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8 risposte

Molti dei problemi della società postindustriale mostrano caratteristiche di grande novità. Certamente, tra di essi, non è secondario il cambiamento nella struttura della famiglia che, da patriarcale nella società contadina, si è trasformata in un piccolo nucleo, che i sociologi denominano "famiglia nucleare". Il matrimonio, in cui essa si fonda è inoltre spesso instabile. La famiglia della società postindustriale è ridotta, quando non addirittura disgregata. A ciò hanno contribuito, e contribuiscono diverse componenti, quali l'esodo dalle campagne e la corsa verso le città, a cui si sono aggiunte la ricerca talvolta smodata del benessere, e la corsa verso il consumismo. In tale contesto molte volte gli anziani finiscono per diventare un ingombro e i figli sono spesso visti più come un peso.

La solidarietà, elemento vitale nella vita pubblica, significa libertà e allo stesso tempo responsabilità per gli altri: nella famiglia, nel quartiere, nella città. La famiglia, certamente, è una struttura fondamentale di solidarietà senza la quale ogni tentativo di fondare su solide basi la vita pubblica fallisce necessariamente. Lo Stato deve difendere e promuovere la famiglia, perché la famiglia è la base fondamentale ed insostituibile della società.

La famiglia deve emergere, in modo consistente, come fondamento della società, nella vita pubblica degli Stati del terzo millennio. Si tratta di riscoprire la dimensione pubblica del matrimonio e della famiglia, allontanandosi dai tentativi di privatizzazione che tendono a oscurarla. Le tendenze privatistiche occidentali (che cercano di ridurre la famiglia alla stretta dimensione privata, negando la sua dimensione pubblica) si mostra, in questo aspetto fondamentale, in sintonia con la grande povertà antropologica del marxismo. È nota la profonda ambiguità, anche in questo senso, del marxismo che, sostenendo i rapporti di produzione come fattore sociale determinante, allo stesso tempo, nella sua concezione ideologica "unitaria", quasi fosse "un unico pezzo d'acciaio", finisce per rendere anche la politica qualcosa di totalizzante. Per questo la famiglia rimane intrappolata in un sistema socioeconomico-politico inflessibile. In una simile prospettiva, la "privatizzazione" serve a facilitare la trasformazione della famiglia in qualcosa di meramente strumentale alla causa

Oggi non viviamo più il matrimonio come istituzione fondamentale della società, ma utilizziamo il suo concetto per giustificare altre evoluzioni che non centrano nulla con il fondamento di una società caratterizzata tra l'unione di uomo e donna.

2006-07-11 01:56:39 · answer #1 · answered by Anonymous · 0 0

posso raccontarti la mia storia se vuoi, io sono sposata con uno straniero, mandami una mail e te la racconto, credimi i cambiamenti sono moltissimi.

2006-07-17 13:35:13 · answer #2 · answered by MiVidaEresTu 3 · 0 0

Il matrimonio è un'imposizione negata dalla natura. Lo stimolo è quello ancestrale della continuazione della specie. Più soggetti "fecondano" o "vengono fecondati" e più possibilità ci sono per perpetuare la specie. Semplicemente... contro natura.
E' nato come necessità di "negare" questa evidenza, con il preciso intento di demonizzare lo stimolo pocreativo legando i soggetti interessati (solitamente le donne, non a caso è stato "tollerato" ed in alcuni casi ancora praticato, il concubinaggio - femminile - in certe società). E' cambiato molto nel corso dei secoli... ma l'assurdo di fondo resta.

2006-07-11 08:44:47 · answer #3 · answered by ap692cv 2 · 0 0

i miei genitori vivono insieme, non proprio felici, da trent'anni.
Ho visto parecchi matrimoni di amici/cugini/parenti vari negli ultimi 10 anni. Più della metà sono finiti in separazioni o divorzi.
Credo sia molto cambiato l'atteggiamento della donna nel matrimonio: si vuole libertà, molto spesso non si fa come in passato sempre e solo quanto imposto dal capofamiglia. Certo, questi non sono gli unici motivi che fanno separare le coppie, ma l'emancipazione femminile ha influito molto.
Inoltre, molte coppie non arrivano al matrimonio: la convivenza, più o meno lunga, ha a volte sostituito il matrimonio. Purtroppo non ho dati alla mano, ma con i testi di sociologia qualcosa dovresti trovare.
Interessanti sono anche i dati relativi all'età del matrimonio (dovresti reperirli da qualunque libro di storia ben fatto!)
In bocca al lupo per l'esame ;)!

2006-07-11 08:38:28 · answer #4 · answered by Lady Luck 4 · 0 0

Fai una ricerca anche sul diritto,da quando c'è stato il Referendum sul divorzio son cambiate alcune cose sulla visione del matrimonio(1975),penso che abbia influito anche la legge sull'aborto.Prima della sua emanazione,molti si sposavano,oggi abortiscono e "risolvono il problema"...

2006-07-11 08:34:51 · answer #5 · answered by vichy 5 · 0 0

beh.....sicuramente sta cambiando il ruolo del capofamiglia....soprattutto fra le coppie giovani..una volta il matrimonio era uno scambio della donna tra il padre e un altro tizio...piano piano è diventato il rafforzamento di un legame tra due persone che si amano,o vogliono avere più sicurezza economica,e decidono di vivere insieme e formare una famiglia.Quindi,mentre una volta,non fino a molto temop fa in realtà,il capofamiglia era l'uomo, ora finalmente ci stiamo avviando ad un ruolo equipollente tra marito e moglie.
poi potresti fare riferimento alla differenza tra il matrimonio come è per i credenti,unione sugellata da dio ecc ecc,e quello civile,che forse viene fatto più per convenzione e per comodità.

2006-07-11 08:29:17 · answer #6 · answered by redstar 3 · 0 0

io credo che i cambiamenti avvenuti (lo trovo meglio di subiti) nel matrimonio nel tempo vadano di pari passo con l'emancipazione femminile
è palese che nel matrimonio come nella società civile il ruolo della donna ha preso sempre più forza cambiando così consuetudini radicate ormai da tempo

2006-07-11 08:20:44 · answer #7 · answered by massimiliano n 3 · 0 0

ma cosa vuol dire sociologia?????

2006-07-11 08:18:27 · answer #8 · answered by Sexyboy 2 · 0 0

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