica impulsivamente sensazioni di rabbia e frustrazione che possono avere origine da rapporti problematici con donne diverse da quelle della vittima effettiva (la madre, la moglie, la compagna). In questi casi, difficilmente lo stupratore prova un vero e proprio piacere sessuale compiendo lo stupro, ma riesce a liberare la rabbia repressa attraverso un atto di violenza la cui intensità può essere persino superiore al necessario.
per dominazione
I sentimenti di vulnerabilità e di impotenza dello stupratore vengono compensati da un atto di sottomissione della vittima, che viene messa in condizione di essere totalmente alla sua mercé, senza alcuna possibilità di ribellarsi. Al contrario di quanto accade nello stupro motivato da sentimenti di rabbia, in questi casi gli stupri sono perlopiù premeditati dall’aggressore.
per sadismo
Sia la rabbia che la dominazione vengono ”liberati” attraverso il piacere sessuale che prova l’aggressore nel brutalizzare, quasi sempre premeditatamente, la sua vittima.
per opportunità
L’aggressore, che in ogni caso cova uno dei sentimenti sopradescritti, agisce in conseguenza delle opportunità che gli vengono profilate, ad esempio durante una rapina o un furto.

Come agisce lo stupratore

Sia che egli abbia scelto la sua vittima e quindi premeditato l’atto di violenza, o che si trovi a compiere l’atto in una circostanza occasionale, lo stupratore farà sempre in modo che la vittima sia isolata e incapace di reagire o di attirare l’attenzione di altri su di sé.
Dopo aver individuato la sua vittima, egli cercherà di entrare in contatto con lei, conquistare la sua fiducia per poi agire “a sorpresa”, in situazioni di isolamento e di vulnerabilità che consenta di sopraffarla fisicamente.
Al termine dello stupro vero e proprio, l’uomo potrà scegliere se accanirsi ulteriormente sulla vittima o se eliminarla fisicamente.

Come difendersi

Individuare il profilo psicologico dello stupratore, ovvero riconoscerne le motivazioni e prevenirne le mosse rappresenta di per sé un buon punto di partenza per una strategia difensiva. Le possibilità, da parte della vittima, di scongiurare l’atto di violenza o limitarne le conseguenze dipenderà anche dalle circostanze in cui esso avviene, dalle opportunità che si profileranno rispetto ad una azione difensiva e le capacità personali.
Da diversi anni, in tutta Italia, si organizzano corsi di autodifesa che all’insegnamento di tecniche attive (come l’uso delle arti marziali) affiancano strumenti cognitivi che permettono di riconoscere la tipologia del molestatore e di tentare difese (specialmente se impossibilitati ad agire fisicamente) di tipo psicologico, attraverso l’apprendimento di tecniche di dissuasione.
Queste ultime rappresentano il miglior esempio di resistenza “passiva” che si aggiungono, rispetto ai comportamenti da adottare in caso di aggressione fisica, a quelli di resistenza “attiva” (affrontare fisicamente l’aggressore, o tentare di fuggire) e alla sottomissione, finalizzata alla sopravvivenza soprattutto di fronte ad una situazione che non presenta alcuna via di uscita.

2006-07-17 01:58:54 · answer #8 · answered by Anonymous · 0 0

La menzogna!

2006-07-17 01:56:47 · answer #9 · answered by Reds 3 · 0 0

Il tradimento

2006-07-17 01:56:05 · answer #10 · answered by Sorriso 3 · 0 0

quello di rubarmi la ragazza

2006-07-17 01:53:49 · answer #11 · answered by Anonymous · 0 0

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