Chiudersi nel baratro di un'ideale acceca l'intelligenza.
Ogni persona sà cosa può fare per gli altri, e cosa possono fare gli altri per lui.
Non è relativo, sembra, ma non lo è.
"La mia libertà finisce dove inizia la tua"
E' questo il principio su cui si deve basare ciascuno persona. La vita degli altri è inviolabile quanto la propria.
2006-07-05 09:55:49
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answer #1
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answered by Son Of Liberty 2
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Sono tre concetti che non si coniugano per niente bene assieme.Credo che un liberalismo non eccessivo ma ben regolato,sia l' unica via da seguire.Il comunismo ha fatto vedere al mondo per decenni la sua vera faccia violenta e crudele.Mentre l' anarchismo non esiste,perché non esiste nessun uomo senza regole morali od etiche con cui vivere le relazioni con gli altri.Non esistono luoghi dove tutti ma proprio tutti siino uguali;dove il medico ed il netturbino abbino lo stesso valore sociale all'interno della loro comunità,Non esiste un luogo senza regole,e non esiste un liberalismo senza morale.Credo comunque che se un' uomo ha nel cuore i tre concetti base di DIO PATRIA FAMILIA non si avvicina nemmeno un pelo ai tre concetti posti in questione
2006-07-03 07:15:04
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answer #2
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answered by massimiliano l 2
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L'Uomo, per sua natura, è predisposto a ricercare un significato scientifico per spiegare un avvenimento straordinario o un movimento politico. La spiegazione, delle volte, è più semplice di quanto non sembri.
Al giorno d'oggi, esiste addirittura una scienza che spiega perchè alcuni numeri del Lotto escono ed altri no!! Tutto ciò è incredibile vero? Ecco, il Comunismo è stato per anni la stessa Pseudo-Scienza.
"La teoria e l'ideologia marxista sono state in apparenza costruzioni assai abili, ma in contraddizione con i fatti storici e con la vita sociale, data la loro assoluta falsità ed estrema pretenziosità. Per nascondere la falsità e l'inconsistenza storica del marxismo, i marxisti sono spesso ricorsi all'inganno, grande e piccolo. L'universo di menzogna creato da costoro si è contratto in un buco nero intellettuale. Come sapete un buco nero ha l'illimitata capacità di attirare dentro di sé tutto e di trasformarlo in nulla. Scomparve la differenza tra menzogna e verità. Alla fine il vuoto intellettuale inghiottì sé stesso: così il marxismo è morto di marxismo. In realtà ciò è successo già da un pezzo, ma io temo che milioni di marxisti in Oriente e Occidente continueranno a gingillarsi con esso, come hanno fatto in passato, indipendentemente da ciò che avviene nella realtà: i fatti possono essere ignorati o fatti rientrare in qualsiasi schema."
2006-07-03 07:10:35
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answer #3
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answered by Marckus 1
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Il comunismo è una forma di dittatura dove chi non è iscritto e obbediente al partito (e quindi ai capi del partito) viene perseguitato dalle autorità. In teoria, tralasciando l'aspetto sociale (quindi la totale assenza delle più elementari libertà individuali) da un punto di vista del benessere uno stato comunista dovrebbe garantire tutto al cittadino membro del partito comunista. Il problema consiste che in un paese povero ciò effettivamente avviene (difatti tutti i paesi comunisti europei del dopoguerra ebbero un rapido periodo di ricrescita), in quanto risulta anche molto efficace l'autorità decisionista del partito in materie economiche in ambienti dove bisogna creare dal nulla o dalle macerie di una guerra; ma in paesi "normali", dove diciamo che non si parte da 0, quindi anche in paesi che dopo qualche anno di comunismo stanno vivendo un periodo di "benessere" economico, ciò non risulta più possibile. Infatti è difficile per il partito pianificare l'economia di un Paese ormai ben strutturato, dove inesorabilmente i bisogni del singolo cittadino si scontrano con la rigidità imposta dallo stato. Nè un esempio i fatti che avvennero a Praga nel sesantotto dove i carri armati sovietici spararono contro manifaestanti scesi in piazza per chiedere più libertà anche di professione, di lavorare "in proprio", non come lo stato decideva. Infatti l'unica verità inconfutabile è che è il mercato che fa muovere le masse, cambia le società e da benessere. Ecco perchè una nazione a mercato libero non creerà mai malcontento tra il popolo. Infatti, anche le lamentele che si vedono per esempio in Italia di questi tempi non provengono da persone che rischiano di morire o di perdere tutto perchè lo stato non riesce più a garantire certi bisogni o obbliga a fare certi lavori acnhe in condizioni difficili. Invece, semplicemente vengono da categorie di lavoratori che vorrebbero arricchirsi di più e si vedono minacciate da provvedimenti che tentano di creare una maggiore concorrenza nei loro settori produttivi. Il porblema del libero mercato è poprio questo, cioè necessita di concorrenza per funzionare e se il sistema è da anni precluso a ciò e i lavoratori sono abituati ad un tenore di vita minimo garantito si crea lo scontento dei lavoratori stessi, ma anche di tutti i cittadini. Ma ripeto, è una cosa differente essere arrabiati perchè ti vedi arrivare un concorrente magari dalla Cina rispetto a chi protesta per maggiori libertà, diritti e bisogni primari (come salute, scuole, ospedali) scadenti. Inoltre se per esempio un concorrente ci porta al fallimento, in teoria (almeno secondo A. Smith) dovrebbe crearsi un nuovo posto di lavoro. Però è ovvio che se certe aree del mercato sono precluse alla concorrenza, certi lavori non potranno mai essere alla portata di tutti i potenziali lavoratori. Un'altro problema imputato al liberismo e in teoria correlato a quanto detto sopra è il fatto che i ricchi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri. La spiegazione non è il mercato libero, ma il fatto che i ricchi, se non investono più nelle loro attvità che li hanno resi tali perchè magari si sentono ostacolati dallo stato o osteggiati dai ceti poveri, non creano più altro lavoro. Non creando occupazione, si avrà che i più poveri (esempio gli operai metalmeccanici disoccupati) non lavoreranno e si impoveriranno di più, mentre i più ricchi (esempio il proprietario di un'azienda siderurgica che fa l'acciaio) non potenziando l'azienda o non creandone un'altra magari in zone con scarsa occupazione, si terrano per loro i soldi che guadagnano fermando quindi le occuapzioni (mercato del lavoro) e dividendo la società in 2. Infatti devi sapere che il bilancio delle aziende deve essere teoricamente sempre in pareggio, ovvero tutto quello che si guadagna bisogna reinvestirlo nell'azienda stessa. Come ultimo aspetto dello stato liberista bisogna sapere che in teoria il governo dello stato dovrebbe tra i pochi compiti evitare la foramzione di cartelli. Un cartello è quando un intero ramo del mercato annulla la concorrenza al suo interno. Ciò avviene in quanto ad esempio tutti i concorrenti si mettono d'accordo in privato e vendono tutta la loro merce allo stesso identico prezzo, addirittura alzondolo di anno in anno. Questo nella realtà potrebbe non avvenire se magari lo stato ci guadagna accordandosi con il cartello stesso, creando problemi ai cittadini. Ma tale probelma è l'unico veramente importante di un sistema liberale. Certo, una pecca dei sistemi liberisti è anche che non garantiscono ai bisogni primari dei cittadini; ma se anche questi ultimi però vengono lasciati in mano ad imprese, a singoli individui, e obbediscono alla legge del libero mercato, paradossalmente si otterrebbe un risultato analogo se non migliore rispetto a dove queste attività sono governate dallo stato o dal partito.
Infine l'anarchia, cioè la totale mancanza di regole è evidente che porta solatanto disagi. Un esempio di città anarchiche che per un certo periodo hanno funzionato furone quelle del selvaggio west in america. Lì tu potevi crearti la tua attività, amazzare magari chi ti ostacolava che non c'erano problemi. Il problema è che se un altro aveva le tue stesse idee questo potrebbe deciderti di sfidarti a duello....
Lascio a te le considerazioni finali su quanto ho detto.
2006-07-03 04:28:35
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answer #4
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answered by Mortimer 6
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w il comunismo non e grossolano vero ?!
2006-07-03 03:58:09
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answer #5
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answered by masdontstop 3
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